Il Ritorno dello Jedi compie 40 anni.
Il capitolo finale della prima trilogia di Guerre Stellari Star Wars usciva nei cinema americani il 25 Maggio 1983.
Il più controverso della trilogia originale (vedi alla voce Ewoks). Il film che metteva la parole fine alla saga creata da George Lucas, almeno per il momento (vedi sempre alla voce Ewoks).
Come per L’Impero colpisce ancora Lucas si limitò al ruolo di produttore esecutivo e sceneggiatore. Rimasto “orfano” del suo professore Irvin Kershner offrì la regia a David Lynch. Il visionario regista preferì dirigere Dune, tratto dall’omonimo romanzo di Frank Herbert che possiamo annoverare tra le fonti di ispirazione di Lucas. La cosa non è andata benissimo.
Ci riprovò con David Cronenberg ma all’epoca il regista, che più volte ha affermato che L’Impero colpisce ancora è il miglior film di fantascienza che ha mai visto, era impegnato con quel gioiello di Videodrome e La Zona Morta. Mi piace pensare che nel multiverso vi sia una versione body horror del film firmata Cronenberg, pensate un Jabba uscito dalla sua mente perversa.
Alla fine la scelta ricadde su Richard Marquand, regista scomparso troppo giovane.
La sceneggiatura venne scritta a quattro mani da George Lucas e Lawrence Kasdan, con alcuni contributi non accreditati da parte di David Peoples e Marquand stesso. Secondo Kasdan il titolo Return of the Jedi era debole e suggerì di cambiarlo in Revenge of the Jedi. Titolo che venne seriamente preso in considerazione da Lucas. Tanto che rimase quello fino a pochi giorni dall’uscita del film nei cinema. Si possono trovare ancora in rete foto dei poster pubblicitari con quel titolo. Alla fine Lucas tornò sui suoi passi preferendo il più rassicurante Ritorno dello Jedi.
Ma possiamo quasi dire che di quel film in realtà oggi non vi sia più traccia. O meglio, su Disney+ e presumibilmente nelle edizioni DVD e Blu Ray attualmente in circolazione si trova solo la versione definitiva con le modifiche apportate da Lucas nel corso degli anni.
Nel 1997, in occasione del ventennale dell’uscita di Guerre Stellari, Lucas apporta le prime modifiche alla trilogia originale. La tecnologia aveva fatto passi da gigante e finalmente gli era possibile realizzare tutte le follie che aveva in mente. Per farvi un paio di esempi nel primo film venne aggiunto un dialogo tra Han Solo e Jabba the Hutt, quando nella versione originale Jabba compare solo nel terzo film. Togliendo forse un po’ la sorpresa di vedere questo mostro di cui tutti parlavano con timore.
Mentre in ROTJ possiamo assistere ad un imbarazzante versione modificata dell’esibizione della Max Rebo Band nel palazzo di Jabba ad inizio film che non aggiunge realmente nulla alla storia. E diciamo la verità, poi Lucas ha abusato della CGI con la prequel. Peccato che la CGI invecchi mostruosamente in fretta, e si nota parecchio, considerando che si parla di ormai 25 anni fa. Paradossalmente la Industrial Light & Magic di Lucas si è occupata della CGI di film come Jurassic Park (1993) e The Mask (1994) che ad oggi risultano ancora realistici. (va anche detto che molti blockbuster moderni hanno una CGI pessima e oggi è inaccettabile)
Ma il cambiamento più invasivo l’ha fatto solo una volta completata la trilogia prequel. Nel finale ha sostituito il volto di Sebastian Shaw (non il villain degli X-Men, l’attore) con quello di Hayden Christensen. Capisco anche per certi versi i puristi. Non tanto per l’odio verso Christensen quanto per il non poter scegliere quale versione del film vedere (sempre se non si è in possesso di qualche vecchia edizione home video). Ma seguendo la logica della trilogia prequel si tratta anche di un operazione doverosa, se non necessaria.
Certo poi rimane sempre l’annosa questione sull’ordine di visione da far seguire ad un novizio. Personalmente consiglierei sempre di guardare prima la trilogia originale, perché quel “io sono tuo padre!” è uno dei colpi di scena più potenti di sempre. Sapere già tutto su Anakin inevitabilmente rovina quel momento. D’altra parte essendo stata concepita, seppur retroattivamente, per essere essenzialmente la storia di Anakin ha senso che alla fine appaia con il suo volto da Jedi e non con quello orribilmente sfigurato. Semmai possiamo sempre discutere del risultato.
In tutto questo dopo 40 anni cosa ci rimane del Ritorno dello Jedi?
Una degna conclusione per una delle saghe più famose del cinema. Al netto di tutti i suoi difetti, di alcuni passaggi palesemente forzati e posticci frutto dei capricci di Lucas (come la parentela tra Luke e Leia). Il Ritorno dello Jedi 40 anni dopo rimane un ottimo film, un vero e proprio classico. Nel rivederlo è impossibile non riconoscere tutte le cose che han reso Guerre Stellari ciò che è, dai duelli alle epiche battaglie spaziali, alle frasi iconiche come il famoso “Lo so” questa volta pronunciato da Leia. E persino l’umorismo. A dimostrazione che non è quello il problema della famigerata trilogia sequel ma anzi che l’umorismo fa parte del DNA della saga. Semmai lì i problemi vanno ricercati altrove. Altresì è evidente come anche Lucas andasse piuttosto a naso seppur con una visione di fondo ben più chiara di quella della Disney con i suoi ultimi film.
Certo non è tutto rosa e fuori. Gli effetti speciali e visivi analogici, fatti di modellini e prospettive, pupazzoni e make up sono ancora top da vedere e sempre affascinanti ma son passati pur sempre 40 anni.
Oppure pensate a Boba Fett. Vederlo eliminato in quel modo ridicolo dopo tutto il mito creato attorno al personaggio e alla lore dei Mandaloriani non va esattamente a suo favore. Almeno Darth Maul è stato protagonista di uno dei combattimenti più epici della saga.
E poi c’è anche chi ha il coraggio di lamentarsi della fine di Snoke.
Ma si tratta di pignolerie, Il Ritorno dello Jedi ha funzionato benissimo con i suoi difetti per 40 anni, funzionerà ancora per altri 40. Però basta modifiche!
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