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Episodio II: il look retrofuturista Anni ’50

Davide Canavero by Davide Canavero
5 Ottobre, 2017
in Athenaeum
7 min read
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Home Athenaeum

tratto da: “L’attacco dei registi mutanti from outer space”

di Davide G. Canavero

Estraiamo dal lungo saggio L’attacco dei registi mutanti from outer space, incentrato sul rapporto tra Lucas regista e il suo immaginario giovanile, questa parte dedicata all’analisi del design di Episodio II, volutamente stilizzato per rimandare al retrofuturismo dei decenni ’30/’50.

Cominciamo allora dal design delle astronavi e degli altri mezzi, l’elemento probabilmente più evidente e dichiarato (anche nei “dietro le quinte”), quello che più scopertamente rimanda al passato, con le forme arrotondate e le superfici cromate, distaccandosi dalla tradizione di Star Wars.
Per primo il “B-52 dello spazio”, l’incrociatore naboo con il quale la senatrice Amidala arriva a Coruscant all’inizio di Ep2: il design ricorda da vicino la vecchia fortezza volante anni ’50, e ancora di più la cosiddetta “ala volante”, altro tipo di aereo d’epoca (che ha poi dato origine al “taglio” del moderno Stealth).

Ma già in Episodio I le navi naboo erano ispirate a vecchi aerei americani, con un tocco di art nuoveau: ecco la nave della regina.

Il disegnatore Doug Chiang ha dichiarato, tuttavia, di essersi ispirato per questa nave agli ornamenti da cofano posizionati sopra il radiatore delle vecchie auto americane.

Guardando attentamente quei design (che spaziano dagli anni ’30 ai ’50) è effettivamente possibile scoprire molti collegamenti insospettabili con astronavi e oggetti dei Prequel, come i caccia naboo N1 o persino le pistole…

…come quella usata da Padmé sia in Ep1 che in Ep2, dalle linee curve, in puro stile naboo-rétro, che allude alle pistole a raggi della vecchia fantascienza; lo stesso dicasi delle pistole di Jango Fett in Ep2, dal disegno snello e dalla superficie, ancora una volta, cromata.

O ancora la pistola stordente che è possibile vedere raffigurata sul volume Guida ai personaggi (1), la cui forma corta e panciuta è facilmente riferibile a precise tipologie di pistole a raggi antiquate, ma con una maggiore eleganza formale rispetto al modello — un merito che condivide con le astronavi e i mezzi. Nell’ispirarsi al retrofuturismo, i designer di Star Wars hanno saputo sfrondare tutto ciò che era ingenuo, goffo o pacchiano.

Altrettanto rétro è lo yacht naboo usato da Anakin e Padmé per viaggiare da Naboo a Tatooine e poi a Geonosis. Come non pensare al razzo di Flash Gordon (da sempre fonte d’ispirazione dichiarata di Lucas, come noto; cfr. altri saggi del sito) guardando le linee di questo mezzo? E qui si risale fino agli anni ’30 / ’40.

Ma c’è un’astronave-razzo con la quale la parentela sembra ancora più stretta. Si tratta della Mars One, creata per Destination Moon, 1950, che dopo essere stata accantonata venne poi utilizzata in Flight to Mars, 1951 (sopra a destra) e anche in Queen of outer space, 1958: una nave proprio… da regina anche in Star Wars! Sarà un caso?

Di fatto, più che ispirarsi a un modello specifico, i responsabili dell’art department dei Prequel (specie di Ep2) hanno puntato all’idea del razzo o dell’astronave della sci-fi dei tempi d’oro, dando alle forme un sapore inconfondibilmente rétro. Gli esempi potrebbero essere decine.

E che dire dello stesso quadro comandi presente sulla plancia della nave e utilizzato da Padmé? Il suo design pulito di gusto retrofuturistico è facilmente databile a cavallo tra anni ’50 e ’60.

