Star Wars Andor, prequel del film spin-off Rogue One, è online su Disney+. Lo staff di GuerreStellari.net ha visto l’episodio 12 – “Lampi di Ribellione” – della nuova serie tv di Lucasfilm. In questo articolo troverete le impressioni dei vari componenti. Nella parte finale il link Youtube con la LIVE dallo Spazioporto, dove anche gli ospiti di GSNet hanno detto la propria.
Davide Veraldi: Si conclude la prima stagione di Andor, o forse è l’inizio di una Ribellione. Questa puntata devo ammetterlo è emozionante ed è lo spirito che voglio trasmettere a chi leggerà questo commento. Perché Guerrestellari.net parla al cuore delle persone. Andor è una serie per tutti coloro che si sentono “normalmente speciali”. Parla di uomini e donne, delle loro vite e della Speranza. E se non vi sentite elevati dal discorso di Maarva, non vi preoccupate, alcune cose vanno maturate con il tempo ed ognuno ha il suo.
Sentitevi liberi di schierarvi, ma nella battaglia siate semplici uomini che si affrontano con altri uomini non per una verità, ma per un’idea che può essere diversa. A volte basterebbe ascoltare il cuore e lasciare che un sentimento di gioia lo riempia anche nel momento più buio. Lasciate un po’ di spazio e siate aperti alle cose belle. Cercare sempre il brutto, che sappiamo c’è sempre, non è il giusto modo di trovare un punto d’incontro.
Salvatore Scandura: Episodio finale da 9 pieno, ricco di scene particolari mai banali. Con questo ultimo episodio si conferma e si conclude una delle serie più mature e ben riuscite nella storia dello streaming/tv. Parlo da un punto di vista tecnico, di attenzione nei minimi dettagli e nel concepire tutto l’andamento narrativo. Le scene proposteci evidenziano questa voglia di raccontarci una storia diversa rispetto a quelle a cui siamo sempre stati abituati. Peccato che non è stata ben accolta da una parte di appassionati del genere. Spero che nel tempo migliorino la loro valutazione.
Radio Fulcrum: Non ho parole per descrivere questa serie. Questa puntata è un turbinio di emozioni. Il piccolo droide ti fa empatizzare con lui, il funerale lo senti tutto, quando poi partono e accelerano con la musica e la marcia, mi sale l’emozione e il magone. I manifesti… che devo aggiungere altro? Possiamo parlarne per ore. Tutto fantastico, come ho detto dall’inizio, ci han fatto vedere Star Wars che non era Star Wars, ma dentro Star Wars. Capolavoro assoluto, 10/10 alla puntata e 100000000 e lode alla stagione. Grazie Gilroy, grazie a tutti gli attori, grazie al compositore della musica, grazie ai costumisti, grazie ai tecnici del suono della luce, insomma grazie a tutti.
P.S. la scena post credit è la migliore di tutte quelle Marvel messe insieme.
P.P.S. Andor: “Uccidimi o portami con te”. Luthen: sorride… Sorrido anche io!
Marcello Durante di Star Wars News Italia: La prima stagione di Andor si conclude con un episodio che sembra dare avvio alla vera storia di Andor. Come se i dodici capitoli visti fossero stati semplicemente una lunga premessa sul suo essere un ribelle. E che premessa. Il capitolo conclusivo è un meraviglioso inno contro il fascismo: Star Wars puro fino al midollo. Un continuo inno alla libertà, raccontato attraverso le storie di chi ha (o aveva) negli occhi le scorie di un impero criminale. La narrazione ha un ritmo funebre esaltante. Il colorato corteo di Ferrix è la marcia della ribellione che si contrappone alle forze imperiali.
Poche sorprese, ma tutto messo al posto giusto: in Andor niente è citato o inserito a caso. La messa in scena è buona, seppur non perfetta, ma è palese l’urgenza di chiudere certe trame per passare oltre. Alcuni personaggi non hanno avuto il giusto spazio nel finale, ma la verità è che un po’ tutti avrebbero necessitato un minutaggio raddoppiato. Tra dialoghi da brivido e appelli al popolo che lasciano il segno, si è chiusa un’esperienza televisiva di eccellente fattura. Il 2024 appare così distante purtroppo…
Star Wars Andor: un epilogo emozionante
MariaPia Leone: “Lampi di Ribellione” è l’epilogo emozionante e struggente che conclude l’arco da cui trae origine la ribellione all’oppressore: la Guerra Civile Galattica. Il capitolo di Fine Stagione trae la sua forza dall’amore di Cassian per sua madre, dal legame con Bix e dall’intesa con gli amici di una vita che ora lo nascondono e supportano sfidando l’occupazione imperiale di evidente impostazione nazista.
Tre i monologhi di intensità coinvolgente in quanto inni alla libertà. Il primo è la potente registrazione ricevuta in eredità da Cassian, il Manifesto scritto dal giovane Nemik per ispirare la ribellione all’oppressore; il secondo è il commovente messaggio postumo di Maarva a suo figlio Cassian, pronunciato per lei dall’amico Brasso; il terzo è l’eredità rivoluzionaria di Maarva per la gente di Ferrix. L’evento vanifica le intenzioni omicide di Luthen e scatena la rivolta.
