“I Morti parlano!”. Così il ritorno di Palpatine è stato presentato all’inizio di Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, portandolo fin da subito al centro della vicenda che ci è stata narrata. Indipendentemente dal fatto che sia piaciuta tale scelta, cosa che non si vuole affrontare in questo articolo essendo legata a percezioni personali, cerchiamo di addentrarci nella storia ma anche nella produzione della pellicola, per provare a comprendere se tale ritorno fosse effettivamente previsto dalla storia e se vi fossero effettivamente degli indizi, come JJ Abrams ha voluto dirci – almeno, a parole.
Per farlo, facciamo un deciso passo indietro fino alle settimane che hanno preceduto l’arrivo nelle sale di Il Risveglio della Forza. Più nello specifico torniamo al fumetto L’Impero a Pezzi (illustrato brillantemente da Marco Checchetto, edizione italiana a cura di Panini Comics). Per chi non conoscesse la vicenda, ambientata immediatamente dopo la distruzione della seconda Morte Nera: l’Imperatore aveva un piano per distruggere la ribellione e rendere inospitali molti pianeti della galassia a seguito di una sua possibile morte, nel fumetto l’Operazione Cinder o anche detta contigenza. Per attuarlo, erano state programmate delle sentinelle – dei droidi rossi, in parte simili alle guardi imperiali – che portavano un messaggio dell’Imperatore stesso, intimante l’inizio dell’attacco.
Lo stesso tipo di operazione viene successivamente ripresa in Star Wars: Battlefront II, videogame prodotto da EA e lanciato nel 2017, in cui ci viene anche riproposta una delle sentinelle.
In entrambi i contesti, quindi, l’Imperatore sembra aver lasciato definitivamente la scena del conflitto, seppur la Galassia si trovi a far fronte a quanto rimane in campo delle sue forze imperiali a seguito del messaggio da lui preparato.
Tenendo conto di tali racconti, arriviamo quindi a parlare del cuore di Star Wars. Parliamo di Il Risveglio della Forza. Kylo Ren, Snoke e il Primo Ordine sono i nuovi rappresentanti del male che si prepara a sferrare il primo ma fin da subito decisivo colpo alla Nuova Repubblica. Se in L’Ascesa di Skywalker veniamo a sapere che il Leader Supremo altro non era che un burattino di Palpatine, in Episodio VII tale percezione è del tutto assente. Lo screen-time è limitatissimo, i misteri tantissimi ma più di ipotesi nulla si poteva fare. Tuttavia, alla conclusione della pellicola, ecco arrivare uno dei “possibili” indizi di una presenza ancora reale di Palpatine. Lo stile di combattimento di Rey, e ricordo chiaramente che diversi fan lo affermavano, nello sconto con Kylo Ren sembra ricordare quello di Palpatine, per impugnatura dell’elsa e per aggressività.
Si parla di un indizio comunque piuttosto debole. Tuttavia, va a trovare più forza nella novelizzazione scritta da Alan Dean Foster. Riporto testualmente quanto scritto:
Uccidilo, le disse una voce nella sua testa. Era una voce lontana, sconosciuta, cavernosa. Piena di vendetta. E’ facile, insistette. Rapido.
Ancora troppo poco (se vogliamo, possiamo più leggerci il legame di parentela con Rey che altro) e in un contesto sbagliato. La presenza di tale frase solo nel libro e non nella pellicola ne va a minare l’importanza. Infatti, se queste parole fossero state sentite nella pellicola, questo articolo sarebbe stato decisamente diverso.
“La sceneggiatura di Episodio VIII è scritta. Sono sicuro che ci saranno diverse riscritture, come ci sono sempre. Rian mi ha chiesto un paio di cose qui e là di cui aveva bisogno per la sua storia… la storia che ha raccontato ha preso quello che stavamo facendo ed è andata nella direzione che riteneva migliore, ma molto in linea con quello che avevamo in mente noi.”
JJ Abrams a Wired a Dicembre 2015
Giungiamo quindi a Star Wars: Gli Ultimi Jedi. Osserviamo il quadro generale con cui dobbiamo osservare le scelte della pellicola. Rian Johnson, regista e sceneggiatore. JJ Abrams produttore esecutivo. Sceneggiatura terminata durante la realizzazione stessa di Il Risveglio della Forza (come testimonia la foto qui sotto del 20 Maggio 2015), lodata pubblicamente da JJ Abrams ad inizio 2016, in qualità di produttore è informatissimo della storia.
“L’ha letta e ha detto un qualcosa che non ha mai e poi mai detto. ‘E’ così bello che avrei voluto farlo io.’
Greg Grunberg su JJ Abrams a Dicembre 2015
In Star Wars: Gli Ultimi Jedi gli indizi che portano ad un ritorno in scena di Palpatine sono nulli. Apparentemente salta anche il legame di parentela avuto con Rey. Il Leader Supremo Snoke muore. Il nuovo Leader Supremo è Kylo Ren. Ricordiamo, JJ Abrams approva e loda, è informato, è a conoscenza di tutto questo da due anni prima che Gli Ultimi Jedi giunga nei cinema di tutto il mondo.
