In occasione del venticinquesimo anniversario della creazione di GuerreStellari.net, è stato indetto il secondo Concorso Letterario, a cui ha partecipato anche il racconto “Un Nuovo Inizio”.
Il 15 giugno 2024, durante i festeggiamenti per il compleanno dello storico sito, i tre racconti che sono saliti sul podio decretato dalla Commissione Giudicatrice, sono stati premiati dalla Principessa Leia Organa, con l’assegnazione delle mitiche medaglie di “Star Wars: Una Nuova Speranza”.
Settimanalmente pubblicheremo tutti i racconti pervenuti. Questa settimana pubblichiamo la seconda parte del racconto quarto classificato di questa edizione del Concorso Letterario.
“UN NUOVO INIZIO” di Damiano Lollobrigida (II parte)
Capitolo 2
La visione
Nel mentre, naturalmente i due non erano fermi durante la loro lunga conversazione, stavano tornando al Falcon, dove avevano lasciato Chewbe, il quale probabilmente stava escogitando tattiche per umiliare Finn a scacchi, gli wookie non erano famosi per la loro calma e la loro sportività nell’accettare le sconfitte. Finalmente erano arrivati, ma qualcosa scosse Rey, una visione, un insieme di visioni, come non accadeva da diverso tempo, vedeva i suoi genitori, vedeva… Palpatine, ancora lui… un luogo oscuro, dove echeggiava la risata maligna dell’ex Imperatore, a cui Rey era legata con il sangue, ma non solo, in quanto Palpatine aveva risucchiato parte della sua energia vitale, e di Ben, della diade quindi, per ritornare in vita. Ma perché quella visione, perché quel luogo, dove si trovava. “Chewbe scusa, aspetta ancora un attimo, ho bisogno di altro tempo, Finn per favore resta con lui” disse Rey allontanandosi dalla nave, per tornare in mezzo a quella lunga distesa di sabbia. “Siate con me. Siate con me”, Rey era determinata, sapeva come trovare le risposte e chi avrebbe potuto fornirgliele. Prima ancora di aprire gli occhi, Rey sentì una presenza: “so perché mi hai condotto qui. Non c’entrava tutta la storia del mio inizio e le cose che mi hai raccontato, volevi mandarmi in quel luogo. Perché?” e ora aprì gli occhi. Davanti a sé aveva il fantasma di Luke Skywalker, che le rispose: “hai ragione, volevo che trovassi quel luogo, ma il resto non cambia, è il tuo inizio, sono le tue origini. Devi affrontarle, non basta autoproclamarsi Skywalker per esserlo, per quanto nessun’altra persona nella galassia sia più degna di te di portare quel cognome. Noi tutti abbiamo affrontato le nostre paure, anche tu hai affrontato e superato tantissime cose nella tua vita, ma pensaci bene, il fatto di non essere nessuno, di non avere una storia, ti accompagna da quando hai 6 anni, da quando sei stata abbandonata su Jakku senza che ancora sapessi il perché, dopo aver scoperto le tue origini, non hai avuto tutto questo tempo per elaborare e affrontare la cosa, quindi ti invito a farlo ora. Affrontare la paura è il destino di ogni Jedi, fallo e il tuo viaggio sarà concluso, sarai davvero una Jedi al 100%”.
Luke scomparse dopo quel lungo discorso, le parole erano state tante, ma le informazioni poche, come avrebbe trovato quel luogo e poi, che cosa rappresentava, cosa c’era all’interno di quella struttura, che sembrava essere una sorta di Osservatorio. Per la seconda risposta Rey avrebbe dovuto attendere, per la prima si sarebbe lasciata guidare dalla Forza, non sapeva come e perché ma era sicura che avrebbe trovato la strada verso quel luogo se si fosse abbandonata totalmente alla Forza. Così fece, stavolta Chewbe era seduto al suo fianco, mentre Finn era in piedi dietro le loro postazioni, non parlò troppo con loro di quella missione, ma li informò che sarebbero andati in un luogo dove avrebbe scoperto diverse cose.
L’osservatorio
Viaggiarono per diverse ore, finché non lo videro: l’osservatorio! Era proprio come nelle visioni avute da Rey, si sentiva già da lontano una forza oscura, era Palpatine. Era morto, c’erano pochi dubbi su questo, ma in qualche modo quel luogo era carico del suo spirito oscuro, doveva significare qualcosa per lui.
Atterrarono lì vicino, stavolta Chewbe accompagnò i due ragazzi ed entrò anche lui nell’osservatorio. I tre camminarono per diversi minuti invano senza trovare nulla di rilevante davanti a loro, ma salendo sempre di più arrivarono in una stanza con dei computer.
