GuerreStellari.net Memories – “Tehuthi” di Sara Guarnieri

Concorso Star Words 2003

Tra Ottobre e Dicembre 2003, guerrestellari.net aveva organizzato un concorso letterario dedicato alle fanfiction.

Durante la manifestazione: Immaginaria – Giochi Sforzeschi 2003 a Milano, era avvenuta la premiazione dei migliori racconti, in seguito alla pubblicazione della classifica, che riportiamo di seguito:

Classifica finale

Riproponiamo volentieri gli scritti di questi fan, che meritano di rimanere nelle memorie di guerrestellari.net

Tehuthi – Sara Guarnieri

Ruggenti come belve in gabbia le fiamme sanguigne avvolgevano la pira funeraria consumando il corpo ed il legno su cui riposava. Una singola lacrima, illuminata dalle alte fiamme, rotolava silente sulla guancia della ragazza i cui occhi non riuscivano a staccarsi dal doloroso spettacolo del rogo. Accanto a lei, immobile, stava un giovane uomo nerovestito, che reggeva ancora la torcia con cui aveva appiccato il fuoco. Il volto indurito in una rigida maschera tentava di contenere il dolore cocente che gli rimbombava nel petto: suo padre era morto.
Quel padre che non sapeva di avere, quel padre mai conosciuto e da poco ritrovato, non c’era più. Il nero involucro che aveva contenuto, protetto e mantenuto in vita il suo corpo andava consumandosi tra le fiamme che danzavano in maniera crudelmente ipnotica dinanzi a lui. Prima aveva perso i suoi due Maestri, ed ora suo padre. Un dolore lacerante gli attraversò la mente: era nuovamente solo…
Non era così, si disse coraggiosamente, sua sorella ed i suoi amici lo aspettavano a pochi minuti di cammino, presso il villaggio arboreo. Poi, c’era lei.
Abbassò lo sguardo sulla giovane donna in piedi accanto a lui: una ragazza, in verità poco più che una bambina. I suoi immensi occhi d’argento avevano assunto inquietanti riflessi scarlatti mentre fissava le fiamme. Quegli occhi incredibili erano la sua caratteristica più spiccata, ciò che la rendeva riconoscibile da chiunque poiché solo lei, tra tutte le genti dell’Impero, li aveva di quel particolare colore non colore: argento lucido e levigato che rifletteva il mondo intorno a lei.
L’uomo ricordava chiaramente la prima volta che li aveva visti, anche se poi per lungo tempo non vi aveva più pensato, sembrava passato un tempo infinito, ma erano trascorsi solo quattro anni. Anche lei ricordava quell’incontro, era vivacemente impresso nella sua memoria. Il suo Maestro, le cui spoglie si consumavano sul rogo, le aveva detto, un giorno, che le proprie azioni avevano il potere di delineare il proprio destino e che, a volte, quelle azioni potevano rivelarsi punti cardine nella determinazione della propria strada.
Gli avvenimenti culminati con il primo incontro con quell’uomo erano, per lei, il più importante di quei ‘punti cardine’ di cui il suo Maestro le aveva parlato…

