L’Ascesa di Skywalker ha riportato in scena l’Imperatore Palpatine dopo anni di assenza, forse una delle sorprese più inaspettate di questa nuova Trilogia. Lo sceneggiatore Chris Terrio, in una intervista, ha spiegato le ragioni del ritorno dell’Imperatore e quanto la presidentessa di Lucasfilm Kathleen Kennedy abbia influenzato questa scelta.
Il ritorno dell’Imperatore, com’è stato appena detto, è stato accettato e voluto all’interno di Lucasfilm soprattutto da Kathleen Kennedy.
Kathleen aveva ben chiaro come volesse finire la storia. Ci ha dato libertà nel gestire la trama, ma voleva che determinati punti nella narrazione fossero toccati. In particolare, mentre scrivevamo la sceneggiatura, ci siamo resi conto di un problema: non c’era assolutamente modo di far redimere Kylo Ren. Da qui, l’idea di riportare in scena un antico male, che stava aspettando pazientemente di tornare e di ottenere la sua vendetta sulla Galassia.
Alla domanda se il ritorno di Palpatine fosse previsto dall’inizio della Trilogia, Terrio risponde:
Sono arrivato in un secondo momento a lavorare sulla saga. Sicuramente ne avranno discusso, prima del mio arrivo. In particolare, Kathleen era ferma sulla sua posizione, di dover raccontare una storia unica nell’arco di nove film. Per la conclusione della saga, il ritorno di Palpatine era sicuramente un evento molto potente. Ed era in linea con la personalità di JJ, che ama i colpi di scena e i “trucchi di magia”.
Riguardando tutta la saga, gli eventi di questa Trilogia assumono perfettamente senso. Ren e la sua devozione nei confronti del nonno, il fatto che sia una voce costante nella sua testa. Alcune similitudini tra Snoke e Palpatine. L’idea era che, arrivati al nono film, il pubblico avrebbe trovato un senso a tutto ciò che era successo nei due episodi precedenti. Tutto ciò che accade è una dimostrazione di come alcune cose accadano ciclicamente nel corso della saga.”