Erano ancora funzionanti, Rey ne accese uno e quello che vide fu una sorpresa: anni e anni prima della caduta dell’Impero e quindi ancora più anni prima della nascita di Rey, l’imperatore aveva già programmato tutto, sapeva che l’Impero sarebbe caduto, sapeva anche come ricostruirlo, partendo dalla sua definitiva distruzione, fino alla nascita di qualcosa di nuovo da cui ricostruire tutto quanto: quello che sarebbe poi stato il Primo Ordine.
I piani dell’Imperatore
Erano sicuramente informazioni sconosciute e di una importanza notevole, ma Rey ancora non capiva in che modo tutto questo si collegasse a lei, in che modo l’avrebbe aiutata a superare e ad affrontare le sue paure più nascoste, evidentemente doveva esserci altro. Magari avrebbe scoperto qualcosa all’interno degli altri computer presenti in quella stanza. Chiese così Chewbe, che ne stava scrutando un altro, ma le informazioni presenti non erano troppo diverse da quelle già viste da Rey, Finn però chiamò l’attenzione di Rey, che chiese al ragazzo: “tu lo sapevi Finn? Sapevi l’intero piano di Palpatine per ricostruire l’Impero?”. Finn la guardò e rispose: “io ero solo un soldato, non dovevo sapere niente, dovevo solo eseguire gli ordini. E prima ancora ero solo un bambino strappato alla sua famiglia, no, non sapevo niente di tutto questo, non so neanche se il capitano Phasma lo sapesse, forse Hux, non so Kylo Ren, Ben, scusami” credeva che in qualche modo l’avesse ferita non riferendosi a Ben Solo con il suo vero nome, ma non c’erano problemi, in quel momento Ben Solo era sotterrato da questo oscuro Kylo Ren, era giusto chiamarlo così. Quello che non era chiaro a Rey era perché Finn avesse richiamato la sua attenzione, ma lui le fece vedere: “guarda qui. Neanche di questo sapevo niente, dai un’occhiata. Progetto Necromante”.
Progetto Necromante
Rey non aveva mai sentito naturalmente di quel progetto, come non aveva sentito mai nulla in generale riguardo suo “nonno”. Si mise quindi a curiosare: “scienze proibite, la clonazione dei midi-chlorian, segreti che conoscono solo i sith…” disse sospirando, Finn le chiese spiegazioni. Rey lo guardò sbalordita e gli disse: “aveva pianificato tutto, non solo il Primo Ordine, ma anche il suo ritorno. Con la creazione di cloni e di corpi dove trasferire il suo spirito, era ancora l’età imperiale, tutte queste cose seppur approfondite restavano teoriche, ma l’ha fatto, c’è riuscito. Non completamente, perché io ho visto il suo corpo, era devastato e decadente, ma chissà come riusciva ad usare la Forza, si era di fatto clonato come aveva progettato da anni, prima ancora di essere tradito da Vader, prima ancora che l’Impero crollasse, era già tutto studiato da anni, ma allora…”, Rey fu interrotta da Chewbe che richiamò la sua attenzione sventolandole davanti un libro. “I segreti dei sith” disse Rey, non capendo di cosa si trattasse, ma dalle prime pagine era già tutto chiaro, si trattava di una sorta di diario dell’Imperatore, esatto di Palpatine stesso. Forse era quello il motivo per cui Luke l’aveva fatta andare lì, toccando quel diario Rey ebbe una sensazione, la stessa provata dopo aver scagliato i fulmini nel deserto di Pasaana, quando credeva di aver ucciso Chewbe, al quale rivolse uno sguardo d’affetto, per fortuna invece lui era ancora lì con loro. Sentiva di non aver bisogno di altro, aveva già tra le mani tutto quello di cui avesse bisogno. I tre poterono tornare sul Falcon, per tornare… dove esattamente? Rey mostrò a Finn il libro e gli disse: “credo di doverlo leggere, solo che ho bisogno di tempo, che cosa facciamo?”. “Rrrruuuuarrrr” rispose Chewbe, attirando l’attenzione di Finn: “taverne? Su Jakku? Ne esistono?”. A quanto pare sì, piccola, sperduta ed insignificante, ma esisteva, Finn e Chewbe sarebbero andati lì per lasciare a Rey un po’ di tempo per le sue cose.
Dopo un po’ di giri a vuoto, trovarono la taverna e atterrarono lì vicino, i due salutarono Rey.
“Dici che hanno gli scacchi?” chiese Finn a lo wookie, “rrrruuuaarrrr” disse lui.
