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(100 ragioni per amare La Vendetta dei Sith)
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     155)   Duelli fatali
     Senza parole.



     156)   Spade uguali
     Quello tra Anakin e Obi-Wan è il primo e ultimo duello nella saga che vede contrapposte due spade laser dello stesso colore, in questo caso azzurro, un colore da Jedi. Anakin è già Darth Vader, è già un Sith, ma non si è ancora costruito una spada dalla lama rossa, ed ecco quindi che si verifica questa condizione inedita.
     In realtà, sempre in Episode III, già nel duello con Grievous Kenobi si è trovato a combattere contro spade del suo stesso colore, in quanto trofei sottratti a Jedi uccisi; tuttavia non è un duello contro un utilizzatore della Forza e ricopre un ruolo secondario nella narrazione della saga.

     157)   Duello accanto alla vetrata
     Sia nel duello su Mustafar che in quello su Cloud City Anakin / Vader si trova a combattere il suo avversario (Obi-Wan prima, Luke poi) accanto a una vetrata tondeggiante o ellittica con montanti a raggiera. La citazione visiva è evidente, specie perché la somiglianza tra i due set prosegue nel corridoio dalle pareti inclinate che si diparte sulla sinistra, oggetto di un'altra scena-citazione...



     158)   Scintille nel passaggio
     ...Anakin / Vader vibra fendenti contro l'avversario (Obi-Wan / Luke) dentro stretti corridoi caratterizzati dal taglio diagonale delle pareti, che colpisce sollevando scintille. La differenza tra la coppia di sequenze simili di ROTS e quelle di TESB sta nel fatto che in ROTS sono consecutive (dalla vetrata si prosegue subito nel corridoio adiacente, un'unica sincopata coreografia), in TESB no, poiché in mezzo c'è la scena della fuoriuscita di Luke per la decompressione.



     159)   Dall'affetto all'odio
     Il cuore di Anakin viene corrotto a tal punto da Palpatine che la forte amicizia con Obi-Wan si tramuta in odio alla fine. Ci sono due inquadrature molto simili tra loro collocate verso l'inizio e verso la fine del film che con la loro somiglianza sottolineano l'abisso che si è spalancato nell'animo del Prescelto, un abisso nel quale precipitano tutti i suoi affetti.
     Nella prima Anakin è chino su Obi-Wan dopo il duello con Dooku per accertarsi delle sue condizioni; nella seconda è chino nello stesso modo sul suo ex maestro, ma per strangolarlo.



     160)   Il colpo di grazia stoppato
     In Episode II Obi-Wan era stato messo fuori combattimento dal Conte Dooku che si preparava a vibrare su di lui il colpo di grazia. Un istante prima che la spada si abbattesse su Kenobi, Anakin si lanciò con uno scatto fulmineo verso il Sith frapponendo la propria spada e parando il colpo.
     La stessa cosa accade nel duello su Mustafar, ma questa volta è Anakin a essere a terra e a dover parare un colpo fatale dello stesso Obi-Wan per salvare la propria vita (anche lo scatto fulmineo ritorna, ma qualche secondo dopo).
     Un'altra situazione che si ripete, ma con valenze del tutto nuove.



     161)   Evoluzioni virtuosistiche
     Le evoluzioni che a un certo punto Anakin e Obi-Wan fanno compiere simultaneamente alle loro spade laser, a prima vista virtuosismi coreografici fini a se stessi, richiamano lo stesso tipo di danza che Dooku fece compiere alla sua spada prima di accingersi a finire Obi-Wan in Episode II.



     162)   Oops...
     Quando, dopo essersi reciprocamente scagliati via, Anakin raggiunge Obi-Wan con un lungo salto e con la spada colpisce un pannello di controllo, ciò che accade non è risultato chiaro per alcuni: il malfunzionamento non provoca il distacco del modulo di estrazione che poi cadrà, bensì semplicemente lo spegimento del suo scudo protettivo. Tutte le strutture delle miniere di Mustafar sono infatti avvolte da un'aura bluastra che indica la presenza di uno scudo deflettore che tiene lontana la lava.
     Il venire meno dello scudo farà sì che, quando i duellanti si troveranno sopra il modulo, un'onda di lava ne travolgerà la trave di sostegno non protetta, sciogliendola e facendo crollare la struttura nel fiume di magma.



     163)   Posti pericolosi
     I moduli di estrazione di Mustafar richiamano alla mente lo scenario del pozzo di Cloud City, anch'esso caratterizzato da strutture sospese su un abisso teatro di un duello.



     164)   Una mano... lava (l'altra)
     Qualcuno avrà notato che il modulo di estrazione, nella sequenza in cui affonda nella lava, sembra una mano umana che si chiude inabissandosi. Anche prima che si inabissi, quando il Prescelto corre per saltare sembra farlo sul palmo di una mano umana, a cinque "dita".
     Considerando la simbologia della mano in Star Wars, dalla Trilogia Classica (parallelo tra la mano di Luke e la mano di Vader), in Episode II (il braccio artificiale) e persino in Clone Wars (con la straordinaria scena della visione avuta da Anakin a Nelvaan, in cui la sua mano mostruosa diventa un male prolificante che soffoca tutti attorno a lui), è possibile ipotizzare qualche significato per questa scena in cui Anakin spicca un salto da questa "mano" meccanica che sprofonda nella lava, probabilmente vaga prefigurazione di quello che gli sta per accadere.



