Se
credete di sapere tutto quanto su Episodio I, ebbene vi sbagliate di grosso.
Lo dimostra il racconto che abbiamo scelto per la nostra nuova sezione
dei Racconti Stellari, i racconti dei fan ambientati nelluniverso
di Star Wars.
Sotto le stelle di Tatooine di Rabè - Sei sicuro che non cè rimasto altro a bordo? - disse Qui-Gon Jinn. - Qualche contenitore di provviste, il guardaroba della Regina, forse, ma - Obi-Wan Kenobi sentì una lieve risata. - Niente di utile per un scambio, non per la cifra che di cui parli tu! - Daccordo sono sicuro che si presenterà unaltra soluzione. Ci sentiamo più tardi. Chiusa la comunicazione, Obi-Wan si girò e vide sulla porta una delle ancelle della Regina Amidala, che sorrideva, ma che abbassò lo sguardo non appena lui si volse. La guardò con aria interrogativa. - Ehm la Regina mi manda a chiamarvi Cavaliere, ha bisogno di parlarvi. Obi-Wan si avvicinò a lei e quando fu a meno di mezzo metro disse: - Grazie, ma non sono un Cavaliere, sono ancora in addestramento. Tu saresti? - Rabè, per servirvi, Cav - Chiamami Obi-Wan - disse lui alzando un braccio fino a prenderle il mento fra pollice ed indice. Esercitata una lieve pressione, le sollevò il volto e lo trovò in fiamme. Sorrise lievemente. - Sei così timida Rabè? Il tuo viso fa concorrenza al vestito, quanto è rosso. La ragazza si scostò con un sussulto, arrossì anche di più e cambiò discorso. - Padme come sta, Cav... hmmm Obi-Wan? - Oh, non so, credo che stia bene. Qui-Gon non permetterà che le accada niente, vedrai. Siete molto amiche? - No cioè sì, lei è molto importante! Ma adesso andiamo, la Regina vi aspetta, Obi-Wan. - Dammi del tu Rabè, sono solo ancora un Padawan. - Va bene Obi-Wan. Il giovane percepì la risposta più che sentirla con le orecchie. Quella notte Obi-Wan non riusciva a prendere sonno a causa dei risultati delle analisi sul sangue inviatogli da Qui-Gon Jinn. Chi può mai avere un simile tasso di Midchlorian? Neanche il venerabile Maestro Yoda se fosse un bambino della giusta età e fosse addestrato diverrebbe il più potente Jedi mai esistito. Per cercare di addormentarsi il giovane Padawan estese le sue sensazioni per assorbire la quiete che regnava sulla nave. Sentì che qualcun altro era sveglio. Ogni volta che chiudeva gli occhi, Rabè, vedeva il volto del giovane Kenobi che le sorrideva, e ne risentiva la voce morbida che pronunciava il suo nome ed un brivido le scendeva lungo la schiena. Se poi ripensava alla sua prima apparizione e a come aveva eliminato i droidi, maneggiando con eleganza la spada laser azzurra, la pelle doca le correva lungo le spalle e le braccia. Laveva osservato a lungo durante il viaggio da Naboo a Tatooine, prolungato dallavaria alliperguida, e non aveva osato avvicinarsi, ma quel giorno avevano parlato e lui laveva chiamata per nome. - È bellissimo - pensò per la millesima volta. - E ha anche un bel nome Obi-Wan è così musicale. Dopo essersi rigirata nel letto per lennesima volta, decise che tanto valeva alzarsi e andare a guardare le stelle aliene di quello strano pianeta. Si diresse verso il portello principale e, quando premette il pulsante dapertura, una sezione del pavimento si abbassò con un soffio. La tempesta di sabbia era cessata e così poté scendere la rampa e avviarsi nel buio. Quando uscì da sotto la nave, milioni di stelle si presentarono ai suoi occhi, così tante da farla rimanere senza fiato. Volgendo le spalle alla nave percorse un centinaio di metri sulle dune. La nave non le oscurava più una vasta sezione di cielo e le stelle brillavano tanto da illuminare lo scafo al punto che non si sarebbe persa nel buio. Si sedette su un sasso guardando le stelle e girandosi ogni tanto per osservare una nuova fetta di cielo. A sua volta preda dellinsonnia, Obi-Wan si aggirava per la nave quando, trovato