Intanto su Coruscant viene svela la strategia scaltra che allontana l’attenzione imperiale da Mon Mothma – la Senatrice sacrifica alla causa l’onore del marito e la scelta di vita per la figlia. L’episodio 12 si concentra su tutto ciò che ruota intorno a Cassian: un crescendo di attimi destinato ad accendere letteralmente il fuoco della speranza e della ribellione che su Ferrix rischia di travolgere pericolosamente Dedra Meero per poi espandersi nella Galassia Lontana Lontana. Altamente rivelatrice la sequenza post credits. Il tutto in qualità artistica e tecnica di proporzioni impressionanti. Applausi a scena aperta.
Star Wars Andor: Nobel per la Pace in arrivo…
Manuela Milady_mxw: Un’unica cosa potevano inserire, che fosse un richiamo fortissimo alla saga principale ma che non stonasse in questa serie. Non un Jedi o un Sith, non un personaggio noto, come chiedevano in molti ma che non si sarebbe sposato con il resto della serie, no… la Death Star! Ci risiamo con il talmente ovvio che non ci si pensa. E il genio sta proprio lì, nel fare qualcosa di talmente semplice che non ci penseresti e… sbam!
La Morte Nera è il motivo per cui è esistito Rogue One, il furto dei piani della stazione da battaglia era la storia da raccontare.
E, adesso, da raccontare è la storia di come si è costituito il gruppo che, in fin dei conti, ha permesso a Luke Skywalker di distruggere quella mostruosità. Il fandom si divideva in chi voleva “più Star Wars”, introducendo qualcosa di conosciuto, che ci riportasse a casa e facesse percepire maggiormente l’ambientazione nella Galassia Lontana Lontana e chi, invece, apprezzava proprio il taglio maturo della serie, meno vincolato a spade laser e Force User. E Gilroy cosa fa?
Ci piazza a fine serie proprio una delle icone di tutta la produzione starwarsiana, quella cosa che chiunque riconoscerebbe, anche chi non ha mai seguito nulla legato a Guerre Stellari, ciò che più fa riconoscere Star Wars per quello che è ma anche l’unica cosa che non può stonare in alcun modo all’interno di questa serie. In un’era in cui gli hater di qualsiasi cosa si sprecano, io non ho mai visto una produzione di Star Wars riuscire a conciliare le diverse visioni del pubblico come questa. Tony Gilroy candidato al Nobel per la Pace, subito. Tornando alla puntata, potrei elogiare tutti i personaggi principali che mi sono piaciuti da morire: da uno spettacolare e sempre senza remore Luthen, ad una scaltra Mon Mothma che fa abilmente ricadere sul marito la responsabilità dei fondi mancanti, fino ad arrivare ad un Cassian intenso come non mai.
Ma stavolta il personaggio che si è superato ogni oltre aspettativa è Dedra Meero. Fredda e determinata come sempre, vive un momento di puro terrore che buca letteralmente lo schermo. E che il suo salvatore sia proprio Syril è, per lei, quasi inconcepibile. Alla fine di tutto, il breve confronto verbale tra Cassian e Luthen mi ha fatto sentire tutta la pressante aspettativa per la prossima stagione. Gilroy, hai fatto centro in tutti i modi possibili, continua così!
Lune Bleu Chevalier: Un finale di stagione dal ritmo serrato, dove succede di tutto e di più. Maarva, usando il fidato e dolcissimo Bee, è riuscita a mandare, prima di morire un messaggio che istiga la gente di Ferrix contro il giogo imperiale. Una scena splendida che fa sentire il grido e la voglia di libertà degli oppressi in maniera così forte da far commuovere!
Ora più che mai si capisce perché Luke e Leia ci tenessero ad essere parte dell’Alleanza Ribelle, visto che ne seguono lo spirito in tutto e per tutto, compreso lo splendido manifesto di Nemix. Manifesto che fa comprendere quanto la dittatura sia innaturale mentre la voglia di libertà sia insita in ognuno di noi, anche a costo della vita. Ricordiamo quante volte Leia ha rischiato la vita in prima persona, per seguire questo motto.
E ricordiamo che lo stesso fece Luke, innumerevoli volte, arrivando ad umiliare l’imperatore, pur di non piegarsi al suo volere e al male. Altro che uomo remissivo. Cassian segue fino in fondo quel manifesto e prima libera Bix e poi decide di consegnarsi a Luthen, dicendogli chiaro e tondo di ucciderlo o portarlo con sé. Ora è il Cassian che conosciamo, l’uomo pronto a morire per la ribellione, insieme a Jyn, nel magnifico Rogue One.
In questo finale di stagione riusciamo a commuoverci anche per l’impero visto che Dedra viene salvata da Siryl dai ribelli e non riesce più a negare ciò che sta provando per lui. Appare evidente che la divisa imperiale stesse soffocando, in tutto e per tutto, l’anima di Dedra e pure di Siryl. Ora bisogna vedere cosa decideranno di fare. Nel mentre Mon si trova costretta a presentare la figlia al suo futuro sposo, pur di evitare di venire scoperta dall’impero. La senatrice ne è chiaramente devastata. Si chiude una stagione epica e introspettiva, capace di scavare a fondo in ogni personaggio e di farci sentire parte di una storia sempre più moderna. Grazie Tony Girloy!
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