Star Wars. Il parere dello Staff è una rubrica pensata per farvi conoscere le opinioni dei tanti componenti della redazione Guerrestellari.net su diversi argomenti legati alla saga creata da George Lucas. Questa settimana sotto i riflettori ci mettiamo Anakin Skywalker partendo da Star Wars Episodio II – L’Attacco dei Cloni: la prima uscita di un Anakin (forse) più maturo. Pregi e difetti del secondo capitolo della Saga in merito al protagonista.
Marcello Durante (starwarsnews.it): L’Anakin Skywalker di Episodio II è forse quello più irritante dell’intera saga. Saggiamente, George Lucas lo descrive come un ragazzo in piena crisi adolescenziale, che non riesce a gestire le proprie emozioni a causa di un addestramento mal gestito. Questo lo porta ad esprimersi in modo pessimo sia da un punto di vista umano, che come Jedi. L’abbraccio con il Lato Oscuro viene rimandato dalla presenza di Padmé, che sacrifica la propria integrità morale per sostenere il ragazzo, diventando complice dei suoi peccati.
Davide Veraldi: Quando penso ad Episodio II ed in particolar modo ad Anakin sento una vocina che dice: “Trovo insopportabile la sua infantilità da adolescente “. Sicuramente si capisce bene come i suoi legami affettivi lo abbiamo portato a tendere al lato Oscuro della Forza, ma non mi piace assolutamente la scelta di renderlo così sciocco e bambinetto.
L’inizio del percorso oscuro
Samuele: Episodio I compie il peccato di sprecare un intero film per mostrare l’infanzia di Anakin, ma quantomeno poneva bene alcune basi. Episodio II compie il peccato di sprecare il capitolo di transizione della trilogia per mostrarci un adolescente già di suo arrogante ed evidentemente predisposto al lato oscuro, senza mostrare un progressivo peggioramento. Non c’è un personaggio a cui legarsi o per cui tifare. L’unica scena interessante è quella in cui muore Shmi, peccato che le conseguenze delle azioni di Anakin vengano liquidate in maniera ridicola da Padmé. Non aiutano una serie di dialoghi impacciati e interpretazioni non all’altezza. Il giovane Darth Vader avrebbe meritato molto di più.
Mattia: In episodio II, Anakin è spericolato, arrogante e impulsivo; fondamentalmente, è un ragazzo di 19 anni. Se consideriamo che è stato uno schiavo per 10 anni, che ha abbandonato la madre per essere istruito da un appena promosso Jedi che non crede in lui, da notare che Obi-Wan stesso non andava particolarmente d’accordo con il suo stesso maestro. Inoltre, prendendo in considerazione il peso e la consapevolezza di essere l’eletto di una profezia che probabilmente non comprende e, ultimo ma non meno importante, l’unica persona che sembra preoccuparsi di lui è il futuro imperatore galattico; non sorprende che sia destinato a diventare un Sith. Se aggiungiamo che l’amore della sua vita lo tratta come se fosse un droide, non posso che avere compassione per Anakin.
La drammaticità del personaggio
Sasori (Marvel-Wars Italia): Anakin Skywalker di Episodio 2 mi ha sempre lasciato perplesso: è lampantemente in preda a furiosi sentimenti, non solo quell’amore per Padme (che sembra l’unica cosa “pura” che ha), ma in generale, qualsiasi cosa accada e qualsiasi cosa faccia, alla fine si infuria sempre… e nessuno, in un immenso Tempio Jedi, si accorge dei problemi di questo ragazzo.
Recitato benissimo, la scrittura mi è sembrata troppo “di botto”: avrei preferito vederlo “peggiorare” col tempo, non dai primi minuti del film già in versione berserker.
Ma se si accetta (e d’altronde non si può fare altrimenti) questa scrittura, allora abbiamo una figura adolescenziale tragica, abbandonata e incompresa che sprofonda nel Lato Oscuro praticamente da sola, anche senza aiuti da parte di Palpatine.
