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(100 ragioni per amare La Vendetta dei Sith)
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     184)   Era una notte buia e tempestosa
     Fuori è la proverbiale notte buia e tempestosa, fulmini violentissimi squarciano il cielo: il creatore entra nel suo castello goticheggiante per dare vita alla sua creatura.
     Ma siamo a Coruscant, il creatore non è il dottor Frankenstein bensì l'Imperatore Palpatine, e la creatura è Darth Vader. Questi prende vita su un tavolo operatorio cui è fissato con manette e dalle quali si libera con violenza.
     Anche l'andatura barcollante dello stesso Vader quando muove i suoi primi passi conferma la riscrittura del modello di Frankenstein, romanzo gotico di Mary Shelley che viene solitamente considerato capostipite remoto del genere fantascientifico.



     185)   Il trionfo del male
     L'Imperatore ghigna soddisfatto quando Darth Vader si lascia andare alla sua esplosione d'ira e di Lato Oscuro distruggendo la sala operatoria. Il Maestro Sith raccoglie i frutti malefici che ha seminato, fino alla notizia della morte di Padmé dispensata all'allievo con compiacimento. L'odio del mondo e di sé ha definitivamente consacrato Vader come grande Signore Oscuro.

     186)   Nooooooo!
     In ciascun film della saga qualcuno grida disperato "Nooo!". In Episode I è Obi-Wan mentre assiste alla morte del maestro Qui-Gon Jinn; in Episode II è la voce dello spirito di Qui-Gon che Yoda sente echeggiare nella Forza quando Anakin ha sterminato i tusken; in Episode III è Anakin / Vader quando ha appreso della morte di Padmé; in Episode IV è Luke quando assiste alla morte del maestro Obi-Wan (esattamente come toccò a lui per Qui-Gon); in Episode V è Luke quando scopre la verità su suo padre; in Episode VI è Luke quando si ribella all'idea che anche Leia possa essere tentata dal Lato Oscuro.



     Nei Prequel si ravvisa la proprietà "transitiva" di cui si è più volte detto riguardo alle locuzioni che passano dalla bocca di un personaggio all'altro: il giovane Obi-Wan grida per Qui-Gon; Qui-Gon grida per Anakin; Anakin grida per Padmé. La quale "griderà" attraverso il figlio Luke.

     187)   La maledizione di Vader
     Qualche anno fa la Lucasfilm diffuse l'immagine raffigurata qui a destra, un primo piano della sofisticata placca pettorale di Vader, che ricorda l' efod, il tipico paramento sacro quadrangolare portato sul petto dai sacerdoti ebraici. Ebbene, tra i controlli per il sostentamento vitale del Signore Oscuro si leggono proprio caratteri ebraici (non convenzionali) scritti tra un pulsante e l'altro.
     Secondo la traduzione più accreditata sembra che sul petto di Vader sia scritto: "le sue azioni non saranno perdonate finché egli non lo meriterà", parole che viene da interpretare come una maledizione lanciata da Obi-Wan o da Yoda, destinata a sciogliersi solo in ROTJ, col sacrificio finale di colui che torna ad essere Anakin Skywalker.


I misteriosi caratteri ebraici che compaiono sul quadro comandi di Darth Vader

     188)   Ferimento e cure
     L'eroe patisce ferite gravi e giace sconfitto in una posizione estremamente pericolosa. Intanto, qualcuno che tiene a lui percepisce attraverso la Forza il pericolo che corre e giunge in suo soccorso, accarezzandolo, prestandogli le cure necessarie durante il viaggio e fornendogli poi, in un centro medico attrezzato, arti prostetici sostitutivi. Accade ad Anakin e accade a Luke:

L'Imperatore, mentre si cerca Yoda, sente che Lord Vader è in pericolo e chiede di preparare la sua nave Leia, mentre il Falcon fugge, sente che Luke è in pericolo e chiede a Lando di portare indietro la nave
Anakin giace sconfitto e mutilato su un sabbione ardente a un passo da un fiume di lava Luke, sconfitto e mutilato, è appeso a un'antenna sotto Cloud City, a un passo dall'abisso
L'Imperatore si china su Anakin per prestargli i primi soccorsi e gli accarezza la testa Leia si china su Luke per prestargli i primi soccorsi e gli accarezza la testa
Anakin durante il viaggio riceve cure temporanee tra cui un respiratore Luke durante il viaggio riceve cure temporanee tra cui un respiratore
Nel centro medico imperiale di Coruscant, Anakin riceve gli arti prostetici, l'armatura e la maschera e diventa Darth Vader Sulla nave ospedale della flotta ribelle, Luke riceve la mano articifiale
Poco più avanti, nelle scene finali del film, vediamo Anakin/Vader guardare lo spazio di spalle insieme all'Imperatore Poco più avanti, nelle scene finali del film, vediamo Luke guardare lo spazio di spalle insieme a Leia e i droidi

     189)   Sta bene?
     Al loro risveglio sia Anakin che Padmé chiedono per prima cosa come sta l'altro: "Anakin sta bene?" / "Dov'è Padmé? È al sicuro? Sta bene?", entrambe le volte con forte ironia tragica, poiché sappiamo che Anakin in quel momento è mutilato e carbonizzato (anzi, uno spettatore casuale potrebbe crederlo del tutto morto), e nel caso di Padmé sappiamo già che quando Anakin / Vader chiede di lei, la giovane è spirata.



     190)   Separati e nascosti alla nascita
     Il mitologema del bimbo nascosto alla nascita, allontanato dai genitori (in questo caso da Vader) per svariati motivi, dall'inganno all'opportunità "politica", è un motivo che percorre millenni di miti e testi letterari. Una delle sue attestazioni più antiche e celebri è la vicenda del piccolo Mosé salvato dalle acque, trovato dalla figlia del Faraone.

     191)   Il capitano Antilles
     Il personaggio cui Bail Organa affida i droidi, che resteranno al suo servizio sulla Tantive IV per vent'anni, è il capitano Raymus Antilles, lo stesso che Darth Vader strangolerà per estorcergli informazioni sui piani della Morte Nera in A New Hope.



     192)   Oh no!
     L'inquadratura di C-3PO nel corridoio della Tantive IV subito dopo aver appreso che la sua memoria sarà cancellata è una evidentissima citazione del medesimo shot in A New Hope, altra situazione in cui il povero protocollare sarà spaventato e afflitto (ma quando non lo è?).
     Non solo: queste due sequenze non si limitano ad assomigliarsi semplicemente per stabilire l'ennesimo nesso visivo tra Episode III e IV, ma sono legate anche dal fatto che nella prima è contenuta l'ultima battuta di Episode III e dei Prequel, "Oh no!", nell'altra la prima di Episode IV e della Trilogia Classica, "Did you hear that?", entrambe in bocca a 3PO che chiude e apre le due trilogie (e che aprì e ora chiude tutta la saga: si tratta delle due battute fra loro contigue, per chi guarda Ep3 e poi Ep4, eppure fra loro più lontane nel tempo, la prima del primo film, l'ultima dell'ultimo film).



     Ciò avviene tenendo fede alla funzione originaria voluta da Lucas per i droidi, essere presenti in ogni film, spettatori di tutti gli eventi, quasi la lente attraverso cui noi vediamo la storia.; e questo vale tanto più per R2-D2, la cui memoria non viene cancellata, scelta geniale che crea uno spettatore muto degli eventi.

     193)   Senza parole
     Dopo lo sconforto di 3PO, tutto il finale del film (anzi i finali multipli) è accompagnato solo dalle note struggenti di John Williams, senza alcuna battuta di dialogo. L'efficacia stilistica di questa soluzione è di tutta evidenza.

     194)   Venezia
     In un altro articolo avevamo analizzato l'ispirazione italiana di Naboo, palese fin dai tempi di Episode I. Venezia è sempre stata uno dei modelli per gli scenari del pianeta di Padmé, dall'aspetto di alcuni palazzi, al ruolo dell'acqua nell'urbanistica delle città, fino alla "gondola speeder" di Episode II. Ma forse mai con in Episode III, nella scena serale del funerale di Padmé, il ridente pianeta ci è apparso far rivere la magia della città lagunare. Ma nel suo aspetto più malinconico.



