Una delle cose più interessanti di Andor è che ci permette, tramite Nemik, di vedere il punto di vista della gente comune sulla regressione della tecnologia in vari ambiti.
Abbiamo, infatti, visto tutti come ai tempi della Vecchia Repubblica la tecnologia fosse all’avanguardia.
Speeder scintillanti per i jedi e per le persone normali.
Automezzi di lusso persino per i trasporti pubblici.
Per non parlare dei mezzi di comunicazione, degli archivi di librerie e della medicina.
Ogni cosa pareva perfetta, pure troppo.
La Vecchia Repubblica si lasciò andare anche per questa opulenza, dimenticandosi del resto, ovvero il contatto con le persone, a cominciare dal vecchio ordine, ormai accartocciato su se stesso e su vecchie regole bigotte, che hanno portato alla sua autodistruzione.
La Tecnologia non è un male
Nemik Karis (un intenso Alex Lawther, uno dei migliori attori della serie) , il giovane ribelle idealista del gruppo di Vel, ci permette di fare un salto indietro di 15 anni, avendo recuperato un oggetto tecnologico vecchio ma molto più all’avanguardia di molte cose dell’impero.
L’Impero ha fatto a pezzi tante cose della Repubblica, demonizzandole, racconta Nemik, portando ad una regressione totale della società della galassia, sia dal punto di vista umano che tecnologico.
Il dialogo tra Nemik e Clem/Cassian apre uno squarcio e ci fa capire come, citando “La Storia Infinita”, sia “più facile comandare chi non crede in niente”.
Comunicatori vetusti e più controllabili, mezzi di trasporto che a volte paiono rottami mentre gli ufficiali usano il meglio del meglio.
Nemik raccoglie tutte queste informazioni e le trascrive nel suo manifesto per l’Alleanza Ribelle.
Chissà se ci faranno mai sapere che cos’abbia scritto di preciso Nemik.
Forse sarà Cassian a leggerlo.
Nemik scrive a mano, usando la parola scritta per lanciare un messaggio che possa aprire le coscienze su come l’impero abbia fatto regredire la società.
Il potere della parola
Nemik scrive per spingere la società a riflettere su stessa e a rinascere.
Non posso fare a meno di pensare a quando lo scrittore Eugene Fitzpatrick (interpretato da una fantastico Sam Neill) in “Fino alla Fine del Mondo”, del visionario Wim Wenders, usi la parola scritta per far uscire Claire (una meravigliosa Solveig Dommartin, anche autrice della sceneggiatura del film insieme al compagno Wim Wenders), il suo primo amore, dalla dipendenza per “i propri sogni registrati”.
Le libera la mente tramite il potere taumaturgico della parola.
Ed è ciò che cerca di fare Nemik con le persone sottomesse all’impero.
Liberare la loro anima dalla schiavitù mentale.
Potete vedere Andor qui sotto
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