|
"Se c'è un centro luminoso dell'universo, questo è il punto più lontano"
Viaggio semiserio tra le rovine di una civiltà futura... Star Wars e la
Tunisia
|
di Giovanni Buggio |
|
Se siete dei musulmani seri, almeno una volta nella vita vi tocca un giro a La Mecca. Se siete dei seri fan di Star Wars, vi tocca un giro in Tunisia. E guai a chi si lamenta, visto che vi poteva capitare Graceland o Pietrelcina; tutto sommato, la vostra è una meta turistica classica. Inutile dire, se non per quei due o tre non-fanatici capitati per caso su questo sito, che si sta parlando dei luoghi "reali" in cui sono stati filmati Star Wars: A New Hope, e The Phantom Menace.
Il buon George Lucas, infatti, non solo ha preso in prestito alcune località topiche della repubblica nordafricana, ma si è pure "fregato" il nome di una città per dare una patria ad Anakin e Luke Skywalker. Tataouine, nel Sud Est della Tunisia, ha evidentemente ispirato proprio nel nome quel Tatooine di sabbia e schiavi da cui Anakin prima e Luke poi si dipartirono alla ricerca di un futuro da Jedi. Soltanto in quello, però, visto che, per ironia della sorte, sembra l'unica città nei dintorni in cui le macchine da presa non abbiano trovato qualcosa di abbastanza stellare da essere inserito nei quattro film. Noi ve la nominiamo perché è un centro turistico ben attrezzato, e soprattutto vi dà la possibilità di far arrivare agli amici cartoline con timbro postale da fuori galassia. Si trova inoltre al centro della locale rete stradale: sarà quindi un agevole campo base per i vostri vagabondaggi, poiché alcuni dei luoghi in questione sono nelle vicinanze. Da qui si raggiungono facilmente i siti di Ksar Hadada, Matmata ed Ajim.
Il primo è tra i più importanti. Vi sono state effettuate riprese solo per The Phantom Menace, e questo lo rende di più fresco interesse; pur perdendo la suggestione che altri luoghi devono alla memoria. Ksar Hadada conta su una ambientazione rimasta, almeno fino alla scorsa estate, quasi intatta. L'antico granaio fortificato ("Ksar", appunto) della città di Hadada, è stato usato da Lucas e compagnia per il quartiere di schiavi in cui il giovane Anakin e la madre vivono. Determinante nella scelta il caratteristico elemento architettonico della cittadella: porte e finestre oblunghe e rotondeggianti, accatastate l'una a fianco dell'altra in un susseguirsi claustrofobico e disorientante di vicoli, piccoli cortili e scale che paiono portare da nessuna parte. L'effetto è completato dalle applicazioni sceniche; sostituendo infissi in materiale plastico agli originali si è creato un look esotico-spaziale dall'indiscutibile precisione filologica.
All'aficionado basterà confrontare i motivi riprodotti sulle porte della Mos Eisley di A New Hope con quelli di Hadada per rendersene conto. Il colpo d'occhio è impressionante, se solo vi riesce di sbarazzarvi delle comitive di "normali" vacanzieri, che rischiano di rovinare la vostra esperienza trascendente, e di ritrovare l'angolo esatto della macchina da presa di Lucas, dato che le applicazioni sono state ovviamente limitate a quelle visibili sullo schermo. Si può avere l'impressione di trovarsi davvero su un pianeta a migliaia di anni luce di distanza.
Abbiamo però taciuto su una cosa: questa fedeltà all'iconografia Star Wars non è dovuta unicamente al breve tempo trascorso dalla fine delle riprese; Ksar Hadada è adesso un frequentato hotel, (anche se voci riportate non lo definiscono esattamente come uno Sheraton, tanto per intenderci... ) dove i gestori hanno pensato bene di lasciare intatto il lavoro della troupe. Il tutto funziona benissimo, sia per quanto riguarda la conservazione della memoria, sia per la cattura del succulento turista. Vi sconsigliamo comunque una notte allo Ksar Hadada, se non siete già allenati agli ostelli della gioventù, e siccome sappiamo che vi vendereste un rene per un souvenir originale, preferiremmo evitaste di fregare una delle porte del film: sono ingombranti, si rompono facilmente, e non garantiamo sull'esito salutare di una lite con la gente dell'albergo.
Per raggiungere Hadada, prendete la via che da Tataouine va a Nord Ovest verso Ghoumrassen, lasciatevi quest'ultima alle spalle e seguite le indicazioni; lo Ksar è su una collinetta nel centro della città. I chilometri da percorrere non sono molti, ma in compenso la strada a volte è poco più di una striscia di ghiaia, ed è perciò un vero tormento / inferno. Se da Hadada continuate verso Nord Ovest potreste anche arrivare alla cittadina di Matmata. Non dovreste incontrare grandi difficoltà: ci sono segnali già a molti chilometri di distanza, trattandosi di un luogo reso caratteristico da curiose abitazioni scavate direttamente nella roccia della montagna.
