I DROIDEKAS

di _raf_Nerepok

La forza dei Droidi da Battaglia della Federazione è dovuta unicamente al loro numero, sempre elevato, in quanto la loro mira, la loro velocità e la loro resistenza sono alquanto scadenti. In ambienti piccoli, o comunque quando è impossibile disporne di un numero elevato, i Droidi da Battaglia possono facilmente soccombere contro nemici più forti di loro. Per questo motivo i dirigenti della Federazione del Commercio hanno commissionato un nuovo tipo di droide, molto più potente dei Droidi da Battaglia: i Droidekas. Questi micidiali droidi da combattimento sono stati progettati a loro immagine dai Colicoidi, noti per la loro ferocia. Il sistema di Colla, situato nei territori esterni della galassia, è noto infatti come un sistema molto pericoloso: Colla IV è da anni al centro di polemiche sorte in seguito alla sparizione e morte di molte persone che vi erano approdate.
I Colicoidi hanno quindi pienamente soddisfatto le richieste della Federazione, creando micidiali macchine da guerra, conosciute in molte parti della galassia come Droidi Distruttori.

Chiuso a ruotaUna delle caratteristiche più evidenti osservando un Droideka in combattimento è la capacità di chiudersi in forma circolare. I Droidekas possono "piegarsi" assumendo una forma circolare che gli permette di rotolare, grazie ad un sistema di microrepulsori interni, aumentando così la velocità degli spostamenti e divenendo un bersaglio molto più difficile per i nemici. Proprio come i loro creatori, i Droidekas passano dalla configurazione circolare alla posizione eretta in pochi istanti.
'L'apertura' dei Droidekas
Tutto ciò è reso possibile grazie ai potentissimi motori pneumatici, in combinazione con dei generatori di impulsi antigravitazionali (situati nel bulbo): la prima fase è l'apertura delle gambe, che bloccano il droide rotolante nella posizione eretta; seguono il posizionamento della testa, lo spiegamento degli arti superiori con i blaster e il puntamento dei sensori ottici di mira; il Droideka è ora pronto al fuoco, attivando, se necessario, il deflettore.

Vista frontale   Vista posteriore

In posizione eretta di attacco, i Droidekas presentano, oltre ad un aspetto terrificante, un profilo esiguo, rendendosi bersagli molto difficili per i nemici.

Veniamo ora alla parte tecnica. Le parti principali dei Droidekas sono tre: il bulbo, il troncone centrale con la testa e il gruppo degli arti superiori.

Un Droideka

Nel bulbo sono contenuti il generatore di impulsi antigravitazionali per il passaggio dalla configurazione circolare a quella eretta e il generatore di energia costituito non dalle comunissime celle energetiche, poco affidabili e non adatte ad alimentare i potenti meccanismi dei Droidekas, bensì da un reattore, che alimenta, oltre al deflettore, anche il sistema di apertura e i blaster pesanti. Il bulbo è corazzato e rivestito di una lega di bronzium ad alta resistenza. Le tre gambe, attaccate al bulbo, sono mosse da due servomotori ad alta resistenza e vari estensori pneumatici ciascuna. Nella configurazione circolare le gambe anteriori si piegano e si avvicinano tra loro, mentre la gamba posteriore si piega in avanti, arrivando fin quasi a toccare la testa.
Sopra al bulbo si trovano le due piastre di proiezione del deflettore.

