Con Star Wars: Battlefront II uscito ormai da più di una settimana, abbiamo avuto modo di giocare molto negli ultimi giorni e approfondire bene tutte le sue componenti. Questa recensione è scritta a più mani dai nostri redattori; ciascuno si occupa della componente del gioco a cui tiene di più.
Premessa
A cura di Pierpaolo Bergonzi.
“Avventure… uh! Emozioni… uh! Mai mente su dove lui era!”
Una doverosa premessa da fare consiste nel dire apertamente che Battlefront II è un gioco che merita, visivamente meraviglioso, ricco di contenuti e che mostra tutta la sua sconfinata forza bruta nella modalità multiplayer online, curata in modo quasi maniacale e per questo mai noiosa. Un tripudio di scontri che vi terranno incollati al divano per molte ore, potenzialmente fino all’uscita di un seguito – se mai ci sarà.
I videogiocatori si suddividono in tre grandi categorie: i primi prediligono giocare grandi storie, i secondi preferiscono l’online, e i terzi sono i fan di Star Wars, che vogliono tutto e lo vogliono di altissimo livello sia tecnico che emotivo – e vorremmo ben vedere!.
Come ampiamente spiegato sin dalla massiccia campagna pubblicitaria, Battlefront II ha visto la propria componente multigiocatore affiancata da una campagna per giocatore singolo. La campagna è stata sviluppata – così come annunciato – per accontentare i giocatori e portare loro un’esperienza immersiva a 360° con una storia inedita e canonica ambientata dopo Episodio VI. Effettivamente, rispetto a quanto annunciato, le promesse di EA sono state mantenute alla lettera. Modalità single player e modalità multiplayer subito nelle nostre mani, dal primo giorno. Un sogno!
Purtroppo qui iniziano i problemi. Ci sono videogiochi sviluppati per dare vita ad una storia, una storia oltre la quale si dipana in modi più o meno convincenti la componente multiplayer. Altri giochi invece – vedasi proprio BFII – sono spudoratamente sviluppati per il multigiocatore (con risultati da capogiro) e a questa modalità accostano una breve e piatta campagna single player.
Ma approfondiamo la questione. Battlefront II segue le vicende di un membro dell’Impero Galattico e del suo percorso dopo la caduta dell’Imperatore. Non ci dilungheremo nei dettagli ormai ampiamente discussi su tempi, personaggi e ambientazioni giocabili. È però fondamentale chiarire alcuni punti. Innanzitutto le interazioni dei personaggi con l’ambiente sono davvero minime; in una galassia ricca di gadget tecnologici, interagire solo con casse e telecamere sembra un’esperienza troppo limitante.
I personaggi stessi, soprattutto degli eroi, sono troppo legati e statici, come privati di fisicità. Rispetto a molti altri giochi di punta, sembra sia stato fatto un enorme passo indietro. In alcuni frangenti si ha l’impressione di comandare un burattino di legno. Certo, impugnare una spada laser, usare la Forza, sfoderare perfetti colpi coi blaster più famosi è emozionante, ma tutto questo sembra non avere uno scopo. Graficamente non si può dire nulla di negativo, anzi, le skin di ogni singolo soldato ed eroe rasentano la perfezione. Le texture ambientali e l’illuminazione regalano momenti di entusiasmo, ma tutta la campagna si può riassumere in due modalità: pilota il caccia per distruggere gli obbiettivi e cammina dal punto “A” al punto “B” sparando a gruppi di stormtrooper.
Una campagna così è paragonabile ad una modalità arcade con qualche scena di intermezzo. Troppo poco, decisamente troppo poco. La trama risulta scontata e perfino troppo buonista. C’era l’opportunità di raccontare la storia di un imperiale desideroso di vendetta, invece ci troviamo di fronte all’ennesima storia di redenzione morale. Sembra un’enorme occasione sprecata e sottovalutata dagli sviluppatori. La galassia di Lucas è una fonte di infinite storie e possibilità e fa male vederla così poco sfruttata. I collegamenti col canone ci sono, ma i diversi riferimenti al mondo cartaceo non appagano come invece avrebbero fatto collegamenti più strettamente vicini ai film.