JJ Abrams, a seguito delle polemiche su Episodio VIII, inizia però a cambiare versione nelle interviste che ci hanno accompagnato verso L’Ascesa di Skywalker. Ecco quindi cosa ha detto ad Uproxx riguardo il ritorno di Palpatine e sul lavoro di Rian Johnson:
Pensate a ciò di cui parla, chi è, quanto è importante, alla storia – la sua totale assenza dalla terza trilogia sarebbe stata sospetta. Sarebbe stata molto strana. Con questo non voglio dire ci fosse una bibbia e sapessimo tutto quello che sarebbe successo ad ogni passaggio. Ma quando Larry Kasdan ed io abbiamo lavorato su Il Risveglio della Forza, non lo abbiamo fatto a vuoto. Abbiamo osservato molto attentamente quello che è successo prima. (…) Quindi ci sono state delle discussione su questo tema (n.d.a. Il ritorno di Palpatine) in quel periodo. Anche se, come ad ogni inizio, si voleva sì inserire dei temi ma non si voleva essere chiari su tutto. Poi quando Rian è stato preso a fare Gli Ultimi Jedi, ci siamo incontrati, abbiamo parlato di diverse cose e ha scritto la sua storia. E quando ho letto la sceneggiatura, ho realizzato che non prendeva la strada di nulla di quello che io e Larry avevamo parlato e a cui pensavo avrebbe portato. Ci sono state alcune cose molto specifiche in questo film su cui ridevamo e pensavamo ‘Oh finalmente, stiamo finalmente facendo quello di cui avevamo parlato cinque anni fa.
JJ Abrams sul ritorno di Palpatine ad Uproxx
Un modo di fare piuttosto sospetto, sicuramente nelle parole, quello tenuto da JJ Abrams nel corso dei vari anni di sviluppo della trilogia sequel. Dichiarazioni che andavano in un senso nel 2015/2016, modificatesi totalmente prima di L’Ascesa di Skywalker. La cosa, personalmente, non mi stupisce. In questo senso, JJ ha sempre voluto fare il furbo, cercando di sfruttare più i sentimenti del fandom a suo favore. Il “Real sets, practical effects”, il mantra che ripeteva nel 2015, dopo gli insulti alla CGI dei prequel, su cui ha costruito la campagna pubblicitaria di Il Risveglio della Forza, ne è un chiaro esempio.
Ma torniamo alla questione di cui mi voglio occupare in questo articolo, facendo un confronto tra tesi e antitesi. Il ritorno di Palpatine era previsto vs il ritorno di Palpatine non era previsto.
Partiamo dall’assunzione che il ritorno di Palpatine fosse effettivamente previsto, come ci ha voluto raccontare JJ nelle dichiarazioni precedenti L’Ascesa di Skywalker. Se Gli Ultimi Jedi non preparava il terreno per un ritorno così importante – cosa che il suo Il Risveglio della Forza non faceva in alcun modo – perché non chiedere a Rian Johnson di apportare delle modifiche? D’altronde, la sceneggiatura era pronta con larghissimo anticipo, il tempo a disposizione tantissimo (tanto che Gli Ultimi Jedi non ha avuto alcun tipo di problema di produzione). JJ era inoltre produttore esecutivo di Episodio VIII – con quindi voce in capitolo sulle decisioni – oltre che a conoscenza della trama stessa proposta da Rian. Le domanda che sorgono spontanea sono: Perché questo non è stato fatto? Per quale motivo non si è occupato di una questione narrativamente così importante?
La risposta può risiedere esclusivamente in due possibilità. O il totale disinteresse o nell’assunzione opposta: Il ritorno di Palpatine non era previsto. A rafforzare questa ipotesi – che anche da un punto di vista narrativo è la più probabile – è stato Colin Trevorrow, allontanato dalla produzione di Episodio IX durante le sue fasi iniziali:
Riportare in scena l’Imperatore è stata un’idea che JJ ha portato sul tavolo quando è ritornato. Onestamente è una cosa che non avevo mai considerato. Gliene do credito. Era una storia difficile da realizzare e lui ne ha trovato la chiave.
Colin Trevorrow ad Empire
Per altro, anche qui, scenario simile ad Episodio VIII. JJ Abrams sarebbe stato comunque produttore esecutivo di Episodio IX, come previsto dal contratto firmato ai tempi di Il Risveglio della Forza.
Quindi, per concludere: checché ne dica JJ Abrams il ritorno di Palpatine sembrava tutto meno che una cosa prevista dal 2014. E, se anche fosse, sarebbe folle che in qualità di produttore, oltre che realizzatore del capitolo che ha introdotto la trilogia sequel, non abbia mai affrontato/chiesto che un elemento così importante, per quella che sarebbe dovuta essere la trama secondo le sue idee, venisse effettivamente affrontato.
Diteci la vostra impressione sulla questione! Per voi era previsto o non era previsto il ritorno del villain?
A questo link potete invece trovare la nostra multirecensione aggiornata. E’ inoltre disponibile, per la volesse recuperare, la nostra discussione andata in onda in live su Youtube su Star Wars: L’Ascesa di Skywalker.
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