Come non vedere, poi, qualcosa di assolutamente antiquato nel design delle piattaforme laser SPHA-T della Repubblica, impiegate nella battaglia di Geonosis, quelle dotate di buffe zampe che le fanno assomigliare a un incrocio tra un millepiedi e una teiera?

Anche in questo caso la combinazione di forme arrotondate e appuntite rimanda allo stile dei “Fifties”, specie a certe automobili americane.

Di una vera e propria citazione si può parlare anche nel caso dei camminatori “a ragno” dei Separatisti: il modello è palesemente quello dei camminatori marziani de La Guerra dei Mondi di H.G. Wells, in base a una iconografia che va dalle illustrazioni che corredano la pubblicazione delle prime edizioni, a inizio ‘900, fino al celebre film di George Pal del 1953.

In linea con un design rétro è anche Wat Tambor, rappresentante della Tecno Unione, intabarrato dentro una sorta di armatura cromata dotata di una “valvola” che si presta alla gag della “sintonia” (come fosse una vecchia radio), citando al tempo stesso i buffi suoni sintetici del cinema sci-fi anni ’50.

E sempre molto reminiscenti di quel gusto estetico, lontano anni luce dal mecha design moderno giapponese o americano, industriale e realistico, sono anche i super droidi da battaglia, che tra l’altro si muovono in maniera ondeggiante e grottesca come i primi robot cinematografici.

L’antesignano più famoso degli automi (tolta l’androide di Metropolis, 1926, che ispirò C-3PO) è senza dubbio Robby, il robot de Il pianeta proibito, 1956, prototipo in particolare di quelli dalle linee arrotondate che più assomigliano a goffi macchinari ambulanti.

Urbanisticamente, la Coruscant che vediamo in Ep2 è sfacciatamente disegnata secondo un’estetica anni ’50, come risulta da queste immagini, che meritano di essere osservate nei dettagli più minuti.

A sinistra il palazzo con gli appartamenti di Padmé. Si notino le bordature degli edifici, i motivi lineari, persino tutti i landspeeder che transitano nella foto della strada! Trattandosi dell’esterno del Dex’s Diner si può parlare di un vero e proprio angolo di mondo anni ’50.

C’è qualcosa di più lontano dallo stile classico delle astronavi starwarsiane di questo “autobus” di Coruscant, col quale Anakin e Padmé si recano a imbarcarsi sulla nave passeggeri che li porterà a Naboo? Vi si riconosce un design squisitamente anni ’50, ricalcato linea per linea sui mezzi futuribili a quell’epoca immaginati dagli artisti.

Per rappresentare l’eleganza morbida e “cromata” del design della Vecchia Repubblica, infatti, Lucas ha spinto il tuo team di disegnatori fino al ripescaggio del retrofuturismo, cioè il modo di concepire il futuro —e il design di mezzi avveniristici— che si aveva in passato. Gli anni ’50 in particolare videro una esplosione di idee, progetti, disegni sull’aspetto che avrebbero dovuto avere oggetti, mezzi ed edifici di lì a qualche decennio. Lo stile di quel design ebbe ricadute immediate sulle auto, sugli oggetti della vita quotidiana di quel tempo (si pensi, ad esempio, a certi vecchi frigoriferi).

Palesemente rubato agli anni ’50 è l’airspeeder fuoriserie giallo appartenente a un senatore che Anakin sottrae per lanciarsi all’inseguimento di Zam Wesell a Coruscant. Il richiamo alle grandi auto americane dell’epoca è talmente evidente da non richiedere commenti. Sembra una fuoriserie uscita direttamente da American Graffiti dello stesso Lucas o dal classico Gioventù bruciata con James Dean, attore che non a caso è stato citato da Lucas come modello per la scelta di Hayden Christensen.
Oltre al design qui emerge ancora una volta l’ossessione di Lucas per le corse, tra le cifre stilistiche del suo cinema.

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Tags: Athenaeumretrofuturismo
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