La durata della campagna – annunciata come lunga circa 6 ore – è davvero breve. Personalmente ho terminato il tutto in sole 4 ore e 20 minuti a difficoltà massima e cercando di andare in giro con calma per gustarmi ogni angolo di ogni mappa. Da notare che coi prossimi DLC gratuiti usciranno nuove missioni che completeranno la campagna, ma questo non toglie comunque la netta sensazione di avere tra le mani un prodotto incompiuto. L’avventura e le emozioni non mancano, ma giocando si ha la sensazione che la mente degli sviluppatori sia stata troppo rivolta alla componente multigiocatore e questo ha creato delle falle minando l’esperienza in singolo.
Lo sforzo c’è stato, si è tentato di creare qualcosa di nuovo e appagante, ma le risorse sono state investite senza equilibrio. Il lato oscuro del mercato ha vinto questa battaglia in favore di un multiplayer riuscitissimo che ha però tolto linfa vitale ad una storia che aveva da dire la sua.
Voto campagna: 64/100
Voto multigiocatore: 92/100 e sono uno che predilige le grandi storie all’online
Arcade
A cura di Francesco Danovi.
Per diversi motivi, la modalità arcade era quella che mi incuriosiva maggiormente. Tutto questo interesse nasce da un fattore che mi è molto caro: la replayability. Questa componente dei videogiochi è, alla fin della fiera, ciò che determina la loro longevità. I server online sono destinati a essere chiusi dopo alcuni anni, e difficilmente la campagna viene giocata spesso. Per questo la modalità multigiocatore offline è ciò che permette alle persone di giocare tutt’oggi a titoli poco recenti. I predecessori di Star Wars: Battlefront II, ovvero i due giochi del 2004 e del 2005, con la loro modalità “Azione immediata” hanno garantito anni e anni di partite.Visto come era stata trascurata la modalità offline nel Battlefront del 2015, con delle missioni noiose, una modalità Sopravvivenza ripetitiva e, dopo sonore lamentele, una dignitosa modalità Schermaglia, avevo riposto molte speranza sul sequel di quest’anno. Già al D23 della Disney, la Dice aveva promesso un’esperienza molto più ricca anche offline.
La modalità presenta tre opzioni: singolo, schermo condiviso o duello a schermo condiviso. Gli scenari sono gli stessi, cambia solo il numero di giocatori reali. Nella modalità singolo sono presenti sedici scenari già impostati, ciascuno con tre livelli di difficoltà diversi. Questi servono principalmente a far familiarizzare il giocatore con gli eroi e i personaggi speciali. Gli scenari hanno due tipi di gioco differenti: una sorta di deathmatch a squadre, in cui si devono eliminare i nemici, e una modalità “massacro” in cui si ha un timer, che aumenta a ogni nemico ucciso. Se una volta concluso uno scenario a ogni difficoltà non viene voglia di riprovarli, la modalità Arcade permette di creare scenari personalizzati. Infatti è possibile scegliere tra cinque mappe diverse, il numero di giocatori I.A., le dimensioni della partita e altre opzioni minori. Mancano però del tutto le modalità di gioco disponibili online, ovvero battaglie su larga scala e nello spazio. Se queste venissero aggiunte in futuro alla modalità Arcade, essa ne gioverebbe grandemente. Purtroppo, per ora, risulta soltanto uno svago di cui ci si stufa in fretta.
Multiplayer
A cura di Gabriel Valenti.
Veniamo adesso all’aspetto che allunga notevolmente la longevità del titolo, ossia il multiplayer. Stavolta, a differenza del precedente Battlefront del 2015, le categorie sono solamente 5 scelta che non possiamo non apprezzare se teniamo conto del fatto che all’epoca alcune (Caccia al droide- Cattura la bandiera e Drop Zone ) erano così simili che spesso non si giocava l’una in favore dell’altra.
Adesso questa semplificazione delle modalità aiuta sicuramente un pochino la scelta di quello che si vuole fare una volta aperto il gioco. Purtroppo non ci troviamo di fronte al classico “poco ma buono”. Andiamo ad analizzare quelli che sono state le nostre impressioni dopo qualche giorno di multiplayer intenso!
