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(Episodio I: La Minaccia Fantasma)
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La regina nella capitale: la svolta
Ma tutto ciò non funziona.
I Jedi e la regina riescono a fuggire anche da Tatooine, il pianeta desertico dove hanno fatto tappa per alcuni giorni. Così, il senatore Palpatine presto si trova la regina Amidala che metaforicamente bussa alla sua porta su Coruscant, intenzionata a denunciare al Senato la reale situazione a Naboo e chiedere di risolvere quella crisi che lui ha così faticato a provocare. La verità non si può più soffocare: ormai la regina è lì e nulla può impedirle di fare la sua denuncia; e soprattutto ella si aspetta la massima collaborazione da parte di colui che crede essere il fedele senatore del suo pianeta.
Quando l'elegante nave cromata che trasporta la corte di Amidala passa il controllo doganale di Coruscant ne vengono informati sia Palpatine che il Cancelliere Valorum, che vanno a dare di persona alla sovrana il loro benvenuto. Nessuna sorpresa per Sidious/Palpatine, che presumibilmente si era preparato alla clamorosa novità dell'arrivo della regina già da quando Darth Maul, mortificato, gli aveva comunicato il proprio fallimento a Tatooine.
La mutata situazione non impedisce al senatore di sfoggiare il suo sorriso di circostanza:
"È un grande dono vedervi viva, vostra maestà: l'interruzione delle comunicazioni ci ha creato sgomento. Sono ansioso di sentire da voi come stanno le cose. Posso presentarvi il Cancelliere Valorum?".
Valorum esprime la preoccupazione generale del Senato per l'interruzione dei contatti con Naboo, che dura ormai da giorni. Ha convocato una sessione speciale del Senato appositamente per ascoltare Amidala. Non ha la più vaga idea di ciò cui andrà incontro.
Palpatine porta la sua regina nei propri appartamenti per preparare il discorso.
Prima il tempo giocava a favore di Sidious/Palpatine perché il prolungamento della crisi e infine quel clamoroso trattato avrebbero umiliato il Cancelliere. Ora tutto è rovesciato: la situazione a Naboo è troppo esplicita e non ci sarà più alcun trattato a legittimarla. La Federazione non può più pretendere di avere ragione avendo invaso il pianeta, come presto la regina farà sapere a tutti; il trattato è superato, proprio perché la regina parlerà mostrando che i naboo sono tutt'altro che lieti di riconoscere le ragioni dei loro aggressori; ella è lì a Coruscant per invocare in prima persona un intervento armato contro un atto di aggressione puro e semplice. Perciò, se Sidious/Palpatine non vi ponesse rimedio, alla denuncia di Amidala seguirebbe molto semplicemente un'operazione militare della Repubblica per liberare Naboo: la Federazione dovrebbe affrontare lo scorno della punizione per il suo atto e soprattutto —unica cosa che tocca davvero il Signore Oscuro— tutto sarebbe come prima, il Cancelliere e il Senato avendo mostrato di saper risolvere la crisi.
Dunque non sarà più nel modo prima architettato che Valorum e la Repubblica dovranno essere umiliati. D'un tratto a Sidious/Palpatine non importa più che la Federazione del Commercio appaia una vittima: non gli serve più, e la getta via.
Egli deve nuovamente modificare il suo piano sulla base degli imprevisti; ma stavolta in modo radicale. Dovrà abbandonare gran parte del vecchio piano, che non può più funzionare, e sfruttare a proprio favore —con la sua camaleontica genialità— il fatto che la sua regina sia giunta lì.
Amidala, essendo una figura leggiadra, giovane, nobile, in esilio, ha un potere enorme poiché è in grado di attirarsi la simpatia e la compassione di tutto il Senato, insomma di spostare un'enorme quantità di voti dalla sua parte; cioè da quella del senatore che rappresenta Naboo... Basta che egli la usi contro il Cancelliere Valorum e contro la Repubblica anziché contro la Federazione, ed otterrà ugualmente ciò che vuole. Per riuscirci egli deve convincere la regina che non potrà ottenere alcun aiuto da Valorum e dal Senato.
"La regina Amidala è giovane e ingenua" aveva detto come Darth Sidious ai neimoidiani della Federazione: e proprio con questa convinzione Palpatine manipola la giovane.
La regina, ora che è riuscita ad arrivare a Coruscant, ha aspettative molto alte: crede seriamente di poter ottenere un qualche tipo di intervento. Palpatine demolisce subito tutte le sue aspettative dipingendo della Repubblica un quadro scoraggiante, ma tristemente veritiero.
