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Con la testa fra le nuvole

di Giulia Garbin


     "Il porto spaziale di Mos Eisley. Non troverai mai un covo di feccia e malvagità peggiore di questo posto!". Così Obi-Wan ammonisce il giovane Luke, poco prima che umani e droidi facciano il loro ingresso nei meandri della corrotta città nel deserto. Né sembra peraltro che Tatooine vanti altre o diverse metropoli sorgenti dalle dune sabbiose. La roccaforte di Jabba è un palazzotto puzzolente e non fa testo. Quanto ad Anchorhead, tutto fa pensare ad un villaggio rurale di scarsa importanza.
     La città degli Ewoks sulla luna boscosa di Endor può essere suggestiva per gli emuli di Tarzan, ma è sconsigliata a chi soffre di vertigini.
     Della famigerata Imperial City su Coruscant possediamo solo una splendida tavola a colori realizzata da Ralph McQuarrie, uno scorcio da brivido che però suggerisce più che descrivere la cupa magnificenza della residenza imperiale.
     Il tempio Massassi sulla quarta luna di Yavin, infine, è tutto ciò che rimane di un'antica e misteriosa civiltà soffocata ormai dall'invadenza della giungla. Una possente rovina archeologica che dovrebbe far gola ad un certo Indiana Jones... Ma forse ho sbagliato trilogia!
     Insomma, se non fosse per Cloud City noi una metropoli galattica degna di questo nome ce la potremmo solo sognare, almeno per quello che abbiamo visto finora in SW.
     Bella da mozzare il fiato, elegante e raffinata, moderna ed utopica, Cloud City deve molto ad altre città della fantascienza : la Metropolis di Fritz Lang, le esotiche capitali di Mongo teatro delle imprese di Flash Gordon e l'aerea Stratos di Star Trek. Cloud City ce le ricorda tutte, pur mantenendo la propria affascinante unicità.
     Tutto è bianco, pulito e luminoso a Cloud City. Le nuvole smorzano la cruda luce del sole (che a quella altitudine deve essere notevole), mentre i colori dell'alba e del tramonto accendono di imprevedibili sfumature le superfici candide degli edifici. Una città, dunque, perfettamente integrata nell'ambiente circostante, nata forse per necessità (lo sfruttamento del gas tibanna) ma sviluppatasi in seguito secondo criteri estetici che un tempo probabilmente erano patrimonio comune di tutte le maggiori capitali della Vecchia Repubblica. E di quegli anni prosperi e felici Cloud City conserva ancora un po' della magica atmosfera. I residenti hanno un'aria tranquilla e soddisfatta; paiono operosi ma senza affanno. A Cloud City si produce, certo, ma è anche possibile divertirsi. Secondo la Galaxy Guide # 2 edita dalla West End Games, Cloud City è anche una specie di Las Vegas ricca di alberghi lussuosi, casinò, teatri e ritrovi d'ogni genere, con un movimento turistico assai vivace e redditizio.
     Libertà, bellezza, benessere: queste sono le caratteristiche principali di Cloud City. Neppure l'ombra dell'Impero riesce a violarne l'immagine radiosa, né la fuga di massa dei cittadini terrorizzati può provocarne la caduta. Si capisce fra le righe che l'Impero non ha alcun interesse ad occupare una città vuota, con il rischio poi che i fuggiaschi abbiano sabotato gli impianti industriali rendendoli così inutilizzabili.
     Simile alla corolla di un fiore sullo stelo sottile, ad un certo punto Cloud City richiude i propri petali sui protagonisti. L'oasi di pace e sicurezza diventa terreno di scontri, incontri, riunioni, ripensamenti, struggenti oppure drammatiche rivelazioni. I nodi cruciali della vicenda vengono, come si suol dire, al pettine e la Città delle Nuvole ne è la cornice ideale.
     Luogo di inganni e tradimenti? Al contrario: qui tutti si decidono a dire la verità e a svelare se stessi più di quanto vorrebbero. Le teste possono essere fra le nuvole, ma i cuori sono finalmente al posto giusto.


     Pubblicato su CLOUD CITY #7 del Marzo 1991






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