Star Wars: Darth Maul – Figlio di Dathomir, di cui oggi vi proponiamo una recensione a sei mani, è una serie a fumetti del 2014, unico prodotto cartaceo che ha continuato ad essere canonico dopo l’acquisizione della Lucasfilm da parte della Disney.
Scritta da Jeremy Barlow e illustrata da Juan Frigeri, la miniserie prosegue le vicende di Maul durante le Guerre dei Cloni, lasciate incomplete dopo la cancellazione dello show.
Trama
La storia è ambientata subito dopo la quinta stagione di The Clone Wars. Darth Sidious ha iniziato a temere la minaccia rappresentata dai due fratelli zabrak, conquistatori di Mandalore: una volta ucciso Savage Opress, Sidious sconfigge anche il suo ex apprendista Darth Maul e lo fa rinchiudere su Stygeon Prime. La sua prigionia non dura però molto: alcuni mandaloriani fedeli al loro leader fanno irruzione nella prigione e lo liberano. Maul si rifugia sulla luna paludosa di Zanbar, dove subisce un attacco dalle forze separatiste guidate dal Generale Grievous. Maul scappa ancora e, insieme a Madre Talzin, architetta un piano per eliminare definitivamente Sidious. Lo zabrak raduna i suoi alleati su Ord Mantell, dove si trova una roccaforte del Sole Nero. Con l’aiuto dei Pyke e dei Fratelli della Notte, Grievous e Dooku vengono catturati. Maul, con l’aiuto di Talzin, cerca di convincere Dooku ad abbandonare Sidious per seguire lui.
Nel frattempo le navi mandaloriane vengono attaccate dalle forze della Repubblica, guidate dai generali Kenobi e Tiplee. Grievous riesce ad evadere e a scappare, mentre Maul e Dooku si alleano temporaneamente per affrontare i due Jedi, a cui si aggiungono Mace Windu e Aayla Secura. Dooku uccide la maestra Tiplee prima di fuggire insieme a Maul.
Il clan del Sole nero e i Pyke iniziano a dubitare delle strategie di Maul, che però promette di pagare i due clan a tempo debito. Maul porta Dooku su Dathomir da Madre Talzin, che sfrutta l’energia del Conte per poter tornare in carne ed ossa. Durante questo processo fanno irruzione Sidious e Grievous; inizia così un doppio duello: da una parte Maul e il Conte Dooku sotto il controllo di Madre Talzin, dall’altra il signore dei Sith e il comandante dell’esercito dei droidi. Durante il duello Madre Talzin acquisisce abbastanza energia per combattere, liberandosi così del corpo di Dooku. Nel frattempo nei cieli Dathomir arriva la flotta separatista e i soldati mandaloriani portano via dal combattimento Maul, condannando così Madre Talzin, che viene uccisa dal generale Grievous.
Collegamenti
Darth Maul: Figlio di Dathomir riprende una sceneggiatura mai realizzata della sesta stagione di The Clone Wars, quindi rappresenta perfettamente il proseguimento della serie, così come hanno fatto altri prodotti del Nuovo Canone (ad esempio L’apprendista del Lato Oscuro).
In TCW vediamo Maul salire al potere su Mandalore, alleandosi con la Ronda della Morte e sconfiggendo poi il loro leader Pre Vizsla dopo la conquista del pianeta. In Figlio di Dathomir vediamo come il popolo mandaloriano sia ancora leale al suo sovrano, nonostante sia uno straniero, poiché ha eliminato l’inadeguata duchessa Satine. È infatti il primo ministro Almec, alleato di Maul e nella serie spesso in conflitto con Satine, a ordinare la missione di salvataggio su Stygeon Prime. Non solo i mandaloriani mantengono la loro fedeltà a Maul: nella quinta stagione di The Clone Wars si allea con alcune organizzazioni criminali, tra cui i Pyke e il clan del Sole Nero, che ritroviamo appunto fedeli allo zabrak.
Un altro personaggio nato grazie alla serie TV è Madre Talzin, madre naturale di Darth Maul, rinomata strega. Talzin odia profondamente Sidious e Dooku: nella serie va vicina a uccidere il Conte, ma viene fermata dal generale Grievous che, nella quarta stagione di TCW, con il suo esercito elimina tutte le Sorelle della Notte e la Vecchia Daka. In questo fumetto completa dunque l’opera, eliminando la stessa Madre Talzin.
Figlio di Dathomir però non si lega soltanto a The Clone Wars, ma anche a Rebels. Compare infatti il mandaloriano Gar Saxon, che nella serie animata pre-trilogia originale è il Vicerè designato di Mandalore, messo al comando dall’Imperatore Palpatine. Gar Saxon in Rebels affronta in duello Sabine Wren, che vuole che il suo pianeta natale sfugga dal controllo imperiale. Saxon viene sconfitto e infine ucciso dalla madre di Sabine, Ursa Wren.
La serie a fumetti ha un proseguio nel romanzo Ahsoka, dove, attraverso dei flashback, scopriamo che Maul ritorna su Mandalore. Lo scontro tra le sue forze e una parte della 501 Legione – tra cui Rex e la stessa Ahsoka – continua fino a quando l’ex Signore Oscuro riesce a fuggire approfittando della confusione provocata dall’Ordine 66. È per questo motivo che Maul riconosce Ahsoka in Rebels, chiamandola Lady Tano per evidenziare il suo decaduto rango di Padawan, come nel romanzo.
La cura dei dettagli: tecnicismi e disegni
Analizzando il volume dal lato tecnico, ci troviamo davanti a 94 pagine a colori e una brossura estremamente curata, in linea con gli altri volumi del nuovo canone, caratterizzata da un feedback tattile estremamente piacevole.
