|
(100 ragioni per amare La Vendetta dei Sith)
pagina precedente (4)
125) Il trionfo del male II
Alla gestualità in Senato fa riscontro la stessa identica posa davanti a Yoda prostrato a terra. La Vendetta dei Sith si è compiuta, i loro due storici nemici, la Repubblica e i Jedi, sono sconfitti, e in entrambi i momenti di trionfo —la proclamazione dell'Impero che significa morte della Repubblica e l'atterramento di Yoda, ultimo Maestro Jedi, subito dopo aver detto che "finalmente di Jedi non ce ne sono più"— Darth Sidious celebra la sua vittoria con un gesto teatrale.
126) La danza dei Sith
Assolutamente geniale il montaggio in parallelo della proclamazione dell'Impero da parte di Palpatine e dello sterminio dei leader Separatisti da parte di Anakin / Vader, leader traditi dallo stesso Sidious. Uno dei tanti tocchi di classe registici di questo film: nello stesso momento i due Sith stanno portando pace e giustizia (dal loro punto di vista) nella Galassia. Lo fanno al ritmo di una danza affascinante, oscuramente festosa, che costituisce uno dei movimenti più riusciti dello score composto da Williams per Episode III, Anakin's dark deeds: un brano solenne, sontuoso.
127) Scroscianti applausi
"È così che muore la libertà, sotto scroscianti applausi".
Pronunciata da Padmé e già celebre, questa è forse la frase simbolo di Episodio III, almeno stando alle recensioni dei critici, che prevedibilmente hanno puntato molto sugli aspetti politici del film, cercando di scorgere nel messaggio senza tempo di Lucas riferimenti all'attualità, alla cessione delle libertà in cambio della sicurezza negli Stati Uniti dell'era Bush.
Leggerla così è svilirne gravemente il valore universale, tradirne lo spirito, ridurla all'attualità negandole una rilevanza più ampia. Lucas, a differenza di molti suoi osservatori disattenti, non lungimiranti e incapaci di sollevarsi dal loro orticello presente, pensa in grande, agli antenati e ai posteri. Scrive storie universali, altro che misere ripicche politiche.
128) Il silenzio di Vader
Ottima la scelta di far eseguire a Darth Vader la sua spietata missione in assoluto silenzio. Chiude le porte come Odisseo e dà inizio alla carneficina; e lo fa senza proferire parola. Se avesse parlato avrebbe tolto forza alle parole pesantissime del suo oscuro Maestro in Senato.
129) Sguardi cool
L'inquadratura del volto di Anakin che si gira verso la telecamera durante la strage dei Separatisti su Mustafar è stata citata nel cartone Clone Wars all'episodio 17, che in realtà è uscito molto tempo prima del film.
130) Occhi gialli
I caratteristici occhi gialli dei Sith sono tipici di coloro che si abbandonano totalmente al lato Oscuro, lasciandosene avvelenare anche nel fisico (il suo uso smodato e prolungato nel tempo conduce anche a una consunzione del corpo, onde l'aspetto degradato di Darth Sidious, che i fulmini semplicemente portano alla luce).
Li vediamo su Darth Sidious / l'Imperatore della Trilogia Classica, su Darth Maul ma non sul Conte Dooku, che è più che altro un Jedi rinnegato, e non un vero Sith.
Due volte vediamo gli occhi di Anakin diventare gialli: durante lo sterminio dei Separatisti e dopo l'amputazione, quando l'odio verso Obi-Wan si impossessa di lui. Sempre su Mustafar, il suo Inferno.
131) No, non sono stati loro...
Quando Obi-Wan e Yoda fanno ritorno al Tempio Jedi e scoprono i cadaveri dei padawan, alcuni dei quali non uccisi dai cloni ma da una spada laser, Kenobi decide di guardare le registrazioni della sorveglianza per scoprire la verità, nonostante Yoda lo metta in guardia che vi troverà solo dolore. La scoperta che il colpevole è Anakin lo lascia atterrito.
La stessa situazione si presenta in Episode IV quando Luke, Obi-Wan e i droidi scoprono i cadaveri dei jawas. Dapprima Luke sospetta i sabbipodi, ma l'esperienza di Kenobi rivela essersi trattato di assaltatori imperiali. Così Luke, capendo cosa implica, corre verso casa nonostante Ben gli chieda di non farlo...
