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(100 ragioni per amare La Vendetta dei Sith)
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62) Altruismo Sith
"I Jedi sono altruisti, si interessano solo agli altri".
Una pausa, il silenzio rotto solo da lontani applausi. Palpatine sembra incassare l'obiezione, e invece si prepara a ribatterla dandole ancora maggiore peso: "Ti hanno mai raccontato la tragedia di Darth Plagueis il Saggio?". La storia, insomma, di un Sith altruista, tanto da usare i suoi poteri per impedire a chi amava di morire. Cosa ci può essere di più altruistico? I Jedi e i Sith, dunque, possono essere uguali anche in questo.
Senonché i Jedi non possono usare lo stesso potere...
63) Spettacoli sferici
John Williams si lancia nello sperimentalismo puro componendo, per la scena del teatro, un brano lontanissimo dagli standard starwarsiani cui siamo stati abituati, eppure magico, magnetico, inquietante: una sorta di coro tibetano oscuro cantato da immaginari bonzi malvagi, che accompagna le parole di Palpatine sui Sith dipingendone il mood con volute sonore rarefatte e insinuanti che suggeriscono l'idea di caduta, seduzione: sembra di essere risucchiati nell'acqua, perdere peso, cadere. Alessandro Izzi su Close-Up parla di: "un percorso tonale indicibile costituito dal giro ostinato delle voci maschili dei bassi nel registro più grave su cui galleggiano, quasi, i brevi lacerti tematici (il tema della Forza [...] ma anche la possente marcia dell’Impero) [...]".
Per oltre un minuto il brano è davvero informe, come acqua, senza strumenti, senza che alcuna armonia emerga, e si ha davvero una sensazione generale di galleggiamento che coinvolge noi, Anakin, i temi musicali sospesi all'interno di questo ovattato fluido sonoro.
A rendere tangibile e visualizzabile il potere del Lato Oscuro concorre la strana, aliena, quasi esoterica visione dello spettacolo, una sfera d'acqua enorme in cui danzatrici —di fatto indistinguibili— si gettano e nuotano. Difficile pensare che, con il peso delle parole di Palpatine e il peso di una musica così rarefatta e oscura —e liquida— l'indugiare su questa sinistra visione tanto a lungo non sia carico di significato. Difficile pensare che si indugi solo per mostrare una sfera d'acqua e basta (che, per inciso, già sarebbe una di quelle visioni fantastiche del tutto innovative, da puro sense of wonder, cui la saga ci ha abituati fin dal 1977). Viene comunicato quantomeno il significato simbolico che anche la musica sostiene, l'idea cioè di una seduzione oscura come un galleggiare, un nuotare, un cadere. Ma la strana visione d'acqua che pare luce, energia, con il suo sapore arcano, sembra alludere in modo subliminale all'energia, al potere, alla materializzazione della Forza, in particolare del Lato Oscuro, sul quale con tanta sottigliezza il Signore Oscuro sta discettando. Uno spettacolo occulto.
64) Spettacoli sferici II
È altrettanto subliminale il collegamento tra questa e un'altra scena chiave del film, un collegamento labile che facilmente può sfuggire. Per due volte Anakin e Palpatine vengono inquadrati di spalle mentre assistono allo spettacolo di una gigantesca sfera. La prima volta appunto a teatro, come si è detto, quando Palpatine avvia subdolamente l'iniziazione Sith di Anakin, la seconda volta sul ponte di un incrociatore, quando i due Sith assistono all'inizio dei lavori sulla Morte Nera.
Se la sfera d'acqua è anche sfera d'energia, di Forza oscura, di potere, il legame con il potere tremendo posto in atto dai Sith con la Morte Nera è solido.
65) Le due immortalità
Tra i numerosi temi di Revenge of the Sith spicca indubbiamente quello dell'immortalità. Nel film vengono presentate e fra loro contrapposte due dottrine dell'immortalità, due vie profondamente diverse fra loro. Purtroppo a causa dell'assenza della scena tra Yoda e lo spirito di Qui-Gon Jinn, tagliata in sala di montaggio, il parallelo è imperfetto; speriamo si ristabilisca nell'edizione DVD:
La via Sith all'immortalità è quella offerta con astuzia da Palpatine ad Anakin che la stava cercando per la propria sposa, e si basa sull'avidità dello spirito, l'attaccamento egoistico:
Palpatine: "Darth Plagueis era un Signore Oscuro dei Sith così potente e così saggio che era in grado di usare la Forza per spingere i midichlorian a creare la vita. Aveva una tale conoscenza del Lato Oscuro che era persino in grado di impedire alle persone che amava di morire".