Le piastre di proiezione, in configurazione circolare, si ripiegano sul bulbo, per poi riaprirsi una volta giunto in posizione eretta. Il deflettore sferico protegge tutto il Droideka ed è abbastanza potente da deflettere i colpi di tutti i blaster portatili, anche i più potenti; nulla può invece contro i cannoni blaster e laser delle navi da battaglia, come dimostra Anakin dal suo Naboo Starfighter.
Nella "spina dorsale", ovvero il troncone centrale dei Droidekas, sono situate delle celle energetiche di supporto per il generatore, che alimentano il compressore degli estensori pneumatici degli arti superiori ed i sistemi dei sensori, di ricezione del segnale e di elaborazione dati-mira. Naturalmente tutta la spina dorsale è pesantemente corazzata. La testa è, praticamente, un sistema di sensori: al centro, pendente sotto la punta della testa, si trova il sensore ottico principale, la cui struttura è simile a quella delle fibre ottiche. Ai lati della testa vi sono i sensori ottici infrarossi ed ultravioletti, esteticamente molto simili al sensore ottico principale. La corazza semicircolare (fatta anch'essa di bronzium) che protegge la testa e si prolunga fin sopra al bulbo ha, oltre a uno scopo protettivo, altre due funzioni: nella configurazione circolare funge da superficie rotatoria principale e, nella parte terminale, dove si divide in cinque parti, ha funzione di dissipatore degli scarichi termici del reattore.
Gli arti superiori, collegati al resto del corpo per mezzo dello sterno, fungono unicamente da sistema di attacco e sono quindi privi di mani. Al loro posto sono stati montati due micidiali blaster binati pesanti, estremamente rapidi e precisi. Nella configurazione circolare i blaster si piegano verso l'interno, avvicinandosi allo sterno, al fine di proteggere i blaster da eventuali danni dovuti alla rotazione. I movimenti delle braccia sono operati da estensori pneumatici che, come quelli delle gambe, sono forse la parte più vulnerabile dei Droidekas. Dietro lo sterno, corazzato anch'esso, si trova il sistema di elaborazione dati-mira, che utilizza i dati forniti dai sensori ottici per la mira (estremamente precisa). Altri sensori sono invece montati sulle spalle e captano le microvibrazioni, incluse quelle sonore.
Il blaster dei Droidekas

I blaster dei Droidekas sono blaster binati pesanti alimentati direttamente dal reattore del bulbo, attraverso cavi flessibili ad alta resistenza. Il potente amplificatore dei colpi situato nella prima parte del blaster, produce raffiche potentissime, che vengono collimate nella parte terminale di ciascuna canna, dopo aver attraversato pesanti dissipatori, situati immediatamente dopo l'amplificatore, dove iniziano le canne.
Per permettere alle raffiche blaster di oltrepassare il deflettore i Colicoidi hanno ingegnosamente sfruttato il rinculo prodotto dai blaster stessi. Le braccia vengono infatti portate alternativamente in avanti, fino a far uscire la punta delle canne dei blaster dal deflettore. Dopo che il colpo è partito, il braccio torna automaticamente indietro, mentre l'altro avanza, facendo fulcro sullo sterno. Si genera così un movimento alternativo delle braccia, che produce delle raffiche molto rapide.

Come i Droidi da Battaglia, i Droidekas non sono dotati di sistemi di elaborazione dati propri, esclusi quelli per la mira. Gli ordini vengono impartiti dalla nave controllo droidi della Federazione. Questo non piace affatto ai Colicoidi, in quanto genera vari problemi. Uno di questi è legato alla gestione del deflettore: lo scudo assorbe una grande quantità di energia e, per evitare un surriscaldamento del reattore, è attivato solo in caso di necessità. La scelta è però operata dalla nave controllo droidi, che, a differenza di quanto farebbe un sistema di elaborazione dati posto in ogni Droideka, non è in grado di considerare correttamente tutti gli elementi ambientali, inclusi quelli pericolosi. Ne risulta che lo scudo non è attivato in situazioni in cui sarebbe richiesto, come nella battaglia contro i Gungans. Una conseguenza diretta è la maggiore esposizione al fuoco nemico, come ci dimostra il Generale JarJar Binks, seppur in maniera non del tutto ortodossa. Per questo i feroci Colicoidi hanno imposto ai codardi Neimoidian della Federazione la fabbricazione di una serie speciale di Droidekas, dotati di sistemi di elaborazione propri.

Tutta questa efficienza dei Droidekas ha però un prezzo molto elevato: per questo gli avari funzionari della Federazione usano i Droidekas solo in casi eccezionali, quando i Droidi da Battaglia possono non bastare, oppure quando essi stessi si trovano in pericolo.

ARCHIVIO IMMAGINI

Vista frontale

Vista posteriore

La prima apparizione

Ora ci pensa Anakin!

Rotolando...

Primi bozzetti dei Droidekas

Bozzetto dei Droidekas

Primi bozzetti dei Droidekas