132) Eminenti caduti
Nell'ologramma della sorveglianza del Tempio Jedi Obi-Wan osserva sgomento Anakin che uccide i padawan. Insieme a questi viene affrontato e ucciso Cin Drallig, il Maestro di Spada. E lo è anche nella realtà, visto che si tratta di Nick Gillard (anagrammato...), il noto stunt coordinator e coreografo di tutti i duelli dei Prequel.
Ma non è finita, la bambina che si vede in quella stessa scena, chiamata Bene, è nientepopodimenoche Mousy McCallum, un'altra raccomandata di ferro, la figlia dell'implacabile produttore Rick McCallum.
133) Non lo ucciderò mai!
Episodio III, Obi-Wan a Yoda: "Mandatemi a uccidere l'Imperatore. Non ucciderò mai Anakin!""
Episodio VI, Luke a Obi-Wan: "Non ucciderò mai mio padre!".
Nonostante le obiezioni entrambi affronteranno Anakin, ma con esiti molto diversi...
134) Risata spontanea
La seconda scena che ha puntualmente suscitato negli spettatori una risata spontanea a ogni proiezione in sala è l'ingresso di Yoda nell'ufficio di Palpatine sotto il Senato, in particolare il momento in cui il Maestro manda a terra due potenti guardie rosse dell'Imperatore con un semplice gesto. L'affetto e il "tifo" per Yoda raggiungono qui i massimi vertici.
Questa sequenza, come quella del periscopio di R2, provoca un riso sano e spontaneo perché incarna quel purissimo Star Wars fun che era mancato in Episodio I ed Episodio II.
135) Successione Sith
"Lord Vader diventerà più potente sia di me che di te".
Questa è una frase tutt'altro che banale; anzi, personalmente mi sorprese moltissimo. Si inserisce in un tema che viene sviluppato in Episode III, l'approfondimento della figura di Palpatine e il suo inserimento in una tradizione di Signori Oscuri dei Sith. Non è un ridimensionamento della sua grandezza, ma un arricchimento. Pur conservando intatto il fascino dell'icona di un male assoluto, egli acquisisce un background e persino... un'ideologia.
A teatro lo abbiamo sentito parlare del suo maestro, Darth Plagueis, scoprendo che l'Imperatore che siamo abituati a conoscere non è sempre stato potente com'è durante la saga: è stato anche lui un allievo (Melkor --> Sauron), ha imparato e messo in pratica. Ed è cosciente che lui stesso fa parte di una successione di Sith in cui l'allievo è sempre più forte del maestro che l'ha preceduto, in modo particolare nel caso di Anakin / Vader, il Prescelto corrotto (dalla corruzione del più grande bene viene il più grande male: Lucifero); una successione Sith senza fine; almeno nelle sue speranze.
Palpatine, dunque, sembrerebbe porre la conservazione del sapere dei Sith anche al di sopra della propria ambizione personale, delle proprie mire, dei propri progetti, subordinandovi tutto. Sono i Sith a dover sopravvivere, i Sith a dover tornare a dominare la galassia; non tanto lui. Una vera convinzione, una vera fede nel Lato Oscuro, che Yoda stigmatizza come mal posta, ma che pure esiste ed è carica di fascino.
Palpatine è perfettamente cosciente del fatto che Vader un giorno sarà più forte di lui e lo accetta perché fa parte delle regole del gioco che governano i seguaci del Lato Oscuro. Sa bene che un giorno Vader si rivolterà contro la sua autorità, anche se non immagina come e quando.
Tuttavia, pur cosciente che le regole siano quelle, non per questo le accetta supinamente: si tratta pur sempre del Signore delle Tenebre. Essendo anche interessato al proprio potere personale, egli adotta un sistema molto efficace per restare al suo posto e non farsi scalzare: cambia apprendista, fa in modo che un nuovo Sith uccida quello precedente. Darth Maul viene accidentalmente ucciso e Darth Tyranus gli succede naturalmente; ma poi ad Anakin / Vader viene chiesto di togliere di mezzo Tyranus, e un giorno a Luke sarà chiesto di togliere di mezzo Vader; senonché il giovane ribelle spezzerà la tradizione, gridando no, in nome dei Jedi e di suo padre.
136) Gli occhi di Yoda
Subito prima che i fulmini di Forza di Darth Sidious lo colpiscano, Yoda si abbandona a un'espressione di puro terrore che per un attimo si dipinge sul suo viso grinzoso: spalanca gli occhi atterrito. Scagliato lontano dalla potenza distruttiva del Lato Oscuro, Yoda giace a terra, ma si riprende presto: un'inquadratura durante il monologo sprezzante dell'Imperatore mostra il suo occhio vigile, segno che il Maestro è pronto al contrattacco; quasi una strizzata d'occhio allo spettatore.