Rey era sola, aveva del tempo per poter leggere almeno qualcosa di quel libro, non lo avrebbe letto tutto, Finn e Chewbe sarebbero stati cacciati dalla taverna dopo tutto quel tempo.
Il diario dei Sith
Rey si mise a leggere quel diario oscuro, Palpatine scriveva in quelle pagine i suoi pensieri, o meglio le sue pianificazioni, tutto era proiettato verso un futuro ancora non definito nel tempo, ma più o meno imminente a legger le sue parole, si lamentava di come gli esperimenti andassero a rilento, “l’ora è sempre più prossima e tutto ciò che abbiamo prodotto è un abominio incapace di utilizzare la forza, oltre a essere force user, incapaci di contenere la mia essenza, ho paura che la nostra scienza possa essere limitata, ci sarà bisogno di altro”. Dunque, seppur Palpatine stesse programmando già tutto nei minimi dettagli, sembrava mancare ancora qualche tassello, probabilmente non sarebbe mai arrivato il giorno risolutivo, viste le complicazioni del corpo dello stesso Palpatine su Exegol, pianeta tra l’altro che veniva citato più volte sia in quel diario, ma anche negli archivi di quei computer analizzati poco prima. Rey era molto incuriosita da un termine utilizzato da Palpatine, “abominio” riferendosi a qualcuno o a qualcosa. Andando avanti la ragazza continuò a leggere solo di continue lamentele da parte dell’imperatore: “la clonazione continua ad andare a rilento, nessun corpo è adatto, i migliori perdono le loro funzionalità in pochi giorni, i peggiori neanche sono completamente formati, per assurdo l’esperimento riuscito al meglio era proprio quell’abominio incapace di alzare anche solo un sassolino, oltre a un altro corpo force user, ma di condizioni fisiche precarie, per lui avevo già dei piani in mente, mi sarebbe tornato molto utile in futuro. Ma l’abominio, cosa farci con lui… forse… poteva essermi utile in qualche modo, non con il suo corpo, ma con la sua… discendenza. Certo! Un suo figlio avrebbe potuto possedere le capacità e le sensibilità sia per utilizzare la Forza, ma soprattutto per contenere il mio spirito, è quello che farò. Lo lascerò libero, che si allontani, che faccia figli, per consegnarmi un degno erede”.
Il nuovo inizio dell’abominio
Rey non continuò a leggere, aveva già capito, quella specie di “abominio” come continuava a ripetere, lasciato andare per generare un erede, forse era… suo padre. Non si era ribellato realmente al suo “creatore”, era stato solo lasciato andare. Quella che sapeva Rey era dunque una menzogna, ma no, i suoi genitori si sono comunque ribellati, l’hanno protetta, l’hanno salvata, non sono mai stati al servizio di Palpatine, quello che hanno fatto per lui lo hanno fatto inconsapevolmente. Rey può continuare a essere grata ai suoi genitori, i pensieri negativi la attraversarono solo per un istante. Va bene, quindi forse era questo che Skywalker voleva far sapere a Rey, mancavano ancora tante pagine ma per il momento quanto letto era più che sufficiente, Rey entrò nella taverna per cercare i suoi amici, Chewbe stava litigando con il proprietario del locale, Finn stava provando invano a fermarlo, finendo scaraventato a terra. I soliti ragazzi… pensò Rey, che decise di intervenire rivolgendosi al proprietario della taverna: “è tutto risolto. Puoi lasciar andare questo wookie e tornerai a pensare ai tuoi affari”. Il giovane duros smise di discutere e ripetè: “nessun problema, è tutto risolto. Questo wookie può andare liberamente, io penserò ai miei affari come sempre”. Questo semplice trucco Jedi funzionava sempre, i tre poterono finalmente andarsene senza problemi. Saliti sul Falcon Finn chiese a Rey: “allora, scoperto qualcosa?”, la ragazza, impegnata a pilotare la nave, rispose con un semplice: “sì, e no, ho scoperto quel che bastava, ragazzi, ora dove andiamo?”. Finn ci pensò su ed ebbe un’illuminazione: “Rey, hai detto che devo iniziare il mio addestramento per capire il mio legame con la Forza, quindi perché non andare su quel pianeta… sì quello della mappa per Skywalker”. Tornare su Ahch-To? Non era una cosa a cui Rey aveva pensato dopo quell’ultima volta a bordo del caccia di Ben, avrebbe avuto senso? Ci pensò un attimo, ma rispose: “è sicuramente un posto adatto per iniziare, ma credo che dovrai iniziare da qualche altra parte. Hai già iniziato su Jakku, un posto che avevo lasciato, ma non con le stesse sensazioni con cui ho lasciato Ahch-To, si era compiuto un qualcosa, avevo fatto ritorno per mettere fine a tutto e ne sono uscita per fare la stessa cosa ma in termini positivi, il mio legame si è chiuso. Con Jakku non si era mai chiuso, l’avevo lasciato senza sapere niente, senza sapere se e quando avrei mai fatto ritorno, mentre tutto ciò che era successo in quegli anni ancora restava sospeso nella mie memoria, il cerchio l’ho di fatto chiuso ritornandoci, trovando la pace e la serenità in un luogo così ostile per me. Per te invece quale può essere un luogo, oltre Jakku, da dove poter ripartire?”.
