THE CLONE WARS episodio 5, "Rookies"
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di Davide G. Canavero |
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Trama:
Siamo ai margini dello spazio della Repubblica, sulla luna di Rishi, non lontano da Kamino. Un avamposto di osservazione di confine che ricopre una grande importanza per la sua posizione strategica e che, tuttavia, non vede da tempo attacchi nemici; tanto che i cloni di stanza nella struttura sono rassegnati all'inattività oziosa. La sentinella CT 327 all'esterno fa rapporto, un rapporto identico a mille altri che parla di cieli sereni e nessun nemico in vista. All'interno ascoltano annoiati i suoi compagni, ognuno dotato di una propria personalità significativamente diversa (Hevy è impaziente, Echo meticoloso, Fives, cioè CT 27-5555, Nub e Droidbait sono reclute da poco arrivate). Il sergente O'Niner annuncia un'ispezione da parte di ufficili cloni inviati appositamente.

Intanto Anakin, a bordo della Resolute, non si concede riposo nella sua caccia disperata a Grievous; tanto che lo stesso Kenobi si preoccupa per lui. Il comandante Cody fa rapporto via ologramma sulla positiva ispezione nella stazione di controllo nel sistema di Pastil: la tappa successiva del giro compiuto insieme al capitano Rex sarà Rishi; dove, nel frattempo, i sensori della locale stazione rilevano una pioggia di meteore. I cloni si riparano dietro uno scudo difensivo contro il quale si schiantano molte meteoriti; ma alcune precipitano nelle distese di crateri che ricoprono la luna di Rishi. La sentinella CT 327 si sofferma con il suo macrobinocolo su uno dei luoghi di impatto, scoprendo che si tratta in realtà di gusci di atterraggio di droidi separatisti dai quali fuoriescono droidi commando. È un attimo: i letali assassini cibernetici assalgono il povero clone e poi avanzano nella stazione.

Il sergente O'Niner, non ricevendo il rapporto dalla sentinella, invia due reclute a investigare, condannandole in realtà a scontrarsi con forze tecnicamente superiori. Il successivo tentativo di attivare il dispositivo di allarme è parimenti vano, dal momento che il commando dei droidi lo ha tempestivamente disattivato. O'Niner tenta di far pervenire alla flotta repubblicana un messaggio di soccorso ma viene anch'egli ucciso dai droidi. Restano vivi solo Fives, Echi, Cutup e Hevy.

Prima di fuggire attraverso i condotti di aerazione, i cloni rimasti sigillano il centro operativo; nel quale, tuttavia, i droidi irrompono ugualmente, approfittandone per inviare al Generale Grievous notizia della missione compiuta e per continuare a tenere vivo il segnale di assenza di pericolo diretto alla Repubblica, senza il quale nascerebbero sospetti. Il progetto di assalto agli impianti di clonazione di Kamino procede senza intoppi, anche grazie ad Asajj Ventress, infiltratasi là in attesa dell'arrivo di Grievous.
Intanto lo shuttle repubblicano sul quale viaggiano Rex e Cody sta giungendo su Rishi per l'ispezione: contattando la stazione di osservazione, ignari della sua presa da parte dei droidi, i due ufficiali si trovano davanti un droide travestito da clone, capace persino di imitarne la voce. Il comportamento, la richiesta di interrompere l'ispezione prevista, il modo di parlare, inclusa l'espressione affermativa "roger roger!", insospettiscono Rex e Cody.

Nel frattempo i quattro cloni sopravvissuti sbucano tra le gole ricche di crateri solo per venire assaliti da un'anguilla gigante che divora Cutup senza lasciargli scampo. Ai tre rimasti, che in quel momento avvistano lo shuttle di Rex e Cody, non rimane che usare un razzo di segnalazione per farsi notare. Sulla piattaforma di atterraggio Rex e Cody non vengono accolti dalla prevista sentinella; ma questa trascuratezza nel servizio non li meraviglia. Dalla stazione esce un clone dai movimenti stranamente impacciati che tenta di farli desistere ancora una volta dall'ispezione. Quando i due ufficiali scorgono il razzo di segnalazione comprendono l'inganno: Rex spara in testa al presunto clone e, rimuovendone l'elmetto, ha la prova che si tratta di un droide commando.

Il gesto spinge allo scoperto gli altri membri del commando che oltre ad aprire il fuoco lanciano dei detonatori termici contro lo shuttle con il quale Rex e Cody sono giunti sulla luna di Rishi: i due approfittano dell'esplosione per calarsi giù dalla piattaforma e darsi per morti. Scesi al di sotto essi incontrano i sopravvissuti, ai quali ingiungono di rimuovere gli elmetti per dimostrare di non essere droidi. Un'altra anguilla gigante attacca ma Rex la abbatte con un solo colpo preciso, destando la meraviglia delle reclute. Cody le riporta all'ordine assumendo il comando e i cloni si dicono determinati a riprendere il controllo della loro stazione.