Anakin: "Ci riusciva davvero?".
Palpatine: "Il Lato Oscuro della Forza è la via per accedere a molti poteri da alcuni considerati ingiustamente non naturali".
La via Jedi all'immortalità è invece molto, molto diversa: si basa su un sentimento opposto, la compassione e si può ottenere solo per se stessi. Ecco la scena tagliata:
YODA: "Failed to stop the Sith Lord, I have. Still much to learn, there is..."
QUI -GON: (V.O.) "Patience. You will have time. I did not. When I became one with the Force I made a great discovery. With my training, you will be able to merge with the Force at will. Your physical self will fade away, but you will still retain your consciousness. You will become more powerful than any Sith".
YODA: "Eternal consciousness".
QUI-GON: (V.O.) "The ability to defy oblivion can be achieved, but only for oneself. It was accomplished by a Shaman of the Whills. It is a state acquired through compassion, not greed".
YODA: "...to become one with the Force, and influence still have... A power greater than all, it is".
QUI-GON: (V.O.) "You will learn to let go of everything. No attachment, no thought of self. No physical self".
YODA: "A great Jedi Master, you have become, Qui-Gon Jinn. Your apprentice I gratefully become".
66) Io Tarzan, tu Chewie
Mentre Chewbacca e un altro wookiee atterrano su un droide cingolato sulle spiagge di Kashyyyk volando su corde / liane si sente il tipico vocalizzo di Tarzan già citato in ROTJ nella battaglia di Endor, quando lo stesso Chewbacca insieme a due ewoks atterrava con una liana su un camminatore AT-ST imperiale.
Nel suo complesso lo scenario e la battaglia di Kashyyyk richiamano Endor; ma ciò che qualcuno rischia di dimenticare è che in realtà fu proprio Endor —con i suoi ewoks— a essere una reinvenzione dell'idea originaria contenuta nella bozza di Star Wars del 1974 e cioè... la battaglia nel verdeggiante pianeta degli wookiee! Episode III non è che un ritorno alle origini, quelle più remote.
67) Attento!
Con un tocco realistico molto azzeccato vediamo il povero Yoda costretto a spostarsi all'ultimo istante prima di essere travolto da una laserata vagante nel marasma della battaglia di Kashyyyk.
Questo è solo uno fra tanti piccoli dettagli utili a restituirci la sensazione di una guerra vera, che coinvolge tutti e tutti mette a rischio. Non si scherza più come sui prati di Naboo.
68) Lavori pesanti
Durante l'addio tra Obi-Wan e Anakin alle spalle del primo si può vedere un droide da carico, del quale si parla nel Visual Dictionary, intento a trasportare materiali per la spedizione a Utapau.
69) Scuse ed elogi
Episode I, Obi-Wan: "Io chiedo scusa per come mi sono comportato, non spetta a me dissentire con te sul ragazzo; e ti sono grato di aver detto che sono pronto per i test" / Qui-Gon: "Sei stato un bravo allievo, Obi-Wan, e hai anche molta più saggezza di me. Tu diventerai un grande cavaliere Jedi".
Molti anni dopo, la scena si ripeterà tra Anakin e Obi-Wan, il quale userà simili parole di elogio e incoraggiamento nella speranza, forse, di ripetere con Anakin ciò che di buono avvenne in lui.
Episode III, Anakin: "Maestro, so di averti deluso. Non ho apprezzato abbastanza i tuoi insegnamenti, sono stato arrogante. Ti chiedo di perdonarmi. Ma sono stato così mortificato dal Consiglio" / Obi-Wan: "Tu sei forte e saggio, Anakin, e io sono molto orgoglioso di te. Ti ho addestrato fin da quando eri bambino, ti ho insegnato tutto ciò che so, e ora sei un Jedi più grande di quanto sperassi di diventare io. Ma sii paziente, Anakin: non passerà molto prima che il Consiglio ti faccia Maestro".
