In occasione del venticinquesimo anniversario della creazione di GuerreStellari.net, è stato indetto il secondo Concorso Letterario, a cui ha partecipato anche il racconto “Il Riscatto dei Sith”.
Il 15 giugno 2024, durante i festeggiamenti per il compleanno dello storico sito, i tre racconti che sono saliti sul podio decretato dalla Commissione Giudicatrice, sono stati premiati dalla Principessa Leia Organa, con l’assegnazione delle mitiche medaglie di “Star Wars: Una Nuova Speranza”.
Settimanalmente pubblicheremo tutti i racconti pervenuti. Questa settimana pubblichiamo la seconda parte del racconto quinto classificato di questa edizione del Concorso Letterario.
“IL RISCATTO DEI SITH” di Serena Zeminian (II parte)
Bussarono alla porta della mia stanza e poco prima di entrare una voce disse:”Darth Taipan, sapevamo che eravate qui per la notte.
Noi siamo pronti e attendiamo i vostri ordini.”
Era arrivato l’esercito di cloni che mi affiancò il consigliere Vanee.
“Finalmente,” risposi compiaciuta.
Accorsi con entusiasmo verso la porta e l’aprii con uno scatto.
All’uscio trovai il capitano Rex mentre teneva il suo casco sotto braccio come segno di riguardo giacché stava conversando con una signora dei Sith.
Appena lo guardai il capitano si mise sull’attenti.
“Capitano Rex.”
Il clone mi porse gentilmente un sacco di juta dal quale all’interno c’erano alcuni dei miei effetti personali.
“Quando sarà pronta e si sarà sistemata partiremo.”
“Certo capitano, ma vi posso concedere un poco di tempo per rifocillarvi.
Lo farò anche io visto che è da ieri che non mangio un pasto decente.”
“Si signora, non ci sono problemi.”
Rex fece il saluto alla militare e si congedò raggiungendo i suoi compagni.
Intanto mi rinchiusi nella mia stanza e slacciai la corda che teneva chiusa la sacca di juta.
All’interno trovai il mio bellissimo completo con tanto di mantello con il cappuccio e il simbolo dell’impero galattico cucito sopra, da una parte.
Le scarpe in pelle nera, la cintura insieme alle capsule e vari contenitori di cuoio.
C’era qualcosa da mangiare incellofanato e da bere in una bottiglia termica.
“Le mie lightsaber!!” Esultai felice dopo averle trovate in fondo alla sacca.
Mi cambiai d’abito, mi sistemai e dopo aver mangiato fui pronta.
Anche i cloni, il plotone, allo stesso modo, appena feci la mia comparsa si alzarono tutti in piedi.
“Ebbene signori miei, in marcia.”
“Come impostiamo la rotta?” Domandò curioso Rex camminando fianco a fianco.
“Alle rovine del deserto settentrionale.”
“Perfetto, saremo lì in un lampo.
Avete sentito compagni? Si va alle rovine!!”
Affrontammo il viaggio salendo a bordo dei nostri shuttle e caccia imperiali attivando la protezione invisibile per giungere sul luogo designato il prima possibile.
Tutta questa calma apparente e questo “filare liscio come l’olio” destava in me dei forti sospetti.
Non abbassai la guardia dato che prevenire è meglio che curare.
Scesi alle rovine misi in guardia il mio plotone.
“Tenete gli occhi bene aperti, qui c’è troppa tranquillità e non mi piace affatto.”
Entrammo nel villaggio con le dimore in pietra giallognola di forma differente, cupole, quadrate, singole o attaccate insieme tipo condominio e dalle porte e finestre grezze ,impoverite.
La maggior parte di quelle dimore avevano delle scale esterne attaccate all’entrata principale, il tutto era rigorosamente in pietra imponente.
Distese aride e con dei vaporizzatori d’acqua piazzati qua e là sulla sabbia del deserto.
“Aumentiamo il passo, forza!!” Gridai determinata.
Appena varcai un arco con ai lati alcune abitazioni massivi e ammassate tra loro, i miei sospetti presero il sopravvento.
“Una imboscata!!”Urlò a perdifiato il capitano Rex impugnando all’istante il suo blaster.
L’intero plotone si mise sulla difensiva e anch’essi estrassero le loro armi.
“Me lo aspettavo, cloni all’attacco!!” Urlai a mia volta adirata e afferrando con destrezza entrambe le mie spade laser.
“Credevi che al tuo arrivo ti avremmo accolta a braccia aperte?”
“Contro attaccate e non lasciateli passare!!”
Riconobbi quelle voci, chi altro poteva essere se non di Shaak Ti e C Trebor?
“Siete prevedibili ormai, non avrò alcuna pietà!!”