"Vorrei che i tempi fossero più propizi: non c'è più civiltà, c'è solo la politica. La Repubblica non è più quella di una volta; e il Senato è pieno di delegati avidi e litigiosi. Nessuno è interessato al bene comune. Devo essere sincero, vostra maestà: ci sono poche probabilità che il Senato reagisca all'invasione"
"Il cancelliere Valorum pensa che ve ne siano, invece"
"Se mi è consentito, vostra maestà, il cancelliere Valorum ha pochissimo potere; è infamato da speciose accuse di corruzione. Sono i burocrati a comandare, ora"
"Quali opzioni ci restano?"
Prima Sidious/Palpatine aveva sperato, attraverso la Federazione del Commercio, di controllare Amidala mettendola di fronte a un'unica soluzione per salvare Naboo, cioè firmare il trattato che umiliasse Valorum mettendo due parti lese una contro l'altra per mostrare l'incapacità delle istituzioni. Non essendo stato possibile, si tratta ora di puntare tutto su una parte —il pianeta da lui rappresentato— utilizzando a proprio vantaggio l'atteggiamento ostinato della sua regina direttamente a danno del Cancelliere; Palpatine —ora in prima persona— prospetta ancora una volta ad Amidala un'unica via d'uscita per salvare Naboo: sostituire Valorum.
"La scelta più opportuna sarebbe quella di spingere per l'elezione di un cancelliere supremo più forte, qualcuno che possa controllare i burocrati e garantire la giustizia. Voi...potreste chiedere un voto di sfiducia per il cancelliere Valorum"
La giovane protesta che Valorum è stato il loro sostenitore più forte (soprattutto inviando gli ambasciatori Jedi) ma Palpatine non le dà corda e la pone dinanzi all'alternativa di ricorrere alla Corte.
"La nostra unica altra strada è quella di presentare un esposto alla Corte"
Amidala stessa sa che questo significherebbe prolungare ulteriormente i tempi, mentre il popolo di Naboo soffre: "La Corte impiega ancora più tempo del Senato per decidere. Il nostro popolo sta morendo, senatore: dobbiamo fare subito qualcosa per fermare la Federazione"
"Per essere realistici, vostra maestà, io credo che dovremmo accettare il controllo federale per il momento"
"Questo io non lo posso fare".
Amidala non ha certo intenzione di lasciare che le armate dei droidi continuino a pattugliare Naboo, mentre le navi in orbita impediscono ogni scambio di merci affamando il suo popolo.
Siamo deboli, le dice Palpatine: se non volete spingere per un nuovo leader né ricorrere alla Corte non ci resta che chinare il capo e attendere all'indefinito.
Così, il voto di sfiducia a Valorum, accusato di corruzione e attualmente non in grado di risolvere alcunché, sembra davvero l'unica carta da giocare per avere un cancelliere più forte e salvare Naboo in tempo.
L'ora fatale
Non è dato sapere fino a che punto Amidala sia convinta di ciò quando si appresta a tenere il suo discorso in Senato. La carta vincente di Palpatine nel confronto con Amidala è il peso dell'esperienza del politico contro l'impulsività e la disperazione della giovane sovrana.
Il tempo concesso loro in quella seduta straordinaria è amministrato da Palpatine sapientemente, sia con l'assemblea sia soprattutto con la sua regina. Quando il palco senatoriale levita verso il centro della conca e Valorum gli dà la parola è lui a parlare per primo.
"Cancelliere Supremo, delegati del Senato: è accaduta una tragedia. È iniziata in questa sede con la tassazione delle rotte commerciali ed è ora dilagata su tutto il nostro pianeta con l'oppressione della Federazione del Commercio"
"Questo è scandaloso! Mi oppongo alle dichiarazioni del senatore!" protesta Lott Dod, senatore della Federazione, che ovviamente fa di tutto per negare la verità ma che, come il suo viceré, ha intuito che dietro il senatore che ora li accusa si cela lo stesso Signore Oscuro dei Sith che li ha spinti ad agire; si presta al gioco e come gli altri leader della Federazione si aspetta alla fine l'aiuto promesso; essi non si rendono conto che egli li ha già abbandonati al loro destino.
