25 anni di Episodio I: perché è il migliore tra i Prequel di Star Wars

La lettera d'amore di Roberto Netracer a La Minaccia Fantasma

Il 19 Maggio 1999 usciva negli schermi Americani Star Wars Episodio I La minaccia fantasma.

Un film molto amato da diversi componenti della redazione di GuerreStellari.net e non solo… Infatti, la pellicola di George Lucas, dopo un esordio burrascoso, è stata rivalutata nel tempo. Il fandom ne riconosce il valore, come potrete leggere nella “lettera d’amore” scritta da Robert Netracer di IT.Fan.StarWars, che vi proponiamo qui di seguito. Buona lettura!

Episodio I: il migliore della Trilogia Prequel

“Il 19 maggio del 1999 uscì negli Stati Uniti Star Wars: Episode I – The Phantom Menace ovvero per noi italofoni Episodio I – La Minaccia Fantasma. Da noi uscì il 17 settembre del 1999 cioè circa 4 mesi dopo. Il film era stato caricato di molte attese e aspettative da parte dei fan. Ma siccome la gran parte di queste andarono deluse, il film ottenne molte critiche la gran parte delle quali immeritate. Molte si sono sfogate soprattutto su un personaggio in particolare e, cosa molto triste, sull’attore che lo aveva interpretato che ricevette perfino minacce di morte. Insomma qualcosa di assurdo.

In realtà secondo me è stato il film migliore della trilogia prequel, soprattutto sul piano narrativo, mentre i capitoli successivi hanno visto crescere azione e spettacolarità ma con molti meno contenuti dal punto di vista narrativo.

Episodio I: Qui Gon Jinn e Darth Maul

La forza, l’ordine Jedi e i Midichlorian

In Episodio I per la prima volta assistiamo a una visione diversa della Forza all’interno dell’ordine Jedi con il contrasto tra l’alto consiglio Jedi e Qui Gon Jinn. Non si tratta di un conflitto netto tra Lato Chiaro e Lato Oscuro, ma di due differenti approcci nell’interpretare il Lato Chiaro. E questo è senz’altro molto interessante, perché non abbiamo più visto questa divergenza di opinioni nei capitoli successivi. Molte delle cose che sappiamo sulla Forza le dobbiamo a questo film. Certo qualcuno ha mal digerito i midichlorian perché, a mio avviso, non ha compreso fino in fondo la vera rivoluzione culturale di Star Wars e che, cioè, non è un genere fantasy, ma un contenitore di generi. Proprio gli va stretto un paragone con il Signore degli Anelli. Star Wars contiene elementi di fantasy senza però per questo essere incatenato nel genere. Quindi i midichlorian non tolgono proprio nulla a Star Wars e non rendono meno “magica” la Forza. Sono una spiegazione molto logica del perché la Forza scorre potente nella famiglia Skywalker.

La Forza Vivente

La divisione tra il consiglio e Qui Gon verte sul peso che bisogna dare alla “Forza Vivente”. Infatti il Consiglio ritiene che concentrarsi sulle sofferenze dei singoli sia pericoloso. Creare una forte empatia verso il prossimo può portare il Jedi a un sovraccarico emotivo che può portare al Lato Oscuro. Il Consiglio, quindi, tende a concentrarsi soprattutto sulla “Forza Unificante”, cioè su una visione “aggregata” ragionando non per singoli individui, ma per collettività e anzi, distaccandosi proprio dai problemi dei singoli individui. L’idea di fondo del Consiglio è che concentrandosi sul bene collettivo si risolvano i problemi dei singoli individui, ma ciò non è per niente vero. In primo luogo perché ragionando per collettività si tende a ragionare per idee astratte e ideali e non si guarda al problema pratico. Pertanto il Consiglio dei Jedi tende a salvaguardare le istituzioni democratiche senza però accorgersi che sono scatole vuote. Si è creato un tale scollamento tra queste istituzioni e il popolo, che ormai sono solo una burocrazia che si auto perpetua e totalmente distante dai bisogni del popolo. 

Qui-Gon Jinn il ribelle

Questo conflitto tra il consiglio e Qui Gon si manifesta anche tra Qui Gon e il suo padawan Obi-Wan, padawan piuttosto in là con gli anni visto che ha 25 anni e che forse ambisce a una carriera all’interno dell’Ordine. Forse vede nel conflitto tra il suo Maestro e il Consiglio uno dei motivi per cui è ancora un padawan.

