Cos’hanno in comune Sheev Palpatine e il Maestro Jedi Sifo-Dyas?
Apparentemente nulla ma, riflettendo fino in fondo, ciò che li accomuna è un’idea: la clonazione è uno strumento utile e potente.
L’esercito di Cloni
Durante gli ultimi anni della Repubblica prima dell’avvento dell’Impero, il Maestro Jedi Sifo-Dyas, grande amico del Conte Dooku, decise di proteggere la Repubblica dagli eventi futuri commissionando un esercito di cloni.
Il potere della precognizione aveva messo in guardia il Jedi per il futuro, ma non l’aveva avvertito che l’utilizzo di questi cloni sarebbe stata proprio causa della rovina della Repubblica stessa.
La sua amicizia con Dooku, oltre ad essere la causa della sua morte, diventa anche l’espediente che serve al futuro Imperatore Palpatine per orchestrare il diabolico piano dell’Ordine 66.
Un microchip inibitore inserito in ogni soggetto dai clonatori Kaminoani, permetterà a Palpatine di scatenarli contro la Casta Jedi.
Non sappiamo se sia stata l’iniziativa del Jedi, che ha commissionato un intero esercito di cloni, a dare al futuro Imperatore l’idea per nuovi e più oscuri utilizzi della tecnologia della clonazione.
Fatto sta che Palpatine ne diviene ossessionato, arrivando a considerarla la sua carta vincente verso l’immortalità.
Palpatine e la vita eterna
Degli esperimenti dell’Imperatore con la clonazione abbiamo richiami in moltissime produzioni canoniche a tema Star Wars.
Ovunque ci si giri si incontra un riferimento ad un clone, ad un laboratorio, ad un tentativo di sperimentazione in merito.
Abbiamo a che fare con l’esercito del cloni per tutta la durata della guerra e oltre, fino al loro “pensionamento” forzoso per sostituirli con gli stormtrooper, raccontato nella seconda stagione di The Bad Batch.
Troviamo riferimenti ad esperimenti di clonazione anche nella serie live action Mandalorian, dove si vedono chiaramente vasche del tutto simili a quelle usate dai Kaminoani, contenenti lo stesso liquido e parti di esseri organici.
Lo stesso “baby Yoda”, Grogu, all’inizio della serie pare sia stato destinato a far parte dell’esperimento, prima di essere salvato dal “padre adottivo” mandaloriano.
Anche le produzioni scritte a tema Star Wars riportano spessissimo riferimenti a tali pratiche.
In particolare, l’edizione a fumetti intitolata “Darth Vader” e il romanzo biografia “Skywalker: a family at war”, ci spiegano tantissimo sull’ossessione di Palpatine per la clonazione.
Lo scopo dell’Imperatore è continuare a vivere in eterno creando involucri che possano contenere la propria essenza, cloni in cui trasferirsi quando l’ospite precedente di deteriora.
Per quanto raccapricciante, è un modo sensato per aspirare all’immortalità, non tanto della carne quanto dello spirito, dell’essenza del Sith.
La variante della clonazione
Quello che è difficile comprendere, invece, è perchè i cloni di Palpatine non siano uguali a lui.
Del resto i cloni di Jango Fett sono tutti copie dell’originale… o quasi tutti, non dimentichiamo la Clone Force 99!
La Trilogia Sequel ci spiega molto chiaramente quali siano le mire dello scomparso Imperatore, chiarendo che tanto scomparso in realtà non è.
Scopriamo che il Leader Supremo Snoke altri non è se non un esperimento genetico di Palpatine.
Stesso dicasi per il padre biologico di Rey, la nuova eroina della Trilogia Sequel che assumerà il cognome Skywalker.
Quanti di voi hanno contestato la scelta dell’ultima Jedi di fregiarsi di quel nome ritenendo che non ne avesse il diritto in quanto non legata geneticamente alla stirpe?
Tanti, vero? Ma siete proprio sicuri di non sbagliare?
Esperimenti oscuri
Negli innumerevoli esperimenti genetici dei ricercatori al soldo di Palpatine, sono state fatte sperimentazioni estreme di tanti tipi.
La stessa creazione del Generale Grievous, braccio destro di Dooku durante la Guerra dei Cloni, deriva da un esperimento.
Il corpo da cyborg in cui Grievous si è trasformato, viene realizzato su ordine di Palpatine appositamente per salvare il Generale da morte certa.
Gli viene, però, anche iniettato sangue di Jedi, nello specifico del defunto Sifo-Dyas mantenuto in ibernazione da Dooku, per aiutare Grievous nella ripresa.
I cloni di Palpatine, creati per trovare quello adeguato ad ospitare la sua essenza, non sono solo copie dell’Imperatore ma sono ibridazioni con aggiunta di DNA preso altrove.
Il padre biologico di Rey, quindi, non era una copia perfetta dell’Imperatore, così come non lo era Snoke, ma qualcosa di diverso, un esperimento genetico.
Nel già citato fumetto “Darth Vader #11“, che ricordiamo essere canonico, scopriamo qualcosa di ancora più sconvolgente:
nei laboratori di sperimentazione dei genetisti pagati da Palpatine, oltre a vasche con esseri probabilmente clonati, vediamo anche un’ampolla contenente quella che sembrerebbe proprio la mano mozzata di Luke Skywalker.
Se Grogu era destinato a fornire materiale genetico per gli esperimenti di clonazione dell’Imperatore, perchè non anche il DNA di Luke?
Non solo Palpatine nei suoi cloni
Potrebbe essere una teoria affascinante, ma rimane il fatto che il Lato Oscuro corrompe l’anima e consuma la carne.
Gli involucri di Palpatine non durano, vanno sostituiti e l’Imperatore deve sprecare energia per passare da uno all’altro.
La stessa dichiarazione dell’Imperatore a Kylo Ren, “io sono già morto”, ci fa capire quanto avanti, ma non sufficienti, fossero le sue sperimentazioni.
Quello che vediamo in Episodio IX non è il vecchio corpo di Palpatine di Episodio VI, ma uno dei suoi cloni successivi ormai consumato.
Quindi perchè non provare a rafforzare questi esperimenti genetici inserendo DNA di una delle specie più longeve della Galassia o di uno dei più potenti Force User esistiti?
Grogu è sfuggito agli esperimenti, eppure come Maz Kanata ha recuperato la spada laser di Luke, perduta con la mano, qualcun altro può aver recuperato l’arto e il DNA del Jedi.
Ma questa è “una bella storia per un altro momento”, come dice Maz ad Han Solo.
Il risultato di questo mix genetico sarebbe un nuovo corpo per ospitare l’essenza dell’Imperatore, un corpo che nei suoi progetti dovrebbe essere più forte e resistente.
Il clone che ha avuto origine da questo esperimento potrebbe essere il padre di Rey?
Se così fosse, la connessione della Diade tra Rey e Ben Solo non sarebbe più solo un caso, avrebbe una motivazione genetica assecondata dal volere della Forza.
E Rey sarebbe, a pieno titolo, una Skywalker.
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