JJ Abrams ha concesso, così come fatto da Kathleen Kennedy, un’interessante e lunga intervista a Rolling Stone da cui possiamo estrapolare diverse dichiarazioni degne di note. Oltre, chiaramente ai commenti su Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, il regista ha affrontato il rapporto – fatto molto spesso di critiche – con i fan ma anche con George Lucas.
E’ una conclusione. Non un inizio. E’ la fine non solo di una trilogia ma di tre. E’ un film molto più grande in termini di portata. Narrativamente, c’è molto che si sviluppa in ogni momento che si guarda – anche effetti speciali, più elementi che si muovono. E’ il progetto più tosto in cui sia mai stato coinvolto. Di molto. E’ stato impegnativo fin dal momento in cui Kathy mi ha chiamato. Capire il cosa, il perché e il come è stato una vera sfida. L’importante è stato non approcciarsi pensando di avercela fatta. In quel si è fregati.
Questo il primo commento fatto da JJ Abrams, prima di spiegare perché deve esserci una chiusura definitiva alla saga degli Skywalker.
Ho avuto la sensazione con questo, ma anche con Episodio VII – non ricordo neanche se sia mai stato oggetto di discussione o no – che questa sarebbe stata la trilogia finale. Penso si sia guadagnata di essere la conclusione di questa storia. Chi può dire cosa seguirà? C’è altro che può essere fatto riguardo qualcuno di questi personaggi? Sto lavorando ad altri progetti (non Star Wars), quindi non sto facendo riferimento a nulla. Dico solo: chi lo sa. Ma per me, si sente che è la conclusione.
Parlando del rapporto lavorativo con Chris Terrio, inizia anche ad affrontare il tema del rapporto con i fan e con le critiche:
E’ una persona brillante e il modo con cui si approccia a tutto è da insegnare. Qualunque cosa succeda, è pronto a leggerla in un modo che è veramente impressionate. Si porta spesso con sé letteralmente una pila di libri che legge. E’ stato affascinante poter lavorare con una persona che è così inserita nell’universo espanso. Per quanto abbia letto alcuni libri, visto parte delle serie animate e letto alcune storie, il livello di conoscenza di Chris è paragonabile a quello di Pablo Hidalgo, la figura in Lucasfilm che è una sorta di raccoglitore di informazioni di Star Wars.
In ogni caso, il processo di realizzazione è semplicemente stato, come chiunque potrebbe aspettarsi, parlare delle storia, trovare elementi che potessero farci emozionare e dare il meglio che potevamo. Ascoltare anche i critici e le critiche e provare a fare il meglio mentre procedevamo. Senza essere spaventati dall’idea migliore. Solitamente pensavamo una scena e ciascuno di noi ne scriveva una sua versione e poi la condividevamo, ce le scambiavamo e arrivavamo ad un risultato. E’ stato veramente fantastico non solo durante la scrittura del film, ma anche durante le riprese e nella post-produzione, cercando di ottenere il meglio possibile, perdendo cose che abbiamo provato a far funzionare senza riuscirci e realizzando che sarebbero state da tagliare. In questo momento è qui giù (n.d.a. al momento dell’intervista si trovavano agli studios della Bad Robot in California, dove a metà Ottobre si stavano svolgendo le riprese aggiuntive), al piano di sotto.
Ed è questo punto che JJ Abrams decide di affrontare le critiche a Il Risveglio della Forza, ritenuto da tanti una semplice copia di Una Nuova Speranza.
E comprendo completamente la critica e, a quelli che trovano che ci sia trova sovrapposizione, dico che ascolto totalmente e rispetto l’opinione. Ma l’idea era di continuare la storia e di iniziare con questa giovane donna che avesse la sensazione che Luke Skywalker fosse una leggenda. E di raccontare una storia che fosse solo una ripetizione ma che abbracciasse i film che conosciamo come la vera storia di questa galassia. Quindi che i personaggi vivessero in un luogo in cui ci fosse ancora il bene contro il male, che vivessero nell’ombra di quello che era successo prima, ancora aggrappati ai peccati dei genitori e delle persone che gli avevano preceduti. Non è stato un gioco di nostalgia. Per me è stato un modo di dire “Torniamo allo Star Wars che conosciamo, così da poter raccontare un’altra storia.”
Un’altra critica dei fan si concentra sul fatto che questi film non dedichino adeguato spazio e valore ai vecchi personaggi ma il loro ruolo è sempre stato pensato in questi termini e non c’è spazio neanche per il pentimento:
Avrebbe potuto ancora essere la loro storia. Ma per me il modo di usarli era di avere un supporto alla nuova storia. La cosa fantastica dei fan di Star Wars è che ci tengono veramente tanto. E anche quelli che sono più cinici o più negativi, sono le persone che, per la maggior parte, abbracciano ciò che è stato fatto, anche solo come argomento di dibattito. Tutto quello che posso dire è che i personaggi principali in questa trilogia sono naturalmente collegati a quei personaggi che sono venuti prima.
Arriva quindi il momento di parlare della critica forse più importante al precedente lavoro di JJ Abrams con Il Risveglio della Forza, svelata più nei dettagli da Bob Iger nel suo libro autobiografico, ovvero quella di George Lucas.
Sono solo grato a George. E’ una cosa probabilmente complicata per lui. Decidere di vendere la propria creatura, il proprio bambino, per chiunque deve essere una cosa complicata firmare un contratto e sorridere. Ma è stato incredibilmente gentile. E’ stato anche super generoso.
E’ venuto da noi, abbiamo fatto un incontro quando abbiamo iniziato a lavorare a questo nuovo film, abbiamo parlato di un sacco di diverse idee e storie, e parlarne con lui è stato importante. E non abbiamo fatto nient’altro che provarci e aderire ad alcuni aspetti fondamentali della storia. Non è stata una cosa difficile da provare e fare. E’ stato veramente gentile, ribadisco. Quindi sono solo grato. Speravo che Il Risveglio della Forza potesse essere il suo film preferito di sempre? Sì, volevo solo fare il meglio per lui. Vorrei solo dire che non ho altro che il più profondo rispetto per lui ed è ancora vero, anche di più ora, dopo avere lavorato su questi film nell’eredità di ciò che ha creato.
Chiudiamo con una chiosa di JJ Abrams su Rey e il fatto che sembra apprendere molto più velocemente le vie della Forza rispetto a Luke Skywalker.
E’ un buon punto. Non è una causalità.
Per leggere l’intervista completa vi invitiamo a recarvi su Rolling Stone, in cui troverete altri commenti su Rey, Rian Johnson e altri punti di discussione, anche se non ci sono grosse novità rispetto a quanto già dichiarato negli scorsi mesi.
Star Wars: L’Ascesa di Skywalker sarà nei cinema italiani il 18 Dicembre 2019. Ricordiamo che potete già acquistare i biglietti per la pellicola.