Valorum toglie la parola al neimoidiano e Palpatine può introdurre a parlare Amidala in un clima già opportunamente surriscaldato, lasciando a lei il compito di precisare le accuse:
"Ad asserire quanto accennato, vi presento la regina Amidala, eletta di recente sovrana di Naboo, che parlerà per noi"
Triste in viso, simile a una statua, Amidala affronta l'aula:
"Onorevoli rappresentanti della Repubblica, mi presento a voi in una circostanza drammatica: il sistema di Naboo è stato invaso dalle armate dei droidi della Federazione"
"Mi oppongo! Non vi sono prove! Tutto ciò è incredibile. Proponiamo che una commissione si rechi a Naboo per accertare la verità".
"Il congresso di Malastare concorda con l'onorevole delegato della Federazione: si nomini una commissione"
"L'obiezione è…"
Valorum, che stava per respingere l'obiezione per aiutare Naboo, è fermato dai suoi consiglieri che gli parlano nell'orecchio. Ed è allo stesso modo che Palpatine, come una cattiva coscienza (1), parla alla sua giovane regina illustrandole la situazione; ma le parole che dice suonano ragionevoli, sagge:
"Entrano i burocrati, i veri signori della Repubblica; e alle dipendenze della Federazione del Commercio, potrei aggiungere. E qui il potere del Cancelliere Valorum si dissolve per sempre..."
"L'obiezione è accolta" sentenzia Valorum dopo qualche istante di consultazioni, confermando ad Amidala ciò che Palpatine le ha appena anticipato. "Volete rinviare la mozione fino a che una commissione non vagli la fondatezza delle vostre accuse?"
Provocando ad arte il battibecco con il senatore della Federazione del Commercio sulla commissione d'inchiesta che indaghi sulle loro accuse, Palpatine sa che non otterrà niente di importante se non pochi giorni di ritardo. Ma se qualche giorno in più non cambia l'atteggiamento dei politici ha invece un grande effetto su Amidala: la giovane può toccare con mano che la descrizione della lentezza e dell'inefficienza delle istituzioni risponde al vero. Ella percepisce l'atteggiamento di Valorum, ingabbiato dai ricatti e da pressioni di vario tipo, come un voltafaccia.
Una commissione d'inchiesta significherebbe lasciar passare giorni. Naboo non sopravviverà tanto a lungo. Amidala non vuole aspettare, non può farlo. E ora che anche Valorum sembra averli abbandonati niente la trattiene dal proporre il voto di sfiducia nei suoi confronti.
"Io non rinvio nulla" esclama lei con l'innocenza e la determinazione dei giovani, che stride con la formalità flemmatica dell'assemblea. "Sono qui perché si deliberi subito sull'aggressione alla nostra sovranità. Non sono stata eletta per vedere il mio popolo soffrire e morire mentre la vostra commissione dibatte su questa invasione. Se quest'organo esecutivo non è in grado di agire si dia subito un nuovo leader. Io propongo un voto di sfiducia per la leadership del Cancelliere Valorum"
Ella non lo sa, ma in quel momento si è fatta strumento dell'ascesa al potere del futuro Imperatore. Quando —tra il clamore di un'assemblea che non attendeva altro— Valorum si siede afflitto, senza la capacità di provare collera, la Vecchia Repubblica in un certo senso cessa di esistere. È iniziata una precipitosa parabola che condurrà la Galassia all'oscurantismo.
"Ora eleggeranno un nuovo cancelliere, un cancelliere forte, uno che metterà fine alla nostra tragedia" sussurra Palpatine ad Amidala come a premiare la sua collaborazione. Ma l'espressione triste della giovane è la stessa di prima.
Il palco flottante della Federazione si avvicina a quello di Naboo, Lott Dod e Palpatine si scambiano un'occhiata silenziosa.
Il tramonto
Il sole tramonta.
Non molto lontano dal Senato, nello svettante tempio del Consiglio dei Jedi, qualcuno ha sentito arrivare il freddo in anticipo, insieme alla paura. Un senso di gelo simile a un presagio scende su tutti, sul piccolo Anakin Skywalker, su Qui-Gon Jinn, sul suo allievo Obi-Wan Kenobi, su tutto il Consiglio. Per ognuno di essi è una diversa faccia della stessa tenebra che sta per calare.
Molti pensieri si agitano nella mente di Amidala mentre scruta i palazzi di Coruscant riflettendo su ciò che ha fatto e su ciò che ne potrà seguire. Anche lei sente freddo e paura. Il suo breve dialogo col gungan Jar Jar, che rivela come il suo popolo sia pronto a combattere per il loro pianeta, le fa capire che forse l'aiuto per gli umani naboo può giungere per vie diverse da quelle che lei si attendeva.
