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Qual’è l’elemento più distintivo di Star Wars? Sicuramente La Forza!
Cosa sappiamo di questa mistica energia che ci circonda, ci penetra, mantiene unita tutta la galassia? Negli archivi storici di GuerreStellari.Net ho trovato un editoriale davvero molto interessante che ne parla, e che ripropongo con immenso piacere, per l’analisi approfondita e i parallelismi con la nostra realtà e le varie culture da cui trae il retaggio.
La Forza – Viaggio attraverso la mistica di Star Wars /1
di Padawan Lunah
“There is no emotion. There is peace.
There is no ignorance. There is knowledge.
There is no passion. There is serenity.
There is no death. There is the Force.“
Sembra di leggere un saggio di meditazione e invece è semplicemente la legge… il Codice Jedi… la Via della Forza.
La Forza è ciò da cui il Jedi trae il proprio potere, un campo di energia creato da ogni essere vivente, che compenetra e mantiene unito e vivo l’universo, un’energia che si può intuire, dalla quale ci si fa attraversare, che può scorrere dentro di noi se abbiamo la capacità di ascoltarla, di coglierla in tutto ciò che ci circonda.
Può divenire nostra alleata, uno strumento che ci permette di vedere ciò che normalmente si ignora, quello che passa inosservato, che può farci dominare la nostra mente in modo da renderla capace di guidare davvero le nostre azioni.
La Forza è anche equilibrio di luce e tenebra, di yang e yin, del positivo e negativo, è un concetto difficile da spiegare, sfuggevole come la sua natura che è anche l’origine dell’universo, dell’infinito, dell’eterno…
Bene e Male sono un cosa sola e la Forza si trova al Centro. Chi è capace di “sentirla” è perfettamente consapevole della natura di entrambi e tuttavia abbastanza distaccato da essi da capire qual è il loro confine.
In questo modo il rischio di essere sedotti dalla parte oscura della Forza è grande, ma la grandezza di un Jedi è dimostrata proprio dalla capacità di capire quando è il momento di ritrovare la via, l’equilibrio, la tranquillità della mente e quindi la capacità di discernere i pensieri…
Conoscere la morte, l’odio, il male, la violenza, ti offre due strade: puoi cedere alle lusinghe del potere e abbracciare il Lato Oscuro sfruttando la Forza oscura per dominare e uccidere, oppure puoi capire quanto sia importante essere consapevoli del rischio, per potersi invece difendere dal Lato Oscuro, per non farsi ingannare e per avere il coraggio necessario a mantenersi puri, difendendo lo spirito, seguendo il Codice e mettendosi al servizio della Forza stessa: lasciare scorrere la Forza, non esserne padroni.
A volte il Jedi usa la Forza per scopi personali, egoisti, ma facendo questo “flirta” con il Lato Oscuro. Di questi poteri corrotti ce ne sono parecchi, ma il Jedi fedele ha anche una notevole capacità di difendersi da essi per servire il Lato Luminoso.
Il Lato Oscuro della Forza è più potente, più insidioso, del semplice male, perché vive come componente di ogni anima esistendo potenzialmente. Come ci ha dimostrato la visione di Luke Skywalker nella Grotta su Dagobah, il Lato Oscuro è noi stessi, la lotta al Male è prima di tutto interiore e l’abilità del Jedi Luminoso sta nel non soccombere ai desideri primordiali.
Chi serve il Lato Oscuro è schiavo di padroni e si crede padrone della Forza, la manipola, ma finisce per farsi consumare dall’odio in modo totale. Il suo corpo soffre del Male che riesce a stento a contenere, e la sua rovina è proprio l’avidità con cui esercita il suo potere, un cerchio che si chiude… dal Male al Male… dall’inizio alla fine…
Chi resta fedele al Lato Luminoso è invece custode e servo della Forza, si lascia guidare, la lascia entrare e uscire ad ogni respiro, come la natura che svolge le sue funzioni in armonia: non prende piu’ di quello che viene lei offerto. Così la Forza diventa alleata, l’intuizione è il suo linguaggio. Non è il Jedi ad amare, è l’amore che entra in lui, non trova cancelli, non sbatte contro porte sbarrate. Trova la mente aperta, vuota e quel vuoto gli è necessario per manifestarsi.
Non è il Jedi che muove i pensieri, sono i pensieri che trovano spazio. In questo modo egli è capace di creare l’infinito dentro di lui: lo spazio in cui si può muovere la Forza, quella stessa energia che traspira in tutte le pratiche e le teorie meditative nate in Oriente. La spiritualità, il dualismo dell’Universo, la capacità di dominio della mente sulle azioni, la concentrazione e l’equilibrio.
Complesso e rischioso è imbattersi in certi discorsi troppo “eterei” per noi occidentali, accusati magari di ricamare con la fantasia quello che manca alla tela della nostra mente pratica, ma le analogie anche se ricamate dal romanzo e dall’avventura, anche se ambientate in scenari fantastici di pianeti e di galassie lontane, sono molteplici e lampanti, a volte addirittura quasi “copiate” o prese come spunto evidente. Difficile distinguere la fantasia dalla fede vera, quella che ti fa credere in un certo modo che quella benedizione così densa di pathos non si scosti piu’ di tanto dalle nostre frasi di rito: “che la Forza sia con te”.