Partiamo da Assalto Galattico, ossia la modalità con più giocatori per partita (20vs20) che dovrebbe essere l’equivalente di Assalto camminatori: una fazione avanza di obiettivo in obiettivo mentre l’altra cerca di rallentarla nei punti di interesse (qualcuno ha detto Punto di Svolta 2.0?). Si percepisce un certo impegno nel variegare le missioni in base alle mappe, ma alcune cose non funzionano.
Alcune di queste missioni prevedono un rallentare degli AT-AT o degli MTT, ma vengono leggermente accantonati perché “parte di un piano maggiore”: se non vengono abbatutti non vuol dire che la partita è finita, ma anzi si può ancora capovolgere gli esiti della battaglia.
Potrebbe esser piacevole sapere di avere ancora una qualche speranza, ma manca il senso di “angoscia” provato nel concentrare il fuoco sul camminatore nemico quando venivano abbassati i suoi scudi, oppure il doverlo difendere a tutti i costi. Tutto ciò abbassa il tono e si punta più ad un eseguire un maggior numero di kill.
Un problema molto frequente negli sparatutto online purtroppo sono i camper, ovvero quella categoria di giocatori che con la classe cecchino si appostano su una superficie elevata e portano decine e decine di kill senza mai morire. Se bisogna spezzare una lancia in favore di questo gioco è che sono stati molto attenti ad evitare proprio che tutto ciò potesse accadere, sia con la dinamicità delle missioni come detto prima, e sia perché le mappe non hanno più un posto che sovrasta tutta la mappa, composta in maggior parte da una parte all’aperto e una breve sezione al chiuso.
Guardando l’altro lato di questa medaglia sono proprio le mappe a far storcere il naso. Nonostante siano vive con tanto di fauna o passanti che scappano al nostro passaggio, sembrano “piccole”, come fossero dei grandi corridoi che dobbiamo percorrere sapendo che in quel punto incontreremo dei nemici di cui dobbiamo fermare l’avanzata il più possibile.
Altra piccola nota di demerito che facciamo riguarda la personalizzazione dei personaggi: poter scegliere razza o aspetto dava quel tocco di personalizzazione in più che speriamo sia aggiunto in futuro.
Una feature che inoltre abbiamo riscontrato è che il gioco dopo un po’ di partite in un server con alcuni giocatori ti manda in un’altra partita. La cosa potrebbe esser piacevole perché evita di scontrarsi troppe volte con gli stessi giocatori, ma alla lunga abbiamo notato che tende a far giocare sempre sulle stesse mappe (chi vi scrive per esempio ha visto la mappa di Tatooine una volta solamente in decine di ore di gioco).
Per quanto riguarda Assalto con i caccia, anche in questo caso EA ha ascoltato le critiche di noi fan che abbiamo passato dui anni ad abbattere veicoli nemici aspettando ogni tanto un veicolo da tirare giù quanto prima. Adesso invece abbiamo missioni variegate, mai monotone, in mappe dall’aspetto dinamico che spostano sempre il loro punto di interesse nonostante siamo nei pressi di una stazione spaziale oppure su di un avamposto su Kamino.
A livello di gameplay le diffenze sono poche, eccezion fatta per le contromisure per evitare i missili nemici che non sono più presenti, ora basta effettuare una giusta sterzata o accelerata al momento giusto per evitarli.
Fa piacere notare come siano stati leggermente migliorati i bot, che non si limitano più a eseguire manovre randomiche di contorno ma adesso effettuano anche “cariche frontali” contro i giocatori.
Una delle maggiori critiche fatte al precedente Star Wars Battlefront è sicuramente stata quella che uscendo prima del ritorno di Star Wars al cinema non aveva nulla ad esclusione di una mappa che si collegasse al film. Stavolta invece bisogna riconoscere che fa molto piacere trovare sin da subito personaggi come Kylo Ren e Rey come appariranno ne Gli Ultimi Jedi, oppure poter guidare veicoli inediti come il Tie Silencer oppure il nuovissimo Ala-A RZ-2 della Resistenza, che non abbiamo ancora visto su schermo.
