Concorso letterario: “Il Sogno di Naaki” di Marcello Durante (epilogo)

In occasione del venticinquesimo anniversario della creazione di GuerreStellari.net, è stato indetto il secondo Concorso Letterario, a cui ha partecipato anche il racconto “Il Sogno di Naaki”.

Il 15 giugno 2024, durante i festeggiamenti per il compleanno dello storico sito, i tre racconti che sono saliti sul podio decretato dalla Commissione Giudicatrice, sono stati premiati dalla Principessa Leia Organa, con l’assegnazione delle mitiche medaglie di “Star Wars: Una Nuova Speranza”.

Settimanalmente pubblicheremo tutti i racconti pervenuti. Questa settimana pubblichiamo la quinta e ultima parte del racconto secondo classificato di questa edizione del Concorso Letterario.

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IL SOGNO DI NAAKI di Marcello Durante (epilogo)

Redenzione

Ancora sconvolto dal suo gesto estremo, Radev iniziò ad accarezzare il volto spento di Naaki, chiedendole ripetutamente scusa. Le baciò la fronte sette volte, pronunciando ad alta voce il suo nome dopo ogni bacio, con un dolore straziante. Era stato costretto a liberarla da quell’oscurità a cui lui stesso l’aveva condannata. Aveva compreso fin troppo bene il Lato Oscuro ed era giunto alla conclusione che non fosse più possibile tornare indietro. La sua dolce Naaki era morta nel momento stesso in cui lei aveva assaporato il sinistro potere della Fids.

Mentre la nave scendeva verso la tentacolare megalopoli di Coruscant, Radev si sentì travolto da un’ondata di disperazione. Sopraffatto dal dolore, emise un urlo primordiale che sfiorò l’infinita corrente della Forza, facendola vibrare. Quel messaggio raggiunse anche Dela, mentre era accomodata sul trono forgiato con le ossa delle sue innumerevoli vittime, un macabro monumento alla sua crudeltà. La donna restò impassibile, ma la sua maschera crollò per terra frantumandosi a metà.

Nave nello spazioporto

Quando l’astronave atterrò nello spazioporto, Radev fu investito da un’ondata di sollievo. Barcollando, scese dall’abitacolo. I suoi occhi iniziarono a scrutare la folla che animava la piattaforma, alla ricerca di un volto amico. Ben presto, una figura familiare emerse dalla massa: era Mar EK, un maestro Jedi Cercavia che aveva ricevuto il suo messaggio di soccorso.

Mar EK era un umano di mezza età, dall’aspetto raffinato e dal sorriso facile. I suoi capelli castani, si mescolavano con la barba grigia, liscia come la seta. Indossava una veste bianca, con striature dorate che richiamavano lo stile dei Jedi di un’epoca passata.

Tempo addietro, Radev e Mar EK si erano conosciuti su Neoitota in circostanze avverse. Era stato proprio il Jedi a salvare la piccola Naaki dalle grinfie dei terribili mercenari incontrati sul Sentiero di Nor. Grazie al suo sostegno, Radev riuscì a  battezzare la figlia presso l’Altare Frantumato. Si servì di quel rituale per occultare la bambina allo sguardo vorace della madre e, allo stesso tempo, per allontanare da lei lo spettro del Lato Oscuro. Non era una pratica Jedi, ma il Cercavia approvò le sue intenzioni.

Mar EK era giunto su Neoitota indagando sui crimini commessi da Dyous. Nel giorno del Battesimo di Luce, strinse con il mercante un patto segreto, assoldandolo come spia. In cambio promise il supporto da parte dell’Ordine Jedi nella sua guerra contro Dela. Radev divenne una fonte inestimabile di informazioni per i Jedi, fornendo dettagli cruciali sulle sinistre macchinazioni di Dyous che si rivelarono di vitale importanza per le loro operazioni. Il Consiglio scelse di tollerare il commercio di Fids per monitorare l’apprendista Sith, che non era considerato un obiettivo prioritario. I Jedi desideravano ardentemente catturare il terribile Darth Anajma, che minacciava la stabilità della galassia e della Repubblica. Una strategia alquanto discutibile la loro, in quanto permettevano al Lato Oscuro di prosperare, facendosi strada tra gli individui influenti selezionati da Radev per la somministrazione della Fids.

A proposito di Dela, fu proprio il Jedi Cercavia, a chiarire a Radev diversi aspetti ambigui della sua tragica relazione d’amore. Gli svelò l’infausto motivo del trasferimento del Sith su Xacaful. Radev era ossessionato dal capire perché Dela lo avesse ingannato, simulando affetto per poi aggredire la piccola Naaki. Dyous non aveva mai voluto affrontare quell’argomento. “Ti suggerisco di stare lontano dai segreti di un Sith”, lo ammoniva ogni volta che tentava di strappargli la verità.

I Jedi avevano scoperto un’attitudine orripilante di Darth Anajma: era solita stabilirsi sui pianeti dove esisteva una vergenza di Lato Oscuro per sedurre uomini ignari e generare una prole da sacrificare al Lato Oscuro. Compiva quei macabri rituali per rafforzare il legame con il Lato Oscuro e ottenere maggior potere. Naaki, misteriosamente, era stata l’unica neonata a sopravvivere. 