70) L'ultimo addio
L'ultimo addio tra Anakin e Obi-Wan, l'ultimo saluto da amici prima che il destino si compia, avviene in un clima assolutamente sereno e rilassato ("potremmo restare solo con qualche pelo di bantha in mano", cioè la segnalazione di Grievous potrebbe non essere vera); Anakin manifesta il pentimento per le sue intemperanze in Consiglio e Obi-Wan gli rivolge parole di elogio e affetto che gli fanno chinare il capo per l'imbarazzo. L'addio è scandito dall'augurio tipico dei Jedi: "Che la Forza sia con te".
Non si sorrideranno mai più nel mondo terreno; solo nel mondo di là della Forza.
71) Sento qualcosa, una presenza che non avevo più sentito...
Il sogno della morte di Padmé torna sottoforma di visione da sveglio mentre Anakin si trova negli appartamenti della donna; e in questa nuova visione compare anche Obi-Wan che l'assiste nel suo travaglio di nascita e morte. "Obi-Wan è stato qui recentemente", afferma poi. La presenza, la cui traccia sente aleggiare nella Forza grazie alla sua sensibilità, crea un legame coi suoi sogni e gli permette di vedervi il mentore che prima non compariva.
Anakin / Vader percepirà di nuovo la presenza di Obi-Wan, tanti anni dopo, a bordo della Morte Nera, quando starà per incontrarlo di nuovo. "Sento qualcosa, una presenza che non avevo più sentito..."
72) Sulla via della perdizione
A Padmé, dopo il dialogo con Palpatine a teatro, Anakin confida di sentirsi "perso": in inglese è "lost". Ma non indica solo il senso di smarrimento che il giovane prova: c'è già un'allusione all'altro significato del termine, quello del perdersi, del perdere l'anima. La stessa parola tornerà infatti in bocca a Obi-Wan quando a Mustafar emetterà la sentenza di dannazione del Prescelto: "allora sei dannato!", che in inglese è appunto "Then you are LOST!". Sarebbe stato utile avere in entrambi i punti la traduzione "perduto", che avrebbe funzionato sia prima che dopo, conservando il collegamento.
73) Voglio di più
Tra AOTC e ROTS viene sviluppata la tematica dell'aspirazione di Anakin a una sempre maggiore conoscenza, frenato dai Jedi e dal maestro Obi-Wan. Accanto alla ricerca di un potere in grado di controllare la vita e la morte, per compiacere il proprio senso dell'attaccamento, tema centrale di cui si è parlato, non va passata sotto silenzio neppure la brama di conoscenza e potenza fini a se stesse: che sono orgoglio, ambizione, superbia, il peccato per eccellenza.
Episodio II: "Per molti aspetti sono più avanti di lui. Sono pronto per affrontare la prove, ma secondo lui (scil. Obi-Wan) sono imprevedibile; e non mi fa progredire".
Episodio II: "È tutta colpa di Obi-Wan: è invidioso, mi tiene bloccato!".
Episodio II: "Non sei onnipotente, Anakin" / "Be', devo diventarlo. E un giorno lo diventerò. Diventerò il Jedi più potente di tutti i tempi".
Episodio III: "I miei poteri sono raddoppiati dal nostro ultimo incontro, Conte".
Episodio III: "Mi sta accadendo qualcosa. Non sono il Jedi che dovrei essere. Voglio di più".
Episodio III: "So che ci sono cose sulla Forza che [i Jedi] non vogliono dirmi".
Episodio III: "Da quando ti conosco hai sempre aspirato a una vita più grande di quella di un comune Jedi".
Episodio III: "Solo attraverso di me otterrai un potere più grande di qualunque Jedi".
74) Voglio di più - II
Due dei momenti in cui Anakin manifesta la sua insoddisfazione e la sua aspirazione a un maggior potere avvengono nello stesso preciso punto, davanti alle finestre della stanza personale di Padmé.
75) Utapau, Utapau... dove l'ho già sentito?
