Star Wars Andor, prequel del film spin-off Rogue One, è online su Disney+. Lo staff di GuerreStellari.net ha visto il sesto episodio – “L’Occhio” – della nuova serie tv di Lucasfilm. In questo articolo troverete le impressioni dei vari componenti. Inoltre rivivi la LIVE dallo Spazioporto, dove anche gli ospiti di GSNet hanno detto la propria.
Davide Veraldi: Andor viene servito crudo. Una puntata interessante. I ribelli hanno pianificato alla lettera la missione, ma non sono una vera squadra e hanno diverse incertezza. Non hanno chiaro il percorso. Vel dubita della stessa compagna e per una frazione non sembra pronta a portare a termine la missione.
L’impero è avido come lo sono i ribelli, che tardano a preparars alla partenza con il cargo, diventando anche la causa della morte di alcuni di loro.
Il vero eroe è Nemik che ha lasciato la sua eredità a Cassian. Non smette mai di perseguire l’obiettivo e vede chiara la speranza. Un altruista che sopporta il dolore con tutte le sue forze per guidare l’esperto pilota Cassian (quando vola alla cieca).
E cosa rimane della goffa ribellione dopo questa missione? Una donna che tornerà dalla sua compagna e Cassian che scappa ancora dalla sua storia. I potenti sono stati feriti nelle tasche, perché sarebbero potuti morire anche tutti e non sarebbe fregato a nessuno. Ma i crediti interessano a tutti. Ancora una volta abbiamo visto una famiglia problematica e umiliata, che non si godrà nel finale neanche lo spettacolare evento dell’Occhio. Epilogo di classe con Luthen in preda a una risata isterica che si gode la vittoria.
Salvatore Scandura: Andor prende il volo. Iniziano a mobilitarsi le controparti. La tensione inizia a sentirsi e finalmente il protagonista si prende la scena. Questo episodio è la più chiara dimostrazione che se le cose vengono fatte con impegno e passione, tutto fila senza problemi. Per me è stata una goduria apprezzare questi piani sequenza studiati ad hoc, in modo molto professionale e minuzioso. Me la sento di dare un 9 pieno come voto, per come ha alzato l’indice del mio gradimento. Spero in un ulteriore miglioramento col prossimo episodio.
Radio Fulcrum: Che dire, ancora una volta rimango a bocca aperta, Questo è Star Wars allo stato puro, anzi che dico, non è Star Wars, ah si è dentro Star Wars… Quando pensi che stai guardando una serie di guerra, poi vieni catapultato dentro Star Wars.
Musiche, i dialoghi perfetti, citazioni a iosa. Andor che cita Rogue One è pura poesia. I personaggi spiegati alla perfezione: riesci a empatizzare con loro. C’è una citazione anche del famoso film con Sean Connery, The Rock. Dopo Han shot first ora abbiamo Clem shot first. Nel complesso queste prime 6 puntate di 2 primi archi narrativi sono pura poesia. Ma vogliam parlare del caccia Tie? Ci han fatto vedere l’impensabile. Poi l’Occhio, spettacolo totale. Voto 10/10
Star Wars Andor: pregi e difetti dell’Episodio 6
Marcello Durante di Star Wars News Italia: Il secondo arco narrativo di Andor si chiude con il botto. Anzi, con l’Occhio. Lo spettacolo celeste è onorato da una composizione tecnica a limite della perfezione. Il sesto episodio ha un ritmo violento e presenta dinamiche talmente coinvolgenti da sentire i battiti del proprio cuore mescolarsi con la colonna sonora e i rumori di scena. C’è una percezione costante di tensione massima, che toglie il respiro. Resta un ultimo pregio: alcuni personaggi secondari sono usciti dall’anonimato e lo hanno fatto in grande stile. Forse, questo capitolo dello show di Tony Gilroy è il punto più alto raggiunto da Disney+ a livello tecnico e visivo, ma anche di intrattenimento.
Alex Pedaci: Quando pensi che una serie abbia raggiunto un livello assurdo nella precedente puntata, ecco che la 6 di Andor ti stupisce. Ti strattona, ti sbatte per terra, ti prende a schiaffi e dopo ti accarezza dolcemente con delle scene assolutamente superlative. Onestamente credo che Lucasfilm/Disney abbia raggiunto un livello superlativo in questo episodio. Mancano i Jedi, i Sith, la Forza, ma il tutto funziona con armonia e naturalezza. Proprio come l’orchestra del maestro John Williams, i musicisti sono rimpiazzati dagli attori, dalla trama, dalla fotografia, il tutto per regalare allo spettatore un’esibizione da standing ovation. Non mancano i riferimenti a mostri sacri dello spionaggio cinematografico, tra cui James Bond.