Amidala è giovane, forse ingenua, ma non è stupida: la sua dignità e la sua sensibilità sono grandi e il sorriso non si dipinge facilmente sul suo viso. L'entusiasmo del capitano Panaka e del senatore Palpatine, che entrano trionfanti negli appartamenti senatoriali con una novità che lei forse attendeva, non la contagiano affatto.
"Vostra altezza, il senatore Palpatine è candidato alla successione di Valorum come Cancelliere Supremo" esclama Panaka, fiero e incapace di sentire nel modo in cui Amidala sente.
Palpatine sfoggia un sorriso vittorioso e candido:
"È una sorpresa, questo è certo, ma molto ben accetta…"
Amidala lo ignora sfilandogli accanto senza che un accenno di sorriso si dipinga sul suo viso.
Palpatine corre ai ripari: "Vostra maestà: se verrò eletto, io prometto di mettere fine alla corruzione"
"Chi sono gli altri candidati?" chiede lei fredda. Amidala non ha l'aria di qualcuno che parteggi per il suo senatore: l'amarezza e la disillusione la fanno ormai guardare a tutti i politicanti con uguale distacco. Oltre a Palpatine ci sono un candidato di Alderaan e uno di Malastare. Alla giovane regina sembra non importare più.
Proprio ora è emersa la natura sapiente e coraggiosa di Padme / Amidala, quando, disgustata dalla politica, ella ha saputo ribellarsi al suo potentissimo senatore, sbattendogli in faccia con estrema eleganza il suo disprezzo e la sua sfiducia. Amidala sarà l'unica creatura vivente che nella storia della galassia avrà avuto il coraggio titanico di non stare neppure ad ascoltare il Signore Oscuro dei Sith Darth Sidious / Palpatine, freddando duramente il suo sorriso e voltandogli le spalle. Nessuno oserà mai più una cosa simile — e lei stessa lo pagherà molto caro, venendo poi deposta in favore della regina-fantoccio Jamillia.
A Palpatine, in quel momento ebbro dell'imminente successo, poco importa del velato affronto subito. Si siede compiaciuto: "Io confido che la nostra situazione ci porterà molti voti di simpatia. Diventerò Cancelliere" — la soddisfazione gli si legge fin troppo bene in volto. Egli sa di poter contare sui voti della Federazione, su quelli di qualche altro alleato ma soprattutto sull'impatto emotivo che la crisi di Naboo potrà avere sul Senato: la maggioranza è assicurata. Tolto di mezzo Valorum, il grosso è fatto; non come aveva pensato da principio, ma ad ogni modo il risultato è stato ottenuto.
Non gli resta altro da fare che sedersi e contare i voti.
"Temo che prima che lei riesca a controllare i burocrati, senatore, non sarà rimasto più nulla di noi e della nostra civiltà". Ogni traccia di fiducia nella politica ha abbandonato per sempre la regina.
"Capisco la vostra preoccupazione, maestà: purtroppo la Federazione ha il possesso del nostro pianeta..."
Il crepuscolo
Fuori è calata la sera. Le ombre sono scese su quel giorno e sul futuro della Repubblica. Un lento e inesorabile crepuscolo.
Ad Amidala non resta che tornare, niente la trattiene: con quel giorno è finita anche la sua fiducia nelle istituzioni e nello stesso Palpatine. Decide di abbandonare gli intrighi della capitale galattica per tornarsene sul suo pianeta a difenderlo, morendo se necessario.
"Senatore: questo è il suo settore. Io ora debbo tornare al mio. Ho deciso di tornare a Naboo".
L'improvvisa decisione coglie per la prima volta Sidious/Palpatine totalmente di sorpresa. Forse egli ha sottovalutato la ragazza. Amidala è giovane e ingenua, certamente: ma è anche molto più saggia di quanto Palpatine si aspettasse.
"Tornare? Ma maestà, ragionate: vi costringeranno a firmare il trattato"
"Non firmerò alcun trattato, senatore. La mia sorte sarà la stessa di quella del nostro popolo"
Del trattato Palpatine non ha più bisogno e l'agita come uno spauracchio: ma lei gli semplifica le cose, perché in ogni caso è decisa a non scendere a patti. Andrà fino in fondo. Il politico continua a recitare la sua parte:
"Vi prego, maestà, restate qui dove siete al sicuro"
Amidala prima di varcare la soglia si volta per un addio triste ma asciutto:
"Mi è chiaro ormai che la nostra Repubblica non funziona più: pregherò affinché lei possa riportare saggezza e compassione nel Senato"
L'ironia tragica, distribuita senza risparmio, tocca un vertice inarrivabile.