Il concetto della Forza è la traduzione esatta del concetto cinese di “gong” (anche trascritto “kung” come nell’arte marziale del kung-fu) cioè la Forza che i lottatori di arti marziali orientali devono poter concentrare. La concentrazione della Forza passa per allenamenti ginnici, ma anche di respirazione e psicologici simili a quelli descritti ne Il ritorno dello Jedi. Gli stessi poteri di levitazione e di colloquio coi morti, per esempio, sono l’esatta descrizione dei poteri “speciali” che i romanzi di cappa e spada di queste parti attribuiscono ai grandi maestri di arti marziali.
Stesso concetto vale per quanto riguarda vocabolario e tecniche di combattimento, che ricordano molto quelle dei samurai giapponesi, nonché tecniche di concentrazione che richiamano quelle degli stessi ordini monacali buddisti o taoisti sviluppati in Cina.
Il “qi gong” (o “chi kung”) cinese (letteralmente “la forza dell’aria”) passa per una forma di addestramento alla respirazione e alla meditazione che aumenta l’efficacia dei colpi e la concentrazione nel combattimento.
Meditazione e lotta sono allora due facce della stessa medaglia. Per questo i migliori lottatori cinesi vengono ancora oggi addestrati nel monastero buddista di Shaolin. E’ questo il sottile ma fortissimo rapporto che viene descritto dall’impianto ideologico della Saga.
Le tecniche di lotta e respirazione possono essere impiegate per il Bene e per il Male e un nonnulla può cambiare l’uso finale della tecnica.
Tutto questo intenso “misticismo” è poi intessuto attraverso i fili del romanzo e della fantascienza, così passato e presente, fede e immaginazione, realtà e metafisica si confondono. L’aria ha una Forza, la sentiamo, ci accorgiamo della sua presenza fuori e dentro di noi, nel vento e nei meccanismi interni del nostro corpo. Quella esterna la possiamo forzare trasformandola in energia, ma come si può pensare di poter forzare l’aria interna? La matrice è identica, eppure ci riesce difficile immaginare di poterlo fare. Ma se poi si pensa, per esempio, a quanto un colpo secco, veloce e ben dato da un uomo minuto, possa essere più efficace di un colpo lento e pesante di un uomo grande e grosso – e in tutto questo non c’è niente di metafisico – si parla di concentrazione, di tecnica come nelle arti marziali: respirazione, equilibrio, capacità di concentrare l’energia, ma quale energia? Quella che bruciamo in calorie o quella che sfruttiamo per sollevare pesi? O semplicemente quella che riusciamo a percepire dentro e fuori di noi?
“… the Force is the larger mystery of the Universe… I would hesitate to call the Force God. It’s designed primarily to make young people think about the mystery. Not to say, ‘here’s your answer.’ It’s to say, ‘Think about this for a second. How do we relate to God?’ I see Star Wars as taking all the issues that religion represents and trying to distill them down into a more modern and easily accessible construct… I put the Force into the films in order to try to awaken a certain kind of spirituality in young people–more a belief in God than a belief in any particular religious system.” George Lucas (2)
“That’s not the truth of the Force. You keep thinking of it as a tool, a weapon in your war against everything you see as bad. But that is such a limiting philosophy.” Jacen Solo Jedi Knight, Vector Prime. (3)
/ continua
Note:
- Non c’è l’emozione. C’è la pace. / Non c’è l’ignoranza. C’è la conoscenza. / Non c’è la passione. C’è la serenità. / Non c’è la morte. C’è la Forza.
- “La Forza è il più vasto mistero dell’universo… Esiterei a chiamare la Forza, Dio. E’ progettata prima di tutto per far si che i giovani pensino al mistero.Non per dire “ecco qui la vostra risposta”…sono il profeta e questa è la verità… E’ per dire “pensate a questo per un secondo… come ci relazioniamo a Dio? Star Wars è considerato come un modo per racchiudere tutto ciò che la religione rappresenta e distillarlo in una costruzione più moderna e accessibile… Il concetto della Forza è un tentativo di risvegliare un certo tipo di spiritualità nei giovani non una fede in Dio …ma una fede in qualunque sistema religioso.”
- “Questa non è la verità della Forza. Continui a pensarla come uno strumento, un’arma nella tua guerra contro tutto ciò che tu ritieni cattivo. Ma quella è una filosofia talmente limitante.”
Questa era la prima parte dell’editoriale dedicato alla Forza scritto agli arbori di GuerreStellari.Net da uno dei suoi primissimi ed appassionatissimi redattori, Padawan Lunah, al secolo Marcella Braga.
Continuate a seguirci per poter approfondire l’argomento nella seconda parte, a breve su queste pagine.
May The Force Be With You…Always!