Episodio che parte in sordina e con estrema tranquillità per i ribelli, tutto fila liscio e senza intoppi. E proprio quando pensano che sia andato tutto per il meglio, ecco l’addetto alle comunicazione imperiali, nel posto esatto al momento esatto. Boom! Da una tranquilla missione d’infiltrazione e furto, si scatena una battaglia a colpi di blaster ed esplosioni, ma la cosa assurda è che questa volta gli imperiali centrano, varie volte, gli intrusi con i loro blaster.
Realismo allo stato puro, niente mira farlocca o armi difettose. Da una vittoria certa, la missione dei ribelli, si trasforma in una fuga disperata, non senza poche conseguenze. Il tutto contornato da una fotografia assurdamente divina grazie allo spettacolo visivo del rito del popolo di Aldhani, l’Occhio! Ammetto che l’inquadratura dei Tie Pilot con sfondo le numerose comete verdi e blu m’è rimasta impressa come poche scene nella mia vita. Assoluta poesia!
Finale al cardiopalma, con non pochi spunti riflessivi. Tra tutti l’enorme scossa che probabilmente percepisce l’impero e l’assoluta goduria di Luthen e di Motma! Vedremo un salto temporale? Credo di si, ma potrei sbagliare! Episodio 6 – L’Occhio voto 9
Lune Bleu Chevalier: Alcune cose molto entusiasmanti, altre un po’ prevedibili. Un episodio niente male questo “L’Occhio”. Partiamo dalle cose che ho amato meno.
Da qui in avanti ci saranno diversi SPOILER! Non ho particolarmente apprezzato il finale, con tutta una serie di scene, una più prevedibile dell’altra. Prima la morte di Nemik. Facilissima da prevedere da chi ha un po’ di dimestichezza nelle trame noir. Nemik era quello sacrificabile, essendo il più idealista e il più innocente. In più quello che diceva cose più intelligenti sulla cultura e la tecnologia ma di queste ultime parleremo meglio nei prossimi giorni.
Seconda: il litigio tra Sheen e Cassian, con conseguente rivelazione che il primo aveva mentito su ogni cosa. Come demolire un personaggio interessante, con un passato interessante, per farne il solito balordo, clone mal fatto di Lando e Han. Che noia, che barba.
Terza cosa: Cassian che decide di prendersi i soldi e scappare, questo nonostante sia evidente che la missione e le persone del gruppo, in primis Vel e Nemik, lo abbiano toccato nel profondo. C’è qualche motivo serio perché vuole quei soldi? Speriamo di sì. Sono per fortuna di più le cose che ho amato. Molto bello il breve dialogo tra il tenente Gorn e il suo superiore, il comandante Jayhold Beehaz, quando questi è già nelle mani dei ribelli.
Beehaz gli dice che sarà impiccato per il suo tradimento e Gorn risponde: “Per essere stato 7 anni sotto di lei? Merito di molto peggio!”. Esplicito riferimento ai crimini degli imperiali. Il punto culminante della missione, quando Vel e Cinta scendono dalla diga, per entrare nell’avamposto imperiale di sorpresa, mette addosso un’ansia incredibile. Sentiamo e viviamo con loro.
Molto tenero il loro saluto, che fa intendere un rapporto tra le due che va oltre l’amicizia. E a proposito di emozioni vissute con i personaggi. Splendido il momento dell’apparizione dell’occhio, che poi sono dei meteoriti multicolori, talmente affascinanti da sembrare un portale per un altro mondo. Ecco perché la gente del posto li vede come un segno dei loro dei.
Sempre a proposito di Gorn, è chiaro che questi ha voluto far capire alla gente del posto che è dalla loro parte, traducendo male apposta le parole del loro capo. Appassionante l’inseguimento dei nostri tra i meteoriti, con Cassian che fa il possibile e l’impossibile per evitare tanto le stesse rocce quanto i caccia imperiali, senza una rotta. Terribile la scena in cui Vel dà un forte antidolorifico a Nemik per farsi dare la rotta, sapendo che da lì a poco il giovane sarebbe morto. Molto angosciante.
Mi è piaciuto l’imperiale che ha cercato di salvare il figlio di Beehaz, dimostrando di tenere al piccolo, più del padre stesso, il quale pensa soltanto alla carriera e a farsi vedere. E infine molto divertente la scena in cui Luthen esulta come un bambino per la riuscita della missione. Mi ha fatto pensare a quando Luke fa esplodere la Morte Nera e riceve l’abbraccio della principessa Leia e l’applauso di tutti i ribelli. Sono curiosa di sapere come andranno avanti.