     195)   Padmé come Ofelia
     Per l’esposizione durante i funerali, il corpo dell’ex regina di Naboo viene preparato richiamando da vicino un’opera del pittore preraffaellita John Everet Millais. Lo stesso abito dell’ex regina ricorda l’acqua, elemento caratterizzante Naboo ma anche elemento dove l’eroina shakespeariana si è data la morte e dove il pittore l’ha ritratta; anche i fiori che la circondano e l’adornano completamente ricordano molto lo scenario pittorico.
     Tuttavia non è soltanto un’affinità estetica che accomuna la due immagini, ma anche il tema: Ofelia si dà la morte perché crede che il suo amato, Amleto, sia pazzo e che non l'ami più; Padmé decide di morire, nonostante la nascita dei suoi due bambini, perché l’uomo che ama è impazzito e si è convertito al male.
     (Valentina Mattivi)



     196)   Il ciondolo di japor
     Il piccolo ciondolo di japor che Anakin a nove anni regala a Padmé è un oggetto minuto e apparentemente insignificante; invece costituisce un legame forte e commovente tra il passato e il presente. Al ciondolo sono riservate due inquadrature simili tra loro in Episodio I e III, entrambe lo vedono protagonista tra le mani di Padmé; nel secondo caso, purtroppo la donna è morta. Ma anche Anakin ha preso in mano il ciondolo nella prima parte di ROTS, cercando di sviare il discorso e segnando un momento di conflitto tra i due innamorati.



     197)   Dal ciondolo al terrore dello spazio
     La scena del funerale termina con una tendina circolare che si stringe intorno al ciondolo. Fino all'ultimo fotogramma vediamo il ciondolo inserito nel contesto lugubre del dispiegamento delle forze navali imperiali. L'ultima traccia del piccolo Anakin, l'ultima traccia dei Prequel (attraverso uno dei loro simboli) rimane nel cuore dell'immagine a lungo, per poi svanire lasciando posto a un futuro oscuro. Immediatamente dopo, sempre al centro dell'immagine, appare di spalle Darth Vader: il passaggio del testimone tra i Prequel e la Trilogia Classica è compiuto.



     198)   Un futuro grigio
     Il film si apre e si chiude (anche se non è l'ultimo dei finali) con dei Venator Star Destroyer, non ancora la classe "Imperial" che verrà in futuro: il primo è della Repubblica Galattica, listato di rosso come tutte le navi repubblicane; il secondo è ormai dell'Impero Galattico, già privo di ogni vecchia colorazione, "ingrigito" come la galassia stessa. La Trilogia Classica presenterà negli episodi IV V e VI un mondo molto più oscuro e povero di colore e vitalità. Su tutto è calata l'ombra del Lato Oscuro.



     199)   Dispiegamento di forze
     Il dispiegamento degli incrociatori in questa scena è ricalcato probabilmente su quello che si vede verso l'inizio di Episodio V, quando la flotta di Vader fa rotta per il sistema di Hoth.



     200)   Stridore imperiale
     I caccia che sfrecciano accanto alla nave —e che già hanno scortato la navetta di Palpatine che conduceva i resti di Anakin a Coruscant— non sono TIE Fighters, bensì V-Wing della Repubblica, anch'essi ridotti a essere incolori; ma i loro pannelli verticali richiamano in modo evidente i più famosi caccia imperiali che di lì a poco debutteranno. E non solo: il loro tipico suono, il famoso stridore o "urlo" dei TIE, è già presente per stabilire un altro importante collegamento col futuro prossimo.

     201)   Flashforward
     La scena che mostra Darth Vader accanto all'Imperatore sul ponte dell'incrociatore mentre assistono alla costruzione della Morte Nera è un evidente flashforward, cioè una proiezione della narrazione in avanti nel tempo, uno sguardo sul futuro; l'opposto del più conosciuto flashback. Un'altra deroga alla tradizione di Lucas di non ricorrere a queste deformazioni della linearità narrativa.
     È evidente per una serie di ragioni: si nota la presenza di ufficiali imperiali con tanto di divisa definitiva, che presuppongono un certo tempo per il loro arruolamento e addestramento. E soprattutto la stessa Morte Nera, i cui lavori di costruzione appaiono un po' troppo avanzati per porsi immediatamente alla fine dei fatti di Episode III.

