Inferno Squad, l’ultimo romanzo di Christie Golden, è un volume difficile e profondo, che ci porta nei meandri più oscuri dell’Impero – ma anche della Ribellione – in un’inusuale visione dell’universo di Star Wars.
Ambientato nei giorni immediatamente successivi alla distruzione della prima Morte Nera, il volume ci accompagna alla scoperta della Inferno Squad, composta dalla elite imperiale e pronta a sabotare la feccia ribelle dall’interno, ma non solo.
La recensione che segue è ricca di spoiler e rivelazioni inerenti al volume: se non volete rovinarvi la sorpresa smettete di leggere subito! O fatelo, non sono mica un cartello stradale, diamine.
Dal mio punto di vista i Ribelli sono il male
Una peculiarità della storia che stiamo per affrontare è l’uso della dicotomia bene e male all’interno della narrazione, molto più profonda e meno superficiale del rapporto luce/ombra della saga, improntato sul conflitto tra male puro e bene assoluto: la storia è narrata attraverso gli occhi di Iden Versio, militare imperiale, figlia di un Ammiraglio, cresciuta in un collegio militare su Vardos, pilota TIE e sopravvissuta alla distruzione della Morte Nera. Una figura complessa e stratificata, oltre che estremamente umana.
Perchè in questo caso l’Impero non è la macchina da guerra impeccabile fondata su architetture geometriche perfette, ordine, disciplina e pugno di ferro. È un’idea, sbagliata, feroce, totalitaristica, ma pur sempre un’idea. Una per la quale vale la pena morire e interrogarsi, al pari dell’ideologia ribelle che pervade Rogue One. Potremmo vedere Inferno Squad l’antitesi di quest’ultimo, oltre che una sua integrazione: i riferimenti allo spin-off sono tanti e ben distribuiti, iniziando dalla figura di Saw Gerrera che aleggia ovunque come uno spirito onnipresente.
L’aspetto più interessante di tutto il romanzo è proprio il capovolgimento di ruolo che subiamo impersonandoci in Iden, nei suoi valori e nei suoi ideali, e portando avanti la narrazione dalla parte sbagliata della storia. Un capovolgimento che potrebbe mettere in dubbio i nostri valori morali con lo scomodo compito di chiederci: “cosa è giusto?”.
We weren’t expecting special forces…
La storia di Inferno Squad spiazza, perchè mostra un conflitto non ambientato in battaglie spaziali, campi di battaglia o duelli con la spada: è una lotta interiore, sia nei personaggi sia nelle organizzazioni che rappresentano. Una lotta che non si esaurisce in una divisione netta, ma che porta strascichi e conseguenze importanti – mostrando i rapporti umani di una macchina senza volto dall’interno.
Ambientato nello 0 ABY (After Battle of Yavin, ndr), il volume è diviso grosso modo in due parti principali: un’introduzione totalmente imperiale e una parte totalmente ribelle. Dovremmo fare una precisione, perchè non ci troviamo davanti a meri ribelli, ma ai Sognatori (Dreamers nella versione originale, ndr) una fazione dei già estremisti Partigiani di Saw Gerrera. Un piccolo nucleo formato da pochissimi membri che continua il sogno del loro mentore, dopo la sua morte per mano dell’Impero su Jedha.
La narrazione si apre direttamente durante la battaglia di Yavin, dove la protagonista Iden vede il sogno imperiale spazzato via dai Ribelli. Unica (?) superstite del massacro, si rifugia sulla luna di Yavin, e rubata una nave, torna nei territori imperiali.
Qui facciamo la conoscenza dell’ambiente nel quale è cresciuta e si è formata, caratterizzato da estremo rigore e disciplina, come la figura paterna distante e punitrice; ma anche gli amici leali e sinceramente interessati a lei non come agente imperiale, ma come persona.
Per far fronte alla gravissima perdita della stazione spaziale, l’Impero corre ai ripari formando la squadra che da il titolo al libro: è nata la Inferno Squad, composta dalla elite imperiale e pronta a fare tutto – veramente tutto – per fermare l’avanzata ribelle.
Da questo punto in poi le aspettative vengono in parte deluse, se ci si aspetta un romanzo ricco di azione e battaglie interplanetarie. La natura stealth del gruppo fa in modo che le prime missioni siano sabotaggi o azioni minori, che lasciano il lettore spiazzato: siamo davanti alla squadra che dovrebbe mettere fine alla ribellione, e rubano dei documenti?
L’atto iniziale preparatorio lascia spazio alla parte più consistente, la missione di infiltrazione nel gruppo dei Sognatori. È qui che si svolge gran parte del romanzo, senza che ci siano cambi di location o azioni frenetiche.
È tutto giocato sul conflitto interpersonale e interno dei personaggi, impegnati a mantenere una doppia identità per raggiungere lo scopo prefissato: distruggere dall’interno l’ultima “banda di fanatici” di Saw Gerrera.
Sono i sentimenti la vera battaglia in Inferno Squad, cosa che approfondiremo più tardi.
