Avevo 8 anni quando vidi per la prima volta Star Wars.
Luke divenne il mio eroe
e Leia la donna che vorrei essere
Era il 1984.
Avevamo ancora la tv con il tubo catodico e un salotto un po’ strano, con un finto camino e dei puff, invece delle poltrone.
Papà, da sempre appassionato di fantascienza, voleva a tutti i costi farci vedere questo film “Guerre Stellari”, che finalmente davano sulle tv nazionali.
Mamma, pur non amando particolarmente il genere, sembrava molto presa.
Il mio fratellone Davide e il mio fratellino Marco erano in trepidante attesa quanto me.
Tutte le favole che mi avevano raccontato fino a quel momento parlavano di principesse da salvare e principi azzurri perfetti e molto noiosi.
E di colpo fui catapultata nella galassia lontana di Star Wars
L’eroe era Luke Skywalker, questo ragazzino impacciato, timido, buono e passionale, che sognava di lasciare la sua casa e vivere grandi avventure.
Anch’io, fin da quando avevo 6 anni, avevo sognato di vivere grandi avventure.
Da bambina pensavo di poter diventare una dottoressa e salvare tante vite in tutto il mondo, che, citando un grande insegnante, il professor Keating, era la mia ostrica.
Vedere questo ragazzino così simile in Star Wars a me mi colpì al cuore.
Si perdeva nei soli, lontani, come me, sognando.
Non era noioso, non era perfetto, era ribelle verso gli zii perché lui non aveva mamma e papà a differenza mia.
Io avevo e ho ancora, per fortuna, mamma e papà a mio fianco.
Di colpo mi resi conto che anche gli eroi potevano non avere mamma e papà al loro fianco e se succedeva a loro, sarebbe potuto succedere anche a me.
Ricordo poi la principessa Leia, anche lei così diversa da quella delle favole.
Aveva vestiti e pettinature stravaganti e particolari.
Non era una damigella da salvare, aveva la risposta pronta, che faceva impazzire tutti, come accadeva a me con Don Antonio, l’adorabile burbero prete del mio paese, che, parola di mamma, facevo impazzire con mille domande su come le persone di chiesa non si comportassero come c’era scritto nel vangelo.
Esiste una mia foto con me in braccio a Don Antonio, lo stesso nome di mio papà.
Nella foto io sorrido come una monella e il Don rideva divertito perché in qualche modo mi aveva domato.
Mi ha sempre detto che ero la sua prediletta perché non ero la solita bambina perfetta, ero impertinente, indipendente, timida eppure audace.
Non ero la bambina da salvare, ero la bambina che voleva salvare il mondo.
Quando qualcuno stava male, volevo curarlo.
Ecco perché mi sentivo Leia e volevo avere Luke al mio fianco.
Lui avrebbe capito le mie stravaganze, non avrebbe mai cercato di frenarmi come l’insopportabile, per me, Han Solo che diceva di Leia: “Non so se ucciderla o innamorarmi di lei!”
Ora mi fa ridere come battuta ma ad una bambina di otto anni quella frase suonò come uno schiaffo.
Non andava bene, per lui, la principessa di Star Wars che prendeva iniziative, che osava rispondere al maschio e che salvava le chiappe a tutti.
E se non andava bene Leia di Star Wars, non andavano bene le donne come lei e come me.
Luke, invece, nel suo essere avventato, passionale e pronto a tutto pur di aiutare Leia, anche a mentire su una ricompensa di cui non sa nulla, non aveva smesso di guardare Leia con adorazione quando aveva scoperto che, oltre al bel viso, vi fosse una persona capace di prendere decisioni importanti.
Anzi la ammirava per quello e voleva fare la cosa giusta, anche guidare un caccia nell’attacco folle verso la Morte Nera, per aiutare la ribellione, rischiando di suo.
Non mi aspettavo che Han tornasse, lo ammetto ma fu una piacevole sorpresa e la scena finale di Star Wars mi fece venire i brividi.
Per me Guerre Stellari era una favola diversa e vera, io potevo essere in quella storia perché la donna non era un giocattolo e l’uomo non le dava lezioni di vita, anzi, voleva essere al suo fianco, per fare la cosa giusta.
Questo mi hanno insegnato, da sempre, Luke e Leia.
Fare la cosa giusta, anche se hai paura, anche se sembra una follia, anche se non pensi di essere all’altezza, anche se tremi dalla rabbia.
Ecco perché Luke diventò il mio eroe e Leia la donna che volevo essere.
Grazie a zio George Lucas per questo sogno che durerà per sempre.
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