Utapau originariamente, nella bozza del maggio 1974, era il nome del pianeta desertico da cui l'eroe Annikin Starkiller partiva. Assunse poi il nome definitivo di Tatooine dalla località di Tataouine, in Tunisia, nei pressi dei luoghi di ripresa nel 1976.
76) Nosferatu lives
Il colorito spettrale e vampiresco, i denti aguzzi, la figura longilinea, la foggia dell'abito: Tion Medon rievoca il Nosferatu di Murnau, Nosferatu, eine Symphonie des Grauens, 1922, prototipo espressionista dei successivi Dracula (con i quali i nostri Peter Cushing e Christopher Lee hanno avuto molto a che fare...).
Ma come spesso avviene in Star Wars, le apparenzene ingannano e un modello visivo può contraddire la reale natura del personaggio, in un senso o nell'altro, usando le simbologie per contrasto, rovesciandole (si pensi all'aspetto apparentemente demoniaco dei Maestri Jedi Saesee Tiin, Eeth Koth e Agen Kolar).
77) Hello there!
Quando Obi-Wan si lascia cadere nell'hangar dei droidi al decimo livello nella città-pozzo di Utapau esclama "Hello there!" (in italiano adattato come "Salve a tutti!"). Si tratta delle stesse parole di saluto che il vecchio Ben rivolge a R2-D2 mentre incombe su Luke svenuto dopo l'attacco dei sabbipodi in A New Hope (in quel caso l'adattamento era "Salve tu!"). Chi ascolta il film in lingua originale può cogliere questa ricorrenza nelle parole di Kenobi che in italiano purtroppo si perde.
78) Crouching Jedi, Hidden Sith
La posa plastica che assume Kenobi sfidando in modo plateale e teatrale il Generale Grievous e le sue MagnaGuards richiama quelle dei guerrieri de La Tigre e il Dragone, film che tra l'altro era stato già citato nella serie animata Clone Wars, quando nel corso dell'episodio 17 Anakin e Asajj Ventress si trovavano a duellare saltando tra le chiome degli altissimi alberi di Yavin IV in modo altamente spettacolare, proprio come nel celebre film cinese.
79) Per un pugno di droidi
Sono un devoto omaggio al cinema di Sergio Leone i primissimi piani del Generale Grievous e di Obi-Wan Kenobi durante il loro duello, che si spingono fino al dettaglio degli occhi (utile nel caso di Grievous a mostrare la parte organica del cyborg). Una soluzione registica altrimenti mai adottata prima dal regista americano nei film della saga.
80) Eresia e dogmatismo
A partire dalla scena a teatro, Palpatine cerca di minare la fede di Anakin nei Jedi, che già aveva qualche crepa, dipingendo i Sith come degli eretici ingiustamente perseguitati da un "clero" oppressore che passa per essere virtuoso ma che in realtà non si distingue in nessun aspetto da chi combatte; egoismo e ricerca del potere caratterizzerebbero anche i Jedi. Inoltre tenta di mistificare la realtà suggerendo che esistano segreti che il dogmatismo ufficiale vuole tenere nascosti (considerandoli "non naturali"), particolarmente ad Anakin che è così potente; segreti che invece non sono altro che malvagità e oscure stregonerie Sith.
In seguito, nella scena nell'anticamera dei suoi uffici, Palpatine riprende il tema del relativismo etico, tacciando i Jedi di una visione dogmatica e ristretta, ribadendo che, per dirla in breve, i Sith non sono affatto malvagi: è solo un punto di vista. Devi disimparare ciò che hai imparato, potremmo dire citando Yoda per antifrasi.
Il Sith porta avanti nei confronti di Anakin una sottile opera di perversione del giudizio e confusione generale facendogli perdere l'esatta nozione di bene e male, per indurre l'adepto alla conversione a un'eresia o a una dottrina deviata, come farebbe un satanista che volesse proporre una visione capovolta della religione.
Puoi avere ciò che vuoi, gli affetti, l'attaccamento, ogni cosa. Ma solo attraverso il vero potere, il potere completo, libero e scatenato, quello del Lato Oscuro. Basta freni, imposizioni, dogmatismi, rinunce ascetiche imposte da un "clero" che sembra odiare la vita.