Insieme a loro, altri sporchi Jedi che notai con la coda dell’occhio erano Agen Kolar e Adi Gallia intenti a combattere con ardore contro i miei cloni.
“Siamo al corrente della tua evasione, a noi non sfugge mai nulla.
Sappiamo le tue reali intenzioni e le tue malefatte.
Noi te lo impediremo con la vita,” ribadì Shaak Ti mentre cozzava la sua lightsaber contro le mie.
“Non mi fate paura loschi Jedi, siete solo zavorra.”
Combattevo con una tale foga e una tale ira proprio con l’intenzione di ucciderli.
Lo scontro continuò a suon di colpi di blaster e rumori prodotte dalle spade laser.
Furono rumori e colpi assordanti e la battaglia alle rovine si intensificò sempre di più.
Ci furono parecchie perdite da entrambe le parti, in molti caddero a terra per mai più rialzarsi.
Il capitano Rex resisteva e sapeva quello che faceva, era un valoroso combattente e una buona parte del mio plotone seppur malconcio affrontarono con lealtà il conflitto.
“Perché persisti ad omaggiare il lato oscuro? Perché ti ostini a servire Palpatine? L’ammirazione che provi nei suoi confronti è mal risposta.
La tua vista è accecata dalle sue false lusinghe e promesse.”
“Non accetto paternali da te Shaak Ti, e da nessuno di voi.”
“Sei folle Darth Taipan a continuare a intraprendere questo cammino travagliato. Stai pur certa che Palpatine ti sostituirà, per lui non hai alcun valore.”
“Ti userà e ti spremerà come un limone e una volta che sarai vecchia ti getterà via come una scarpa malconcia.
E sai il perché lo farà? Lui vuole sempre carne giovane da mettere sul fuoco.”
“Sciacquatevi la bocca prima di parlare di lui!! Voi non sapete nulla di cosa ha fatto per me e quando sarò vecchia mi farò da parte come deve essere. È il corso naturale della vita. Queste sono solo delle supposizioni, calunnie di voi bugiardi!!
Ed ora soffocate nel vostro veleno!!”
Stavo per colpire Shaak Ti con un fendente improvviso e fui avvantaggiata avendo due spade laser quando si parò davanti C Trebor.
“Noooo!!”
Colpì lui al posto di Shaak Ti e centrai in pieno il bersaglio trapassandolo da parte a parte.
Shaak Ti gridò disperata dopo che C Trebor cadde a terra inerme.
Quello che mostrai a Shaak Ti fu un sorriso gratificante.
La maestra Jedi cadde sulle sue ginocchia, coprendosi poi il volto con le mani.
Distratta e sconvolta me ne approfittai per colpirla a mia volta.
Protesi un braccio verso di lei e la sollevai in aria utilizzando la forza.
Chiusi leggermente le dita mentre la Jedi implorava di smettere.
La Jedi portò entrambi le mani sul suo collo aprendo poi la bocca cercando di respirare.
Stava annaspando…
“Muori, maledetta.”
Chiusi il pugno saldamente da farmi venire le nocche bianche e solo dopo il crack provocato dal collo della mia avversaria lasciai andare la presa.
“Shaak Ti!! Cosa le hai fatto?” Urlò Agen Kolar angosciato.
“Fatti sotto pezzente, ce ne è per tutti.”
“Il tuo disprezzo sarà la tua rovina.”
“Oooh per me è puro godimento.”
Agen Kolar effettuò un alto e lungo salto verso di me con la sua lightsaber protesa in avanti.
“Non c’è due senza il tre,” dissi spavalda e mi difesi egregiamente dall’attacco.
Entrambi adoperammo la forza protraendo le braccia uno contro l’altro.
La forza del lato chiaro e quello oscuro ci sbalzò via provocando una potente onda d’urto.
Agen finì verso il fondo, lontano dalla mia vista e cadde violentemente sulla sabbia del deserto.
Io feci altrettanto ma il terreno sotto di me cedette all’improvviso formando una voragine.
Precipitai nel vuoto per alcuni metri e intorno a me regnava l’oscurità assoluta.
Non sapevo cosa ci fosse in fondo alla voragine così sfoderai la forza per impedire di farmi male.
La forza mi fece sedere delicatamente sopra un pavimento roccioso e scivoloso.
Alzandomi in piedi illuminai la zona con la luce provocata dalle lightsaber (spade laser.)
Ascoltai attentamente per captare ogni singolo rumore provocato dalla zona in cui ero precipitata.
Studiai il pavimento e giacché era umido mi accorsi che transitavano dei rigagnoli d’acqua.
Faceva freddo e gli spifferi d’aria si insidiarono in ogni parte del mio vestito.
Avvertì il rumore dell’acqua e delle gocce che scendevano lungo le pareti rocciose e spigolose fino a picchiettare sulla parte sottostante.
