Star Wars Andor, prequel del film spin-off Rogue One, è online su Disney+. Lo staff di GuerreStellari.net ha visto il decimo episodio – “Una via d’uscita” – della nuova serie tv di Lucasfilm. In questo articolo troverete le impressioni dei vari componenti. Nella parte finale il link Youtube con la LIVE dallo Spazioporto, dove anche gli ospiti di GSNet hanno detto la propria.
Davide Veraldi: Il mio parere è “fuori dal coro”. Sinceramente mi sono avvicinato a questa puntata con delle aspettative altissime. In molti l’hanno elogiata per diversi aspetti. Io vorrei dare un mio parere onesto, basandomi semplicemente sull’arco narrativo. Non è una puntata che può superare il voto 8 e vi spiego perché. Siamo arrivati nel momento che ci aspettavamo: la fuga. Purtroppo, mancano tutti gli aspetti fondamentali che portano lo spettatore a conoscere le dinamiche del piano di fuga.
Cassian, in un primo momento, lo vediamo entrare in questa prigione spaventato e smarrito. Poi lo osserviamo studiare la situazione in maniera generica, per poi riuscire, solo soletto, a muovere tutti come delle pedine e portare a termine un piano che riesce a perfezione.
In pratica aveva intuito che il tubo dietro il pannello trasporti acqua e fosse in grado di mandare in corto il sistema che alimenta il pavimento. In effetti, Kino, che era a conoscenza del piano, scorgendo il liquido avanzare sul pavimento, ha incitato tutti a salire sui tavoli da lavoro, certo del loro isolamento. Ma perché non mandare il più forzuto a rompere quel tubo? Perché rischiare di mandare all’aria il piano? Per l’ennesima volta Cassian fa tutto da solo ed è addirittura “il primo a sparare” le guardie della prigione.
A proposito di Kino Loy, non si è dimostrato affatto il tipico capo reparto di una prigione. Si è scoperto che non aveva il pieno controllo della situazione: era assente un rapporto con i suoi carcerieri, non aveva benefici concreti di alcun tipo. Solitamente nei film siamo abituati a vedere sistemi di prigionia differenti. Kino ha solo un unico pregio alla fine: quello di alimentare la speranza nei prigionieri, dopo aver scoperto che non esiste una via d’uscita da quella trappola mortale.
Ancora una volta – come già visto nella puntata l’Occhio – abbiamo un leader che si piega e dubita più volte delle sue azioni e della missione. Balbetta addirittura nella parte iniziale del famoso monologo (uno dei momenti più importanti della puntata), imboccato e spronato da Cassian Andor, vero responsabile della salvezza dei circa 5000 prigionieri. Gli autori ci hanno mostrato un Kino concentrato su se stesso, consapevole di essere spacciato a causa del suo non saper nuotare.
Forse avrebbe dovuto spendere una parte del tempo impiegato per la fuga per costruirsi un galleggiante. Invece la sua strada si è interrotta lì, sul ciglio della libertà, forse perché non ha mai avuto piena fiducia nel piano.
Per tutti questi aspetti mi ha poco convinto questa storia e spero che un giorno Cassian ci dirà che stavano costruendo in quella prigione per l’Impero. Interessante la parte finale con Mon che sta pensando di sacrificare sua figlia con un matrimonio combinato. Per non parlare di Luthen che, a mio avviso, è il personaggio più realistico e genuino di tutta la serie.
Radio Fulcrum: Signori e Signore, non ho parole per descrivere quanto visto. Posso solo dire Capolavoro! Se prendiamo la 8, la 9 e la 10 possiamo unirle in un film stand-alone al quale attribuire qualsiasi titolo. Perché possono aver senso come opera indipendente, senza aver bisogno di chissà quali altri collegamenti. Un film perfetto in tutto: dialoghi, fotografia, musica, tutto!
Non ci meritiamo un prodotto di Star Wars così! I due monologhi (di Kino Loy e di Luthen) sono poesia pura. Dai tempi di Episodio V – L’Impero colpisce ancora non rimanevo incollato alla tv provando una tensione massima. Voto Iper Super Ultra 1000 e non vedo l’ora di scoprire le due puntate finali.
Star Wars Andor: pregi dell’Episodio 10
Marcello Durante di Star Wars News Italia: Il momento più alto raggiunto da una serie tv di Disney+. Basterebbero i due monologhi di eccellente caratura per giustificare il mio voto altissimo. Momenti epici, inseriti in un contesto che mi ha travolto emozionalmente, offrendomi un piacere di visione rara. Perché Kino Loy e Luthen Rael sono solo due delle gemme di un racconto scritto in maniera eccezionale, messo in scena senza sbavature. Il ritmo dell’episodio e il montaggio non sono da meno. Perché non tutto è azione (il centro della trama è la fuga di migliaia di prigionieri), ma ogni cosa è emozione.