il portellone aperto, scese la rampa e notò subito la figura accoccolata sulla sabbia con la testa rivolta verso lalto. Il giovane Padawan si avvicinò senza fare il minimo rumore e, quando le fu accanto, si sedette al suo fianco. Rabè era così intenta a guardare le stelle che non si accorse del giovane neanche quando fu vicino a lei. Ad un certo punto si sentì sfiorare il braccio da qualcosa, trasalì e voltandosi di scatto quasi cadde dalla roccia su cui era seduta. La mano di Obi-Wan fu lesta a stringerle il braccio e a trattenerla. - Oh, siete voi Obi-Wan. - Mi spiace di averti spaventata, Rabè, eri molto concentrata, non volevo interromperti - fece per alzarsi. - Oh no. Non vi preoccupate, stavo solo guardando le stelle e pensavo a niente dimportante. - Rabè. - Sì? - Non ti avevo detto di darmi del tu? - Sì. È che non ero sicura che fosse successo davvero Hai visto quante stelle? - Sì, se ne vedono così tante perché non ci sono forti sorgenti luminose qui vicino. - Sono meravigliose, ma chissà quante ne avrai viste tu, in giro per lo spazio A Theed se ne vedono così poche cè sempre troppa luce. - Su Coruscant non se ne vede neanche una, tutto il pianeta è coperto da ununica, immensa città e non è mai abbastanza buio da poter vedere le stelle. Del mio pianeta natale non ricordo nulla, ero troppo piccolo quando gli Jedi si accorsero del mio potenziale e mi portarono su Coruscant per lesame e laddestramento. - Io sono sempre vissuta a Theed e quindi non posso fare altri paragoni, ma qui il cielo è veramente bellissimo, su Naboo almeno cè una temperatura umana, qui di giorno si soffoca, di notte invece -. La ragazza rabbrividì. - Ti manca molto, il tuo pianeta? - Un poco, però dove va la Regina lì andiamo anche noi, non la lasciamo mai - Rabè rabbrividì di nuovo. La mano di Obi-Wan strinse di nuovo il suo braccio, tirandola gentilmente verso di sé. Presa alla sprovvista Rabè scivolò sulle gambe del Padawan, quindi fece per alzarsi, scusandosi, ma lui la trattenne, si sfilò una manica della toga e lappoggiò sulle spalle della ragazza, la quale se la strinse addosso. - Sentivi freddo? - Rabè annuì. - Così starai meglio - Rabè annuì per la seconda volta. - Però possiamo sistemarci anche meglio, alziamoci un attimo. Una volta in piedi Obi-Wan si sfilò anche laltra manica e drappeggiò la toga sulle proprie spalle e quelle di lei. Si sedettero di nuovo, affiancati, le schiene appoggiate alla roccia. Il braccio destro di Obi-Wan le cingeva la vita. Guardarono le stelle in silenzio per un po. - Credi che il tuo maestro riuscirà a trovare i pezzi che ci servono per ripartire? - Temo che troverà anche qualcosaltro, o meglio, ha già trovato qualcuno, e non mi chiedo neanche se lo porterà con sé, sono sicuro che al suo ritorno avremo un ospite fino a Coruscant! - E la cosa tinfastidisce - No, non più, ormai so che Qui-Gon si lascia coinvolgere troppo facilmente in situazioni che non lo riguardano. E poi io non posso dirgli niente, è il mio maestro e devo accettare le sue decisioni senza discutere! Ma non parliamo di questo. Tu di cosa ti occupi, al seguito della Regina? - Io? Sono semplicemente la sua acconciatrice, mentre Eirtaè è lesperta di protocollo. È stato un onore per tutte noi quando la Regina Amidala ci ha scelte per essere le sue dame! Nessuno di noi credeva che la Federazione osasse invadere Naboo, già lassedio è stato un atto oltraggioso oltre che illegale, ma addirittura linvasione - Sì, è molto strano, in genere i Neimoidiani sono dei codardi. Quando il Cancelliere Valorum ha mandato il mio maestro a negoziare col viceré, Qui-Gon si aspettava un negoziato molto breve e il pieno raggiungimento dei nostri obiettivi. - La Regina soffre molto per la sorte del nostro popolo e credo che voglia tornare su Naboo al più presto. Credo che voglia