Ne L’Attacco dei Cloni scopriamo che gli ingegneri di Kamino hanno creato il loro esercito, intervenendo geneticamente su vari livelli, compreso un invecchiamento velocizzato.
Infatti, i Cloni che noi conosciamo, anagraficamente hanno circa 10 anni ma grazie a questo processo sono diventati uomini molto prima.
Questo anche per irreggimentarli più facilmente.
Durante la serie Clone Wars li vediamo invecchiare e alcuni di loro arrivano a dimostrare 30-40 anni, pur avendone appunto 10.
Ciò accade anche in Bad Batch, dove la squadra composta da Hunter, Echo, Tech, Wrecker e Crosshair sembra avere almeno 40 anni.
Solo la nuova venuta, Omega (Michelle Ang, che rende Omega dolce e tosta), che come sappiamo ha sostituito Crosshair nel gruppo fin dalla prima stagione, dimostra quasi l’età che ha anagraficamente.
99, il Clone più umano degli umani e più eroico di tutti i cloni
Tuttavia il caso più eclatante di chi invecchia in maniera assai precoce è quello del tenero e nel contempo mitico Clone 99 (Dee Bradley Baker è bravissimo a doppiare in cloni, sottolineando le peculiarità di ognuno).
Durante le prime stagioni scopriamo questo clone, invecchiato molto prima degli altri, a causa di errori genetici e considerato una sorta di nonno dai cloni cadetti nonché uno zio/padre da quelli più adulti.
99 era una persona idealista, attaccata ai suoi compagni come nessuno.
Faceva lavori umili e a volte veniva preso in giro dai cloni più spacconi ed arroganti.
La maggior parte dei cloni lo amava e lo rispettava perché sapeva di poter contare su di lui, che aveva sempre parole di conforto in ogni momento, pur non potendo vivere la vita che sognava e per cui era stato programmato.
Difficile non rimanere colpiti dalla sua vicenda, che, personalmente, mi ricorda molto quella di J.F. Sebastian (William Sanderson fu meraviglioso nel ruolo, pur avendo poche battute, colpì lo spettatore al cuore), l’ingegnere del cult Blade Runner, affetto dal morbo di Matusalemme.
Sebastian è uno dei pochi umani ad essere trattato con rispetto dagli androidi ribelli, in primis da Pris (una deliziosa Daryl Hannah).
Persino Roy (Rutger Hauer, immenso) pare provare una simpatia per Sebastian e ha un palese rimorso quando è costretto a ucciderlo per cercare di coprirsi la fuga.
Gli androidi si trovano in una situazione simile ai cloni: usati come bestie per i lavori più pesanti e non considerate persone.
“Lavori in pelle” come venivano definiti in maniera dispregiativa.
Sebastian, come 99, aveva un’intelligenza brillante e pur avendo delle pesanti menomazioni, cercava di fare del bene, senza lagnarsi, anzi sorridendo a suo modo alla vita.
99 fa una tenerezza incredibile
Lui sogna di essere un soldato, vuole essere come i suoi compagni ed è il mentore che i cloni, considerati da quasi tutti – tranne che da Anakin, Obi-Wan e Ahsoka – come bestie da macello, hanno bisogno.
99 tollera persino le prese in giro sui lavori umili che fa e i suoi discorsi aiutano gli altri cloni a fare la cosa giusta.
Emblematiche le sue parole a Henvy che riesce a superare il test finale, dopo averlo fallito, grazie a 99.
Come sappiamo 99 muore da eroe, salvando i suoi compagni da morte certa, facendo per la prima e unica volta in vita sua quello che sognava di essere.
Un soldato.
Cody e Rex, devastati dalla sua perdita, come tutti gli altri, non possono che rendergli omaggio:
“Abbiamo perso un vero soldato”
“Era veramente uno di noi!”
Clone Wars
“La Luce che arde col doppio splendore brucia in metà tempo”
Blade Runner
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