Il team ritorce contro i droidi l'inganno sull'identità: Rex finge di essere un droide travestito da clone e chiede di farsi aprire le porte a prova di scoppio; alla richiesta di identificazione visiva esibisce una testa di droide decapitata: l'inganno ha successo e i cloni irrompono. Lo scontro è duro, il clone Fives rimane ferito e Rex giunge nel centro operativo. Cody, analizzando i dati, si accorge dell'arrivo della Flotta Separatista e del piano di invasione di Kamino. Sulle navi nemiche, intanto, Grievous apprende che il segnale di via libera dalla stazione occupata è attivo, tuttavia i droidi non rispondono: il generale decide così di inviare su Rishi rinforzi.

Consci di quello che è in atto, i cloni osservano una nave da sbarco atterrare sulla piattaforma della stazione. Di fronte all'esercito di droidi da battaglia che viene schierano Rex individua un nuovo obiettivo: distruggere la stazione, facendo così in modo che l'assenza del segnale diretto alla flotta repubblicana ne provochi l'immediato arrivo. Il clone Echo suggerisce di utilizzare come esplosivo il gas tibanna allo stato liquido, lì usato come carburante. Le taniche di tibanna vengono accumulate e intanto ci si arma contro i droidi per cercare di resistere il più possibile; Hevy imbraccia il cannone blaster pesante a rotazione con il quale fa strage di droidi. Quando la messa a punto dell'esplosivo è compiuta un imprevisto complica la situazione: il detonatore non funziona e Hevy rimane indietro per riparare il detonatore, mentre i compagni prendono nuovamente la via dei condotti di aerazione.

L'eroico clone decide di rimanere sul posto e sacrificare la sua vita per poter far esplodere manualmente il tibanna, ma prima di riuscirci lotta selvaggiamente contro i droidi che hanno occupato la base e ne abbatte moltissimi con la sua formidabile arma. Ferito a morte, circondato, alla fine allo stremo delle forze riesce ad attivare il detonatore. L'intera stazione esplode, portando dietro con sé la piattaforma e la nave da sbarco separatista.

