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Il restauro di Star Wars
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di Maria Silvia Fiengo |
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In occasione del suo ventesimo compleanno, Guerre Stellari, e i due episodi che lo seguirono all'epoca, sono stati fatti oggetto di un importante e costosissimo restauro. La trilogia sfidava il suo stesso mito, tornando a splendere sugli schermi alle soglie di quel 2000 che negli anni Settanta era ancora "il futuro".
L'operazione, costata dieci milioni di dollari, era volta a riportare le pellicole nelle sale cinematografiche, dove un film già distribuito in videocassetta difficilmente può sperare nel grande pubblico. È così nata l'edizione speciale, "nuove scene girate, vecchie finemente adattate e riprese di vent'anni fa combinate con la più moderna computer grafica" (1) restituivano alla saga di Guerre stellari, e per volontà del suo autore, l'originario fulgore. L'impresa, commercialmente legittima, ha portato a modificare uno dei venticinque film posti sotto la tutela della Libreria del Congresso di Washington. Il posto occupato dal film nell'immaginario collettivo, l'importante uso di tecnologie digitali e il ruolo svolto da George Lucas nel suo recupero fanno di Guerre Stellari un caso limite tra gli interventi sul patrimonio cinematografico e suggeriscono alcune riflessioni riguardo alla nozione di restauro del film.
Cosa vuol dire restaurare un film? Il restauro di un film è un concetto sfuggente; ultimamente abbondantemente sfruttato per invogliare gli spettatori al grande schermo, resta oscuro ai più. L'immaterialità e l'ubiquità di un film sottraggono il concetto all'intuizione del pubblico, mentre la molteplicità dei soggetti coinvolti nella realizzazione (sceneggiatori, registi, produttori, distributori, censura, tecnologie, direttori della fotografia, ecc.) e la diffrazione delle sue forme (sceneggiatura, pellicola girata, negativo, copie, proiezione sullo schermo, videocassette e via dicendo) complicano l'intervento degli addetti ai lavori, persi nel labirinto delle libertà. Difficile è individuare la nozione di originale cinematografico, e non immediata la distinzione tra testo danneggiato e versione alternativa. È utile quindi chiarire che cosa significa restaurare un film.
L'aspetto centrale e più problematico di questo tipo di intervento è che qualsiasi sia l'approccio adottato, il risultato sarà una nuova edizione, ovvero il restauro di un film non può prescindere dalla realizzazione di una nuova matrice da cui si stamperanno nuove copie. Infatti la pellicola, supporto fisicamene e chimicamente fragile, si consuma con l'uso ed il concetto di duplicazione è fondante già nel momento creativo. Il lavoro sembrerebbe perciò simile a quello del filologo letterario che, studiati gli originali, costruisce un modello dell'archetipo. Ma la stessa fragilità del film fa sì che in un tempo relativamente breve le copie originali vadano perdute; si impone perciò un rigore particolare al modello che di fatto diverrà il futuro originale. Ed in questo il restauro del film si avvicina a quello pittorico, dove si interviene direttamente sull'oggetto,
modificandolo.
La consapevolezza da mantenere nel restaurare un film è dunque quella che se non si è provveduto a conservare un duplicato identico del materiale d'origine, qualsiasi intervento modificherà per sempre l'opera.
Da un punto di vista pratico l'intervento di restauro cinematografico si articola su due fasi: la prima consiste nella ricerca e nella consolidazione dei materiali esistenti, la seconda nella creazione della matrice priva dei difetti del tempo. Più dettagliatamente un lavoro standard su un film sonoro di cui esiste il negativo si può semplificare nel seguente schema:
1a) Ricerca del negativo e verifica del suo stato.
1b) Raccolta delle copie positive in circolazione e di quanti altri materiali si riesca a trovare (girato non montato, tagli di censura, ecc.).
1c) Analisi comparata dell'insieme dei materiali e loro classificazione.
1d) Ipotesi di lavoro sulla base dei materiali in pellicola e del loro confronto con le fonti non-film (visti di censura, sceneggiatura, appunti, testimonianze, articoli, ecc.).
2a) Riparazione fisica del materiale d'origine e, ipotizzando che ci sia un buon negativo...