“Se tu seguissi il codice, faresti parte del Consiglio” è una frase che puoi dire solo se hai ambizioni in tal senso. Interessante nel rapporto tra Qui Gon e Obi-Wan che dopo tanti anni vissuti insieme, sembra fare delle obiezioni piuttosto strane. Ad esempio: “Ma il maestro Yoda ha detto di porre attenzione al futuro”, detta proprio a inizio del film, che sembra appunto indicare che Obi-Wan si sente confuso dal conflitto tra i due Maestri, ma tende a parteggiare per Yoda. Probabilmente perché vede nel conformarsi alla visione del Consiglio un modo per fare carriera nell’ordine.

Episodio I ci presenta la regola dei due

In questo film scopriamo che diventare Jedi non è una scelta. Sì, Yoda aveva detto che Luke era troppo vecchio per iniziare l’addestramento. Ma sentire il Consiglio respingere Anakin che ha solo 9 anni perché “è troppo vecchio” fa impressione. Sappiamo inoltre, da quello che dice Qui Gon a Shmi, che se Anakin fosse nato nei territori della Repubblica i Jedi lo avrebbero trovato molto prima. Quindi sappiamo che i Jedi selezionavano i membri da addestrare in base al loro potenziale, qualora questo si fosse manifestato in qualche modo. Negli altri film della Trilogia Prequel gli aspetti filosofici della Forza non saranno più sviluppati. Ormai c’è una sola visione, quella del consiglio alla quale anche Obi-Wan ha aderito. È sempre in questo film che si parla della profezia del prescelto e della regola dei due dei Sith, tutti aspetti che saranno determinanti. Probabilmente la questione del prescelto influenzerà negativamente sia Anakin che Obi-Wan. Il primo perché non si addestrava come avrebbe dovuto. Nella sua mente era convinto di essere superiore a Obi-Wan su molte cose e che il maestro ne fosse quindi geloso. Il secondo perché faceva finta di non vedere molte cose, nella convinzione che Anakin fosse destinato a distruggere i Sith.

Jar Jar Binks l’incompreso di Episodio I

La maggioranza delle critiche piovute su Episodio 1 sono dovute alla presenza di un personaggio goffo il cui scopo era comunque di “alleggerire” la trama per non darle un tono troppo serio. Ma in realtà Jar Jar è il personaggio in cui gran parte del mondo può riconoscersi. È l’eroe improponibile, un personaggio maldestro che nonostante tutto combatte una guerra più grande di lui. Jar Jar era semplicemente un tizio in cui Qui Gon si era imbattuto “per caso”… Ma siccome niente accade “per caso”, voleva dire che ci si era imbattuto per volere della Forza. E dato che in un certo senso Qui Gon lo ha messo nei guai, si sente in dovere di aiutarlo (poni la tua attenzione sulla Forza Vivente) e finisce per doverselo portare dietro. Lucas ha creato apposta questo personaggio per i bambini e perché mai, la Trilogia Prequel, doveva essere una cosa destinata solo agli adulti, quando la gran parte degli adulti erano dei bambini quando hanno visto la Trilogia Originale?

Alimentare i sogni dei bambini

Infatti, chi era un bambino durante gli anni della Trilogia Prequel o anche dopo, tutto questo astio nei confronti di Jar Jar non ce l’ha. Non bisogna mai uccidere il bambino che è in noi. Bisogna sempre ricordarsi di esserlo stati, soprattutto perché ogni film di Star Wars inizia con “Tanto tempo fa in una galassia lontana lontana…” che ricorda molto gli incipit delle favole.

Io penso che la pioggia di critiche arrivate a JarJar hanno comunque finito per incidere pesantemente sul personaggio nei capitoli successivi. Senza quelle critiche probabilmente Lucas non avrebbe reso Jar Jar responsabile dei poteri speciali a Palpatine nel film successivo, avrebbe trovato un altro espediente. Una cosa di cui sono contento è che dopo 25 anni Ahmed Best, l’attore che lo ha interpretato e che è stato perfino minacciato di morte e che aveva anche avuto pensieri suicidi per i commenti velenosi che gli hanno vomitato addosso, ha avuto il suo riscatto. 

A me piacerebbe che anche il personaggio avesse il suo riscatto, perché Jar Jar non è responsabile dell’inciviltà e della cattiveria della gente e non vedo perché costoro dovrebbero averla vinta.”


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