Star Wars Andor: altri commenti sull’episodio
MariaPia Leone: ANDOR. Episodio 6: la ribellione è iniziata. L’epilogo di metà serial è valso l’attesa. In questa missione a lungo pianificata c’è il senso della ribellione stessa: determinazione, tenacia, idealismo, viltà, paura; ma la perfezione del piano studiato mei minimi dettagli dal giovane Nemik si scontra col dubbio, che determina il ritardo e l’imprevisto.
Improvvisamente gli eroi rivelano le rispettive criticità; Gorm e il disertore Taramyn sono “imperiali “ e sono i primi a cadere, vittime dell’esperienza messa al servizio di chi invece non ne ha – Vel, Nemik e lo scaltro Skeen più attento a se stesso che agli altri. Gorm potrebbe essere sopravvissuto; Cassian invece si rivela l’asso su cui ha puntato Luthen per la riuscita del colpo, ed esegue con freddezza il piano portando in salvo la missione e buona parte dei crediti sottratti all’Impero.
Sull’orizzonte degli eroi c’è l’Occhio, fantasmagorico e poetico sciame di comete dai colori sgargianti, adorato come divinità dagli indigeni – che lo invocano in un rito arcano di canti e danze che cita in piccolo la cerimonia degli AkiAki su Pasaana, in Episode IX. L’occhio è il diversivo, l’evento magnifico sul quale i ribelli contano, capace di attrarre e distrarre gli imperiali; ma proprio per la sua accezione mistica, l’Occhio è anche la copertura per una fuga impossibile che secondo i piani doveva precederlo e che invece lo attraversa lasciando i ribelli miracolosamente indenni. L’Occhio invocato, adorato e attraversato, rappresenta perciò la Forza e la sua volontà.
Indietro restano gli imperiali, sgomenti, umiliati da una rapina che mai avrebbero creduto possibile.
Davanti si prepara la risposta terribile dell’Impero, mentre Mon Mothma parla in un Senato vuoto ormai privo di ogni volontà e libertà di confronto civile – verrà sciolto cinque anni più tardi dall’Imperatore, in risposta agli eventi scaturiti dalla battaglia di Scarif. Nel mezzo la morte di Nemick, il giovane idealista stratega, ideologo ed autore del Manifesto – la sua eredità per i futuri combattenti in lotta contro la tirannia, un lascito che chiede sia affidato a Clem/Cassian.
Nemik rappresenta la speranza che viene tramandata grazie alla sua fede; e mentre Cassian onora quella fede uccidendo chi vorrebbe tradirla fuggendo coi crediti destinati a finanziare la ribellione, Luthen si abbandona ad una risata infantile quanto liberatoria. La guerra è iniziata.
Manuela Milady_mxw: Puntata da fiato sospeso, piacevolmente sorprendente. Partiamo dalla fine: Cassian non è una brava persona. E’ uno che spara, quando serve, anche solo per proteggere un profitto. E’ perfettamente in linea con il personaggio visto in Rogue One, quello che diceva di aver fatto cose terribili, come tutti i componenti della ribellione. Anche il fatto che poi se ne vada con i crediti guadagnati, senza nemmeno riportare il kyber a Luthen ma affidandolo a Vel, è una sorpresa ma rende sempre più credibile il personaggio. Cassian non è il solito fuorilegge sbandato che, magicamente, di punto in bianco cambia rotta e diventa l’eroe del momento. Lui è un personaggio tormentato e sperduto, che si preoccupa della semplice sopravvivenza.
Non si unisce davvero alla ribellione, anche se pare tenerci, semplicemente non ci crede ancora abbastanza. Prima di arrivare all’epilogo, la puntata inizia con un ritmo cadenzato per poi aumentare sempre di più. Questa volta i cambi di scena sono minimi e si rimane concentrati sulla missione che, da metà puntata in poi, toglie il respiro.
Brevi incursioni nell’aula del senato, dove Mon Mothma si ritrova in compagnia di ben pochi e annoiati senatori (uhm… dove ho già visto una scena simile? ) e poi, nelle ultime scene, di nuovo nel negozio di Luthen. I ribelli rimangono orfani di qualche componente, purtroppo caduto durante l’azione o poco dopo per le conseguenze.
Karis Nemik è il personaggio che, a parer mio, fa e farà da collante tra Cassian e la ribellione. I suoi ideali e la sua voglia di giustizia hanno avuto un forte impatto sul protagonista e, seppur caduto, il ragazzo rimarrà sicuramente impresso nella mente di Cassian. Tirando le somme, è stata una puntata dal punteggio sicuramente alto, una delle migliori fino ad ora. Non so voi, ma alla fine io ho gioito con Luthen.
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