La recente serie di Ahsoka è stata un ricettacolo di emozioni e sorprese meticolosamente discusse presso la comunità degli appassionati, catalizzando un viscerale dibattito tra i sostenitori e i detrattori. Probabilmente l’apogeo della sua orbita narrativa coincide con il palesamento di Anakin Skywalker agli occhi attoniti della Togruta nel Mondo tra i Mondi. Un momento inconfutabilmente suggestivo, il quale ha suscitato trepidazioni nostalgiche e innescato teorie pittoresche. La più ardimentosa è forse quella che vede Anakin quale novello Patriarca della Forza, monarca assoluto del campo energetico universale.
Il Maestro, l’allieva e Filoni
Nel quinto episodio di Ahsoka, il Prescelto guida la protagonista in un pellegrinaggio introspettivo attraverso la Forza, in un’orchestra di analessi e dissidi, la cui musica di urla e silenzi riecheggia nella coscienza travagliata della Jedi Grigia. Un’anima che grida giustizia per le vite spezzate e tace il perdono per gli errori commessi sul baratro del Lato Oscuro. Scegliendo la vita alla morte, Ahsoka demolisce infine gli argini della paura, lasciando defluire via i rimpianti e i rancori per ritrovare la speranza. L’ultima lezione di un maestro mancato a un’apprendista devota.
In questa sinossi, molti hanno interpretato l’immane dominio della Forza e l’atarassica mobilità nel Mondo tra i Mondi che Anakin ostenta, come l’asserzione Filoniana che il Prescelto abbia definitivamente conseguito lo status di Padre. Inoltre la comparsa delle statue mastodontiche degli Dei di Mortis nell’ultimo episodio della serie, sembrerebbe corroborare ulteriormente le ammiccate autoriali agli spettatori. Sorge tuttavia spontaneo interrogarsi sulla verità di siffatte argomentazioni: l’autore intendeva realmente propalare questo concetto? Dov’è il confine canonico tra la semantica della serie e i desideri degli appassionati? Se poi Anakin fosse il Padre surrogato, chi sarebbero il Figlio e la Figlia? La risposta alligna nelle Leggende.
I Celestiali e Abeloth
La puntata 3×15 della serie animata The Clone Wars, uscita negli USA il 28 Gennaio 2011 e intitolata Overlords, introdusse per la prima volta le Divinità della Forza, ossia il Padre, il Figlio e la Figlia. Questa famiglia arcana di personaggi atavici dimorava nel mondo di Mortis, l’epicentro dal quale irradiavano saviezza e potenza per la galassia, preservando l’ordine cosmico e l’equilibrio nella Forza. Appartenevano a un’etnia primigenia, nata presumibilmente all’alba dell’Universo, denominata Celestiali. Questi ultimi furono i primi dominatori dello spazio, capaci di mirabili prodigi tecnologici e gerarchi della Forza. Potevano edificare interi sistemi stellari trainando gli astri, ammassare buchi neri travalicandone le inarrestabili correnti gravitazionali, cingere la galassia in barriere gargantuesche volte alla sua protezione. Le loro prodezze stillavano da un’armonica sinergia tra la fisica delle macchine e la metafisica della Forza, e valsero loro l’epiteto di Architetti.
I Celestiali furono poi approfonditi nella serie di romanzi Star Wars: Fate of the Jedi (pubblicati tra il 2009 e il 2012), contestualizzandoli nelle memorie di una figura antagonista, foriera dell’apocalisse: la Madre Abeloth. Ella fu una donna mortale, la quale centomila anni prima dell’Impero Galattico servì gli Dei della Forza sul loro pianeta natale. Questo mondo perduto era ammantato in un’atmosfera eterea e presentava peculiarità ultraterrene. Sussisteva su un piano esistenziale intersecante la dimensione materiale con il regno metafisico della Forza, nominato l’Al-di-Là delle Ombre.
In tale reame esistevano plurime vergenze della Forza, in perfetto parallelismo con l’universo fisico, tre delle quali erano la scaturigine dell’autorità dei Guardiani di Mortis. La Fonte del Potere era un nexus del Lato Oscuro, elargente una potenza sconfinata a chiunque vi si abbeverasse e ove il Figlio trasse la propria possanza. Il Bacino della Conoscenza enucleava invece il Lato Chiaro, garantendo l’onniscienza (entro la Forza) a coloro che vi si immergevano, come la Figlia. Sulle acque limpide delle sorgenti era possibile scorgere infine il Trono dell’Equilibrio. Tale vergenza era un’astrazione fugace e vacua, attorno alla quale si manifestavano le ombre dei predestinati ad amministrare l’ordine nella Forza per eoni. Mai qualcuno lo occupò nella storia, nemmeno il Padre o il Prescelto, poiché il potere è effimero e le guerre per conquistarlo aspre ed eterne. Sedervisi non è una scelta individuale, ma la volontà della Forza.