La tragedia morale che travolge Mon Mothma, costretta a scegliere tra la missione e il bene della figlia, rappresenta l’ennesima trovata di spessore, che scatena serie riflessioni. Scrivere oggi uno Star Wars significa saper trattare i suoi temi principali in maniera originale: “libertà” e “sacrificio” grazie a Tony Girloy hanno volti nuovi, destinati a restare cult.
Alex Pedaci: Apoteosi! Il decimo episodio di Andor, “Una Via d’Uscita” è il finale degno di questo arco narrativo. La conclusione perfetta per tre episodi che potevano tranquillamente raccontare la storia di un film. La fuga dalla prigione di Narkina 5. Episodio tecnicamente sublime. Sceneggiatura ed interpretazione mantengono gli ormai assodati standard qualitativi. Devastante, ancora una volta, Serkis nella sua interpretazione di Kino Loy. Colui che spinge e sprona con le parole “La Grande Fuga”. Andor veste i panni dello stratega, la cui mente brillantissima tesse le fila di questa evasione di massa.
Come avrà fatto a capire che in quel tubo scorreva acqua, e sopratutto ad aver capito che il pavimento bagnato avrebbe perso la sua letale efficienza? Buco di trama? non penso proprio. Qui si parla di genio assoluto, ed è quello che mi aspettavo dalla crescita del prossimo Fulcrum. Ciliegina sulla torta il discorso finale di Luthen, che vince il duello con Serkis a mio modesto parere. Nelle sue parole sono descritti tutti gli ideali della Ribellione, del sacrificio e della voglia di disintegrare quel nemico opprimente e incalzante chiamato Impero. Dopotutto siamo tutti un po ribelli, “preferiamo morire combattendoli che dandogli quello che vogliono”.
Star Wars Andor: gli altri pareri sulla puntata
MariaPia Leone: Dopo Fuga per la Vittoria, Fuga da Alcatraz e 1997 Fuga da New York, fasi di un’evasione di massa impossibile giungono dalla Galassia Lontana Lontana, e si manifestano in un crescendo di colpi di scena emotivamente intensi nella puntata 10 di ANDOR: Una Via di Fuga.
Le strutture industriali dell’Impero su Narkina 5 ammansiscono i condannati ai lavori forzati, ma la voglia di libertà da a Cassian la lucidità di intuire il circolo chiuso dei prigionieri, la capacità studiare un piano approssimativo e la forza per attuarlo coinvolgendo Kino Loi – il responsabile del turno, la cui autorevolezza in un monologo di rara intensità motiva gli animi dei compagni e da loro la forza di agire.
Stavolta però gli evasi non si limitano a fuggire; rischiano la vita e alcuni cadono per liberare i compagni prigionieri della struttura e ancora inconsapevoli di tutto – gesto altruista che li eleva da individui qualunque ad eroi. Anche a Coruscant la stretta dell’Impero si rafforza. Mon Mothma deve fare i conti col sacrificio morale e politico che rifiuta sapendo di doverlo accettare nell’interesse della ribellione; Luthen invece la sua scelta di sacrificio l’ha fatta 15 anni prima, e proclama la propria dannazione in un monologo da brividi di fronte al quale la spia ISB non può che vergognarsi per aver creduto di poterne uscire senza sacrificare nulla alla causa per la libertà di cui altri godranno.
Episodio drammatico per spietatezza e intensità, che indugia su eroi a cui tocca il lato sporco della lotta – affinché un giorno un eroe senza macchia possa agguantare la vittoria e restituire la Galassia alla civiltà. Voto: 9 e mezzo.
Star Wars Andor: non so nuotare
Manuela Milady_mxw: Il titolo della puntata fa pensare alla fuga di Cassian dalla prigione sul pianeta acquatico, eppure non è solo quello.
Ma andiamo con ordine… Fuga da Narkina 5 da unghie piantate nel palmo della mano. Kino Loy personaggio straordinario, interpretato da un altrettanto straordinario Serkins. Comunicato motivazionale di Kino ai prigionieri della base, che ti fa alzare dal divano per insorgere insieme a loro.
Fitta al cuore alla frase “Non so nuotare”.
Ma quanto è figo Luthen assolutamente spietato? “Guerra non fa nessuno grande”, diceva il Maestro Yoda, e mai frase fu più appropriata.
In guerra ci sono rinunce per alcuni intollerabili, biechi compromessi a cui si deve scendere, azioni riprovevoli da compiere e, da quel momento in poi, nessuno dormirà sonni tranquilli di qualunque fazione faccia parte.