137) I poteri dell'Imperatore
Episode III, Sidious a Yoda: "Ora sperimenterete tutta la potenza del Lato Oscuro!".
Episode VI, Yoda a Luke: "Luke... non sottovalutare i poteri dell'Imperatore".
Ora sappiamo che Yoda ha davvero sperimentato sulla sua pelle tutto il potere dell'Imperatore: conosce quello di cui parla!
138) Il demone
Il compiacimento di Darth Sidious nell'assaporare una vittoria storica che si sta compiendo, il suo ghigno mentre affronta il Maestro Yoda rimasto da solo ha una caratterizzazione demoniaca, e insieme vampiresca. È il puro Male scatenato.
139) Come una corolla
L'ascesa sul podio del Cancelliere di Sidious e Yoda impegnati a duellare, mentre il fondo del Senato si apre come i petali della corolla di un fiore, è uno dei momenti più sublimi del film, graziato da un crescendo williamsiano di solennità assoluta tratto dal brano portante Battle of the Heroes.
L'effetto impressionistico dell'apertura di un fiore inizia con la prima sequenza ravvicinata in cui lastre simili a petali si aprono per consentire l'ascesa del podio: il movimento prosegue otticamente con l'allargarsi dell'inquadratura che si dilata mostrando l'intera conca del Senato, che con le sue spire radiali favorisce l'illusione cinetica centrifuga. Registicamente, e proprio dal punto di vista tecnico visivo, un momento di pura arte che testimonia quanto poco sia considerato George Lucas.
140) La Repubblica va in pezzi
Può darsi che qualcuno abbia scambiato la parte del duello tra Yoda e Darth Sidious che si svolge nel Senato per una semplice scena d'azione fine a se stessa, inserita perché meramente spettacolare.
Non è solo questo. Oltre all'interpretazione letterale c'è quella simbolica. C'è una valenza simbolica atta a rendere tangibile l'idea che Darth Sidious è riuscito nel suo intento di distruggere i Jedi e la Repubblica, i due nemici storici dei Sith. Le istituzioni sono andate in pezzi e ora... non solo metaforicamente. L'odio del Signore Oscuro si materializza in una scena dal forte impatto.
La Repubblica la cui rovina Sidious, nelle vesti di Palpatine, ha accelerato mentre era al potere è ormai ufficialmente defunta, rimpiazzata da un Impero dove il Senato —finché durerà— non avrà più alcun reale potere, limitandosi a svolgere un ruolo di facciata, come nell'Impero romano.
141) Le unghie di Yoda e la resa
Tocco molto efficace sia emotivamente sia a livello tecnico, per dare realismo al personaggio digitale, è la sequenza in cui Yoda rimane aggrappato al podio del Cancelliere dopo il duello con Darth Sidious, graffiandone con le unghie la superficie prima dell'inevitabile rovinosa caduta che segna la sua sconfitta. Anche la caduta del suo saio, che resta impigliato in una trave tra le rovine del Senato, è un altro tocco che conferisce fisicità alle scene digitali.
La sequenza è montata in modo tale da mostrare in parallelo l'analoga situazione di difficoltà dell'Imperatore, che però non è precipitato e si trova molto più in alto di Yoda. Questa posizione di svantaggio, insieme allo sfinimento del vecchio Jedi e al sopraggiungere delle truppe di cloni sono i motivi che spingono Yoda a darsi per sconfitto: la sua resa non è affatto inspiegabile come taluni hanno accusato.
142) Due volte sull'abisso
Per due volte in Episode III Palpatine, fino ad oggi mai coinvolto in scene troppo movimentate, è appeso su un abisso che potrebbe inghiottirlo. È una prefigurazione del suo destino ultimo, quando Vader lo scaglierà nel pozzo della seconda Morte Nera?
143) Yoda in fuga
Per due volte in Episodio III Yoda è costretto a mettersi in salvo fuggendo attraverso spazi angusti, appena adatti anche alle sue ridotte dimensioni. La prima volta nel piccolo guscio di salvataggio di fabbricazione wookiee, ma evidentemente non pensato per i medesimi. Successivamente, dopo la caduta nel Senato e la necessità di sottrarsi a Sidious e ai suoi cloni, Yoda deve scappare attraverso i piccoli cunicoli sotto l'edificio, per raggiungere lo speeder di Bail Organa.