I desideri di una madre
Poiché la caducità della vita la allontanò progressivamente dall’amore della Famiglia Immortale, Abeloth nel disperato tentativo di ricongiungersi ai propri affetti, commise il sommo sacrilegio. Bevve inizialmente dalla Fonte del Potere, poi si asperse nel Bacino della Conoscenza, ma il sogno di ascendere alla Celestialità degli Dei la condusse a trasfigurarsi nell’antitesi del Padre. Un’aberrazione portatrice del caos ed emissaria della fine nel creato. Per contenere un simile abominio, i Guardiani di Mortis la relegarono sul loro pianeta avito, attorniandolo di un ammasso di buchi neri (Le Fauci), affinché più nulla potesse accedervi o sortirvi nelle ere venture. Il Padre, il Figlio e la Figlia traslocarono pertanto su Mortis, uno spazio onirico reminiscente del pianeta originale e protetto da un monolite-scudo ottaedrico. Nessuno ne avrebbe varcato i cancelli senza il previo consenso.
Dopo il decesso degli Dei di Mortis e il conseguente rifiuto di Anakin all’investitura di nuovo Padre, i conflitti nei susseguenti decenni si esacerbarono, finché Abeloth fu liberata dalle segrete cosmiche. La Madre del Caos tentò di sovvertire la galassia e irretire i massimi Ordini che fruivano della Forza, per surrogare la famiglia defunta di Celestiali. Il piano verteva sulla designazione di sensibili meritevoli e abbastanza resilienti da attingere alle acque miracolose delle suddette vergenze sorgive. Le sue vittime elette si sarebbero così evolute nei nuovi Figlio e Figlia, ma con lei al comando. Gli sforzi congiunti di Jedi e Sith permisero in conclusione di sconfiggere Abeloth, ma il male è sempiterno e attende silente il momento propizio.
Speculazioni tra Leggende e Nuovo Canone
I romanzi di Fate of the Jedi e le sorti di Abeloth istruiscono i lettori su una chiosa fondamentale. Risulta perentorio assurgere al rango di Divinità Celestiale per ricoprire una carica influente nella Forza e ciò era direttamente interrelato ai nexus summenzionati. Ciò suggerisce che persino Anakin Skywalker, da mero essere umano, avrebbe dovuto deificarsi allo status di Celestiale. Il titolo di Prescelto costituiva semplicemente la propedeutica per essere riconosciuto dal Padre quale proprio erede.
Acclarati gli eventi di Mortis in The Clone Wars, risulta dunque impossibile conoscere l’ipotetica prassi che avrebbe affermato il Patriarcato di Anakin, secondo i paradigmi del Vecchio Canone. È legittimo inferire tuttavia che dovesse ottemperare a una procedura specifica, come per esempio un rituale. Magari avrebbe dovuto attingere alle acque metafisiche delle vergenze nell’Al-di-Là delle Ombre (non fisiche come Abeloth), mediante una tecnica chiamata Passeggiata Mentale, la quale consente di scindere la mente dal corpo, per entrare nella Forza senza perire. Oppure avrebbe dovuto reclamare il Trono dell’Equilibrio, giacché soltanto il Prescelto della Forza deterrebbe il diritto di sedervisi, secondo la Profezia. Il tutto ovviamente si sarebbe attuato sotto la guida sapiente del Padre, per scongiurare la nascita di un’altra Abeloth. Non è dato saperlo.
La risposta della Disney
Il Nuovo Canone Disneyano difetta attualmente dell’apparato concettuale sinora disquisito e risulta difficile immaginare come Anakin possa aver attraversato tutte le fasi finalizzate al Patriarcato. Secondo i contenuti odierni (serie televisive e film), egli presenta nel proprio retaggio l’epiteto di Prescelto della Forza, l’infausta caduta al Lato Oscuro da cui emerse Darth Vader, e la redenzione alla morte grazie al figlio Luke. Certamente sono le tappe di un viaggio solipsistico tortuoso e infido, poiché vincere la corruzione del Lato Oscuro è un’impresa biblica, e il cammino della vita stessa può essere un rito alla ricerca di se stessi e della propria affermazione. Probabilmente è quanto Anakin ha appreso unendosi alla Forza e ha tentato di impartire questo prezioso insegnamento altresì ad Ahsoka.
La Disney ha seminato dei bulbi del passato (i Celestiali) in un campo non completamente dissodato (la nuova concezione della Forza) e l’ingresso di Ahsoka nel Mondo tra i Mondi (palese memoria all’Al-di-Là delle Ombre) appare quale primo tentativo di adattamento della vecchia matrice in chiave moderna. Forse mancano ancora alcuni ingredienti per preparare la ricetta finale nell’ambito del Nuovo Canone e fregiare Anakin del ruolo di Padre. Finché non sarà Filoni (o altri autori) a svelare il mistero, sperabilmente nella seconda stagione di Ahsoka, le risposte ai quesiti d’esordio potrebbero esaurirsi in opinabili sillogismi.
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