“Mi sveglio la mattina pensando alla scelta fatta 15 anni fa per cui c’è un’unica conclusione: sono dannato per quello che faccio.”
Questa frase di Luthen Rael riassume ciò che, in realtà, è combattere per la Ribellione. Che non è molto diverso dal combattere per l’Impero.
“Sono condannato a usare i metodi del mio nemico per sconfiggerlo.”
In queste parole c’è tutta la disperazione di chi sa di non poter tornare indietro, chi ha iniziato pensando di stare dalla parte giusta ma, lungo il percorso, si rende conto che la parte giusta richiede la stessa spietatezza della parte sbagliata. Lonni, la talpa della Ribellione infiltrata nelle alte sfere dell’Impero, chiede di poter finalmente essere esentato da questo ingrato e pericoloso compito. Adesso ha famiglia, ha moglie e figli che vuole proteggere ad ogni costo e Luthen, per fargli capire immediatamente che non ci sono vie d’uscita (al contrario del titolo della puntata), esordisce salutandolo e rimarcando il fatto che la Ribellione sa della sua famiglia, sa della prole che ha messo al mondo e sa dove trovarli.
Cassian può riuscire a scappare dalla prigione imperiale, Lonni non può scappare dal suo giuramento verso la Ribellione. Se rimane e viene scoperto, i suoi cari saranno in pericolo a causa sua per mano dell’Impero. Se abbandona il suo ruolo, i suoi cari vengono minacciati e saranno in pericolo per mano della Ribellione. Perché la guerra non fa sconti a nessuno e chiunque combatta, per qualunque ideale, si deve necessariamente macchiare di nefandezze simili a quelle che vuole sconfiggere. Luthen, in questo monologo, è stato talmente intenso e credibile da portare lo spettatore quasi a odiarlo per la libertà negata a Lonni.
Perché dai cattivi puoi cercare di scappare, se sai nuotare, ma dai buoni no. Se l’Impero è il male, siamo ancora sicuri che la Ribellione sia il bene?
Per me, questa puntata di Andor sfiora decisamente il voto 10. E la spietatezza di Luthen, conquista indubbiamente la lode.
Star Wars Andor: il profumo della libertà
Lune Bleu Chevalier: La fuga dal carcere di Kino, Cassian e gli altri detenuti è uno dei momenti più emozionanti della serie. Si sente il profumo e la voglia di libertà di questi poveri disgraziati finiti in galera per niente, anche solo per essere stati vicini ad un attentato dei ribelli.
L’impero dimostra da sempre di essere cieco e crede sul serio che con il pugno di ferro possa dominare le persone, senza imparare mai la lezione che in Una nuova Speranza fece Leia a Tarkin:
“Quanto più stringete la presa, Tarkin, tanti più sistemi vi sgusceranno via tra le dita.”
La paura di Kino (un sensazionale Andy Serkis) di lasciarsi andare, di seguire quel profumo intenso di libertà, rende il suo personaggio ancora più complesso e umano.
Sa di rischiare molto ma alla fine comprende che ha ragione Cassian (bravissimo anche Diego Luna, checche ne dicano i suoi detrattori):
“E io preferisco morire cercando di sconfiggerli che dandogli quello che vogliono!”
Frase che poi lo stesso Kino ripeterà nel suo splendido monologo per istigare i carcerati alla rivolta e alla fuga verso la libertà.
Fuga che per lui si ferma poco prima di cadere in acqua.
Davvero il nostro Kino non sa nuotare oppure c’è altro sotto?
Tendo a credere che fosse sincero ma confesso di avere qualche dubbio, forse voleva salvare altri detenuti nascosti in posti che non sappiamo?
A proposito di monologhi, Luthen Rael (Spettacolare Stellan Skarsgård) ce ne regala un altro sublime, sul senso del dovere, sul sacrificio e sul fatto che chi lotta per la libertà, raramente vedrà l’alba di una nuova democrazia.
Lo fa spingendo anzi obbligando, letteralmente, Lonni Jung (Robert Emms, che rende assai bene l’angoscia e il tormento di un uomo che vorrebbe vivere una vita normale ma non vuole lasciare i suoi ideali), spia ribelle, che loro stanno aiutando a salire ai ranghi superiori dell’impero.
Se debbo trovare un difetto a questo episodio, beh avrei preferito che Kino scappasse con Cassian: è un po’ troppo telefonato il fatto che non riesca ad andarsene.
E francamente trovo agghiacciante che si suggerisca che Mon Mothma possa pensare di vendere la figlia in un matrimonio di convenienza, pratica che detesta, non solo per esperienza personale (le cose tra lei e Perrin vanno malissimo) ma anche perché è una palese violazione della libertà delle persone.
Sarebbe un contro senso aberrante vendere la propria figlia in nome della libertà della galassia… Voto 9.
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