Tehuthi - la pira di Vader

Parte Prima – Una piccola luna nera

Le sirene d’allarme risuonavano per i corridoi metallici dello Star Destroyer mentre le vibrazioni prodotte dalle manovre ad alta velocità facevano tremare le paratie. Alla fine lo stridore improvviso di lamiere fece sussultare gli occupanti di una delle cabine della nave mentre il rumore dei motori andava smorzandosi.
Ci stiamo fermando.– disse uno dei cinque ragazzi.
Devono averla catturata.– assentì un altro riferendosi alla nave stellare che lo Star Destroier aveva fin li inseguito.
Troppa calma…– commentò quasi in un sussurro la ragazzina, l’unica femmina del gruppo, seduta presso un tavolo. Non fece in tempo a concludere la frase che due potenti esplosioni scossero il pavimento.
Cannone a ioni e blaster d’assalto.– li catalogò uno dei ragazzi – Hanno forzato le difese della Nave Ribelle.
Sempre che sia effettivamente una Nave Ribelle.– concluse il quarto.
Il mio Maestro non ha dubbi su questo: le trasmissioni con i dati rubati sono state inviate proprio a questa nave, Alek.– lo riprese lei.
Ciò non toglie che, forse, non è una Nave Ribelle: potrebbe solo trasportarene inconsapevolmente uno.
Falla finita.– lo zittì il primo.
Basta, Poor, non voglio che litighiate. Kris, Talo, scoprite cosa sta succedendo, per favore.– concluse la ragazzina rivolta agli altri due.
Sì, Altezza.
La ragazza si alzò raggiungendo la grande vetrata panoramica della stanza ed osservò affascinata il pianeta rosso ocra illuminato da due stelle gemelle presso la cui orbita si erano fermati.
Che pianeta è quello?– chiese rivolta ad Alek, l’esperto di cartografia stellare.
Tatooine.– rispose lui dopo averlo osservato un attimo assieme alle stelle che lo circondavano per orientarsi – E’ un pianeta di Libero Scambio governato dagli Hutt. A parte le tre grandi città portuali non c’è molto di interessante laggiù, solo malavita, povertà, sabbia e predoni.
E qualche sperduta fattoria per l’estrazione di umidità…– aggiunse Poor.

Un’ora dopo, seduta da sola nella stessa stanza, Tehuthi osservava rabbuiata lo schermo tridimensionale dell’holovisore su cui si rincorrevano le immagini di battaglia che il droide cronista stava destcrivendo: rivolte su Bejus.
Un piccolo manipolo di nativi aveva incendiato un deposito dell’Esercito Imperiale dando il via a numerose ritorsioni da parte delle autorità. Alla parola ‘rastrellamenti’ pronunciata dalla voce metallica e monocorde del droide la ragazzina arricciò il nasino impertinente mentre un brivido le scorreva lungo la schiena. Detestava quella parola e, soprattutto, detestava come faceva apparire tutti loro.
Con un sospiro spense l’holovisore e si voltò mentre la porta si apriva. Un’imponente figura avvolta in un fluente mantello nero si fece avanti dalla soglia portandosi al centro della stanza. Alto due metri, il fisico robusto inguainato in una tuta biomedica nera che lo manteneva in vita, il volto coperto da un elmo, anch’esso nero, con respiratore incorporato, il cui ritmico suono sibilante faceva accapponare la pelle anche ai più coraggiosi, lo rendevano un’apparizione terrificante. Terrore accresciuto, nei suoi nemici, anche dalla conoscenza degli immensi poteri che quell’uomo possedeva e non esitava ad usare. Ma invece di apparire spaventata, al suo ingresso, la ragazzina sorrise contenta e gli si affrettò incontro salutandolo con un lieve inchino.
Maestro, siete qui!– esclamò felice – E’ andato tutto bene?
Sotto la luce delle lampade ad incasso sul soffitto il lucido elmo di tensoplast che copriva il capo del visitatore brillò vagamente mentre l’uomo abbassava la testa per guardarla.
Sì, è andato bene, ed è stato fruttuoso.
Avete ritrovato le trasmissioni rubate?
Non ancora: probabilmente sono state inviate sul pianeta con un guscio di salvataggio. Ho mandato una squadra di recupero. Ed abbiamo alcuni ospiti a bordo.
Ribelli?– chiese lei preoccupata.
Simpatizzanti.– si avvicinò alla vetrata – La Senatrice Organa è tra questi ospiti.– disse.
La Principessa Leia? Non crederete davvero che sia una simpatizzante della Ribellione!– lui si voltò a guardarla – Maestro… La Principessa è una Senatrice dell’Impero!– concluse come se quel fatto negasse ogni possibile legame coi Ribelli.
E la rende quindi un’ottimo infiltrato nelle fila imperiali: chi meglio di una Senatrice può passare informazioni alla Ribellione?
Non… Non posso credere…– mormorò lei lasciandosi cadere su una sedia – Non è possibile. Non la Principessa di Alderaan.
L’uomo si avvicinò alla sua protetta e si piegò su un ginocchio per poterla guardare in viso.
Sei ancora giovane, Tehuthi, ed ingenua. La Principessa Leia è una traditrice ed è tempo che paghi per questo crimine.
Cosa farete?
Appena la squadra di ricerche che ho inviato sul pianeta avrà fatto rapporto ci muoveremo verso la nuova base Imperiale: il Governatore Tarkin deve interrogare la prigioniera. Forse riusciremo a scoprire dove si trova la base dei Ribelli e mettere fine una volta per tutte alla loro assurda esistenza.
Non vorrete… Intendete ucciderli?– chiese esitante.
In quel momento la porta della stanza si aprì ed un soldato si fece avanti scattando nel saluto.
Lord Vader, l’Ammiraglio le manda a dire che la pattuglia sulla superficie ha fatto rapporto.– disse.
Vengo subito.– lo congedò l’uomo nerovestito – Parleremo ancora più tardi.– disse alla ragazzina prima di lasciarla.