2b) Realizzazione di una copia positiva del negativo ricostruito (chiamata interpositivo se il film è a colori, lavanda se bianco e nero).
3c) Realizzazione di una copia negativa dell'interpositivo (internegativo per il colore, controtipo per il bianco e nero). Questa è la nuova matrice di stampa.
Nel corso degli ultimi tre passaggi il film subisce gli interventi di restauro decisi nell'ipotesi di lavoro: scene perse o danneggiate nel negativo possono essere recuperate da un positivo in buono stato, graffi e difetti dell'immagine possono essere eliminati parzialmente nel processo di stampa, la colonna sonora può essere pulita eliminando il gracchiare dovuto al tempo, operazioni sempre più raffinate, ma anche più invasive, si possono attuare con la disponibilità di tecnologie vieppiù avanzate. Ed è evidente come i concetti di "scena persa", "danni del tempo", "difetti dell'immagine" lascino un largo margine di scelta al restauratore e di come, senza una rigorosa ipotesi di lavoro, la nuova edizione restaurata si possa trasformare in una nuova edizione del tutto.
Gli interventi su Star Wars
Prima di prendere in considerazione il tipo di lavoro svolto per Guerre Stellari è utile indicare quali sono stati materialmente gli interventi volti ad "arginare i danni del tempo".
1) Il negativo, ritrovato in Kansas in condizioni molto deteriorate, è stato pulito, corretto in alcuni effetti ottici (ad esempio le dissolvenze), migliorato nella qualità di stampa e conservato.
2) Alcuni effetti speciali considerati non più buoni sono stati ripresi e migliorati dalla Industrial Light and Magic. Gli interventi di questo tipo sono riportati in maniera dettagliata per i tre film nelle tabelle qui di seguito.
3) La colonna sonora è stata rimasterizzata e il sistema sonoro è stato trasformato da ottico a digitale (la versione del 1977 era ottica ma esistevano alcune copie in 70 mm su traccia magnetica la cui qualità si avvicinava a quella dell'attuale digitale).
Guerre Stellari, 1977
Han Solo incontra Jabba
La scena era stata girata con un attore da sostituire poi in truka (2) mediante un pupazzo o una ripresa a passo uno. Per mancanza di tempo e soldi non era poi stata inserita Dopo aver scannerizzato l'interpositivo originale si è provveduto a sostituire l'attore che aveva posato per Jabba con il nuovo personaggio costruito al computer.
Veicolo fluttuante (landspeeder di Luke, ndDC)
Per ottenere l'effetto della macchina fluttuante sul deserto il veicolo era stato ripreso schermandone le ruote con il procedimento del trasparente. L'effetto rimaneva però statico. La scena, girata negli ultimi giorni, è stata trovata con molta fatica nel negativo originale. È stata scannerizzata la ripresa della macchina e quella dello sfondo (che si trovavano chiaramente su due diverse pellicole) e sono state poi appaiate digitalmente creando un movimento più fluido del veicolo e un maggior realismo nelle ombre.
Ronto
Il paesaggio di Mos Eisley era stato girato in parte in Tunisia in un luogo semideserto. Con la computer grafica è stato aggiunto il Ronto, sorta di grande dinosauro che attraversa lo spiazzo di fronte allo spazioporto.
Mos Eisley
Ancora lo scalo spazioportuale, a giudizio di Lucas troppo poco animato. È stata creata una nuova inquadratura digitale che allarga il paesaggio fantastico limitato in origine ad una inquadratura. Inoltre, sulla ripresa d'epoca, sono state aggiunte nuove creature al computer.
X-Wings
L'inseguimento spaziale era stato realizzato unendo due inquadrature diverse. Digitalmente si è trasformata la scena in una inquadratura unica con un maggior numero di caccia stellari
L'impero colpisce ancora, 1980
Cloud City
Poche le scene che illustravano la città. Aggiunta una nuova vista della città e una panoramica a volo tra le torri realizzate al computer.
Cava di ghiaggio
Il wampa appare in poche scene. L'intera scena è stata rigirata, aumentano le inquadrature della caverna: è stato ricostruito un abito da Wampa telecomandato. La prima delle nuove scene è stata poi combinata con una vecchia inquadratura di Luke.
