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Episodio I: La Minaccia Fantasma

di Davide Canavero e Fiorenzo delle Rupi


     L'Impero non esiste. Luke Skywalker, Han Solo, la principessa Leia non sono ancora nati.
     Neppure le Guerre dei Cloni sono ancora cominciate.

     C'è la Repubblica, la Repubblica del mito. Non importa sapere da quanto tempo esista, basti sapere che è la Repubblica.
     Obi-Wan "Ben" Kenobi dirà un giorno a Luke: "Per oltre mille generazioni i cavalieri Jedi sono stati i guardiani di pace e giustizia nella Vecchia Repubblica, prima dell'oscurantismo, prima dell'Impero". Se un calcolo va fatto, essa risulta avere circa 25.000 anni.
     La Repubblica abbraccia tutta la Galassia; solo il Margine Esterno sfugge al suo controllo diretto. È enorme. Troppo grande e troppo vecchia. Troppa burocrazia, troppa corruzione. Nonostante sembrasse destinata a durare in eterno, anche la Repubblica galattica si scopre all'improvviso avviata ad un rapido tramonto, com'è nella natura di tutte le cose.
     Il suo antico splendore è già del tutto sfiorito, benché esteriormente non ci siano segni di decadenza.
     Gli stessi Jedi —che in diecimila servono la Repubblica— sembrano pieni di sé e fin troppo sicuri della propria autorità. I loro antichi avversari, i Signori Oscuri dei Sith, ormai non sono altro che un vago ricordo negli archivi storici: si ritiene che siano scomparsi da oltre un millennio; e definitivamente. O almeno questo è ciò che i Jedi credono.
     In realtà c'è una minaccia fantasma, una minaccia nascosta che, approfittando del rilassamento della Repubblica e dei Jedi, ha iniziato a proiettare la sua ombra su ogni cosa, benché nessuno se ne renda ancora conto. È un'ombra che non si stende solo sui Jedi minacciando la sicurezza del loro Ordine, ma che si allunga su tutta quanta la Repubblica, cioè su tutta la Galassia; e lo fa con inedita determinazione, con un'astuzia e una spregiudicatezza diaboliche, con una lucida volontà di dominio che non ha precedenti. L'equilibrio della Forza è turbato perché le forze del Male rialzano la testa e si apprestano a diventare più potenti che mai, a suscitare il male anche là dove parrebbe impossibile; a corrompere tutto, anche gli esseri più puri.
     Dopo mille anni di silenzio i Sith riappaiono.
     Sono due, come sempre: un maestro e un apprendista. Il maestro, Darth Sidious, è qualcosa più di un semplice padrone del Lato Oscuro della Forza; non un guerriero o uno stregone, ma una figura sfuggente che ha posto mano a un progetto apparentemente impossibile per chiunque: controllare la Galassia. I Sith naturalmente bramano vendetta contro i Jedi e aspirano al potere. Ma Sidious non intende affrontare gli eterni nemici dei Sith —i Jedi e la Repubblica— faccia a faccia, bensì assumere il comando di entrambi dall'interno per distruggerli in modo definitivo.
     Il primo passo è quello della politica.

     Un piede in Senato...

     Darth Sidious ha un posto in Senato.
     Come questo possa avvenire è presto detto: il senatore Palpatine di Naboo, che rappresenta il proprio pianeta nell'arena politica, agisce di comune intesa con lui; ma l'ipotesi più inquietante è che si tratti in realtà della stessa persona. Darth Sidious, il temibile Maestro Sith attualmente in vita, cioè qualcuno capace di gelare il sangue nelle vene al solo nominarlo, nonché di scatenare nei propri confronti la caccia da parte dei Jedi, ufficialmente… non esiste (neppure tra la lista dei personaggi del film, ndt), e finora non si è rivelato a nessuno, eccetto al suo apprendista Darth Maul. Nessuno sa dove Sidious si trovi, né che volto abbia, coperto com'è dalla sua cappa scura. Anzi: nessuno sa che esiste; almeno, non col nome di Darth Sidious. Egli esiste sì nella società, ma sotto l'identità del senatore Palpatine di Naboo.
     È un semplice palco in Senato, il suo: quello di un senatore come tanti.
Da lì prende le mosse la macchinazione più raffinata che mai sia stata concepita, il piano di ascesa al potere più brillante e spregiudicato. Il primo obiettivo da raggiungere è quello di ascendere al Cancellierato.
     La Repubblica è debole, il momento è propizio: il Cancelliere Supremo Valorum è paralizzato dalla burocrazia e dai ricatti, nonché da speciose accuse di corruzione; il Senato è ormai un luogo dove si dibatte all'infinito senza giungere a nulla, e le corti impiegano ancora più tempo per risolvere le dispute. In tale situazione, cogliendo come pretesto una disputa di scottante attualità, quella sulla tassazione delle rotte commerciali, la mente perversa che trama la fine della Repubblica dà inizio alla sua ascesa al potere.