Sospesa nelle profondità dello spazio come una sfera senza peso la piccola luna nera sembrava solo un inerte corpo celeste. Impressione che andava svanendo mano a mano che lo Star Destroier si avvicinava alla base stellare, perché di questo si trattava, svelandone la superficie irregolare agli occhi di coloro che la osservavano.
In piedi presso l’ampia vetrata Tehuthi, attorniata dalle sue quattro guardie del corpo, osservava in silenzio la base sempre più vicina.
Dunque è quella la nuovissima base supersegreta.– disse infine.
Già, la Morte Nera… Devo dire che le hanno dato proprio un bel nome.– commentò ironico Alek.
Questa volta devo darti ragione…– assentì Poor.
Tehuthi si staccò dalla finestra andando a sedersi su uno dei soffici divanetti presenti nella stanza.
Non mi sorride l’idea di rivedere Tarkin, quell’uomo mi mette i brividi. Senza contare che è convinto di essere al di sopra del mio Maestro! Ma l’avete sentito durante la trasmissione di un’ora fa? Ha ordinato a Lord Vader di portargli i prigionieri. Al di la del fatto che glieli stiamo già portando, ha osato dare un ordine al braccio destro dell’Imperatore come se fosse l’ultimo dei suoi lacchè!
Ha sempre avuto manie di protagonismo ed il fatto che tuo padre l’abbia nominato Governatore lo fa sentire superiore a chiunque. Perfino più importante di te!– la prese in giro Talo.
Il grande pianeta verd’azzurro scintillava alla luce della sua stella cullato dall’immmensità dell’universo. Il pacifico e maestoso Alderaan dalle immense praterie in cui si innalzavano altre torri naturali, dalle montagne innevate costellate di laghi cristallini, dai profondi canyon in cui i suoi abitanti avevano nascosto le proprie città perché non turbassero l’armonia della natura si stagliava contro l’oscurità dello spazio.
Perché Tarkin avesse ordinato che la base raggiungesse l’orbita più esterna di quel pianeta era un mistero che turbava profondamente l’animo di Tehuthi. La Principessa di quel pianeta era loro prigioniera e per dieci giorni era stata interrogata senza sosta. Ma non aveva parlato, non aveva rivelato dove fosse situata la base dell’Alleanza Ribelle. Ed ora la Morte Nera orbitava intorno al suo patrio pianeta. Perché?
Tehuthi aveva un sospetto e quell’idea la sconvolgeva: possibile che Tarkin volesse minacciarla di aprire il fuoco su Alderaan? Pochi colpi di blaster d’attacco ben assestati avrebbero potuto distruggere ettari di quella natura che gli Alderaaniani amavano così tanto… Aveva colto brani di un’accesa discussione tra il suo Maestro ed il Governatore su quell’eventualità. Lord Vader era fortemente contrario ad aprire il fuoco contro il pianeta ma Tarkin aveva concluso che, tanto, una dimostrazione andava fatta.
Una dimostrazione di cosa? Si era chiesta lei. Non era la prima volta che una unità imperiale apriva il fuoco sulla superficie di un pianeta. Tehuthi era fermamente convinta che quella fosse una pratica da abolire: una civiltà degna di questo nome non agiva in quella maniera. Il suo Maestro le aveva spesso detto che a volte andavano prese misure estreme, ma lei continuava a non essere d’accordo. Lo aveva detto a Vader che, dopo qualche istante di silenzio, le aveva risposto che un giorno, quando avesse ereditato il trono di suo padre, avrebbe agito come meglio credeva, fino ad all’ora avrebbe dovuto restare in silenzio e fare tesoro di ogni esperienza.
Darth Vader era stato nominato tutore della piccola Principessa il giorno stesso della sua nascita.
L’istruzione era iniziata quando Tehuthi aveva appena tre anni: con pazienza e passione Vader l’aveva inoltrata nelle vie della Forza mostrandogliele, insegnandole ad usarla senza però forzarla a sceglierne uno dei lati.
L’aveva istruita, e continuava tutt’ora, alla conoscenza della Forza nella sua totalità, Lato Chiaro e Lato Oscuro lasciando che fosse lei a scegliere quale dei due seguire. Era stato presto evidente, per lui, che la bambina aveva una naturale sintonia con la parte benigna della Forza e che non sarebbe stato possibile convertirla al Lato Oscuro.
In virtù dell’amore paterno che quella creaturina aveva risvegliato nel suo cuore nero, aveva nascosto questa ‘mancanza’ all’Imperatore poiché sapeva che se quast’ultimo lo avesse anche solo immaginato, non avrebbe esitato a farla eliminare. ‘Debolezze’ come l’amore per una figlia o la compassione per una bambina non sfioravano il Padrone dell’Oscuro Signore dei Sith.