Arrivo del Falcon
L'atterraggio del Falcon a Cloud City era povero e fasullo. Girata una visione dell'arrivo sulle torri della città. Aggiunte due torri sull'atterraggio e sostituite le fiamme dipinte con nuove immagini di fuoco.
Shuttle di Darth Vader
Mancava la scena in cui Darth Vader raggiunge lo Star Destroyer con la sua navicella. Si vedeva direttamente il personaggio sulla nave spaziale (l'Executor, ndDC). Creato il disegno di una navicella combinato poi con vecchi elementi, mentre l'inquadratura dell'esterno dello Star Destroyer è presa dal film precedente.
Miniera di gas
Il paesaggio era stato realizzato con un modellino combinato all'immagine di nuvole. Aggiunto al computer un elemento rotante in primo piano.
Arrivo da Darth Vader
Leia, Lando, Han e Chewie attraversano una hall dirigendosi da Darth Vader. La scenografia è poco caratterizzata. Aggiunto al computer il panorama fuori da una grande finestra e un ascensore.
Il Ritorno dello Jedi, 1983
Sarlacc nel pozzo
La creatura tentacolare nel pozzo è poco visibile e statica. Aggiunti becco e tentacoli roteanti al mostro.
Sy Snootles
Festa nel palazzo di Jabba, considerata poco vivace. Aggiunte scene per personaggi di sfondo; Sy Snootles, la cantante, viene fatta ballare.
Celebrazioni finali
Feste considerate poco vivaci. Nuovi modellini digitali e nuove scene girate in trasparente. Macchine, autobus e caos di ogni tipo (a Coruscant, ndDC), celebrazioni degli Ewok.
Il caso di Guerre Stellari
È palese come questa edizione presenti numerosi punti di rottura sia con il concetto di restauro comunemente inteso nella storia dell'arte del nostro secolo, sia con la nozione di filologia così come viene definita nello studio della letteratura. Ed è scontato che l'uso dell'aggettivo "restaurata" è, in questo caso, improprio. Di fatto, ed è banale, si tratta di una riedizione d'autore.
Eppure nel caso del film esiste un elemento ulteriore da considerare nel restauro, ed è quello della sua rimessa in uso. Da questo punto di vista il film si avvicina a quei manufatti per i quali il concetto brandiano (3) di unità dell'opera sfuma di fronte al dato materiale. Per fare un esempio basti pensare al recupero di vecchi mobili per arredare una nuova casa: spesso la riconoscibilità e la reversibilità degli interventi lasciano il posto ad un meno rigoroso senso dell'intero e il termine "restaurato" viene impiegato con un significato preso a prestito dal senso comune.
Nel caso del cinema la rimessa in uso è una condizione necessaria, in quanto un film non proiettato non esiste, non possiede infatti né il movimento né il suono. Ed il ritorno al pubblico colloca il film in un campo di forze che tende ad alterarne la forma. Se a questo si aggiunge che non si interviene materialmente sulle pellicole d'epoca, si spiega come spesso i restauri cinematografici finiscano per essere discutibili. Il film, prodotto dell'industria culturale, oscilla tra due nature: bene commerciale ed espressione dell'ingegno, riflette questa dicotomia nella sua forma fin dal momento iniziale, riproponendo anche nei modi della sua trasmissione al futuro questa complessità.
È vero che nel caso di Guerre Stellari il negativo è stato pulito, duplicato e conservato, ed è questa la versione restaurata, ma questa versione non viene restituita al pubblico: nelle sale compare, giocando sull'equivoco del restauro, una versione alternativa.
Sempre più spesso i film ripristinati con l'intento di essere reimmessi nel circuito di distribuzione vengono designati come "Edizioni Speciali".