Si tratta di un volume di media lunghezza, più corto ad esempio dei singoli numeri della serie Star Wars regolare, ma non per questo meno efficace sul livello narrativo.
Addentrandoci al suo interno notiamo la ristampa del 2017, ma un errore – o svista – nell’introduzione, rimasta ahimè alla prima edizione dell’opera in Italia sotto il marchio Legends, dove ancora la serie The Clone Wars era stata interrotta alla quinta stagione. Nel testo è infatti riportato come la sesta stagione non si sia mai realizzata, anche se questo va in contraddizione con i recenti sviluppi: aggiornare l’incipit sarebbe stata cosa gradita a tutti i maniaci del particolare che apprezzano un’opera attenta anche alle piccolezze.
In ogni caso, l’introduzione risulta piacevole da leggere e riesce a riassumere con la giusta chiarezza gli eventi che portano ai fatti narrati nel volume.
Il vero punto dolente di Figlio di Dathomir sono invece le tavole: alcune molto belle, altre d’effetto, ma generalmente poco curate e prive di attenzione ai particolari. Nei disegni che ci mostrano scene distanti le forme sono quasi abbozzate e risultano troppo sempliciste rispetto alla realtà dei modelli rappresentati. In altre invece la cura è accentuata della situazione agli occhi del lettore: il primo piano degli occhi di Maul in preda alla rabbia è disegnato con semplicità, ma trasmette in maniera chiara il messaggio, ed è ricco di particolari che non saltano subito all’occhio.
Le proporzioni sono mantenute solo in alcuni frangenti, come se fosse scelta deliberata del disegnatore mostrarcele così, in particolare quando vengono rappresentati veicoli.
Particolare interessante è la rappresentazione del Conte Dooku, completamente snaturata da come lo conosciamo nelle opere canoniche nelle quali è apparso. I tratti somatici sono solo vagamente somiglianti all’attore Christopher Lee e mostrano un Conte estremamente più giovane della controparte cinematografica.
L’azione è resa in maniera efficace grazie alle tavole tutte più o meno della stessa dimensione, che permettono di rappresentare ogni scena con il dovuto spazio, e il risultato è abbastanza armonico nel complesso.
Come detto in precedenza, la mancanza di particolari e la presenza di disegni appena abbozzati stridono fortemente con i primi piani, sicuramente più dettagliati e ricchi; eventualità che si ripropone per tutto il volume purtroppo.
Lo stile del disegno risulta comunque godibile anche se leggermente spoglio, e i colori utilizzati rendono il volume interessante per la varietà di ambientazioni: la prigione glaciale, la giungla e lo scontro con Madre Talzin per citarne alcuni.
L’impressione è quella di trovarsi davanti ad un prodotto abbozzato, uno storyboard utile per una serie TV ma poco “caratterizzato” come fumetto.
Alcuni disegni intorno alla metà del volume accentuano questa visione, mostrandoci astronavi appena abbozzate, difficili addirittura da riconoscere a prima vista (sì, sto parlando delle cannoniere LAAT/i!).
In conclusione, un volume buono ma non eccellente, che poteva essere un prodotto interessante sotto tutti i punti di vista semplicemente adottando alcune accortezze minori che l’avrebbero reso ineccepibile. Sullo stile di disegno, tolti i palesi strafalcioni, poco si può dire a livello oggettivo: rimane in ogni caso un volume ricco di tavole interessanti e che colma un arco narrativo lasciato “a metà”.
Conclusioni
Figlio di Dathomir non fa che rigirare il coltello nella piaga: il desiderio di poter vedere su schermo ciò che è stato trasposto su carta è ancora molto forte. Nonostante ciò il volume è abbastanza solido sotto ogni aspetto, peccando in maniera eclatante solo nei dettagli dei disegni. Altra inevitabile nota di “demerito” è il pubblico limitato a cui l’opera si rivolge: nonostante l’avventura sia coinvolgente e accattivante, ritengo che la visione della serie animata sia imprescindibile per la lettura del fumetto.
Ma anche tanti aspetti positivi per la serie: la vicenda raccontata nelle pagine offre un’ottima conclusione alla storyline di Dathomir, culminando con la morte di un altro personaggio ingombrante, la strega Madre Talzin. Non solo vengono tirate le fila della splendida serie animata, ma molti personaggi hanno un’altra occasione di mettersi il luce: Grievous su tutti si dimostra finalmente all’altezza delle aspettative dopo le tante brutte figure collezionate tra Episodio III e The Clone Wars. Non proprio al pari del Generale, ma anche il Conte Dooku riesce a dire la sua, tenendo testa all’importanza del suo nome, così come Palpatine: come sempre il futuro Imperatore riesce a realizzare perfettamente i suoi piani (in questo caso l’eliminazione di Talzin). La star rimane comunque Maul: nonostante l’ennesimo fallimento, il personaggio si arricchisce di un’ulteriore esperienza bruciante, l’ennesima goccia della sua sete di vendetta contro tutto e tutti.
Concludendo, se siete appassionati della serie animata The Clone Wars, questo è il fumetto che fa per voi. Se non lo siete dategli comunque una chance, potrebbe essere l’occasione per approfondire uno straordinario periodo della nostra saga preferita. Come detto precedentemente, il fumetto si collega anche ad altre opere canoniche ed è piacevolissimo leggerlo per unire poi i vari tasselli del puzzle.
Trama: Damiano Lollobrigida
Collegamenti: Damiano Lollobrigida e Massimo Sanchini
Tecnicismi e disegni: Davide Dacomo
Conclusioni: Massimo Sanchini
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