Questioni irrisolte
La ragazza aveva fatto veramente un bel discorso, molto profondo, ma Finn non aveva una vera e propria risposta, quindi iniziò a ragionare: “io credo… il pianeta dove sono nato, quello da dove il Primo Ordine mi ha strappato alla mia famiglia. C’è solo un problema… ero piccolo… non ricordo quale pianeta fosse…”
La risposta lasciò spiazzata Rey, sia perché non se l’aspettava, ma anche perché di fatto lasciava ancora tutto in sospeso. Ad un certo punto si udì “rrrruuuuaaarrr” e sia che Rey che Finn rimasero colpiti: “casa? Cosa intendi Chewbe?”. Il gigante peloso continuò a parlare: “rrrrruuuuarrrr, rrrrrruuuaaaaarr, rrruuuuaaaar”. Kashyyyk, il suo pianeta di origine, Chewbe non ci tornava da tanto tempo, a quanto diceva. Rey stava pensando a come potesse essere d’aiuto anche a Finn, nel mentre lo stesso Chewbe gridò “rrruuuaaaaarrr, rruuuaarrrrrrrrrr”. Quindi c’era molto verde ed era un buon posto dove poter meditare in libertà, queste parole di Chewbe convinsero Rey, sarebbero partiti per Kashyyyk. Finn chiese a Rey: “sicura che sia il posto giusto per un nuovo inizio?”. Rey, sempre impegnata a pilotare, rispose: “no, non lo sono. Però è importante per Chewbe, può tornare a casa, non so se abbia o meno una famiglia, ma è comunque casa. Potrebbe essere anche un buon posto per noi chi lo sa, ma intanto facciamolo per Chewbe, magari può avere un nuovo inizio anche lui”.
Dopo l’ennesimo lungo viaggio i tre atterrarono su Kashyyyk, Chewbe chiese di esser lasciato nei pressi di una piccola città al fianco di una grossa foresta, dove sarebbero poi andati Rey e Finn.
Kashyyyk
I tre si salutarono quindi, Rey e Finn entrarono dentro questa profonda foresta, composta da alberi molto alti, chissà che non potessero essere d’aiuto, ma era decisamente troppo presto per quello che aveva in mente Rey, che invece decise di rivolgersi a Finn: “allora, eccoci qua, continuiamo il lavoro che abbiamo iniziato, adesso l’ambiente è diverso, prova a immergerti nella natura, prova a sentire l’energia di questo pianeta”. Finn chiuse così gli occhi e provò a fare quello che le aveva appena detto la sua maestra, anche stavolta ci volle un po’, nei primi momenti Finn proprio non riusciva a percepire niente, solo dopo molto tempo riuscì a sentire quello che le aveva detto Rey, così soddisfatto le disse: “ci sono, ci sto riuscendo, sento le stesse sensazioni di Jakku, ma diverse, è tutto diverso, gli alberi, le foglie, i ruscelli, la pace, avverto anche questo, pace. Avverto che non c’è stata sempre questa sensazione sul pianeta, il contrario, ma ora è un posto libero, sereno” e aprì gli occhi. Rey era molto contenta dei progressi di Finn, stava riuscendo realmente ad abbracciare e a far sue le sensazioni derivanti dall’ambiente esterno. Iniziò a scendere qualche goccia di pioggia, che arrivavano passando prima dalle numerose foglie. A Rey venne un’idea: “Finn, la senti la pioggia? Prova in un primo momento a lasciare che ti attraversi senza alcuna resistenza, fisica o mentale, provaci, quando hai raggiunto un equilibrio, blocca tutte le sensazioni, cerca di fermare quel momento. Vai”, l’obiettivo di Rey era molto ambizioso, era curiosa di vedere se Finn sarebbe riuscito a bloccare la pioggia attingendo alla Forza. L’esperimento ebbe inizio: Rey osservava il suo amico, sembrava inizialmente turbato, segno che ancora non stava riuscendo nel compito, per poi tranquillizzarsi, Rey avrebbe aspettato qualche minuto con Finn in quella situazione per dirgli: “vai!” e Finn provò con tutto se stesso a fare quella cosa, ma niente, ci provava e riprovava, ma niente ancora. “Basta così Finn, per oggi basta, torniamo da Chewbe”. Chewbe, stava bene, era sereno, si sentiva finalmente al sicuro da ogni