limitare al minimo la sua permanenza su Coruscant, ritiene che il suo posto sia a casa, a Theed, con il suo popolo. - Qui-Gon ed io dovremo rimanere su Coruscant, il Consiglio hai ancora freddo? Rabè aveva iniziato a tremare di nuovo e così Obi-Wan la strinse di più a sé. - No, non stavo pensando è che mi spiacerà non vederti più. Il viso, rivolto a lui mentre parlavano della situazione di Naboo e dei piani della Regina si abbassò mentre pronunciava, in un soffio, quellultima frase. Per la seconda volta in quella giornata lui le sollevò il volto, gli occhi verdi di lui fissi in quelli neri di lei, poi, piano piano lui accostò il proprio volto al suo, cercò le sue labbra e vi posò un lieve bacio. Staccatosi per un momento, la guardò: il viso illuminato dalle stelle, gli occhi chiusi, lattirò più vicina e la baciò di nuovo. Alzò la mano sinistra e le tolse il cappuccio della sovratunica dalla testa, e la infilò sotto quello della tunica, facendolo scivolare sui capelli. Trovò una crocchia alla base della nuca, sollevò il braccio destro dalla vita di lei fino a passarlo dietro la testa. Con le mani tolse le forcine e srotolò la lunga treccia. Compiuta lopera si fermò ad osservarla: con i capelli sciolti era anche più bella. Non riusciva a smettere di passarle le mani fra i capelli, era una sensazione molto bella. - I tuoi capelli sembrano fili di seta, perché li tieni nascosti? Sono così belli e morbidi, sembrano fatti apposta per essere accarezzati. - La tradizione vuole che le ancelle della Regina tengano il capo coperto - rispose Rabè esitando un poco. - È un peccato tenere nascosta una tale meraviglia. Obi-Wan sentì che le mani di lei, che fino a quel momento avevano stretto convulsamente la tunica sulla schiena, si rilassavano. Rabè tolse la mano destra dalla schiena di lui e la sollevò fino ad accarezzargli il volto, lievemente ispido per la barba di quel giorno. Il Padawan spostò le proprie mani in modo da poter sollevare lancella e se la pose sulle gambe. Rabè aprì la bocca per protestare, ma lui gliela chiuse con bacio più appassionato dei precedenti. Lui la sentì sciogliersi. Puntellandosi contro la roccia e la gamba sinistra sollevò se stesso e la ragazza abbastanza da non avere più la roccia alle spalle e si risedette. Fece scendere Rabè dalle gambe e con delicatezza la sdraiò sulla toga, si mise su un fianco, le cinse la vita con un braccio attirandola a sé e la baciò sulla fronte, sul naso, sulle guance, sul mento ed infine le cercò la bocca, mentre lei ricambiava ogni bacio. Il freddo più intenso prima dellalba svegliò Rabè. Sul momento non capì dovera, poi ricordò: era uscita a guardare le stelle, Obi-Wan laveva raggiunta, avevano parlato e i baci, le carezze che erano seguite Dovevano essersi addormentati lì fuori sulla sabbia Era ancora tra le braccia di Obi-Wan. Emise un sospiro di piacere. Chissà che ore sono? Oddio devo tornare sulla nave. Se non mi trovano nel mio letto si preoccuperanno e che figura farò fare alla regina se mi trovano così abbracciata ad un uomo. Il più dolce degli uomini. Obi-Wan percependo con quella parte della sua mente sempre vigile dovuta alladdestramento Jedi la crescente preoccupazione di Rabè, si svegliò. La ragazza era ancora sdraiata al suo fianco nella toga sulla sabbia. La guardò negli occhi e sorrise. - Buon giorno Rabè - disse e la baciò. - Buon giorno Obi-Wan. Dobbiamo tornare sulla nave prima che qualcuno si svegli e ci trovi qui così. Obi-Wan chiuse gli occhi concentrandosi sulla nave alle loro spalle, li riaprì dopo qualche secondo. - Non ti preoccupare, dormono ancora tutti. Stiamo qui ancora un poco. Aspettiamo lalba, poi torneremo sulla nave, non dovrebbe mancare molto. Infatti, ad oriente una linea più chiara annunciava limminente sorgere del primo sole. Fu uno spettacolo