Questa è la Via, ma ad indicarla è The Bad Batch

Il finale della seconda stagione di The Bad Batch (trovate la serie completa sulla piattaforma streaming di Disney+), grazie alla sua doppia puntata con cliffangher (episodi 15: Il Summit e 16: Piano 99) ci ha regalato uno dei migliori momenti di sempre della Saga, consegnando la Clone Force 99 alla fine dell’immortalità.

Il finale di stagione di The Bad Batch

Le sensazioni nel vedere i nostri eroi in balia dell’Impero, ci hanno fatto perdere tutte le certezze trascinandoci per i capelli fuori da quella confort zone che sappiamo essere il grande punto debole di tutti i tipi di serial drammatici che ambiscono al capolavoro. Un addio struggente, quello di Tech (sarà veramente così? In caso affermativo scelta estremamente coraggiosa), che con la memoria del cuore ci ha riportati su Bespin e a tutti quegli altri momenti che, a seguire, sono andati a costruire il lato più maturo della Saga guardando in maniera sprezzante alla disperata trepidazione di noi poveri appassionati.

Costruiti in maniera magistrale, questi ultimi due episodi della seconda stagione dedicata ai cloni dissonanti, evolvono come un angosciante e riuscitissimo cortometraggio andando a costituire il culmine perfetto dell’impennata offertaci con le “Cronache di Crosshair” e l’avvento di Hemlock, aggiungendo così alla Saga nuovo lustro e nuovi campioni attinti, come ormai tradizione, proprio dalla fucina di questa dimensione animata alla quale dobbiamo tanti di quei personaggi e di quelle storie così importanti che i fan de “la Saga sono solo i film!” farebbero meglio a tornare nella grafite.

Il fascino dei Mandaloriani

Tuttavia queste considerazioni non possono non portarci a una riflessione che dovrà inevitabilmente rendere conto del “‘bantha bianco” nella stanza anche se la stanza non é quella di The Bad Batch bensì quella de Il Mandaloriano. Partendo da lontano, prenderò le mosse da un esempio dei tempi delle origini, ovvero quel successo di Boba Fett consolidatosi in maniera esponenziale dal 1980 (se non si tiene conto della sua prima apparizione nell’HS) ma che oggi, ai fan meno attenti della Saga, sembra apparire immeritato.
La bellezza dell’affascinante armatura Mandaloriana é indiscutibile, ma la stessa, da sola, non sarebbe mai stata una condizione sufficiente a sradicare in maniera così pregnante l’ex cacciatore di taglie più famoso della galassia lontana lontana nell’immaginario collettivo degli appassionati della Saga dell’epoca.
L’estetica, per quanto il suo valore possa considerarsi “soggettivo”, é assai importante e in amore, inutile negarlo, lo é ancora di più. Ma é altrettanto indiscutibile che l’amore vero, quello che va oltre l’infatuazione e la passione della prima ora, pur prendendo spunto dalla scintilla dell’attrazione fisica, sboccia solo quando alimentato da tutta un’altra serie di fattori che semplificherò usando il termine “sostanza”.

(L-R): Din Djarin (Pedro Pascal) and Grogu in Lucasfilm’s THE MANDALORIAN, season three, exclusively on Disney+. ©2023 Lucasfilm Ltd. & TM. All Rights Reserved.

Non semplice Beskar luccicante

Ecco, l’amore duraturo degli appassionati della Saga per il personaggio Boba Fett nacque non per l’armatura, o meglio non solo per essa, ma anche e soprattutto per la sostanza che a Lui seppero donare le storiche vicende che all’epoca lo videro coinvolto e che lo elevarono così tanto da perdonargli anche l’immeritata (apparente) fine ingloriosa cui andò incontro in ROTJ.
Boba Fett è diventato un mito non perché lo disegnarono così, a differenza di Jessica Rabbit, ma grazie al contesto narrativo in cui era stato inserito e per come seppero raccontarlo. Lo stesso dicasi per tutti quei personaggi immensi che le serie animate hanno saputo regalarci nel corso di questi lunghi anni, da Ashoka a Hera, Rex, Sabine, Hondo, Ventress, Caleb e appunto Crosshair, Hemlock e tutti gli altri.

La Bad Batch al confronto di Mando

Dunque Bad Batch, raccogliendo l’eredità delle precedenti serie animate, ne sta onorando il testimone continuando a fare quello che, fino ad ora, non sono riusciti a fare Djin Djarin, Grogu and Co. Sicuramente questo dipende dal fatto che la partita che si sta giocando contro il Mandaloriano, nel neonato comparto delle serie live action, dopo le controverse vicissitudini della sequel, viene considerata dalla Disney/Lucas quella più importante e con le maggiori implicazioni in merito al tentativo di rilancio della Saga verso direzioni inesplorate (e in materia non tengo logicamente in considerazione ne Obi Wan, con la quale si sono andate a toccare vecchie corde dal successo già collaudato, ne tantomeno la sofisticata e assai sperimentale ma anch’essa retrò Andor).

Se però, “da un certo punto di vista”, é comprensibile che maggiori rischi, tendano a controllare le ambizioni di grandezza ancora latenti nella serie di Mando and Co. , questo finale di stagione di Bad Batch, con tutta la sua Forza dirompente, viene a ricordarci che solo il “fare” puó portarci alle vette che si confanno alla grandezza della Saga e che “l’essere avventati”, a volte, é l’unica via che può consegnarci al capolavoro oltre l’estetica, scongiurando il rischio, nel caso di Mando, di restare imbrigliati nelle avventure dell’allegra brigata dei Power Star Wars Rangers.

(L-R): Tech, Hunter, Omega, and Echo in a scene from “STAR WARS: THE BAD BATCH”, season 2 exclusively on Disney+. © 2022 Lucasfilm Ltd. & ™. All Rights Reserved.

Un’importante missione futura per la Bad Batch

Il vero amore arriverà solo con la sostanza nella scelta di soluzioni narrative forti, rischiose e importanti nel lungo ma anche nel breve termine, cosa che Filoni sa benissimo, avendone fatto da tempo un must delle serie di animazione, ma che dovrà necessariamente mettere a regime insieme a Favreau anche, e soprattutto, nel live action, ambito nel quale i due stanno invece ancora prendendo tempo. Perdonatemi, dimenticavo, tornando a Bad Batch un plauso immenso al veterano Kevin Kliner, che con la sua musica ha saputo sottolineare, con il necessario pathos, lo spettacolare finale di stagione della Clone Force 99 ricordandoci come i momenti storici della Saga si presentino sempre in due, la storia e la colonna sonora che l’accompagna.
La Forza scorre potente come non mai nella Bad Batch.

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