Bob Iger racconta il difficile rapporto tra George Lucas e i sequel

Tutti ricorderanno la famosa frase con cui George Lucas paragonò la Disney Company ad un gruppo di schiavisti (prima di porgere le sue scuse). Alla luce di quanto raccontato da Bob Iger in un’opera autobiografica, si può comprendere come Lucas fosse mosso da una forte rabbia, rispetto alle iniziali decisioni prese con i sequel ma anche e soprattutto Il Risveglio della Forza.


Ad un certo punto durante la produzione George mi disse che aveva completato una stesura per tre nuovi film. Concordò di mandarcene tre copie, una per me, una per Alan Braverman e una Alan Horn, che era appena stato assunto per guidare i nostri studios. Alan ed io abbiamo letto questa stesura di George e abbiamo deciso che dovevamo comprarla, anche se fummo chiari durante il processo di acquisizione che non saremmo stati contrattualmente obbligati a seguire la stesura che aveva realizzato.

Prosegue, chiarendo il rapporto creativo tra le parti:

Sapeva che sarei stato fermo sulla questione del controllo creativo ma non è stata una cosa facile da accettare per lui. Quindi ha accettato, piuttosto riluttante, di essere disponibile per consulti a nostra richiesta. Promisi che saremmo stati aperti alle sue idee (e questa non è una promessa difficile da fare, è ovvio che saremmo stati aperti alle idee di George Lucas) ma come con la stesura dei sequel, senza alcun tipo di obbligo.

Su quando fu chiarito a Lucas che non sarebbero state seguite le sue idee per la trilogia sequel:

Per iniziare, Kathy portò JJ e Michael Arndt in Nord California per incontrarsi con George al suo ranch e parlare delle loro idee del film. George si arrabbiò immediatamente mentre iniziavano a descrivere la trama e svelavano che non avremmo usato una delle storie che ci aveva proposto durante le negoziazioni. La verità è che Kathy, JJ, Alan ed io abbiamo discusso della direzione che avrebbe dovuto prendere la saga e tutti concordavamo che non era quello che aveva previsto George. George sapeva che non eravamo contrattualmente legati da nulla ma pensava che aver comprato la sua stesura fosse una tacita promessa che l’avremmo seguita e quindi mostrò il suo disappunto quando ha saputo che la sua storia era stata scartata. Ho cercato di essere sempre attento fin dalla nostra prima conversazione di non dargli idee sbagliati, e non penso di averlo fatto, ma avrei potuto gestirla meglio. Avrei dovuto prepararlo per l’incontro con JJ e Michael e parlargli della nostra conversazione, che pensavamo fosse meglio prendere un’altra direzione. Avrei potuto parlargliene durante il processo e cercare di evitare la sua rabbia non dandogli la sorpresa. Quindi, nel primo incontro che abbiamo avuto con lui sul futuro di Star Wars, George si sentì tradito, e anche se tutto questo non sarebbe comunque mai stato facile per lui, siamo partiti con una non necessaria difficile partenza.

Si arriva così a Il Risveglio della Forza (prima di entrare nel racconto di Iger, voglio ricordavi che poco prima della premiere Kathy Kennedy disse che George Lucas aveva apprezzato Episodio VII):

Appena prima del lancio globale, Kathy mostrò Il Risveglio della Forza a George. Non nascose il suo disappunto. “Non c’è nulla di nuovo” disse. In ciascuno dei film della trilogia originale, per lui è stato importante mostrare nuovi mondi, nuove storie, nuovi personaggi e tecnologie. In questo, disse “Non ci sono abbastanza salti in avanti in termini visivi o tecnici”. Non aveva torto ma non stata neanche apprezzando la pressione sotto cui eravamo nel dover dare ai fan un film che avesse la quintessenza di Star Wars. Abbiamo intenzionalmente creato un mondo che era visivamente e nei toni connesso ai film precedenti, per non allontanarci troppo da quello che le persone amavano e si aspettavano. E George ci ha criticato per la cosa principale che avevamo provato a fare. Guardandosi indietro dopo diversi anni e alcuni film di Star Wars in più, penso che JJ abbiamo raggiunto un obbiettivo quasi impossibile, ovvero creare un ponte perfetto tra quello che è stato e quello che sarà.

Chiaramente, queste, non sono dichiarazioni sorprendenti. Questi pensieri e questi sentimenti sembravano piuttosto chiari da diversi anni, anche se ora sono finalmente in un racconto che sembra chiarire definitivamente la situazione sui sequel.

Personalmente, seppur abbia apprezzato buona parte dei contenuti a tema Star Wars proposti da questa nuova era a firma Disney, non posso non ritrovare un po’ di tristezza nel racconto di una separazione tra George Lucas e la sua opera principale.

Il libro in cui Bob Iger ne ha parlato è The Ride of a Lifetime: LESSONS LEARNED FROM 15 YEARS AS CEO OF THE WALT DISNEY COMPANY.

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