Tehuthi osservava il pianeta sottostante appoggiata presso la finestra. Il suo Maestro le aveva ordinato di ritirarsi appena la stazione da battaglie era uscita dall’iperspazio dicendole che l’avrebbe raggiunta più tardi. Con ogni probabilità in quel momento, qualche livello più in alto, Leia Organa veniva nuovamente interrogata sotto la minaccia di ritorsioni contro Alderaan.
Lei era andata a trovarla, due giorni prima, cercando di convincerla a collaborare, nella speranza di far cessare il tormento a cui la Senatrice era sottoposta e che la sua particolare sensibilità alla Forza le aveva rivelato. Ma Leia era stata irremovibile: non avrebbe mai tradito i suoi compagni, i suoi amici.
Non capisco, siete una Senatrice, perché avete tradito l’Impero?– aveva esclamato prima di andarsene.
Quanti anni avete?– le aveva chiesto Leia invece di rispondere.
Dodici.
Dodici…– aveva ripetuto con un mesto sorriso – Siete ancora troppo giovane per capire. Per sapere. Prego solo che un giorno possiate aprire gli occhi e vedere cosa è veramente l’Impero, Altezza. Quel giorno comprenderete anche le mie azioni.
Tehuthi era rimasta un attimo a guardarla poi, mormorato un saluto di circostanza, aveva lasciato il blocco di detenzione. Un greve ronzio accompagnato da un diffuso senso di pericolo la riscossero dai suoi pensieri. Si guardò intorno cercando la fonte del rumore quando si rese conto della forte vibrazione che scuoteva le paratie poi, improvvisamente, tutto fu silenzio e, sotto i suoi occhi, un fascio di accecante luce verde partì dalla stazione da battaglia centrando in pieno il pianeta che, dopo un istante, andò letteralmente in pezzi con un’immane esplosione.
Una forte perturbazione nella Forza le tolse il fiato mentre miliardi di voci terrorizzate rimbombarono per un momento nella sua testa prima di zittirsi. Per sempre.
Quasi incapace di respirare crollò in ginocchio boccheggiando mentre un acuto dolore le stringeva il petto e la consapevolezza di quello che era successo le inondava la mente: Alderaan era stato distrutto.
Non si accorse quasi dell’arrivo delle sue quattro guardie che, dotati di sensibilità alla Forza, sebbene non così spiccata come la sua, avevano avvertito la distruzione del Pianeta e, subito dopo, la sua disperazione. Poor la sollevò adagiandola sul divanetto.
Lacrime cocenti le inondavano gli occhi argentei mentre le immagini appena viste si ripetevano all’infinito nella sua mente.
Con calma, Tehuthi,– le sussurò all’orecchio Poor sostenendola – respira piano, coraggio. Così,– disse quando lei ubbidì – brava. Respira.
Con un immenso sforzo di volontà la ragazzina riprese il controllo di se finchè, in pochi minuti, fu in grado di alzarsi. Allora, copertasi il capo ed il volto con un velo come era solita fare prima di mostrarsi in pubblico, lasciò le proprie stanze e, accompagnata dai quattro ragazzi, si diresse verso il ponte di comando: Tarkin le doveva una spiegazione!
Era quasi arrivata quando vide il Governatore che, insieme a Lord Vader, si dirigeva verso la sala di comunicazione olografica e si accodò a loro. Appena le porte della sala si furono chiuse l’aria dinanzi a loro iniziò a sfrigolare finchè si materializzò l’immagine a mezzobusto dell’Imperatore.
Tehuthi sorrise sotto il velo: egli avrebbe punito Tarkin per quel folle gesto, ne era certa. Ascoltò disgustata il tono di voce arrogantemente condiscendente con cui il Governatore fece rapporto sull’accaduto e quando concluse il racconto della distruzione di Alderaan attese che l’Imperatore reagisse, si aspettava di vedere Tarkin accasciarsi a terra morto da un momento all’altro o di sentire l’Imperatore ordinare a Vader di eliminarlo, ma nulla di tutto questo accadde: dopo un momento di riflessione l’Imperatore guardò il Governatore:
Procedi con la distruzione della base Ribelle.– disse – E, Tarkin, la prossima volta avvisami prima di attivare il laser della Morte Nera e non dopo.
Sì, Vostra Altezza!– rispose il Governatore con un inchino.
L’immagine sparì e le luci della sala tornarono ad accendersi mentre le porte si aprivano. Tarkin uscì immediatamente diretto al ponte di comando, Vader fece per seguirlo ma si attardò un momento accanto a Tehuthi. – Non avresti dovuto assistere.– disse a bassa voce – Ci sono cose che non sai, che non puoi ancora capire… Torna nei tuoi appartamente, bambina, più tardi parleremo.- concluse lasciandola.
Dopo un momento Tehuthi si accinse ad obbedire ma, a metà strada, cambiò idea e si diresse al blocco di detenzione dove Leia attendeva la propria esecuzione. Nessuno dei quattro ragazzi che la accompagnava tentò di dissuaderla poiché la conoscevano da più di sette anni e sapevano che sarebbe stato inutile. Così come sapevano quanto profonda fosse la sua delusione nell’aver scoperto che l’Impero in cui lei credeva non esisteva…
Ci vollero due minuti buoni di discussione col comandante del blocco prima che le fosse permesso visitare la prigioniera ma, alla fine, la porta della cella di Leia si aprì per lasciarla entrare. I quattro ragazzi si misero di guardia fuori mentre la porta tornava a chiudersi.
Sono venuta a vedere se avete bisogno di nulla.– disse Tehuthi con finta noncuranza estrendo da una tasca dell’abito un piccolo oggetto nero che attivò – Ora, qualunque cosa noi diciamo, verrà distorta e trasformata in frasi banali e di circostanza: chi ascolta non può sentire ciò che diciamo veramente.– sollevò il velo rivelando l’angoscia dipinta sul suo viso e guardò Leia
Avevate ragione.– disse – Io non sapevo… Non avevo idea… Io…– si interruppe.
La Senatrice si avvicinò alla ragazzina e la fece sedere sulla branda mettendolesi accanto. – Lo so. Sono tre anni che ricopro il ruolo di Senatrice: so che eravate convinta che l’Impero fosse buono e giusto. Mi dispiace che abbiate dovuto scoprire la verità in questa maniera.-
Non è assurdo?– rise Tehuthi fra le lacrime – Voi che consolate me. Oggi avete assistito alla distruzione del vostro Pianeta e state consolando la figlia di colui che la resa possibile…– si prese il volto tra le mani – Mi dispiace…– disse fra i singhiozzi – Mi dispiace tanto.
Per quanto dolore provasse, Leia, non riuscì a non sentirsi triste per quella bambina che aveva perso tutte le sue illusioni. Le posò una mano sulla spalla cercando di confortarla. Leia si sentiva forte in quel momento perché sapeva che il suo dolore presto sarebbe finito, presto si sarebbe riunita ai suoi cari nella morte. Tehuthi invece sarebbe cresciuta col peso di tutte quelle vite sulle spalle e la consapevolezza di non aver potuto far nulla.
Poco dopo la più giovane si calmò ed alzò gli occhi ad incontrare quelli scuri della prigioniera.
Farò tutto ciò che posso per impedire la vostra esecuzione, Senatrice. Avete la mia parola.– disse.
Vi ringrazio, Altezza. Ma se non avrete successo non sentitevi in colpa: io non vi accuso di nulla e non vi serbo rancore.
Grazie, Principessa Leia.– si alzò e raggiunse la porta – Siete una persona buona, rimpiango solo di non avervi conosciuto meglio.– disse, poi spense il disturbatore riponendolo – Addio Leia Organa di Alderaan.– salutò prima di uscire.
Addio, piccola Principessa.– mormorò la prigioniera quando la porta si chiuse.