Anakin può liberarsi da tutto, vivere all'ennesima potenza, soddisfare ogni desiderio senza sentirsi in colpa. "Pecca" sembra dirgli il suo scellerato Maestro, "pecca senza sensi di colpa. Il bene e il male sono punti di vista".
81) Bugie e verità
Episodio III, Palpatine ad Anakin: "Devi farti strada attraverso la nebbia di bugie che i Jedi hanno creato intorno a te". Ironia tragica, visto che è proprio Palpatine ad avvolgere nelle menzogne il Prescelto. E poco dopo: "Smetti di essere una pedina del Consiglio Jedi", mentre sta diventando esattamente una pedina (la più importante) del Signore Oscuro. Infine: "Tu hai grande saggezza, Anakin", mentre è proprio qui che la saggezza del giovane, pur con tutte le attenuanti del caso e la lentezza della sua conversione, costellata di dubbi e rigurgiti di senso della giustizia, viene meno.
82) Il bassorilievo
La scena della rivelazione non avviene in un luogo qualsiasi, bensì in un'anticamera molto affascinante, con qualcosa di mistico e oscuro. Alle pareti c'è un grande bassorilievo che rappresenta lo scontro dei Jedi contro i Sith.
83) La danza del serpente
Come era già avvenuto in Episode I nei suoi uffici di senatore con la regina Amidala, Palpatine simula le movenze di un serpente mentre si rivela ad Anakin: striscia intorno a lui con un moto rotatorio, nel quale anche il Prescelto è coinvolto.
84) Feel the Dark Side
Sia nella scena della rivelazione sia in quella dell'investitura di Anakin a Sith, Palpatine si abbandona alla percezione del Lato Oscuro a bocca aperta.
85) I can feel your anger
Episodio III, Palpatine ad Anakin: "Percepisco la tua ira, ti rende inflessibile, moltiplica il tuo potere"
Episodio VI, Palpatine a Luke: "Percepisco la tua ira. Sono indifeso, prendi la tua arma, abbattimi con tutta la forza del tuo odio e il tuo viaggio verso il Lato Oscuro sarà finalmente compiuto"
In inglese è sempre "I can feel your anger" e fortunatamente anche in italiano, a differenza di altre volte, ci si è accorti che c'era un collegamento da salvaguardare con un'identica traduzione. Dopotutto, anche i professionisti del doppiaggio sono spettatori e conservano nelle orecchie l'eco di qualche frase famosa della Trilogia Classica...
86) La saggezza di Anakin
Episodio III, Obi-Wan ad Anakin: "Tu sei forte e saggio, Anakin"
Episodio III, Palpatine ad Anakin: "Tu hai grande saggezza, Anakin.
Entrambi i mentori di Anakin gli dicono che è saggio: la differenza sta nel fatto che Obi-Wan lo fa in buona fede e sbagliandosi, purtroppo, viste le scelte che il giovane farà: dunque l'ennesimo esempio di ironia tragica del film; il complimento di Palpatine, invece, è malevolo e insinuante, mirato a presentare se stesso come quel bene che la presunta saggezza di Anakin dovrà riconoscere e seguire.
87) Natura vs tecnologia
La presenza del lucertolone Boga non è un elemento casuale, incidentale: rientra nella visione di Lucas. Corrisponde a una delle tematiche principali della saga, ricorrente nei vari film, secondo la quale alla tecnologia si contrappone, vincendo, la Natura. Ne abbiamo parlato in modo approfondito nella sezione Messaggi in questo articolo: gungan contro droidi, ewoks contro imperiali, ecc.
L'inseguimento tra la "motoruota" del Generale Grievous e il boga cavalcato da Obi-Wan è una riproposizione di questo tema.
88) Quetzalcoatl &... "beware the Boga(n)!"
Nel suo aspetto, il varactyl Boga si richiama all'iconografia di Quetzalcoatl, il dio Serpente Piumato degli Aztechi. La saga ancora una volta filtra attraverso la lente del fantastico suggestioni della cultura e della tradizione dei più svariati popoli creando sogni originali eppure familiari.