144) L'eclissi di Anakin
Su Mustafar Anakin assiste a un'eclissi tra le cupe nubi di cenere vulcanica.
Il simbolismo di questa splendida sequenza è decisamente trasparente: il male oscura il bene come una luna oscura un sole. Questa è l'eclissi di Anakin e la nascita di Darth Vader.
Sublimità pura.
145) L'inferno di Anakin
In una scena di rara bellezza, la stessa dell'eclissi, vediamo il Prescelto, reduce dalla strage dei leader separatisti, osservare chiuso nel silenzio e nel dolore il fiume di lava che scorre sotto di lui, vale a dire il proprio inferno interiore, del quale prende coscienza tra le lacrime.
È stato lo stesso George Lucas a indicare nell'ambientazione di Mustafar una rappresentazione simbolica dell'Inferno. Lo scenario vulcanico fatto di lava, coni eruttanti, crepacci pieni di magma ribollente, cieli saturi di fumi e lapilli, non lascia alcun dubbio.
Quella di Anakin è una sorta di discesa agli inferi, ma non per compiere quel viaggio nell'Oltretomba che è un topos della letteratura, da Odisseo (Ulisse) nell'Odissea a Enea nell'Eneide fino a Dante nella Divina Commedia. No, Anakin scende agli Inferi come dannato: lui è un Faust che ha fatto un patto col Diavolo, come il regista ha detto più volte (tra l'altro è proprio qui che per la prima volta Anakin appare con gli occhi gialli, occhi satanici di chi è avvelenato dal Lato Oscuro). Lo scenario infernale è una proiezione dell'animo nero del protagonista, è il regno delle tenebre spirituali nelle quali entra.
Un'altra spia chiarissima dell'interpretazione da dare all'intera sequenza sono le parole da Obi-Wan rivolte all'allievo subito prima della svolta fatale nel loro duello: il maestro tenta di far capire ad Anakin che Palpatine è il Male, e il giovane risponde che dal suo punto di vista sono i Jedi il Male: "E allora sei dannato!", taglia corto Kenobi (in originale è "lost", perduto, perso, come nell'espressione tipica "lost soul", anima persa, dannata appunto). La guida spirituale ha detto ciò che doveva dire, ha fatto ciò che doveva fare. Inascoltato, evangelicamente si "scuote la polvere dai sandali" e va via: il libero arbitrio è sacro.
Inoltre, Anakin prende fuoco sull'argine del fiume di lava su un sabbione ardente che richiama alla mente quello del canto XV dell'Inferno di Dante, in cui il poeta incontra l'antico maestro, Brunetto Latini, costretto a correre insieme ad altri dannati in uno scenario molto simile.
146) Clandestini a bordo
Parrebbe strano, ma diversi spettatori al cinema, nonostante la grandezza dello schermo, non si sono assolutamente accorti che in questa sequenza, dopo che Padmé e 3PO sono saliti sull'incrociatore naboo, un'altra piccola figura li segue sulla rampa a distanza di qualche secondo, furtiva: è ovviamente Obi-Wan.
147) Un altro rapporto difficile con il volo
Il nostro droide protocollare preferito pare avere un rapporto tormentato con il volo.
Episode I, C-3PO: "Santo cielo! I viaggi spaziali sono pericolosi, allora. Ti assicuro che io non salirò mai su una di quelle spaventose astronavi!"
Episode II, C-3PO: "Non sono nervoso, R2, è solo che non ho mai volato!"
Episode III, C-3PO: "Comincio proprio a raccapezzarmici in questa faccenda del volo!" (Obi-Wan all'inizio proprio di Episode III: "Volare è per droidi!").
Episode IV, C-3PO: "Povero me! Mi ero scordato quanto detestavo volare nello spazio!"
Episode V, C-3PO: "Signore, la possibilità di navigare con successo in un campo d'asteroidi è circa 1 su 3720!"
Episode VI, C-3PO: "Ecco che ci risiamo!" (alla partenza della navetta Tydirium).
Il povero 3PO non ricorderà mai che vi fu un tempo, prima della cancellazione della sua memoria, in cui aveva già temuto e poi imparato ad amare il volo...
148) Insieme domineremo la galassia
Episodio III, Anakin a Padmé: "Sono più potente del Cancelliere, posso toglierlo di mezzo; e insieme io e te domineremo la galassia, ogni cosa sarà come noi la vogliamo"
Episodio V, Vader a Luke: "Luke, tu puoi distruggere l'Imperatore, lui lo ha previsto. Questo è il tuo destino. Unisciti a me e insieme potremo governare la galassia come padre e figlio".