Coprì la testa con il cappuccio dato che le correnti d’aria provocarono degli involontari tremori su tutto il corpo.
Mi allontanai dalla voragine che stava sopra la mia testa, con piccoli passi e stando attenta a non scivolare mi addentrai sempre più nel posto che mi era sconosciuto.
Le lightsaber fecero bene il loro lavoro ora come torce e poco prima come armi letali, aiutarono la mia vista cosicché le mie gambe a proseguire verso il fondo.
Guardai attorno incuriosita nonostante spiccasse il colore rosso fiammante provocato dal laser, capii di trovarmi all’interno di una grotta segreta.
Mi meravigliai siccome non ne ero a conoscenza e fu una enorme sorpresa per me.
Che ci faceva una grotta segreta sotto la sabbia del deserto, per giunta alle rovine?
Tutto ciò mi sembrava surreale e non riuscivo a capacitarmene.
Di fatto cosa c’era di ordinario su questo indecoroso pianeta?
Lasciai perdere nel farmi delle domande dacché nessuno poteva darmi una risposta sensata e continuai imperterrita lungo il percorso.
Sembrava una grotta interminabile quando avvertì nuovamente un fremito nella forza.
Il pavimento roccioso e scivoloso terminò immediatamente trovandomi innanzi a un lago vastissimo.
In quel punto preciso la corrente d’aria era gelida e l’acqua del lago si presentava pura, limpida e cristallina.
Dall’altra sponda, superato il lago, la forza mi pizzicò assiduamente le tempie.
Dall’altra sponda c’era qualcosa, qualcosa di straordinario che attirava la mia attenzione.
Accanto a dei cumuli di roccia di varie forme e dimensioni si ergeva un mini sommergibile.
Faceva al caso mio dato che volevo attraversare il lago senza bagnarmi.
Una volta giunta dall’altra parte restai affascinata alla vista delle rocce accatastate una sopra l’altra formando delle montagne mastodontiche.
Quelle rocce a forma di montagna erano bianche come la neve e brillavano sfarzosamente come dei diamanti.
“Che meraviglia,” dissi affascinata e mi scintillavano gli occhi.
Mi avvicinai come rapita da quelle montagne immacolate riscontrando che nelle fessure c’erano incastonate vari tipi di diamanti.
Controllai in lungo e in largo guidata dalla forza, visto che ero convinta di trovare quello che stavo cercando.
E finalmente lo trovai!!
“Farsi influenzare dalla forza è un bene giacché mi ha condotto da te.
Ed eccoti qui in tutto il tuo splendore sacro cristallo nero di Exegol.”
Liberai la spettacolare gemma di un nero corvino e dalla forma esagonale, a bacchetta.
Era grande quanto una mano, levigato a doppia punta triangolare.
“Sei stupendo ed estremamente potente, lo avverto.
Sei tornato da me come è giusto che sia.”
La gemma pregiata si evidenziò sotto la luce rossa di una delle mie spade laser e nello stesso istante sorridevo colma di gioia.
Feci appena in tempo a inserire il diamante all’interno della catenella della mia collana quando avvertì una sollecitazione alle mie spalle.
“Ti toglierò quel sorrisetto sarcastico dalla faccia Darth Taipan.”
Mi voltai di scatto verso quella voce che si trovava nell’altra sponda.
Siccome mi aspettavo questa comparsa sogghignai divertita.
“Tipico, come vedo mi hai seguita Agen, e caspita hai portato degli amici. Complimenti, tre contro uno non vi vergognate?
Menomale che i Jedi sono onesti.”
“Consegnaci il cristallo nero e senza fare storie, risparmiati la sconfitta.”
“Non sei degna di possedere quel monile, la repubblica ci ha imposto di sequestrarlo.”
“Fai la cosa giusta, ti prego. Non ti rendi conto degli enormi danni che può causare quel diamante. Ci rimetteranno tutti, pure tu e i tuoi famigerati Sith.”
“Il sacro cristallo nero appartiene a me di diritto, sono degna eccome!! É un manufatto strettamente Sith, voi fatevi da parte.”
In pochi secondi ritirai la mia lightsaber poggiandola su un fianco, sopra la cintura e il cristallo nero lo indossai velocemente inserendolo dalla testa.
Avvertì la catenella scendere sul mio collo e la gemma elegante risultò fredda a contatto con la mia pelle.
Avevo le mani libere e puntandole contro i tre maestri Jedi azionai i fulmini della forza.
“Non avete di meglio da fare? Lasciatemi lavorare in pace.”
Adoperai ancora i fulmini e i tre maestri saltellavano come leprotti in ogni dove cercando di evitarli.
“Stai agendo contro la legge della repubblica, è nostro dovere fermarti.”