     202)   Il giovane Tarkin
     Questo è un cameo che probabilmente nessuno si sarà lasciato sfuggire, eppure non trascuriamo di celebrarlo: ecco il debutto dello spietato Gran Moff Wilhuff Tarkin di Eriadu.

     Incuriosisce la ritrosia con cui, ancora giovane, si allontana all'arrivo di Vader, la cui figura incute timore. In futuro si ritaglierà spazi di autorità molto più ampi, spingendosi fino a dare ordini al Signore Oscuro.

     203)   Sprazzi di un futuro oscuro
     Dopo la ricostruzione del set della Tantive IV un altro scenario a rivivere del tutto identico al passato (cioè al futuro) è il tipico ponte delle navi imperiali, con i livelli inferiori in cui operano tecnici e ufficiali.
     Sotto questo profilo il lavoro svolto in Episode III per creare legami visivi con la Trilogia Classica, in particolare con Episode IV, è encomiabile.



     204)   Due nuove speranze
     I due primi piani dei piccoli Luke e Leia. Lei a occhi aperti, lui a occhi chiusi.



     205)   Pose plastiche
     Il giovane Owen Lars, un giorno burbero paterfamilias a prima vista lontanissimo dall'irruento Luke, nella scena della consegna del neonato ci appare nella stessa identica posa col ginocchio piegato che vedremo assumere a Luke, proprio dinanzi allo stesso tipo di romantico spettacolo, il tramonto di Tatooine. Forse i vecchi dimenticano semplicemente ciò che sono stati, le emozioni, i sogni e le inquietudini della giovinezza.

     206)   Un uomo pensieroso
     Dopo aver consegnato il piccolo Luke a Beru, Obi-Wan si stropiccia la barba pensieroso in modo simile a quando da anziano ascolterà la richiesta di aiuto di Leia.

     207)   Il tramonto assoluto
     Il doppio tramonto di Tatooine fu una delle scene che più emozionarono il pubblico nel 1977, anche grazie alla musica sublime di Williams, forse il suo tema più bello in assoluto, quello degli Skywalker. Non occorre spendere molte parole per commentare la ripresa di questa scena come fotogramma conclusivo di Episode III, della Trilogia dei Prequel e di tutta l'opera; struggente commiato finale per immagini e musica, saluto di due Maestri.



     208)   La chiusura del cerchio
     L'ultimo motivo per cui amare ROTS è il fatto che chiude in maniera perfetta e spettacolare la Trilogia dei Prequel e apre la Trilogia Classica. Senza sbavature, senza ombre. È il "ponte" che ci aspettavamo.

     209)   La peripezia tragica
     Lasciamo per ultima, perché fondamentale, la riflessione più tecnica, di carattere narrativo e letterario: la storia di Episode III è una tragedia compiuta, in senso stretto, "letteraria" e nobilissima, esattamente come TESB. L'Episodio V sorprese il mondo nel 1980 con la sua potente rivelazione, l'agnizione tragica di cui parliamo in altri articoli dello SW Athenaeum sull'eroe tragico. Con La Vendetta dei Sith George Lucas si è ripetuto, portando a compimento la sua opera con l'inserimento nel suo cuore, nel suo snodo centrale, di un altro meccanismo tragico perfetto e sublime, la peripezia tragica, cioè l'improvviso rovesciamento della sorte del protagonista, e per di più nella sua forma più perfetta e tremenda, cioè l'attuazione del proprio destino nel tentativo di impedirlo (come Edipo che giunge a Tebe fuggendo da Corinto, ignaro del fatto che i suoi veri genitori vivono proprio lì).
     Anakin cerca di sottrarsi al futuro di Padmé intravisto in sogno, cerca di bloccarne la realizzazione, tipica hybris tragica, peccato di tracotanza contro il divino; e proprio così facendo egli finisce per porre in atto il destino da cui tentava di sfuggire.






     ROTS è forse davvero il secondo grande capolavoro di Lucas, il secondo momento in cui viene messa in gioco l'Arte del regista e la sua immaginazione, che danno entrambe ottimi frutti: emozioni estetiche destinate a durare.




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Un ringraziamento agli amici che mi hanno dato input utili a rendere il più possibile completa questa rassegna: Stella Star, Brahamil, Epic, Sandorado, Salacious Jr, Data, Valentina Mattivi.







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