Eroi contro malvagi sembra assolutamente la modalità meno preferita dall’utenza, purtroppo ci è capitato molto spesso di dover aspettare che il matchmaking trovasse altri giocatori per completare il nostro team.
Una volta in partita si nota enormemente come gli eroi dotati di spada laser siano avvantagiati in confronto a quelli muniti di pistola, quindi un consiglio che ci permettiamo di dare è di concentrarsi quanto prima a sbloccare gli ulteriori eroi abili nella Forza anziche nelle casse.
Per quanto riguarda Attacco ed eliminazione, sono entrambe soggette al fatto che essendo spezzoni delle mappe più grandi di assalto, viene quasi spontaneo dopo un certo numero di partite di affrontare le versioni più grandi e complete in Assalto.
Un Grande difetto che questa campagna multiplayer ha è che non è presente un tutorial o una guida su come svluppare il proprio personaggio, o meglio dire le nostre classi, perché il sistema di crescita è leggermente complesso e potrebbe risultare ostico per alcuni. Incominciamo dicendo che su questo Battlefront II le vere protagoniste sono le carte che noi associamo ad una classe di soldato, eroe o veicolo e non tanto il nostro rango, che serve solamente ad attivarle o potenziarle.
Il gioco comincia con uno slot di potenziamenti disponibile ad ogni classe, con un massimo di tre, e per sbloccarle tutte dobbiamo portare rispettivamente a livello 5 e poi al 10 la classe in questione.
Come si fa ad aumentare tale livello? Grazie all’utilizzo delle parti per creazioni possiamo sbloccare e potenziare le carte miglioramenti o abilità in modo da caratterizzarci il personaggio come più vogliamo.
Suggeriamo inoltre, come detto in precedenza, di investire i crediti ottenuti almeno nelle fasi inziali, per sbloccare i personaggi Eroi e di non concentrarsi sulle casse di Loot, che con i loro prezzi esorbitanti (dai 2.200 fino ai 4.000 crediti) conferiscono più potenziamenti inutili come emote o pose da vittoria che migliorie vere e proprie. Fino al rientro in scena delle microtransazioni sono un ottimo svago per chi ha accumulato crediti e vuole tentare la sorte in quella maniera.
Non appena EA darà comunicazione che verranno reinserite le microtransazioni nel sistema del gioco, non mancheremo di segnalarvi gli eventuali cambiamenti del sistema di gioco.
Ovviamente Star Wars Battlefront II è stato vittima dello scandalo mediatico che è seguito dalla vicenda delle microtransazioni, e ora che sono state tolte possiamo sentirci liberi di emozionarci senza problemi quando dobbiamo difender Kamino, farci strada nella Morte Nera II oppure sfondare le difese della base Starkiller. Sappiamo che l’unica cosa che conta saranno i nostri riflessi, ingegno e ovviamente una connessione senza lag!
Voto online a terra: 70/100
Voto online caccia: 90/100
Voto sviluppo personaggio: 70/100
Comparto tecnico
A cura di Davide Dacomo.
Sotto il punto di vista tecnico, Battlefront II è un titolo semplicemente incredibile. Tutto, dalla cura dei dettagli, alle texture, ai poligoni è da far cadere letteralmente la mascella.
Incredibile come gli sviluppatori siano riusciti a bilanciare un buon gameplay, un numero ragionevole di contenuti e varietà di personaggi con un comparto tecnico all’altezza.
Già il capitolo precedente ci aveva stupiti con una grafica da urlo e un comparto sonoro di tutto rispetto – vero punto di forza del titolo – ma in questa seconda versione si ha l’impressione di trovarsi davanti ad un film interattivo piuttosto che un videogioco.
Procediamo con calma. Il menu e tutta la parte “funzionale” svolgono egregiamente il loro compito, donando al titolo un look starwarsiano nel quale ritroviamo tutti i particolari che faranno felici i fan più pignoli. Le schermate di selezione sono chiare, intuitive e ben descritte. La grafica utilizzata ci immerge nell’atmosfera fin da subito, ricalcando il tema utilizzato nei prodotti pubblicitari e nel poster, con colori tendenti al nero e blu con effetto ologramma.