In entrambi i dialoghi emerge l'idea di Anakin / Vader di tradire il suo oscuro maestro al momento opportuno. La sua lealtà non è mai stata totale.
149) Mezzogiorno di fuoco
Mentre sta parlando con Padmé, Anakin vede Obi-Wan, e lo vede molto prima sia di lei che di noi spettatori: alza gli occhi oltre la donna e inizia a cambiare atteggiamento. Alla seconda occhiata capiamo chi sta guardando, e Padmé ancora no. Solo alla fine vediamo Kenobi in una posa plastica ed epica, che fa presagire la sfida, la resa dei conti.
150) Rombo di Forza
Il "rombo di Forza" è un effetto sonoro mistico e suggestivo, una bassa frequenza utilizzata già nel primo Star Wars quando sulla Morte Nera il vecchio Ben Kenobi confondeva le menti dei soldati per passare sotto il loro naso e accedere ai controlli del radiofaro; e poi nuovamente in Episode II, quando Kit Fisto, nell'arena di Geonosis, spingeva a terra dei droidi con la Forza.
È in Episode III, tuttavia, che questo suono magico viene utilizzato più volte. Lo sentiamo quando Lord Vader chiude con la Forza le porte della sala riunioni dei Separatisti su Mustafar per sterminarli; quando con la Forza soffoca Padmé; quando con la Forza resta in equilibrio con Obi-Wan nel reciproco tentativo di spingersi.
151) Nel cerchio del destino
È significativo che il movimento circolare che coinvolgeva Anakin e Palpatine nella scena della "seduzione", in cui il Signore Oscuro appariva come un serpente che si avvolge intorno alla preda, torna nel confronto verbale tra Obi-Wan e Anakin che precede il duello. Il legame tra le due scene e i due movimenti è provato dalle parole dell'ex maestro, che fanno riferimento proprio alla scena in cui quel moto rotatorio era presente: "Hai lasciato che questo Signore Oscuro ti corrompesse l'animo". Una nuova "danza" uguale e contraria dovrebbe servire ad annullare l'incantesimo maligno, ma per Anakin è troppo tardi.
152) La luce dei Jedi e gli assoluti dei Sith
La frase di Obi-Wan "Only a Sith deals in absolutes", "Solo i Sith ragionano per assoluti" è una di quelle divenute subito leggendarie e citate anche nelle recensioni sui giornali come memorabili e pregnanti. Viene pronunciata nel corso di un'inquadratura altrettanto memorabile, ennesimo momento di bellezza visiva mozzafiato.
Lo scenario di Mustafar alle spalle di Kenobi presenta una novità: avevamo lasciato il sole del sistema nel corso di un'eclissi nella scena in cui Anakin piangeva per il senso di colpa dopo la strage dei separatisti. E l'eclissi era un evidente simbolo di un male che nascondeva la luce, evidentemente nel cuore del protagonista. Ora in cielo, dietro Obi-Wan, il sole si staglia luminoso (per quanto consente il cielo sulfureo del pianeta), l'eclissi è terminata: la luce torna a splendere con la figura del Maestro Jedi pronto ad affermare il Bene e la verità, anche se il prezzo è molto alto. All'eclissi Sith si contrappone dunque la luce dei Jedi.
153) Black & white
Questo dualismo bene / male declinato secondo la contrapposizione cromatica bianco / nero (o luce / ombra) è vecchio quanto Star Wars, perché dominava già il primo film (Vader nero, Luke e Leia bianchi). In Episode III, all'inizio del duello finale, si rende particolarmente evidente un dualismo visivo che in realtà era sotto i nostri occhi fin dall'inizio del film, ma che solo ora che le forze opposte si scontrano assume natura di contrapposizione: Anakin è costantemente vestito di nero, un abito decisamente non da Jedi (evoluzione degli abiti marroni di Episode II), mentre Obi-Wan indossa abiti sempre decisamente chiari.
154) Farò ciò che devo
Episode I, Qui-Gon: "Farò ciò che devo, Obi-Wan".
Episode III, Obi-Wan: "Farò ciò che devo".
Kenobi ha sempre guardato all'esempio del maestro scomparso per conoscere la via da seguire (lo afferma anche in una delle scene più toccanti della serie animata Clone Wars). "Farò ciò che devo" è un'affermazione che incarna la consapevolezza del proprio ruolo.
(segue)
pagina seguente (6)
|
|