La luce dei Jedi

Mar EK cercò di abbracciare Radev Orpett  per offrirgli conforto, ma lui respinse quel gesto, convinto di non meritare compassione. Si sentiva schiacciato dal peso del fallimento. Aveva fallito come padre, come uomo e, persino, come spia dei Jedi.

Con il cuore afflitto dalla tristezza, consegnò al Cercavia la spada laser di Dyous e la lama di Dela, ancora macchiata dal sangue di sua figlia. “È tutto finito” esclamò, trattenendo a stento le lacrime.

“Non è colpa tua, Radev. Siamo tutti vittime di una piaga che fa sanguinare la galassia da troppo tempo” rispose il Jedi. Ponendogli la mano sulla spalla, gli fece una promessa. “Continueremo a combattere per la Luce, per chi soffre, per Naaki…”

Il mercante lo ringraziò, per poi accorgersi di essersi dimenticato qualcosa di importante. Dopo aver frugato nelle proprie tasche, fece scivolare tra le mani di Mar EK due ampolle. “Queste sono le ultime scorte di Fids che ho trovato sulla nave. Te le affido.” Il Jedi nell’afferrarle provò un senso di stordimento. Percepì il Lato Oscuro riscaldare i polpastrelli delle sue dita per corromperlo. Ma riuscì a respingerlo immediatamente, con fermezza.

“Sono qui per consegnarmi alla giustizia dei Jedi” esclamò Radev, esprimendo il motivo del suo arrivo su Coruscant. “Prima di andare, avrei una richiesta da farti.” Nel pronunciare quelle parole, lanciò un ultimo sguardo verso la nave, dove riposava la sua bambina.


“Ti ascolto” gli rispose il Jedi incuriosito. Radev chinò la testa in segno di gratitudine. “Concedimi il permesso di celebrare un funerale per mia figlia Naaki e per i due Wookiee che mi hanno servito con lealtà. Erano uomini d’onore e meritano di essere ricordati come tali.”

Mar EK rimase in silenzio per un attimo, poi annuì. “La tua richiesta è comprensibile. Non ci sarà alcun problema.”

“Ho bisogno di un’ultima cosa” disse Radev, scuotendo la testa per trovare le parole giuste. “E poi c’è Lord Dyous… So che era un Sith, un vostro nemico e della Repubblica, ma non posso dimenticare quello che ha fatto per lei.”

Il Cercavia era a conoscenza di ogni sfumatura di quella vicenda. L’apprendista Sith aveva immolato ogni residuo di bontà per rianimare la neonata. Un atto che per un padre possiede un valore incommensurabile.

“Ci prenderemo cura anche di lui” gli assicurò Mar EK, sfoggiando un sorriso rassicurante. “I miei compagni si occuperanno di recuperare i corpi con il massimo rispetto!”

A bordo di uno speeder, si diressero verso il maestoso Tempio, dove Radev avrebbe affrontato il giudizio di coloro che un tempo avevano sostenuto la sua lealtà a un Signore dei Sith.

Nell’attesa di essere condotto nella sua nuova prigione,  Radev iniziò a roteare tra le dita l’anello d’ebano con striature d’oro appartenuto a Dela. Lo aveva preso con sé nella speranza di rescindere definitivamente il legame tra la sua bambina e il Lato Oscuro. In realtà, sentiva di dover espiare i suoi peccati indossando quel dannato cimelio. Gli avrebbe ricordato in eterno dell’immenso dolore che aveva causato a Naaki, trasformando la sua vita in un grande incubo.

Epilogo

Due giovani padawan Jedi, incaricati dal Consiglio, giunsero allo spazioporto a bordo di un trasporto di medie dimensioni. Con passo annoiato, si inoltrarono verso la nave di Radev, mormorando il loro disappunto per essere stati relegati al ruolo di semplici fattorini. Il loro compito era piuttosto semplice: recuperare i corpi dei caduti e trasportarli al Tempio per i riti funebri.


Varcata la soglia del velivolo, i due padawan si ritrovarono di fronte a una scena inaspettata. Secondo le informazioni ricevute, avrebbero dovuto trovare quattro cadaveri disposti all’esterno della plancia, avvolti in teli bianchi macchiati di sangue. Tuttavia, con loro grande sgomento, scoprirono che mancavano all’appello due corpi. All’interno della nave trovarono solo i due Wookiee, le cui teste erano state orribilmente decapitate. Non vi era alcuna traccia di Naaki e Dyous, il cui status di Signore dei Sith era a loro ignoto. Il Consiglio aveva preferito non divulgare troppi dettagli sulla vicenda, per evitare inutili allarmismi tra i Jedi. Increduli, i due giovani consultarono i registri di bordo, che confermarono che la nave era rimasta ferma nello spazioporto e che nessuno vi aveva avuto accesso. Non vi era alcuna traccia di violenza, nessuna porta forzata, né segni di intrusione. Perlustrarono ogni angolo, ma era come se i due cadaveri si fossero semplicemente dissolti nel nulla, lasciando dietro di sé un nuovo inquietante mistero…

Fine.


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