Le sirene d’allarme suonavano nuovamente da diversi minuti sovrastate a tratti da ordini perentori diffusi per i corridoi della base. Un’ora prima una nave che risultava essere ricercata era entrata nel quadrante ove, fino al giorno prima Alderaan regnava sovrano ed era stata catturata.
Ai primi controlli era risultata priva di passeggeri, una nave fantasma. Non era così. Gli allarmi erano scattati pochi minuti prima quando si era verificato un tafferuglio presso il blocco detentivo ove era rinchiusa Leia. Tehuthi aveva mandato i suoi quattro ragazzi alla ricerca di informazioni e, appena rimasta sola, aveva lasciato i suoi alloggi decisa ad intercettare la squadra di salvataggio ed aiutarla.
Camminava silenziosa e quasi invisibile per corridoi secondari quando si trovò dinanzi un uomo anziano avvolto in fluenti vesti che un tempo dovevano essere bianche, le spalle coperte da una lunga cappa marrone ed, in mano, l’impugnatura di una spada laser.
La ragazzina sgranò gli occhi stupita, l’uomo emanava un’aura luminosa di potere: la Forza era con lui.
Ci sono molte squadre di sorveglianza in questo settore.– gli disse a bassa voce. – Le sento.– rispose lui – Sto cercando il generatore del radiofaro che trattiene la nave catturata.– aggiunse dopo una piccola esitazione.
Tehuthi riflettè un momento poi gli fece segno di seguirla e lo condusse fino all’imbocco di un corridoio secondario.
La terza porta a sinistra: si trova in quel pozzo.– indicò.
Grazie, Principessa.
Mi conoscete?– chiese lei stupita – E vi siete fidato?– chiese ancora al suo cenno affermativo.
Il vostro cuore è limpido, bambina. La Forza risplende luminosa in voi.
Grazie.– sorrise – Fate attenzione: il mio Maestro è in giro…– lo avvisò prima di lasciarlo con un lieve inchino di saluto.
Tehuthi riprese a muoversi svelta verso il punto dove avvertiva la presenza di Leia. Poco prima aveva avvertito altre tre presenze accanto a lei: due umani ed un altro essere che non era riuscita a riconoscere. Ora sentiva che si erano separati: un umano e la creatura da una parte, la Principessa e l’altro umano dall’altra.
Si stupì di quanto luminosa fosse, nella Forza, la presenza della persona che accompagnava Leia e si affrettò loro incontro avvertendo che stavano smarrendo la strada per l’hangar. Raffiche di laser poco lontane l’avvertirono di essere quasi arrivata e, dopo l’ennesima svolta se li trovò davanti. Avevano appena superato una biforcazione svoltando nel corridoio dove si trovava lei: il corridoio sbagliato.
Tehuthi registrò in un istante i lineamenti affilati del ragazzo insieme a Leia, i suoi occhi incredibilmente azzurri ed i capelli biondi schiariti dalla luce di un sole. La Senatrice spalancò gli occhi vedendola e Tehuthi gli fece segno di tornare indietro.
Non di qua! Dovete prendere il corridoio di sinistra per arrivare alla nave. Sbrigatevi!– li incitò vedendoli esitare.
Grazie.– disse Leia – Andiamo Luke!– prese per un braccio il ragazzo e si misero a correre nella direzione indicatagli.
Tehuthi si attardò un attimo a guardarli e, mentre svoltavano nel corridoio giusto vide il ragazzo rallentare un momento e osservarla per un lungo istante. Ricambiò quello sguardo con un lieve sorriso un attimo prima che scomparisse dietro l’angolo quindi, svelta, si ritirò in un antro buio ed attese il passaggio della squadra il cui arrivo aveva avvertito.
Se non li avesse fermati, Leia ed il suo salvatore, gli sarebbero finiti addosso. Una sensazione di urgenza la pervase e, senza fermarsi a riflettere, svoltò in un piccolo passaggio discendente puntando anche lei verso l’hangar.
Giunse in un ampio corridoio e, ad una decina di metri da lei, vide il suo Maestro che, spada laser in mano, fronteggiava l’anziano uomo che lei aveva aiutato. – …Ora sono io il Maestro!– stava dicendo Vader.
Solo un Maestro del male, Darth.– rispose il vecchio.
Un istante dopo le lame si incrociarono e non ci fu più tempo per le parole.
I duellanti si spostarono verso l’accesso all’hangar e Tehuthi li seguì ad una certa distanza cercando di trovare una soluzione: non voleva che il suo Maestro uccidesse l’avversario. Ma prima che potesse decidersi ad intervenire l’anziano diede un’occhiata veloce alla nave catturata alla sua sinistra e, messa la spada in posizione di saluto, lasciò che la lama di Vader lo falciasse. Un cumulo di vesti vuote si afflosciò a terra sotto gli occhi increduli di Tehuthi: aveva sentito dire che se un Cavaliere Jedi moriva in pace con l’Universo e la Forza il suo corpo svaniva nel nulla. Ora lo aveva visto accadere.
Un grido d’angoscia risuonò nell’hangar allorchè il ragazzo la cui impronta era tanto luminosa realizzava la morte del vecchio. Lui e gli altri erano ormai prossimi alla rampa della nave ma si erano fermati un attimo vedendo il loro compagnio duellare. Tehuthi comprese che era loro che il vecchio aveva guardato prima di lasciarsi uccidere.
Non riuscì a vedere altro: raffiche di laser iniziarono a sibilare in tutte le direzioni e, Poor, comparso al suo fianco la trascinò in una rientranza del corridoio facendole scudo col proprio corpo finchè, decollata la nave ribelle, fu tutto finito. Tehuthi osservò il frenetico movimento dei soldati nel corridoio poi, dopo un attimo di esitazione, si avvicinò alle vesti appartenute al vecchio e, non vista, raccolse la sua spada laser.