La missione sul pianeta avvolto in un costante crepuscolo (forse indicativo?) spinge il lettore a indagare insieme ad Iden sui rapporti e i segreti del gruppo, mettendo in crisi le certezze della nostra eroina – dovremmo chiamarla così? – per capire fin dove è capace di spingersi per la grandezza dell’Impero. La scioccante verità finale, nella quale scopre la vera identità del Mentore, ovvero Lux Bonteri (già visto nella serie animata The Clone Wars) fornisce il punto di svolta della trama e il collegamento con tutti i prodotti narrativi canonici della saga. Questa rivelazione arriva però solo nelle ultime pagine, quando la narrazione è già esaurita, a sottolineare come la vera storia di Inferno Squad sia da ricercare dentro i personaggi. La trama è di seconda importanza, e pur dandoci una visione più ampia dei rapporti delle varie cellule ribelli, non ci fornisce nessuno spunto importante.
La fine del libro ci lascia senza interrogativi importanti, se non come tutto ciò abbia preparato Iden e la sua squadra ad agire in Star Wars: Battlefront II.
L’appartenenza che cerchi è davanti a te
La famiglia è una costante importante in Star Wars. È un motore che spinge i protagonisti a compiere le azioni più nobili e che mostra come l’amore possa far attingere a forze che non sapevamo neanche di possedere. Come già detto in precedenza, potremmo vedere Inferno Squad come la versione speculare di Rogue One. Il rapporto genitore figlia tra Galen e Jyn, fondato sulla speranza e sull’amore che non si arrende davanti alla disperazione della separazione è capovolto in quello tra Iden e Garrick, basato invece sulla disciplina, il disprezzo e la paura.
Il rapporto genitoriale è fondamentale e mette in luce i cardini sui quali si regge tutta la narrazione. L’inflessibile agente imperiale, forgiata fin da piccola su un pianeta duro, sotto la disciplina ferrea imperiale è un personaggio fragile, contorto e bisognoso di amore. La mancanza di affetto da parte della famiglia è il nemico più grande per Iden, che combatte non contro il “nemico”, ma contro i sentimenti che non ha mai ricevuto: la madre, unica persona che l’abbia mai circondata di calore è distante e il padre non perde occasione di metterla alla prova per saggiare le sue capacità e spezzare le sue debolezze. In un confronto con i Sognatori, dove viene chiesto alla ragazza di provare che non tradirebbe mai la causa, Iden da come prova il fatto di odiare suo padre, e che tutto ciò che sta facendo in realtà sia in fondo veritiero: le bugie migliori hanno un fondo di verità in esse.
La squadra rappresenta la vera famiglia di Iden, nella quale può sentirsi a suo agio ma sempre all’erta, come se fosse impegnata a non spezzare mai la rigidità con la quale il padre l’ha cresciuta. Neanche tra i Sognatori, che la accolgono come una loro pari, Iden trova l’affetto che cerca. Alla notizia del massacro perpetrato dal suo compagno, si lascia andare per la prima volta, come se provasse un genuino attaccamento per loro, anche nella menzogna. Ciò non le impedisce di cambiare idea, o di considerare un altro punto di vista: lei vive per l’Impero e per ciò che rappresenta, e questa condizione non viene mai messa minimamente in dubbio.
Il conflitto che si svolge dentro di lei è onnipresente e imbattibile, rendendola un personaggio combattuto ed estremamente profondo. Solo alla fine del romanzo riesce a stendersi nel letto, al buio e a piangere liberamente dopo anni, sapendo che la madre non è morta credendola una traditrice: l’unico vero atto d’amore del padre la segna più di mille battaglie.
Tutte e due le figure femminili ne escono rafforzate e segnate: Jyn ha trovato il suo scopo, Iden ha trovato un’idea per la quale combattere. La domanda che ci viene posta è: dove si situa veramente la ragione? Chi è meritevole del sacrificio, e chi recita solo dietro una maschera inespressiva?
Risparmiati i tecnicismi, ragazzo
Dal punto di vista tecnico, ci troviamo davanti ad un romanzo di 307 pagine divise in 30 capitoli più epilogo.
Il tutto è scritto in maniera molto fluida e leggera, facilitando la lettura. Alcuni termini risultano ostici, ma sono ben distribuiti e un lettore con medie capacità non dovrebbe avere grandi difficoltà a comprenderlo.
I capitoli molto brevi spingono il lettore a continuare e la storia – anche se un po’ statica – appassiona e intriga.
Edito da Del Rey, per ora è disponibile solo in lingua inglese e non si hanno notizie su una possibile trasposizione in italiano.
Vale la pena l’acquisto e la lettura?
Sì, se siete amanti di Guerre Stellari.
Sì, se volete leggere un libro diverso dal solito.
Sì, se volete approfondire i personaggi in attesa del videogioco.
Sì, se volete cogliere ogni piccolo riferimento a Rogue One, Rebels e The Clone Wars.
Se invece vi aspettate scontri stellari, battaglie e laser vi consigliamo di leggerlo comunque per apprezzare appieno la modalità single player del gioco che coprirà trent’anni di storia canonica, per capire a fondo le motivazioni che hanno portato Iden Versio alla sua personale battaglia per l’Impero.
Se siete interessati, potete acquistarlo su Amazon in lingua inglese:
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