magnifico: il cielo si tinse di tutte le sfumature del rosso e del viola poi la sfera infuocata fece capolino dallorizzonte, seguita a pochi minuti di distanza dalla seconda. Ritornata sulla nave, Rabè si sedette allo specchio pettinandosi i capelli e rifacendo la treccia non poté fare a meno di pensare alle mani di Obi-Wan tra i suoi capelli. Quando Eirtaè si svegliò, Rabè stava facendo il fiocco ad un pacchettino che infilò in una tasca. Durante il viaggio verso Coruscant, Rabè e Obi-Wan non poterono che scambiarsi qualche sguardo. Nella capitale della Repubblica non si videro per niente: lei impegnata negli appartamenti della Regina e lui al Tempio Jedi. Un giorno venne il bambino, Anakin. Quello che Obi-Wan temeva si era avverato: Qui-Gon Jinn lo aveva portato con sé per farlo esaminare dal Consiglio dei Jedi. Quando la Regina decise di tornare su Naboo a Rabè si spezzò il cuore, non avrebbe mai più rivisto Obi-Wan ed in quei giorni non era riuscita a dargli il pacchetto. Quando salirono sulla piattaforma e vide i due Jedi, strinse il pacchetto nella tasca, credendo che fossero venuti a salutare la Regina, ma sentendo le parole del cavaliere più anziano capì che entrambi sarebbero tornati su Naboo con loro. Doveva rimanere impassibile, ma dentro di sé saltava di gioia. Dopo il funerale di Qui-Gon Jinn, Rabè incontrò Obi-Wan nei giardini del palazzo reale di Theed. - Mi hanno nominato Cavaliere Jedi e ho già un Padawan. Il piccolo Anakin Skywalker sarà addestrato, proprio come voleva Qui-Gon. La sua voce tremò quando nominò il maestro ucciso sotto i suoi occhi. - Obi-Wan, tu hai fatto tutto il possibile, hai ucciso lassassino del tuo maestro e manterrai la promessa che gli hai fatto. Sono sicura che Qui-Gon è orgoglioso di te. Sei diventato un Cavaliere Jedi, cosa cè di meglio per un maestro che vedere il proprio allievo raggiungere le mete per cui hanno combattuto insieme? Gli occhi di Obi-Wan si riempirono di lacrime. - Non ho perso solo un maestro, ma un grande amico, Qui-Gon era come un padre per me. - Io non posso fare molto per lenire il tuo dolore, solo il tempo ti riporterà la serenità, però ricordati che tu sarai sempre nei miei pensieri e che almeno spiritualmente sarò sempre al tuo fianco. - Grazie, anche tu sarai nei miei pensieri. Rabè gli si avvicinò e gli diede un bacio su una guancia. - Ma non eravamo un po più intimi noi due? Anche quando ti ho detto di darmi del tu, sei tornata indietro a darmi addirittura del voi. Sediamoci. Fu lui un istante dopo a prendere liniziativa e a baciarla. Trascorsero così unaltra notte insieme, chiacchierando mentre passeggiavano nei giardini e per il palazzo. La mattina seguente si sarebbe svolta la parata celebrativa della vittoria ottenuta in alleanza coi Gungan. - Mancano poche ore alla cerimonia, Obi-Wan, ed io devo andare a prepararmi e poi ad acconciare la Regina. Temo che poi non avremo più tempo per stare insieme, quindi voglio darti questo adesso, vorrei che lo tenessi per ricordarti di me e del mio amore. Io ti aspetterò e se un giorno tornerai, io ti accoglierò a braccia aperte. Così dicendo Rabè estrasse da una tasca il pacchetto che aveva confezionato su Tatooine. Obi-Wan lo aprì immediatamente e vi trovò una treccia nera fermata ai due estremi da due strisce di cuoio. - Che cos Rabè! I tuoi capelli! - Quasi strappò la stoffa, mentre le faceva scivolare il cappuccio dalla testa. I capelli le arrivavano alle spalle, mentre quella notte su Tatooine scendevano fin sotto il seno. - Ormai sono ricresciuti! Li avevo tagliati molto più corti. Voglio che tu la tenga con te. - Grazie Rabè. La baciò di nuovo e a lungo, un bacio tenero e appassionato allo stesso tempo, che esprimeva la gratitudine per il dono, la gioia del momento presente ed il rimpianto per limminente separazione. FINE |