In piedi sul ponte di osservazione della Princess Star, Tehuthi osservava la Morte Nera avviare i motori e prepararsi a seguire la nave ribelle fino al suo covo. Aveva scoperto che Tarkin l’aveva lasciata scappare perchè a bordo era stato nascosto un tracciatore: Leia ed i suoi compagni stavano portando, senza saperlo, la stazione da battaglia dritta verso la Base Ribelle.
Prima di partire, però, Vader le aveva ordinato di salire sulla Star, una delle tre navi che componevano la ‘Flotta della Principessa’ e tornare a Coruscant: lui l’avrebbe raggiunta li appena sistemati i ribelli.
Lei si apprestava ad obbedire, ma era preoccupata per il suo Maestro…

A bordo del Millenium Falcon Han Solo e Luke Skywalker, seduti in cabina di pilotaggio, discutevano di quello che era successo nelle ultime ore. Leia se ne era andata pochi minuti prima stizzita da un breve ma intenso diverbio col proprietario della nave: Solo. Luke, dal canto suo, riteneva che la Senatrice non avesse tutti i torti: l’altro aveva dimostrato un feroce cinismo sin da quando lo aveva incontrato, ancora su Tatooine.
Ripensare al suo pianeta lo intristì riportandogli alla mente le immagini della fattoria dove era cresciuto distrutta dalle fiamme, dei corpi carbonizzati dei suoi zii. Fino alla recentissima morte di Ben Kenobi, il Maestro Obi-Wan, che lo aveva preso sotto la sua protezione ed aveva iniziato ad addestrarlo come Jedi…
Nel tentativo di distrarsi lasciò la cabina dirigendosi verso la sala comune della nave alla ricerca di qualcosa da fare, qualche aggeggio da aggiustare: lui era bravo a riparare le cose. Ma non c’era nulla da fare, almeno nulla che si potesse riparare senza una lunga permanenza della nave in un bacino meccanico. Si sedette al tavolo immerso nei suoi cupi pensieri e fu raggiunto da Leia.
Parlarono per un po’ di argomenti fittizi poi, inevitabilmente, si ritrovarono a discutere della fuga dalla Morte Nera.
Chi era la bambina che ci ha aiutati?– chiese all’improvviso il ragazzo.
Si chiama Tehuthi. Tehuthi Palpatine…– rispose la Principessa dopo un attimo di esitazione.
La figlia dell’Imperatore?– esclamò incredulo Luke.
Sì, lei. Ha scoperto che l’Impero in cui credeva non è mai esistito. Non immaginavo che avrebbe avuto il coraggio di opporvisi attivamente: mi sbagliavo. Ci ha salvato la vita.
Già. Anche se non a tutti…– concluse mesto.
Leia gli passò un braccio dietro le spalle cercando di confortarlo sentendosi finalmente pervadere dal dolore per le proprie perdite: la sua famiglia non c’era più…

