RECENSIONE – Star Wars: Cavalieri della Vecchia Repubblica vol.1: giorni di paura

Tra il 2021 e il 2022 Panini Comics ha ristampato, in tre volumi cartonati, la serie Star Wars: Cavalieri della Vecchia Repubblica (Knights of the Old Republic). Questa volta parliamo del primo volume della serie che contiene i primi diciotto episodi originali.

Cavalieri della Vecchia Repubblica

Knights of the Old Republic venne pubblicata originariamente negli Stati Uniti tra il 2006 e il 2010 dalla Dark Horse Comics, faceva parte del rilancio delle testate di Star Wars da parte dell’editore ed ottenne un notevole successo. Panini Comics aveva già pubblicato la serie nel mensile antologico Star Wars Legends a partire dal 2012 e poi ripubblicata in una serie di eleganti volumi brossurati.

Ai testi troviamo John Jackson Miller (Kenobi) mentre ai disegni si alternano diversi artisti tra i quali spicca indubbiamente Brian Ching, che potreste ricordare sulle pagine di Star Wars: Obsession, il prequel di Episodio III.

La serie funge da prequel del noto videogioco omonimo in cui i giocatori vestivano i panni di Revan, personaggio destinato a passare alla storia dell’Universo Espanso di Star Wars, e, scusate il gioco di parole, ne espande e approfondisce il contesto.

Revan? no! Un giovane Padawan!

Ma nella serie di Miller scordatevi di Revan, non è lui il protagonista, anche se appare in un paio di occasioni, sempre incappuciato e senza mai essere nominato, probabilmente perché nel videogioco non aveva un aspetto predefinito.

Vecchia Repubblica

Otto anni prima degli eventi del videogioco il giovane Zayne Carrick, un padawan pasticcione, arrivato in ritardo alla cerimonia di investiura a cavaliere Jedi, trova tutti i suoi compagni di accademia morti per mano dei loro stessi maestri. Scampato al massacro, lo sventurato ragazzo diventa il capro espiatorio ideale venendo accusato dell’omicidio dei suoi amici e, una volta fuggito, diventa il nemico pubblico numero uno della galassia. Nel corso della sua fuga si unisce al truffatore snivviano Gryph e agli arcaniani Camper e Jarael.

Come spesso accade nell’Universo di Star Wars, vecchio o nuovo canone che sia, tutto nasce da una visione, perché le visioni, scorci del futuro che potrebbe essere non vanno ignorate ma come da tradizione è proprio il cercare di impedire che una cosa si avveri ad innescare gli eventi che porteranno a quel momento.

La storia scritta da Miller segue il classico topos del cammino dell’eroe, Zayne è sfortunato (o almeno così pare), non ne combina mai una giusta, probabilmente non sarebbe mai diventato veramente un Jedi, lui stesso non è che ci credesse poi molto, ma dopo quello sfortunato evento si ritrova catapultato suo malgrado dentro qualocosa di molto più grande di lui, determinato a consegnare alla giustizia i suoi maestri e a riabilitare il proprio nome. Ma la serie non si concentra esclusivamente sul personaggio di Zayne, Cavalieri della Vecchia Repubblica diventa ben presto una storia corale, anche e soprattutto quando le strade dei protagonisti si separeranno in qualche modo saranno sempre intrecciate, dopotutto la Forza agisce in vari modi.

I Mandaloriani della Vecchia Repubblica

Il tutto mentre sullo sfondo si svolgono le Guerre Mandaloriane, approfondendo il background del videogioco, in questo modo Cavalieri della Vecchia Repubblica fa luce su aspetti più oscuri all’interno dell’Ordine Jedi, non solo per quanto riguarda il gruppo di assassini capitanati da Lucien Draay, sempre guidati da quella che loro ritengono essere una buona causa ma pone anche l’attenzione su conflitti e interessi interni all’Ordine, la politica svolge un ruolo solo apparentemente marginale. 

I fan del videogioco possono divertirsi a ritrovare personaggi e luoghi che conoscono molto bene, tutti hanno più o meno una parte, magari anche piccola nel corso di questa epopea, in questo primo volume oltre al già citato Revan fanno la loro comparsa Malak, i fratelli Moomo e Carth Onasi, quest’ultimo in particolare svolge un ruolo decisamente importante.

Conclusioni personali

John Jackson Miller scrive una storia coinvolgente, di facile lettura, scorrevole. Il gruppo di protagonisti è affiatato e le dinamiche tra loro funzionano, nonostante l’episodio drammatico che apre la serie, questa risulta comunque divertente. Non si prende eccessivamente sul serio, momenti di pura epicità ed eroismo si alternano a momenti puramente comici, soprattutto grazie a Gryph e meritano una menzione i fratelli Moomo, i mercenari più disastrosi della galassia, ma senza mai scadere nel ridicolo e soprattutto rispettando i giusti tempi narrativi.

Come già detto in apertura tra i disegnatori di Cavalieri della Vecchia Repubblica spicca Brian Ching, che firma ben dieci episodi su diciotto, bravissimo, ha un ottimo storytelling, a lui si alternano Travel Foreman, che realizza un solo episodio, Dustin Weaver e Harvey Tolibao, il più debole tra i disegnatori presenti. Il colorista Michael Atiyeh cerca di dare coerenza alla parte visiva ma gli stili estremamente differenti dei vari artisti, non tanto nel character design ma proprio nelle tecniche usate, rende il tutto molto difficile, sicuramente riesce ad adattarsi e a far risaltare ogni stile, il meglio lo da sicuramente con Brian Ching seguito da Dustin Weaver.

Come e se Zayne riuscirà nella sua impresa starà a voi lettori scoprirlo nel corso della serie.

A cura di Alberto Ponzo

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