pericolo, Finn riusciva a sentire tutto questo, lo disse immediatamente a Rey, che sorpresa gli rispose: “molto bene. Sarò sincera, da quel che ho visto probabilmente non sei in grado di attingere alla Forza come faccio ad esempio io, non ti vedrò mai sollevare rocce mi dispiace. Però il tuo legame con essa è notevolmente forte, la Forza scorre nelle tue vene in modo fluido, è già tanto fidati. Se vorrai continueremo il nostro percorso, anche solo qualche volta, magari potrai dimostrare che mi sbaglio, che sei più potente di quanto immagino”. Finn non sapeva come reagire, non aveva mai creduto di poter utilizzare la Forza, ma allo stesso tempo, una volta appurato il suo legame con essa, sarebbe stato quantomeno divertente imparare ad usarla, ma non era ancora il tempo. Ora testa a Chewbe. Finn e Rey ne parlarono prima loro due, poi con Chewbe stesso quando arrivarono da lui, non aveva senso interrompere quella sensazione di quiete che stava provando Chewbe finalmente, alla fine Kashyyyk era il suo mondo, la sua casa, la cosa corretta sarebbe stata lasciare che il loro amico continuasse lì la sua vita, fino a quando avrebbe voluto. Chewbe ringraziò abbracciandoli, poi Rey e Finn tornarono sul Falcon per tornare alla Base della Resistenza, non sapendo dove andare, almeno era un posto sicuro dove soggiornare.
Nuovo inizio per Chewbe
Rey accese i motori per l’ennesima volta per un altro viaggio, stavolta Finn si mise seduto al suo fianco, non essendoci più alcun co-pilota, motivo per cui la ragazza gli disse: “tranquillo, è una rotta comoda e sicura, non devi fare niente, puoi stare qui accanto a me sereno”. Finn si limitò ad annuire e poi guardò nel vuoto dello spazio aperto, riflettendo ad alta voce: “quanto è vasta la galassia, da qualche parte c’è il mio pianeta di origine, ma dove? Rey… credi che con altre lezioni ed altri insegnamenti “da Jedi”, potrei essere in grado di scoprire qualcosa di più sul mio pianeta d’origine?”. Una bella domanda, alla quale Rey non aveva una reale risposta: “non ti so dire, sono molto più avanti di te, sono la tua maestra, quello che vuoi, ma la mia conoscenza della Forza è ancora basilare e limitata, non so fino a che punto possano estendersi questi poteri che noi abbiamo, ti posso parlare per esperienza personale, ma lo hai sperimentato anche tu: sicuramente il legame con alcuni luoghi, traumatici e non, è talmente forte che siamo portati a tornarci con la mente e con le nostre energie, ma difficile che in questi ricordi ci siano delle targhette con scritto “eri su questo pianeta con questo nome”, mi dispiace”. Finn era diviso, da una parte c’era tanta curiosità di sapere di più sul suo passato, di riabbracciare i suoi genitori, se ancora in vita, ma dall’altra… era talmente piccolo… aveva senso voler ritornare in un posto di cui forse neanche conservava un reale ricordo? Forse no, e la famiglia… la sua famiglia era lì, Rey, Poe, Chewbe, anche se ormai un componente se ne era andato. Avrebbe avuto tempo per pensarci su, ma ora erano di nuovo tornati alla Base. Stavolta non ci fu Poe ad accoglierli, ma bensì BB-8. Rey sorrise e corse verso il droide: “ciao BB, come stai, aspetta, ti sistemo l’antenna. Ecco fatto”, il droide rispose con gratitudine, mentre Finn chiese: “BB, dov’è Poe?”, stava dormendo, a detta di BB-8, questi continui sbalzi di pianeti avevano fatto perdere la concezione del tempo ai ragazzi, ma presumibilmente era il primo pomeriggio, Poe stava dunque facendo la sua classica dormita del dopo pranzo, “se la fa ogni volta, è un classico” disse Finn a Rey, la quale ora su quel pianeta aveva tutto il tempo per continuare a leggere quel diario di Palpatine, “I segreti dei Sith”.
[continua…]
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