Non glielo stò chiedendo, Ammiraglio, glielo stò ordinando.– disse Tehuthi – Esca immediatamente dall’iperspazio ed inverta la rotta: ci dirigeremo verso la posizione della Morte Nera!
Altezza, Lord Vader mi ha dato l’ordine di condurvi al Centro Imperiale.
Ora non ha importanza: lei è il comandante della Flotta della Principessa ed io sono la Principessa! Esegua i miei ordini o la farò sollevare dall’incarico.
Comprendendo che la ragazzina non avrebbe esitato a mettere in pratica la minaccia l’uomo fece un lieve inchino poi si voltò per eseguire gli ordini della Principessa. Su un punto la giovane aveva ogni ragione: lui era al suo servizio, davanti ad un ordine diretto non poteva non obbedire. Tehuthi era angosciata, avvertiva nella Forza l’imminenza della battaglia e, con essa, della tragedia. Tarkin era avventato: certo della propria superiorità stava sottovalutando le forze ed il coraggio dei Ribelli mettendo a repentaglio la vita dei suoi uomini e quella di Vader. Questo, Tehuthi, non poteva permetterlo: doveva impedire che l’irreparabile accadesse al suo Maestro.

Sprofondato nella trance, Lord Darth Vader, sondava la Forza alla ricerca di una soluzione. La battaglia contro i Ribelli acquartierati sulla quarta luna di Yavin era stata un completo fallimento. Uno dei piloti Ribelli, in cui la Forza scorreva con inaspettata potenza, era riuscito a piazzare un colpo quasi impossibile distruggendo, con un singolo, misero missile, l’intera Base Imperiale.
Vader, che in quel momento si trovava nel proprio caccia, era stato scaraventato nelle profondità dello spazio dall’onda d’urto ed ora, intrappolato nel velivolo privo di potenza, vagava nel vuoto. Una luce nella Forza prese a brillare sempre più intensamente un attimo prima che uno Star Destroyer classe Imperial uscisse dall’iperspazio ad una decina di chilometri da lui.
Era il Prinsess Star. Vader sorrise sotto la maschera riconoscendo la nave della sua pupilla ed il sorriso si allargò comprendendo che la ragazzina aveva avvertito la sua difficoltà ad anni luce di distanza e con prescienza per poter essere già li: Tehuthi stava diventando sempre più potente.


Non dimenticate che potete trovare GuerreStellari.Net su FacebookInstagramTwitterTwitchYouTube e TikTok non solo per assistere, ma anche per partecipare attivamente alle nostre dirette con ospiti davvero speciali!

Vi ricordiamo inoltre che se siete dei veri appassionati di Star Wars ed amate il Fandom, potete liberamente seguirci ed intervenire con tanti altri appassionati sul nostro canale Telegram, il nostro canale Whatsapp e il nostro gruppo Facebook!

Exit mobile version