Il nome dell'animale, proprio come quello del suo pianeta habitat, Utapau, è un ripescaggio dalle prime bozze di Star Wars del '74 / '75: là "Bogan" era il Lato Oscuro, mentre "Ashla" era il Lato Chiaro. "Follow the Ahsla, beware the Bogan" era uno dei motti dei Jedi-Bendu.
89) So uncivilized! Che ARMA incivile!
Episodio III, Obi-Wan, dopo aver sparato a Grievous con un blaster e aver gettato via l'arma con un gesto di disgusto: "So uncivilized!". In italiano: "Che essere incivile!", traduzione errata, perché non si riferisce a Grievous ma al blaster!; andava piuttosto tradotto "che arma incivile" se fosse stata colta l'allusione a Ep4.
Episodio IV, Obi-Wan, parlando a Luke delle spade laser in contrapposizione ai blaster: "Not as clumsy or as random as a blaster. An elegant weapon for a more civilized time" "Non è goffa o erratica come un fulminatore. È elegante, invece, per tempi più civilizzati".
Il concetto che sta dietro la scena di Ep3 è semplice: proprio quell'Obi-Wan che un giorno spiegherà a Luke quanto fossero più civili i tempi delle spade laser e quanto siano goffi e "barbari" i blaster, un tempo si trovò, ironia della sorte, a sconfiggere un suo acerrimo nemico non con la sua arma d'elezione in quanto Jedi, bensì con un "incivile" blaster, o fulminatore che dir si voglia.
L'errata traduzione in Ep3 è colpa dell'ambiguità della lingua inglese e della mania della sintesi di Lucas ("What an uncivilzed weapon!" avrebbe sciolto il dubbio interpretativo): non si poteva chiedere al direttore del doppiaggio Vairano, o a qualunque altro supervisore, di fare ciò che nemmeno un fan riesce a fare, cioè cogliere le allusioni al primo colpo. Non sarebbe corretto incolpare un italiano per un'ambiguità che neanche i fan americani hanno interpretato subito limpidamente.
90) La sala vuota
Una delle scene più affascinanti del film descrive magistralmente l'atmosfera di sospensione —anche grazie al genio stavolta sperimentale di John Williams— in cui si consuma il tormento di Anakin: intervenire o non intervenire in favore di Palpatine per impedirne la morte, vale a dire impedire quella di Padmé.
Al tramonto, il Prescelto attende nella sala del Consiglio, vuota, per la prima volta. La sala dove fu introdotto all'Ordine Jedi, dove gli fu subito negato l'addestramento, dove gli è appena stato negato il grado di Maestro.
La solitudine di Anakin rappresenta molte cose:
a) il suo isolamento, il suo fatale distacco dai Jedi; è come se ora che è da solo, in quel luogo, potesse vendicarsi e ottenere tutto ciò che gli era stato negato; Anakin è solo contro tutti;
b) il presagio dello sterminio dei Jedi stessi, che scompariranno così come ora sono assenti da quella sala; Anakin sarà solo senza tutti;
c) l'antecedente della scena della strage dei piccoli padawan, che proprio lì si svolgerà.
91) Sguardi
Un vocalizzo femminile dolente e suggestivo accompagna i due innamorati che, a grande distanza fra loro, raggiungono le vetrate e inconsapevolmente incrociano i propri sguardi, l'una sulla sinistra, l'altro sulla destra, in una semplice simmetria. Sul volto di Anakin scorrono le lacrime. La decisione è presa e chiude una scena di un lirismo e una sublimità raramente toccati prima nella saga.
92) La ragnatela
Il Cancelliere Palpatine ha tessuto la sua ragnatela per tredici anni, pazientemente, con astuzia, intelligenza, machiavellica lucidità.
Tutti, nessuno escluso, ci sono caduti dentro, restando invischiati senza speranza di uscita.
Quando Mace Windu e gli altri tre maestri marciano nei suoi uffici per arrestarlo, Palpatine getta la maschera. Per il ragno è giunta l'ora del pasto.
Verrà il giorno in cui questa funzione subdola, mostruosa e letale di Palpatine, il grande tessitore, sarà effettivamente rappresentata con un simbolo pregnante, nella sala del trono sulla seconda Morte Nera: la vetrata davanti alla quale l'Imperatore sta seduto sul suo trono richiama in modo più che evidente una grande ragnatela.