Se n'era accorto Lucas, che vent'anni buoni fa girò allo Sidi Driss Hotel gli interni della casa in cui Luke ed i suoi zii buonanima vivevano, su Tatooine. L'esperienza qui può essere fatale agli "Star Wars addicted" più deboli di cuore: il ristorante dell'albergo conserva ancora intatta la sala da pranzo della discussione tra il giovane Skywalker e zio Owen. Un ignoto fan ha peraltro riaffrescato i soffitti con gli originali motivi visibili nel film, creando un effetto di sorprendente déjà-vu. Notate comunque la continuità nella scelta del setting tra qui e lo Ksar: l'architettura di "cava" dell'albergo richiama sicuramente le atmosfere viste ad Hadada.
Da quanto fin qui noto, la cucina del Sidi Driss sembra essere molto piacevole; provatela e potrebbe riuscirvi di mangiare al tavolo della scena in questione. Evitate però di chiedere latte blu o verde al cameriere: se avete fortuna, penserà che siete degli idioti, se non ne avete potrebbe anche portarvelo. Sotto al ristorante, poi, si può dare un occhiata a quella che, nella finzione cinematografica, fu la cucina di zia Beru, ma non aspettatevi la stessa fedeltà, perché la stanza fu quasi completamente ricostruita per il set, e adesso, non ci trovereste poco più che un ripostiglio. Altra cosa da cui guardarsi è la scritta sulla porta dell'hotel, la quale recita "Mos Eisley Cantina". Il locale dell'incontro tra Han Solo e Luke è in realtà un po' più ed Est, sull'isola di Djerba.
Proprio Djerba, a qualche decina di chilometri, è la tappa successiva. Lì avrete la possibilità di riprendervi con del sano turismo qualunquista, e non appena tornati in forze vi sarà facile recuperare il vostro mondo di fiaba: ad Ajim, porto a Sud Ovest dell'isola, si trova la "Cantina" nominata poco fa, assieme ai luoghi dove fu creato il porto spaziale di Mos Eisley, "covo di feccia e di malvagità" peggiore dell'universo. Le "aggiunte" effettuate per le riprese rendono piuttosto arduo riconoscere esattamente le filming locations, anche se per il vero esperto dovrebbe essere ostacolo superabile. Più facile sicuramente reperire la casa di Obi-Wan Kenobi, situata qualche chilometro a Nord di Ajim, lungo una stradina di sabbia che segue la costa.
La costruzione, in pietra e calce bianca, si staglia su un suggestivo panorama fatto di Mediterraneo e di reti che asciugano sul muro. La necessità di farla apparire come un eremo nel deserto ha costretto Lucas ad escluderlo, e perciò il posto potrà sembrarvi inusuale. Se però siete buoni fotografi, e avete portato i vostri costumi originali (non vorrete farci credere che non ne avete almeno uno...), le foto che ne ricaverete saranno decisamente indimenticabili. Non le fate comunque vedere al vostro capo, se non siete assolutamente sicuri della sua appartenenza ad uno Star Wars club, e magari neanche ai vostri nipoti: il rispetto è l'unica cosa consolante della vecchiaia.
Lasciata Djerba, siete pronti per situazioni più intensamente caratteristiche. Dirigetevi perciò ad Ovest, verso la città di Tozeur. Località di buone dimensioni, renderà più agevole la vostra avventura sahariana sia per la posizione rispetto ai siti da visitare, sia per i servizi offerti. In prossimità della città-oasi di Nefta, a Sud Ovest di Tozeur si possono vedere i set più o meno naturali delle scene in esterna nel deserto di A New Hope: percorrendo una strada sconsigliabile nella stagione delle piogge, si arriva a Chott el Jerid. Qui era stato ricreato il paesaggio lunare della fattoria di zio Owen, con i crateri sui bordi dei quali il giovane Skywalker sedeva, guardando tristemente i soli gemelli di Tatooine.
Visitando questo sito, dovrete superare una naturale irritazione per le difficoltà riscontrabili nei tentativi di immedesimarsi: non ci sono residuati del set, ed anzi, i crateri stessi sono attualmente riempiti. Inoltre, la civiltà non è abbastanza lontana per consentirvi un buon viaggio di fantasia; Nefta, infatti, dista circa una ventina di chilometri, e ci sono punti da cui appare tranquillamente all'orizzonte. Le cards americane da collezione, con i fotogrammi dei film, si rivelano essenziali per ritrovare le giuste angolazioni di ripresa, riscoprendo così la magia del luogo; senza contare che finalmente si svela l'arcano su quale fosse la possibile utilità di oggetti del genere.
