Per la prima volta, a distanza di un anno e mezzo dall’arrivo nelle sale del film, qualcuno ammette molto candidamente che la produzione di Rogue One: A Star Wars Story stava andando incontro ad un disastro. A farlo, è Tony Gilroy.
“Se si guardava Rogue One, a tutte le difficoltà di Rogue One, a tutta la confusione – era tutto un casino – Una volta dentro è stato molto, molto semplice da sistemare. Perché il pensiero alla base era ‘Questo è un film dove, semplicemente, tutti dovrebbero morire.’ Quindi è un film sul sacrificio”
Sostanzialmente, il regista/sceneggiatore ha trovato subito delle strade molto semplici per migliorare la pellicola, che è stata cambiata radicalmente sopratutto sul finale (è noto da tempo, infatti, che questa sia stata la parte maggiormente modificata). Un vantaggio è stato anche il seguente:
“Sono saltato a bordo dopo la director’s cut. Ho anche un credito per la sceneggiatura che ho ottenuto facilmente.”
Ma un altro è stato anche quello di non aver sentito alcuna pressione a livello di passione, non essendo in alcun modo fan del franchise:
“Non sono mai stato interessato a Star Wars, mai. Quindi non avevo alcun senso di riverenza. Ero senza alcuna paura a riguardo. Poi loro erano con l’acqua alla gola… erano in guai terribili, veramente terribili, quindi l’unica cosa che potevo fare era quella di migliorare la loro situazione.”
Alla fine, la pellicola si è rivelata un successo – fortunatamente – e Tony si è portato a casa un bel cachet di circa 5 milioni di dollari. Insomma, tutti felici e contenti.
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Fonte: THR