Il padawan adolescente
Manu Milady: Anakin di Ep.2 è un adolescente in piena crisi ormonale, ossessionato dall’infatuazione per “l’angelo” che l’ha portato via dalla schiavitù. Freud ci passerebbe le giornate a parlarne. Ma nel film questa caratteristica è stata quasi ridicolizzata dalla mancanza di spessore del resto. A mio avviso, anche la contrapposizione tra l’eccessiva compostezza Jedi di un Maestro non adeguato e l’avventatezza di un allievo straordinario è stata evidenziata eccessivamente. Ci sarebbe voluta una trilogia solo per questo film per spiegare davvero bene la discesa verso il Lato Oscuro di Anakin Skywalker.
Radio Fulcrum: L’Anakin Skywalker di ep.II è un ragazzo verginello di 19 anni, e si son passati 10 anni, cresciuto senza sua mamma, con un Maestro semi-fratellone su Coruscant e non solo.
E’ un ragazzo che fa il fighetto e lo spavaldo e ha comunque un disturbo del comportamento ed è insolente con Obi-Wan e non solo.
Come detto per ep I, ha pure buon gusto in fatto di “angeli”.
Infatti è in piena fase ormonale e quando vede Padme, che ha 24 anni, non capisce più nulla, diventa un emerito cretino.
Fa disastri dietro l’altro fino a far fuori un’intero villaggio Tusken. Poi nel finale perde la mano “amica” e si sposa, violando un altro precetto Jedi.
Che dire Anakin Skywalker di ep. II: schizzofrenico, paranoico, bipolare, boarderline.
Un protagonista controverso
Lune Blue Chevalier: Anakin in ep2 mi provoca diversi emozioni contrastanti.
Da una parte sembra avere un rapporto giocoso con il suo maestro Obi-Wan, come si vede dal dialogo nell’ascensore mentre stanno salendo da Padmé. Dall’altra i due sono in contrasto su tutto.
Innamorato follemente di Padmé e chiaramente ricambiato da lei, accetta il rifiuto, dimostrando di saperla rispettare.
I due finiranno insieme, comunque, come se fosse loro destino.
In questo film Anakin deve ancora imparare a gestire i suoi poteri, come dimostra lo scontro con Dooku e la sua incapacità di ragionare in certi frangenti.
Roberto: Il rapporto Padawan Maestro tra Anakin e Obi Wan in Episodio II, a mio parere é sempre risultato da subito palesemente improprio. Obi Wan, data la sua giovane età, anziché guida “genitoriale” (o comunque “autorevole” come dovrebbe essere un Maestro) si é rivelata guida fraterna con tutte le inadeguate implicazioni “educazionali” che ne sono derivate. La dichiarazione esplicità arriverà in Episodio III “…eri mio fratello!”
Mi sono sempre domandato come sarebbero andate le cose se Anakin fosse stato addestrato da Qui Gon. Se per volere della Forza le cose dovevano andare così che che responsabilità attribuire alle sciagurate scelte del Prescelto?
L’evoluzione del prescelto
RSE: Reduce ancora da quella innocenza di bambino che mi permise di conoscere un Anakin buono, e non destinato a trasformarsi nell’anatema dell’Ordine Jedi, l’Attacco dei Cloni mi prospettò ex abrupto un protagonista pubescente, iracondo e istrionico. Esattamente quello che desideravo. Ai tempi adolescente, non potevo non empatizzare con il Prescelto di un’odissea che lo sottrasse alla madre, per indirizzarlo su un cammino di promesse e pretese, cui mai anelò.
Una strada che confliggeva apertamente con il bisogno di identificarsi in qualcosa, di amare ed essere amato, quando la galassia tuonava il proprio rifiuto. L’estrema repressione imposta dalla dottrina Jedi costituì il flagello emotivo di Anakin, che ne enfatizzò i difetti su un’ottica narrativa (praticamente tutto il film è un Anakin’s Creek), ma proseguì coerentemente l’opera di Lucas nella maturazione di un personaggio realistico e antieroico. Una figura la cui unica e incontrovertibile verità era la stessa umanità mostrata nella Minaccia Fantasma, con tutti i peccati del vivere e il diritto di migliorare.
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