Quando ne avrete abbastanza di crateri, puntate pure su La Grande Dune, a Nord Ovest verso il confine algerino. È piuttosto difficile sbagliare, perché parliamo ora di una delle zone turistiche più famose di tutta la Tunisia. Seguite le indicazioni per il Café Des Dunes, e vi ritroverete immersi nel mare di sabbia in cui avete visto e rivisto C1-P8 e D-3BO arrancare, gli Stormtrooper dell'impero seguirli, e poi i Jawas, e i Sandpeople con i loro curiosi ed enormi animali. Può anche darsi che vi imbattiate in uno scheletro di Krayt Dragon, ma io non ci conterei troppo; ad onor del vero, dobbiamo avvisarvi sulla reale consistenza di questo scampolo di Sahara: La Grand Dune è per lo più un gruppo di dune isolate, che danno l'impressione di essere infinite se mostrate con determinati accorgimenti.
La cosa non era ovviamente sfuggita al Lucas ed ai suoi, capaci di ricostruire un enorme deserto a pochi passi dallo stesso caffè a cui probabilmente ci si sbronzava dopo, e qualche volta durante, le riprese. Non sarà comunque difficile a voi, memori di mille e mille visioni di A New Hope, trovare le posizioni adatte per abbandonarvi alla suggestione. Un consiglio: se non vi siete imbattuti nello scheletro di Krayt Dragon, evitate di acquistarne dai locali prima di un accurato controllo. Lo scheletro originale era in fibra di vetro, grigio da un lato e bianco dall'altro; riproduceva solo metà dell'osso, poiché l'altra metà poggiava sulla sabbia, e ne era visibile all'interno la caratteristica struttura plastica. Capirete che a ventitré anni di distanza, la possibilità che qualcuno abbia ancora degli originali è piuttosto scarsa, e rischiate quindi di acquistare pezzi da un vero fossile di allosauro o di triceratopo. Dopo questa esperienza, ritornate tranquillamente verso Tozeur, da dove, dirigendovi ad Est riuscirete a visitare il piccolo canyon di Sidi Bohulel. Qui sono state filmate le scene "rocciose" di Tatooine in A New Hope: ricordiamo l'agguato dei Sandpeople, la cattura di C1-P8 da parte dei Jawas, e l'incontro tra Luke ed Obi-Wan.
L'ultimo dei siti che vi consigliamo di visitare è probabilmente il più suggestivo; si trova a Nord Ovest di Tozeur, ma per raggiungerlo dovreste prendere lì una guida. L'insediamento, perché di questo si può parlare, è nel bel mezzo del deserto, e vi si arriva su di una strada di sabbia battuta "non ufficiale". Fu costruita a spese della produzione del film Il Paziente Inglese, per effettuare alcune riprese esterne.
La località è Chott el Gharsa, si trova molto vicina al confine algerino, ed è attualmente gestita da agenzie turistiche governative. Qui potrete visitare un'intera cittadina sul pianeta Tatooine, ricostruita per le riprese di The Phantom Menace con complessità e precisione ammirevoli. Vi aggirerete tra le vie di Mos Espa, lasciandovi liberamente coinvolgere dalla sua atmosfera extraterrestre, anche perché la cosa "terrestre" più vicina è a più di trenta chilometri. La possibilità di interazione con l'ambiente è quasi totale, più che in qualunque altro posto del genere: la finzione del cinema non è costretta in nessun modo a patti con la realtà, e se c'è un posto sulla terra in cui esista un pezzo di quel "posto più lontano dal centro luminoso dell'universo", è a Chott el Gharsa.
Sembra inoltre che ci sia una discarica nei dintorni, in cui si possono ritrovare pezzi di scarto delle lavorazioni; per quelli di voi abituati a frugare nei bidoni della spazzatura della Kenner, a Cincinnati , in cerca del più recente prototipo di giocattolo di Star Wars, sarà un vero paradiso. Oltre alla sensazione di dislocazione spazio-temporale del set artificiale, forti emozioni possono essere fornite al cultore anche da alcuni set più o meno naturali nelle vicinanze: sono rintracciabili la spianata della gara dei "podracers", o le sabbie su cui si svolge il primo combattimento di spada laser tra Qui-Gon Jinn e il malvagio Darth Maul.
Chiudiamo questo rapporto semiserio sussurrandovi all'orecchio un'indiscrezione: pare (dico, pare...) che l'ottimo stato di conservazione di questi ultimi siti lasci presagire, assieme a voci raccolte qua e là, un ritorno di Lucas sul luogo dei delitti, in occasione delle riprese di Episode II. Se pertanto avete intenzione di intraprendere un pellegrinaggio in Tunisia, il suggerimento è di tenere le orecchie bene aperte, perché non si sa mai chi potreste incontrarci.... Vi auguriamo perciò un buon viaggio, con la speranza di avervi invogliato ad un soggiorno intrigante anche al di là della vostra singolare monomania.
Apparso su "Guida completa a Star Wars: da Guerre Stellari a La Minaccia Fantasma", Falsopiano, 1999
Giovanni Buggio è fondamentalmente pazzo, anche perché si occupa
contemporaneamente di Marketing e di scrittura creativa. Divide il suo
tempo tra la provincia veneta ed Urbino.
|
|