93) Le marce dei giustizieri
Impossibile non notare la simmetria diegetica e visiva tra due scene fra loro uguali e opposte, due "marce": quella dei Jedi contro i Sith e quella dei Sith contro i Jedi. Mace Windu prima e Anakin / Vader poi sono ripresi con un'inquadratura ad effetto, dal basso, seguiti alle loro spalle da un più o meno grande esercito di sottoposti, mentre avanzano in modo drammatico verso il "covo" dei loro nemici per andarli a giustiziare: Palpatine / Sidious nei suoi uffici nel caso di Windu e i Jedi del Tempio nel caso di Anakin / Vader.
94) La poetica della luce
I giochi di luce sul viso di Anakin in Episodio III sono particolarmente suggestivi. Il primo, evidentissimo perché rafforzato dal parallelo gioco di luce sul volto di Yoda, lo vediamo nel dialogo col Maestro sulle premonizioni e l'attaccamento; il secondo appare sul viso del Prescelto la notte in cui decide di raggiungere Palpatine per impedirne la morte.
Il fil rouge tematico che li unisce, rappresentato come ombrosità, è il tema della scelta dell'attaccamento, che per Anakin diventa scelta del male, dell'ombra. Luci e ombre si combattono il suo volto non permettendo di distinguere chiaramente i suoi tratti, fisici ma soprattutto interiori.
95) La vittima
Ecco la scena che si presenta agli occhi di Anakin al suo ingresso nell'ufficio di Palpatine. Il suo amico e mentore, l'amato Cancelliere che gli ha svelato la sua conoscenza di dottrine condannate dai Jedi, dal più potente dei Jedi è minacciato, chiuso in un angolo, per la sola colpa di essere un "eretico". E, soprattutto, trovano conferma i sospetti più terribili: i Jedi stanno compiendo un colpo di stato per rovesciare Palpatine. È tutto vero; e in effetti è realmente così. Il punto è solo comprendere dove stia la verità, e Anakin, in parte per proprie colpe, in parte ingannato, non ci riuscirà.
Il piano del Signore Oscuro riesce: appare come una vittima agli occhi del suo nuovo apprendista.
96) Sei battuto!
Episode III, Mace a Palpatine, puntandogli la spada alla gola: "You have lost!".
Episode V, Vader a Luke, puntandogli la spada alla gola: "You are beaten!".
97) Scelte fatali
Tanto il passaggio al Lato Oscuro quanto il ritorno al bene vengono scanditi, per Anakin, da scene fra loro molto simili. Qualcuno sta patendo gli atroci dolori dei fulmini di Forza, tuttavia l'eroe è incerto se intervenire in suo aiuto perché la devozione (e un'affiliazione ben precisa: ai Jedi prima, ai Sith poi) lo lega alle figure che nei due casi appaiono come i carnefici. Prima di muovere contro di loro Anakin passa, entrambe le volte, un importante travaglio.
Alla fine sceglie sempre di salvare la persona in difficoltà, che gli rivolge tra l'altro una supplica: nel caso di Palpatine interviene perché gli sembra che sia stato aggredito, perché non trova giusto che sia messo a morte senza essere giudicato ma soprattutto perché ha bisogno di lui e delle sue conoscenze oscure per poter salvare la moglie Padmé dalla morte per parto. Compirà la sua scelta per amore, infine, e quel gesto condurrà alla nascita ufficiale di Darth Vader.
Nel secondo caso avviene la stessa cosa, senonché Palpatine da vittima (apparente) che era è ora divenuto il carnefice: Vader sceglie di liberarsi dalla fortissima soggezione all'Imperatore per salvare il figlio Luke ormai prossimo alla morte. Una scelta per amore del figlio suo e di Padmé, una scelta che segna il passaggio uguale e contrario, da Vader ad Anakin. Per amore cadde, per amore si redime.
98) Luce blu
In entrambe le scene il travaglio di Anakin / Vader è segnato dal riflesso blu dei fulmini di Forza sul suo viso (o sulla sua maschera), mentre sposta lo sguardo dall'uno all'altro, sul punto di prendere una decisione.
(segue)
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