L'effetto immediato è che il segnale di via libera alla Repubblica cessa e sulla flotta Anakin, Obi-Wan e Yularen comprendono che potrebbe essere in atto: le navi saltano immediatamente nel sistema di Rishi circondando la flotta di Grievous che, trovandosi in inferiorità, si dà alla ritirata.
A bordo della Resolute i cloni protagonisti dell'eroica resistenza vengono encomiati e lodati. Non sono più lucidi, lindi e inesperti: hanno superato una grande prova. Echo, però, è convinto di aver fallito nell'adempimento della propria missione che prevedeva la difesa -e non la distruzione- della stazione, e quindi di non meritare alcuna medaglia; ma Rex e Cody spiegano loro il senso del loro gesto, che ha impedito un'invasione ai danni di Kamino, la loro patria. Essi sono arruolati nella prestigiosa 501a Legione dallo stesso capitano Rex.
Commento:
Con il quinto episodio gli autori si prendono una pausa dalle vicende dei personaggi principali, cui sono riservati solo limitati cameo, per mettere sotto i riflettori gli anonimi e coraggiosi cloni: questa puntata appartiene interamente a loro e al loro senso di dedizione alla causa della Repubblica.
Assistiamo alla vita quotidiana di un manipolo di soldati giovani, privi di particolare esperienza (“rookies”, cioè reclute) e soprattutto annoiati dalla monotonia di un avamposto in cui il nemico non sembra mai manifestarsi: essi si sfibrano nell’attesa come i legionari del Forte Bastiani ne Il deserto dei Tartari di buzzatiana memoria. I loro passatempi sono gli scherzi da caserma, le sfide a braccio di ferro e la musica trasmessa dal canale repubblicano per i soldati; una trovata che strizza l’occhio (aggiornando i DJ alla versione VJ) alle radio militari che durante la guerra del Vietnam si prefiggevano di tenere alto il morale dei soldati con musica, dediche a specifiche unità al fronte e incoraggiamenti ai “ragazzi” a tenere duro (realtà ben rappresentata in Goodmorning Vietnam). E non mancano le pin-up twi’lek appese alle pareti. Troppi elementi terrestri? Forse, ma la misura non viene superata.
Se uno degli scopi di questa serie animata è quello di dare maggiore spessore a figure strutturalmente destinate a essere piatte come i cloni, questo episodio è certamente una tappa importante del processo: già nel film pilota e nei primi episodi avevamo avuto modo di vedere quali sforzi i cloni e i loro ufficiali facessero per differenziarsi, tramite diversi nomignoli e persino diverse acconciature. Nella loro identità quasi totale, sia fisica che in larga misura mentale, i cloni tentano di distinguersi come individui coltivando per quanto possibile qualche scampolo di originalità. Qui ci appaiono non tutti uguali per forza, indole, attitudini, senso dell’umorismo, spirito di sacrificio, e così via.
Dai loro dialoghi scopriamo inoltre un senso di attaccamento all’unica “patria” che essi hanno, o meglio l’unico surrogato di patria, di casa e di madre: Kamino e le sue incubatrici. Difendere la via d’accesso a Kamino da una possibile invasione è una ragione sufficiente per morire perché là è il luogo d’origine della loro stirpe e là ci sono molti altri loro “fratelli”. Questo sentimento di appartenenza per un verso e di protezione per l’altro indubbiamente umanizza i cloni. Una patria e un nome fanno di un clone un uomo: e allora non ci stupiamo a sentir commentare Obi-Wan Kenobi: “Brav’uomo, quel Cody”. La transizione da copie digitali comodamente duplicate dagli animatori della Lucasfilm ad autentici personaggi è compiuta; e l’accusa di riempire solo i film di Star Wars di comparse digitali senza volto non è più persuasiva, poiché quel volto ora esiste, anche se è uguale a milioni di altri. Rex, Cody e tutti gli altri cloni che combattono e muoiono accanto ai Jedi hanno una loro dignità sia nella finzione scenica dell’universo di Star Wars, sia nel medium artistico del film o dell’episodio animato. Come dice Yoda, ognuno di loro lascia nella Forza una traccia diversa.
Questo particolare episodio è costruito intorno all’idea degli “shinies”, i soldati che luccicano come le loro armature linde, reclute giovani e inesperte confinate su un mondo di confine in attesa di un battesimo del fuoco che in quest’occasione arriverà: le loro corazze, al termine dell’esperienza, quasi una prova iniziatica, non saranno più così pulite. Tra le prove che si trovano ad affrontare c'è quella di combattere la paura di droidi apparentemente inarrestabili; e sopravvivere all'ambiente naturale ostile, col rischio di venire divorati vivi (altri cloni che muoiono tra urla strazianti, stornando ancor più l'aura da cartone animato infantile).
Nota particolarmente positiva in vista dell'auspicato aumento della minaccia costituita dai Separatisti (per scongiurare l'effetto Dick Dastardly di Wacky Races evocato da alcuni, cioè quello dell'antieroe grottesco perennemente sconfitto) è l'introduzione dei droidi commando, per nulla inclini alla gag comica, scuri, più antropomorfi, rapidi, resitenti e letali. Speriamo di vederli ancora impiegati in battaglia e in missione negli episodi futuri, proprio per aumentare il tasso di drammaticità delle storie.
Nella scena in cui Cody e il droide travestito da clone parlano a distanza, con il droide che dice: "Negativo, negativo, non richiediamo nessuna ispezione, qui tutto è a posto" facilmente riconoscibile è la citazione della scena di A New Hope in cui Han Solo al comlink dalla zona di detenzione AA23 della Morte Nera dialoga in maniera surreale con ufficiali imperiali tentando di farli desistere dal venire a controllare.
Lo spazio riservato ad Anakin e Obi-Wan è limitato a un paio di scene, ma uno scambio veramente gustoso non può sfuggire: la mancata ricezione del rapporto dalla stazione di Rishi da parte del capitano Rex, agli ordini di Anakin, spinge Kenobi a una pungente malignità: “Sembra che il tuo capitano segua gli ordini quanto te”; alla quale Skywalker risponde con pari maestria: “Probabilmente Cody sta annoiando Rex con le procedure standard e il protocollo”, alludendo all’essere Obi-Wan ligio e rigido nel suo operato; uno scambio che proietta sui due ufficiali i difetti dei loro rispettivi generali Jedi, come ad indicare che possano umanizzarsi anche nell’assomigliare ai loro capi, assorbendone caratteristiche sia positive che negative.
L’umanizzazione dei cloni e il rispetto dovuto loro trovano un’ultima conferma nella scena finale, che vede i Jedi rendere onore al coraggio dei membri del team sopravvissuto e in particolare rendere omaggio al sacrificio di quello soprannominato “Hevy”: Anakin afferma che sarà fiero di combattere sempre al loro fianco; un riconoscimento non scontato, anzi sorprendente. Sorpresa finale che fa da corollario a questa celebrazione dell’unicità e del coraggio è il reclutamento da parte del capitano Rex delle ex reclute (ora svezzate dalla cruda esperienza vissuta) nella leggendaria 501a legione; un’unità che ogni fan di Star Wars, sia nei film che nella vita reale, in qualche convention, ha avuto modo di conoscere.
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