     Una forte tassa è stata posta sulle rotte commerciali nel Margine Esterno della Galassia e a farne le spese è stata la Federazione del Commercio, un'entità politico/economica (e militare) un tempo sotto il controllo diretto della Repubblica ed ora in mano ad avidi e codardi mercanti neimoidiani, che svolgono il loro lavoro con una franchigia del governo (una sorta di "privatizzazione").
     Da anni, nel continuo sforzo di aumentare i propri guadagni e il proprio potere, la Federazione ha convertito molte delle sue navi da carico in navi da guerra, stipate di mezzi da sbarco ed eserciti di droidi da battaglia per proteggere le proprie redditizie rotte commerciali. Con questi mezzi i neimoidiani, che non si espongono mai in prima persona ma delegano ogni compito a mezzi automatizzati, piegano alle loro regole economiche le civiltà dei sistemi periferici della Galassia, aiutati anche da leggi che lasciano loro un certo margine di libertà.
     Proprio per arginare questo strapotere della Federazione nel Margine Esterno, sotto il Cancelliere Valorum viene approvata una legge molto discussa, che prevede una pesante tassazione delle rotte commerciali in quelle regioni così lontane dal Nucleo galattico.
     La Federazione del Commercio ora è disperata, stritolata dalla nuova tassazione delle rotte: la sua enorme flotta mercantile, che copre buona parte della Galassia con i suoi traffici, non può muoversi nei territori esterni, prediletti perché più redditizi e lontani dal controllo politico centrale, senza incappare nel nuovo dazio.
     Nonostante sia una corporazione imponente, la Federazione non ha appoggio nella maggioranza del Senato o, evidentemente, una simile legge non sarebbe mai passata: dunque non può farla revocare battendo la strada della politica. Nute Gunray —viceré neimoidiano della Federazione— e i suoi sottoposti sono pronti a tutto pur di sbarazzarsi di quell'inaccettabile balzello che sta uccidendo la loro economia.

     ...e uno nella Federazione del Commercio

     Ecco allora che qualche tempo prima dei fatti narrati in Episodio I un'oscura figura si presenta loro, offrendo il proprio aiuto. Darth Sidious, coperto dalla sua cappa scura, propone ai leader della Federazione un patto dai contorni fumosi: i neimoidiani accettano, mettendosi sotto la protezione di questo misterioso individuo che afferma di avere potere in Senato (cioè di poter spostare voti), perché li aiuti a liberarsi da quella legge che vanifica i loro traffici e li conduce alla bancarotta. Non è dato di sapere cosa i neimoidiani pensino di dover dare in cambio o comunque quale debba essere il tornaconto per il loro nuovo alleato; probabilmente essi da principio non arrivano a capire che egli vuole sfruttare la situazione per assumere il controllo del Senato.
     Ben presto Sidious si rivela per quello che è in realtà, un Signore Oscuro dei Sith, cioè il genere di individuo più malvagio che si possa immaginare. Quando i neimoidiani scoprono la realtà sono ormai troppo coinvolti (e troppo intimoriti) per potersi tirare indietro: facendo prevalere l'avidità persino sulla loro innata codardia accettano gli ordini di Sidious. La loro alleanza è alquanto anomala e ha piuttosto il sapore di una sottomissione: il Signore Oscuro ordina, la Federazione obbedisce.
     Apparendo sul ponte di comando della nave di controllo droidi, egli impartisce le sue istruzioni ai neimoidiani su una frequenza HoloNet riservata, trasmettendo da Coruscant, capitale galattica e sede del Senato. Sidious con ogni probabilità non rivela loro esplicitamente di essere anche il senatore Palpatine di Naboo: si limita ad assicurarli di essere in grado di influenzare il Senato della Repubblica e si offre di proteggere i loro interessi. In cambio del supporto politico chiede loro di mettersi nelle sue mani facendo tutto ciò che egli ordinerà, senza preoccuparsi dei successivi sviluppi, ma lasciando che sia lui a muovere i fili: la Federazione dovrà farsi carico della parte sporca del piano da lui concepito. Alla fine ci saranno vantaggi per entrambi.
     A quel punto Darth Sidious ha in mano la carta vincente per rovesciare il Cancelliere Supremo: la Federazione del Commercio ha la ragione dalla sua parte, nonché il vigore (data la sua natura di enorme corporazione) per attaccare frontalmente quella nuova, iniqua legge; dunque sfidare la Repubblica stessa; dunque il Cancelliere Valorum.
     Lo scenario è pronto.

(segue)
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