Amidala abbandona Palpatine, che si staglia contro gli immensi palazzi di Coruscant, isolato e avvolto nel crepuscolo. Io non voglio avere più niente a che fare con tutto questo — sembra dire la giovane. È un prendere le distanze che testimonia come Amidala, forse, senta di essere stata lo strumento inconsapevole dell'ascesa di un uomo che non la convince più. Questo mondo sta crollando —sembra dire— non mi resta che tornare a casa a nascondermi nell'ultima oasi rimasta, per stare a guardare da lontano la sua rovina.
Per Palpatine la decisione di Amidala, dopotutto, non fa differenza. Si terranno nuove elezioni in tempi rapidissimi, ed egli ha la maggioranza assoluta poiché appare il senatore di un pianeta vittima di terribili soprusi.
Il ritorno a casa della regina, anzi, può venirgli utile: se Amidala dovesse morire nella battaglia per la libertà del suo pianeta egli potrebbe avvalersi anche di questo eroico martirio come colpo di scena finale per commuovere tutta l'opinione pubblica: il voto per l'elezione del povero senatore del povero pianeta Naboo, la cui povera regina fosse spirata combattendo per la libertà, uccisa dalla violenza della Federazione, diverrebbe addirittura un plebiscito. Egli sarebbe un santo, erede spirituale della sovrana scomparsa, e l'elezione sarebbe una specie di atto dovuto, un risarcimento per i dolori subiti.
Ecco perché Palpatine dissimula un sorriso che sta per sgorgargli quando la regina gli volta le spalle per lasciare Coruscant.
Esiste, tuttavia, un rischio remoto. Se la regina riuscisse a liberare Naboo prima che lui fosse eletto Cancelliere esiste la possibilità che le cose tornino alla normalità: Amidala potrebbe ridare il suo supporto a Valorum, o questi potrebbe comunque ottenere qualche merito nella liberazione del pianeta, essendo maturati positivamente gli eventi che lui aveva gestito; venendo riabilitato...
Ci sono allora due possibilità: o il pianeta resta sotto occupazione e la regina muore nel tentativo di liberarlo (la leadership di Valorum avrebbe, a quel punto, condotto a una tragedia totale e Palpatine risulterebbe eletto per guidare l'intervento punitivo della Repubblica); oppure il pianeta viene effettivamente liberato ma egli a quel punto è già eletto, e quindi ciò che è fatto è fatto (meglio ancora: sarebbe lui a poter vantare subito il merito della felice soluzione).
Il rischio che Amidala liberi Naboo è davvero remoto vista la potenza militare della Federazione del Commercio. Ma meglio andare sul sicuro: perciò Sidious/Palpatine invia Darth Maul ad uccidere i Jedi che aiutano la regina e ordina ai neimoidiani di sbarcare l'intera forza d'occupazione automatizzata. Uno scontro devastante è la cosa migliore che può auspicare. Più grande sarà la tragedia, tanto meglio sarà per lui: avere dei martiri da celebrare è ancora il metodo migliore per ottenere il massimo dei consensi.
Nel frattempo egli si darà da fare per affrettare l'elezione del nuovo cancelliere, vale a dire la propria elezione: il voto deve svolgersi nel giro di una giornata, prima che la crisi a Naboo sia risolta.
Il martirio di Naboo
A Naboo, nella sala del trono di Amidala, il viceré della Federazione Nute Gunray riceve una comunicazione da Darth Sidious:
"È al sicuro il pianeta?"
"Abbiamo conquistato le ultime sacche di forme di vita primitiva. Abbiamo ora il controllo totale del pianeta"
"Bene. Io farò in modo che nel Senato tutto rimanga così com'è. Manderò il mio allievo Darth Maul a unirsi a voi"
Giunta a Naboo, la regina organizza, insieme ai Jedi e ai guerrieri gungan —coi quali i naboo si alleano dopo secoli di reciproca diffidenza— un quadruplice piano di contrattacco. Tutto ciò è reso possibile dal nobile gesto di umiltà di Amidala, che sa inginocchiarsi davanti a Boss Nass per chiedere aiuto, confermando la propria grande dignità e saggezza, e il suo saper essere dura con i forti (Palpatine) e umile con i deboli (i gungan).
"Abbiamo mandato delle pattuglie. È già stata localizzata la loro nave nella palude" assicurano i neimoidiani.
