A tre anni dall'uscita dell'ultimo capitolo cinematografico della saga, l'acclamato
Revenge of the Sith, George Lucas decide di far uscire ancora al cinema (in qualche modo rispettando la cadenza triennale alla quale i fan si erano un'altra volta abituati) un prodotto originariamente pensato per la televisione: l'episodio pilota della serie d'animazione CGI
The Clone Wars, che un mese dopo partirà sul canale tematico Cartoon Network sotto la direzione artistica di
Dave Filoni.
Il risultato è
un vero e proprio film, per quanto mirato a un target più giovanile rispetto a quello delle pellicole che lo hanno generato: questo, insieme al particolare stile squadrato e poco espressivo dei modelli tridimensionali dei personaggi (a metà tra quello dei cartoni animati di Genndy Tartakovsky e la serie inglese dei
Thunderbirds) lascia perplessi molti fan, orfani anche del logo della 20th Century Fox e delle musiche di John Williams.
The Clone Wars è accolto con perplessità e freddezza.
La storia vede Anakin e Obi-Wan impegnati su uno dei tanti fronti di battaglia della guerra dei cloni, sul pianeta Christophsis: essi vengono raggiunti da Ahsoka, una giovane padawan togruta affidata a Skywalker come una sorta di test per metterlo alla prova. La missione è quella di salvare il figlio di Jabba the Hutt, rapito dai Separatisti e tenuto prigioniero su Teth per gettare la colpa addosso ai Jedi e alla Repubblica. In palio è il sostegno del potente clan degli Hutt nella guerra. Nel braccio di ferro diplomatico, che si concluderà a Tatooine, si inseriscono oltre alla sicaria di Dooku Asajj Ventress (già conosciuta nei cartoni animati di Tartakovsky) anche la stessa Padmé, che da Coruscant esercita pressioni sul corrotto zio di Jabba, Ziro the Hutt. Anakin e Ahsoka, alla fine, riescono nella loro impresa, riportando il piccolo Rotta al padre e guadagnando alla Repubblica l'appoggio degli Hutt alla flotta repubblicana.
Lo scopo del film è quello di
promuovere la serie televisiva e di impostarne le linee guida: divertimento anche ingenuo (sullo stile di
Episode I), politica, momenti riflessivi e tanta azione. Il personaggio di Ahsoka, impertinente e irruenta, serve a bilanciare Anakin, spingendolo a maturare. Ma il risultato è che i due diventano complici nelle loro scorribande al limite del codice Jedi, fra loro simili come fratello e sorella. Fra battibecchi spiritosi, scene comiche e sequenze d'azione spettacolari
The Clone Wars apre la strada a una promettente serie TV che ripropone la formula di
Star Wars in modo brioso e con risultati -checché ne dicano fan sempre più esigenti ed ingrati- anni luce superiori alle altre produzioni televisive del passato.
Era già accaduto una prima volta alla conclusione della Trilogia Classica, dopo il 1983, e accade nuovamente al termine di quella dei Prequel: Lucas, alla chiusura di una fase della sua epopea sul grande schermo, forte dei consensi e di un pubblico consolidato, tenta la strada delle produzioni televisive. Una scelta che non stupisce chi è conscio delle origini "genetiche" della saga da lui concepita, che sgorga dalle sue esperienze giovanili di spettatore di serial pulp / sci-fi del sabato mattina, il più nobile dei quali -ma non l'unico- è
Flash Gordon. La serialità, nobilitata al massimo grado e quasi oscurata dal progetto grandioso e organico della saga filmica, riemerge nella sua forma più aperta e giocosa nella scansione episodica dei prodotti per il piccolo schermo che il regista mette in cantiere, "tornando" a ciò che SW in realtà non è mai stato finora ma era nella sua mente
prima di essere.
La differenza rispetto a quei discutibili esperimenti per bambini che furono le serie
Ewoks e
Droids tra il 1985 e il 1986 è che stavolta Lucas vuole fare le cose in grande e rendere i nuovi prodotti adatti anche a palati meno infantili. Il dodicenne che c'è dentro ogni fan resta ancora e sempre (come nel caso dei film!) il suo target preferito. Ecco allora prima la serie di brevi ma splendidi episodi di
Clone Wars affidati al genio di Genndy Tartakovsky (dei quali trattiamo nell'apposita sezione) tra il 2003 e il 2005, prima dell'uscita di
Episode III; e poi, dopo tre anni di silenzio, questa ulteriore e quasi omonima
The Clone Wars diretta da
Dave Filoni che parte nell'autunno del 2008, preceduta da un controverso ma godibile "pilota" proiettato al cinema come film (anch'esso dal titolo
The Clone Wars, per la gioia di chi cerca di mettere ordine). Una scorpacciata di produzioni, insieme a un numero ormai incalcolabile di libri e fumetti, sulla fantomatica e per decenni vagheggiata guerra dei quoti... dei cloni, guerra dei cloni!
L'opera dell'italoamericano sembra fin da subito riallacciarsi al tratto squadrato e stilizzato (da molti criticatissimo) di Tartakovsky, al quale viene però aggiunta la terza dimensione, fattore non di poco conto quando si tratta di trasformare un tratto non realistico su carta nello stesso tratto egualmente irreale ma in uno spazio tridimensionale. L'aspetto conferito ai
characters che ne risulta suscita un vespaio di polemiche per la rigidità dei modelli CGI dei personaggi, non più espressivi dei britannici
Thunderbirds di plastica e stoffa degli anni '60. Ma dopo alcuni minuti, a dire il vero, ci si abitua.
Estetica adottata a parte, la serie di Filoni dimostra come quella di Tartakovsky di voler fare sul serio,
ponendo al centro della storia Anakin Skywalker, cioè il protagonista della saga stessa: fugato, dunque, il dubbio che la serie potesse diventare uno spin-off come quelli del passato, incentrati su personaggi minori. Accanto al Prescelto, promosso sul campo a maestro
di fatto -benché non formalmente- per l'emergenza della guerra dei cloni e per mettere alla prova la sua maturazione, la giovane padawan togruta Ahsoka Tano, irruente e disobbediente almeno quanto il suo giovane mentore; ma proprio per questo in sintonia con lui come altri non avrebbero potuto essere. Tra battibecchi, avventure, scene epiche, gesta eroiche dei Jedi e le insidie tese da tutti i villain (Dooku, Grievous, Asajj Ventress e Darth Sidious) la serie si presenta con una formula che, per quanto all'insegna dell'animazione per ragazzi, dell'azione e dell'ironia, si colloca non troppo lontano dai film stessi della saga.
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stagione 1