La Spada di Khashyun è un particolare artefatto che compare nella serie canonica a fumetti Marvel “Galaxy’s Edge – Ai margini della galassia“.
La leggenda Sith
In tale serie viene narrato che la spada fosse una reliquia Sith forgiata da alcuni componenti dell’antico Ordine Sith. Tale gruppo, costituito solamente da guerrieri appartenenti alla razza Dowutin, fondò una setta secondaria all’Ordine. I suoi adepti credevano che le spade laser fossero solo per i deboli, motivo per cui crearono la Spada di Khashyun, un’arma talmente massiccia che pensavano potesse essere maneggiata solo dai guerrieri più forti e degni. Secondo la leggenda, sulla spada gravava una maledizione che costringeva i cultisti a rivoltarsi l’uno contro l’altro. Alla fine, gli edepti costruirono un tempio su Moraband dove la spada fu messa a riposare ai piedi di un Dowutin Sith mummificato, presumibilmente Khashyun stesso.
Il destino della spada
Il collezionista ithoriano Dok-Ondar si interessò alla leggenda che circondava il manufatto, grazie anche ai racconti dei genitori. Quindi ingaggiò la famosa Dottoressa Aphra e partì alla ricerca della spada su Moraband. Aphra riuscì a recuperare la spada ma tentò di tradire Dok-Ondar. Durante lo scontro che ne seguì, Ondar sparò un colpo di blaster sulla dottoressa, la quale lo bloccò parandosi con la reliquia, ma l’impatto la fece cadere all’indietro causando la separazione dell’elsa dalla lama, quest’ultima conficcatasi nel terreno. Non riuscendo ad estrarla, Dok-Ondar si accontentò di prendere l’elsa e lasciò Moraband, abbandonando Aphra sul pianeta.
Dok-Ondar conservò l’elsa nel suo negozio di antiquariato su Batuu per decenni. Si persero le notizie sulla lama.
Successivamente si venne a sapere che la lama era nuovamente riapparsa e che si trovava nelle mani di un mercante. Ondar assunse quindi Kendoh Voss e la sua banda, i quali riuscirono a rubare la lama. La banda aveva però l’intenzione di recuperare la parte mancante e rivenderla ad un prezzo molto maggiore in quanto reliquia completa. Comprendendo tali intenzioni, Dok-Ondar mantenne l’anonimato con la banda in modo da evitare di essere ricattato, dato il grande interesse che aveva per la reliquia in qualità di committente del furto. Servendosi poi della complicità del pirata Ondo Onaka e del cacciatore di taglie di razza Clawdita Varg, il collezionista riuscì ad ingannare Kendoh e a recuperare la lama evitando di pagare la somma esosa che gli sarebbe stata richiesta dalla banda, pur lasciando loro una ricompensa adeguata per i servigi offerti.
Per ulteriori approfondimenti sulla storia narrata nel presente articolo vi invitiamo a recuperare questa interessante serie, edita in Italia da Panini Comics.
Ricordiamo inoltre che il negozio di antiquariato di Dok-Ondar è una delle attrazioni visitabili nei parchi di divertimenti Disney di Anaheim (California) e di Orlando (Florida).
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