Sidious è stupito dalla determinazione e dalla sconsideratezza che Amidala e i suoi alleati manifestano, testardi nell'andare incontro a morte certa: "Questa è una mossa inconsueta per la regina: è troppo aggressiva". È chiaro che sono i Jedi ad aiutarla. O forse egli ha davvero sottovalutato il temperamento della giovane?
Giungono le notizie su un esercito che Amidala sarebbe riuscita a radunare per affrontare in campo aperto i mastodontici mezzi di terra della Federazione. Un suicidio assicurato che non porterà a nulla di preoccupante per loro, ma che —Sidious/Palpatine non lo sa— in realtà è solo una diversione.
"È molto più sciocca di quanto credessi"
"Manderemo tutte le nostre truppe contro l'esercito che si sta ammassando presso la palude. Pare che sia composto da primitivi"
"Da questo noi trarremo vantaggio"
"Ho quindi la vostra approvazione per procedere?"
A Coruscant il voto è probabilmente in corso. Il Signore Oscuro non esita che per un istante:
"Sterminateli subito. Tutti quanti"
Sfortunatamente per Sidious/Palpatine, grazie alla regina, al popolo gungan, ai Jedi e soprattutto ad Anakin, Darth Maul è ucciso e le armate della Federazione sconfitte (dimostrando l'intrinseca debolezza di una macchina bellica totalmente automatizzata), privandolo di un utile martirio. Ma il piano di fondo funziona e quando Naboo è liberato egli ormai è eletto: la felice soluzione della crisi può solo rafforzare la sua immagine.
Una festa alla rovescia
Quando i leader della Federazione del Commercio percorrono il viale reale davanti al palazzo di Theed City a capo chino, sconfitti, umiliati e condotti ad affrontare le loro responsabilità incrociano la strada col neoeletto Cancelliere Supremo Palpatine, che sta sbarcando raggiante dal suo shuttle seguito dalle guardie senatoriali —che un giorno trasformerà nel corpo delle Guardie Imperiali— per raccogliere un trionfo che è suo, da qualunque lato venga visto.
Il viceré Nute Gunray e il suo luogotenente gettano uno sguardo verso Palpatine, ma tacciono, nonostante siano giunti lì a Naboo i vertici della Repubblica e l'intero Consiglio dei Jedi. Non rivelano chi fosse il loro alleato segreto, l'uomo dietro l'invasione di Naboo, e tirano diritto. Sono certi che sia lui, ma hanno anche troppa paura. O forse egli ha fatto in tempo ad assicurarli con un'ultima comunicazione olografica che li proteggerà, ora che è Cancelliere. È falso, naturalmente; ed essi, con ogni probabilità, diretti a Coruscant ad affrontare una commissione d'inchiesta che li interroghi, saranno abbandonati a se stessi dopo essere stati usati come pedine.
Palpatine è l'immagine del compiacimento:
"Ti siamo debitori per il tuo coraggio, Obi-Wan Kenobi. E di te, giovane Skywalker, osserveremo la carriera con grande interesse". Ogni commento è superfluo.
Amidala, piena di gioia per la liberazione del suo pianeta, mette da parte i dubbi su Palpatine. Quello è un giorno felice, pensa: "Mi congratulo per la vostra elezione, Cancelliere"
"La vostra audacia ha salvato il nostro popolo, maestà: è con voi che bisogna congratularsi. Insieme noi porteremo pace e prosperità nella Repubblica".
L'ironia tragica sale di livello, ora in bocca al protagonista degli eventi futuri.
Se strumentalizzando Amidala Sidious/Palpatine ha dato inizio alla fine della Repubblica, qualche anno dopo con Anakin porterà a compimento la seconda metà del suo piano: distruggere completamente l'ordine dei cavalieri Jedi.
Quel giorno, a Naboo, mentre i coriandoli coprono la città, squillano le trombe e i naboo e i gungan celebrano la pace per il loro pianeta, si compie in realtà una funesta e simbolica incoronazione. L'ironia tragica abbraccia tutta la festa: in piedi nella piazza di Theed stanno dei condannati a morte. Nessuno di loro avrà scampo: Anakin si dannerà, Amidala morirà triste. La Repubblica cadrà, i Jedi saranno annientati.
Solo uno sta davvero celebrando la propria vittoria. E non è un caso che nel coro giovanile che intona l'inno di pace e di gioia siano nascoste le note del futuro, cupo Inno dell'Imperatore del male.
(segue)
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Note:
(1) Le sue movenze richiamano quelle di un serpente tentatore (Nd Chiara Marino).
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