“No. Mi fermerete solo da morta!”
“Risparmiati la galera a vita. Dai a noi quel pendente che ti sei messa al collo e lo faremo sparire per sempre per il bene di tutti.”
“No, scordatevelo. Non ruberete una cosa che è nostra.”
“Cerca di ragionare Darth Taipan, evita di creare dei danni irreparabili.”
“Le vostre parole non mi scalfiscono, facciamola finita. POTEREEEEEEEE!!”
I fulmini della forza colpirono in pieno Adi Gallia che non riuscì a difendersi a parare l’attacco improvviso.
Troppo legnosi anche gli altri due maestri Agen e Stass Allie.
Troppo impacciati nei movimenti per aiutare la loro compagna.
Adi Gallia rimase folgorata e avvolta da una scarica elettrica spaventosa.
“Noooo!! Sei un essere spregevole Darth Taipan. Non hai cuore,” disse Agen rammaricato.
Corse in soccorso della sua collega controllando il suo stato di salute.
“È ferita gravemente, non è più in grado di combattere.”
Adi Gallia sdraiata sulle rocce soffriva amaramente contorcendosi e lamentandosi.
“Schifosa Sith, te la farò pagare cara!!”
Gridò a perdifiato Stass Allie con il volto segnato dalle lacrime.
“Siiiiiii, vieni, coraggio. Sfoga tutta la tua ira su di me,” dissi e ridacchiai compiaciuta.
Stass era in preda alla collera e usando la forza mi sollevò in aria stringendo la mano per soffocarmi.
Agen si parò davanti ad Adi per difenderla da un altro eventuale attacco.
Per difendere ulteriormente se stesso da una possibile scarica di fulmini protese la sua spada laser davanti a lui.
Adi Gallia restò a terra incosciente.
Portai entrambe le mani sul mio collo e crucciai il viso addolorata mostrando un evidente stato di difficoltà.
Stass insisteva e aumentava l’intensità della forza.
Voleva seriamente vendicarsi.
“Ti uccido, carogna.”
Non riuscivo più a respirare, ero affaticata e piano piano stavo per perdere i sensi.
“Fermati Stass, immediatamente. La nostra legge ci impedisce di uccidere il prossimo anche se si tratta del nemico.”
Stass mi guardò malamente, il suo rancore gli annebbiò la coscienza.
“Stass smettila,” ribatté Agen preoccupato.
A malincuore Stass obbedì, smise di usare la forza e lasciò la presa.
Volse il suo sguardo da una parte, nel vuoto, e nervoso strinse il pugno.
Cascai verso il basso giacché pochi istanti fa volteggiavo nell’aria trattenuta dalla forza, finì in ginocchio e toccai ancora la gola irritata.
“Non è da Jedi, vero? Codardo,” ribadivo con un filo di voce.
“Presuntuosa,” rispose Stass scocciato.
“Non dare credito alle sue parole. Sei un maestro e noi agiamo per il bene, la pace e la giustizia. Non scordartelo,” disse Agen con fare fraterno.
Dopodiché appoggiò con gentilezza una mano sopra la sua spalla.
“Uuuhhh ora mi metto a piangere.”
“Ultima change consegnaci il cristallo nero.”
“Siete ridicoli.”
“Dopo la consegna ricordati che sei di nuovo in arresto.”
“Venite a prendermi vermi!!” Dissi sfrontata.
In seguito mi alzai con fatica da terra mentre massaggiavo la gola pulsante.
“Se proprio insisti.”
“L’hai voluto tu.”
Agen e Stass fecero un lungo e portentoso balzo in avanti lasciando Adi su quella sponda, sperando in cuor loro che non rischiasse troppo la pelle.
I due maestri stavano per attraversare il lago, quando all’improvviso una voce familiare si insidiò nella mia mente.
Era un avviso tramite la forza da parte del consigliere Vanee.
“Darth Taipan usi il sacro cristallo nero per sbarazzarsi di loro. Infine si rechi su Exegol, ma faccia presto.”
“Consigliere,” dissi sorpresa da quel contatto repentino, dopodiché presi la catenella fra le dita riappropriandomi del peculiare diamante.
Lo presi e lo strinsi in mano, nel frattempo i due maestri Jedi si fecero più vicini.
“È finita Sith, arrenditi!!”
“Confidi nella forza Darth Taipan. Sprigiona l’immenso potere del cristallo,” ribadì il consigliere.
Apprezzai il suo aiuto immediato in quella situazione complicata.
Senza proferir parola e con il diamante in mano lo protesi verso di loro lasciandolo agire liberamente.
Non serviva nessuna formula a memoria, nessun tipo di incantesimo strano, dovevo usare la forza del lato oscuro.
Solo così si attivava pienamente il cristallo nero.
[continua]
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