Una volta superata l’interfaccia grafica con la quale ci viene presentato il gioco, a sorprenderci è la grafica incredibile del gameplay sia online sia offline: non servono termini tecnici per affermare che siamo di fronte ad un lavoro eccellente.
Le ambientazioni (ancora poche per ora) sono riprodotte alla perfezione, ricche di dettagli che ci immergono nella galassia lontana lontana con un realismo sbalorditivo. Si ha veramente la sensazione di trovarsi nei luoghi del film, complice anche la possibilità di esplorare sia le mappe già conosciute (bentornato, Tatooine!) sia quelle nuove.
Takodana e la Base Starkiller acquistano un nuovo spessore in quanto siamo liberi di girare liberamente per i luoghi che finora ci sono stati secretati dalla pellicola. L’emozione di poter salire nei piani più alti di Maz Kanata e ammirare da vicino le bandiere che caratterizzano l’abbeveratoio colpirà non pochi fan.
La gestione delle luci e della fisica è ammirevole anche se con qualche piccolo difetto di fondo. Manca infatti in parte la possibilità di distruggere gli ambienti e spesso incorriamo in elementi riposizionati in punti diversi della mappa. Niente di troppo grave, ma è giusto segnalarlo.
I personaggi sono resi alla perfezione e ognuno ha una particolarità che lo rende unico. Incredibile dettaglio tecnico ci lasciano senza fiato: basta guardare Boba Fett per avere un’idea immediata della cura profusa nella creazione del personaggio. Non c’è dettaglio lasciato fuori posto e tutto è funzionale a rendere ancora più veritiero il tutto.
Ottima grafica coadiuvata da una fluidità eccellente. Abbiamo provato il titolo su PlayStation 4 e non abbiamo mai notato rallentamenti di sorta in tutte le modalità. Le battaglie sono rese pressoché alla perfezione ed è una gioia utilizzare ogni personaggio per notare quei piccoli dettagli che fanno felice un fan attento ai particolari.
La parte grafica è importante e d’effetto, ma il vero punto forte a mio avviso è sicuramente il sonoro, non senza qualche nota negativa.
Il comparto sonoro del gioco è eccellente e porta avanti la tradizione iniziata col predecessore. Siamo di fronte alla resa pressoché identica dei suoni e dei rumori che hanno reso unico Star Wars. Non solo quelli più famosi e conosciuti – come il ronzio delle spade laser, o il suono dei blaster – ma anche la resa ambientale. Una mappa di gioco viva e piena di rumore rende l’esperienza veramente immersiva ed emozionante. Esplosioni – le bombe soniche! – colpi di blaster, motori lanciati al massimo, fendenti e veicoli di ogni tipo ci immergono nell’azione come mai prima d’ora. Semplicemente perfetto!
Ma ci sono anche note dolenti: a mio avviso il doppiaggio italiano, e la traduzione in generale del titolo, sono carenti sotto molti aspetti. I dialoghi – non utilizzando le voci originali degli attori – ne risentono e spezzano un po’ l’illusione di trovarsi di fronte ad una replica perfetta del prodotto cinematografico. Alcune voci del menu o delle schermata di gioco presentano una traduzione non sempre eccellente: un problema che non dipende solo da chi ha curato effettivamente questo aspetto, ma anche di una direzione artistica poco attenta a “uniformare” la nomenclatura canonica della saga. Ciubecca, sì, Ciubecca.
Tirando le somme, Battlefront II è un titolo tecnicamente eccelso ma non perfetto, che ci soddisfa largamente e appaga i nostri occhi – e le nostre orecchie – con un dettaglio semplicemente incredibile. Se a questo associamo un gameplay ben ideato e varietà delle location, possiamo essere felici nell’esplorare i posti che tanto abbiamo amato nei film finalmente dal nostro schermo di casa.
Voto grafica: 90/100
Voto audio: 95/100
Media: 92,5
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