Il concetto di Edizione Speciale: inseguendo il futuro
L'edizione speciale non è un restauro, ma non è neppure semplicemente una nuova edizione. Si tratta generalmente di una edizione volta a considerare come "scena persa", "danni del tempo" "difetti dell'immagine" tutti quegli elementi di disturbo causati dal passare del tempo, non necessariamente connessi con l'invecchiamento e l'usura. L'edizione speciale, cioè, sembra riproporsi di svincolare i film dai legami del proprio tempo: limiti tecnici, economici, censori e via dicendo. Nel recente caso del film L'infernale Quinlan, ad esempio, l'edizione speciale si riproponeva di restituire il film alla volontà dell'autore, sulla base di un memoriale dettagliato lasciato da Orson Welles; la forma imposta al film dal produttore, quella con cui il film è uscito, è stata considerata come una sorta di danno del tempo. Nel caso di Riso Amaro, Giuseppe de Santis ha garantito per la reintroduzione della scena dell'aborto in risaia: in questo caso è stata una presunta censura a fare le veci dell'invecchiamento da correggere. Nello stesso modo le tecnologie digitali, avendo la possibilità di descrivere numericamente suono ed immagini per riproporli "più nuovi", possono svolgere il ruolo di "tempo positivo" e far considerare cause dell'invecchiamento vecchie tecniche di registrazione all'epoca imperfette. Assumendo come dato scontato che la volontà dell'autore fosse quella di ottenere il miglior risultato possibile.
L'intervento su Guerre Stellari rientra in questa categoria. È lo stesso autore a dichiarare che nel far fluttuare la macchina (il landspeeder, ndDC) in aria si era dovuto limitare ad un risultato insoddisfacente; così per le scene dello spazioporto, dove avrebbe voluto mettere folle di personaggi. Queste scene sono cioè state considerate danneggiate da "difetti dell'immagine" dovuti alla loro età.
Quello che sembra paradossale non lo è poi così tanto: la ricostruzione di effetti ottici come le dissolvenze è una pratica accettata, perché non lo dovrebbe essere il miglioramento dei "trasparenti"? Inoltre, attualmente è pratica comune pulire digitalmente il suono dei film, eliminando, oltre ai disturbi dati da sporcizia e rotture, anche parte di quelli dovuti alle tecniche di registrazione d'epoca, mentre, per quanto riguarda le immagini, il freno ad interventi di restauro digitale è principalmente economico. Sono però già in uso, e si tratta degli stessi strumenti impiegati per realizzare effetti speciali, strumenti che offrono una gamma illimitata di intervento. In futuro i limiti nella correzione delle immagini d'epoca potrebbero spostarsi sensibilmente, in proporzione al mutare della percezione di qualità dell'immagine.
L'Edizione Speciale di Guerre Stellari ha quindi questo merito: invita alla prudenza nell'impiego di tecnologie digitali per il restauro e ci mostra come non basti la volontà provata dell'autore, unita ad un effettivo miglioramento qualitativo di suono ed immagine. Esiste infatti un terzo punto: l'"originale", la copia conservata alla Libreria del Congresso.
Ogni caso di film è diverso, ogni intervento è più o meno riuscito, chi plaude al lavoro su L'Infernale Quinlan può trovare quello su Guerre Stellari un massacro. Ma se la fantascienza anni Settanta deve essere di latta, un autore ad Hollywood negli anni Cinquanta deve essere sottomesso alla volontà dei produttori.
Di fatto queste operazioni, che non possono essere considerate restauri, sono legittime, e spesso interessanti. Rimane il fatto che anche, e soprattutto, la versione di distribuzione d'epoca deve essere conservata, duplicata, e resa accessibile al pubblico, con i suoi difetti e con il suo valore di usato. Quando così non è, questi interventi vanno considerati comunque uno scempio.
Apparso su "Guida completa a Star Wars: da Guerre Stellari a La Minaccia Fantasma", Falsopiano, 1999
Maria Silvia Fiengo, milanese, si è laureata con una tesi di laurea sul
restauro cinematografico presso l'Università di Pavia. Ha seguito inoltre
seminari e corsi a livello internazionale sull'argomento.
Note:
(1) Così è stata pubblicizzata l'impresa.
(2) Macchina di stampa, la truka permette di stampare un fotogramma per volta combinando ripresa e proiezione, e accoppiando immagini provenienti da negativi diversi. È stato usato per anni nella realizzazione di effetti speciali e per accoppiare film a immagini animate.
(3) da Cesare Brandi, critico e teorico della critica.
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