     165)   Per un pelo!
     Per almeno due volte Anakin sembra sul punto di cadere nella lava: quando il modulo di estrazione sta scivolando nel magma e Anakin spicca un balzo impossibile per raggiungere Obi-Wan, e poi dopo averlo minacciato, quando dal droide flottante salta sulla piattaforma dell'ex maestro, perdendo pericolosamente l'equilibrio. La vulgata della fine di Anakin, fin dal 1983, era che dovesse "cadere nella lava" alla fine del duello: lo spettatore è dunque coinvolto fino all'ultimo nella suspense.



     166)   Sto più in alto di te!
     Non è una spacconata. Non stavolta. È un espediente molto astuto e semplice, da favola esopica, con il quale Lucas ha risolto il problema della sconfitta di Anakin da parte di un Jedi che sulla carta dovrebbe essere meno potente di lui.
     A tradire il Prescelto in quel giorno fatale è l'arroganza, l'eccessiva sicurezza di sé e confidenza in un potenziale non ancora del tutto domato dalla prudenza.

     167)   Tu sottovaluti...
     Episode III: "Tu sottovaluti il mio potere"
     Episode VI: "Tu sottovaluti il potere del Lato Oscuro della Forza"



     168)   La trasformazione degli occhi
     Nella prima sequenza dopo la mutilazione di Anakin l'odio si impossessa del giovane: assistiamo in diretta alla trasformazione dei suoi occhi dal loro aspetto normale a quello che riflette il terribile "avvelenamento" prodotto dal Lato Oscuro.



     169)   Come fratelli
     "Non posso ucciderlo, è come un fratello per me" ("He's like my brother") obietta Obi-Wan a Yoda che vorrebbe indurlo ad affrontare Anakin, persuadendolo poi che, in fondo, Anakin non esiste più, consumato da Darth Vader.
     La similitudine usata da Obi-Wan per descrivere il suo affetto verso Anakin si tramuterà alla fine della storia, quando l'ex amico ed ex padawan brucerà sul sabbione infuocato, in una metafora senza mediazioni, senza "come": "Eri mio fratello, Anakin! Ti volevo bene" ("You were my brother, Anakin!"). L'espressione dell'affetto —sempre penalizzata dai freddi Jedi— raggiunge il suo apice proprio nel momento più crudo.
     Il tema dei fratelli è stato sviluppato anche nella serie Clone Wars che mostra l'inizio di questo nuovo tipo di legame: subito prima della sua investitura a Cavaliere Jedi, Anakin si sente dire da Kenobi esattamente questo: "Non ci si addice più il ruolo di maestro e allievo: è tempo di diventare... fratelli". Un'altra piccola prova dell'importanza dei corti animati e del loro stretto legame con la trama e i temi dei film e di Episode III in particolare.

     170)   I hate you! / I loved you!
     Anakin sputa (letteralmente) in faccia a Obi-Wan il suo odio, "Io ti odio!" ("I hate you!"); e in risposta l'ex Maestro gli manifesta tutto il suo affetto come mai era arrivato a fare prima, "Ti volevo bene!" ("I loved you!").
     Tuttavia Obi-Wan parla, significativamente, al passato: gli voleva bene, perché ormai Anakin non esiste più. Per lui è morto e conserverà per sempre questa convinzione, fino a che Luke crederà nella forza del riscatto.



     171)   Your father's lightsaber
     Guarderemo con nuova emozione la scena di Episode IV in cui il vecchio Ben Kenobi estrae da una polverosa cassa un oggetto arcano e misterioso: la guarderemo ancora con gli occhi ingenui di Luke, che ne ignora la natura; e insieme la guarderemo con la malinconia di chi sa, di chi ha visto, di chi c'era: noi c'eravamo, ci ricordiamo quando fu raccolta sul sabbione ardente a Mustafar.



     172)   E un colpo di grazia no?
     Perché Obi-Wan non dà ad Anakin un pietoso colpo di grazia e gli gira le spalle lasciandolo soffrire tra gli atroci tormenti delle amputazioni e delle ustioni? Perché non se la sente, perché non vuole essere lui a ucciderlo, per mancanza di coraggio, viltà? L'interpretazione resta aperta.

     173)   Lo stravolgimento di Anakin
     L'espressione del volto del Prescelto, affidata al talento sempre meno acerbo di Christensen, assume tratti sempre più inquietanti mano a mano che il film prosegue, trasfigurandosi di pari passo con la trasfigurazione del suo animo, fino a uno stravolgimento orribile dei tratti dopo la sconfitta. E quando il volto non può più superarsi nell'espressione estrema dello sfiguramento malefico, giunge la sublimazione della maschera di Vader, che cala sul volto sigillandone nel metallo i tratti della Morte interiore.



     174)   Finire tra le fiamme
     Sia Anakin che Darth Vader cessano di esistere consumandosi tra le fiamme.



     175)   Aggrappato alla vita
     L'unico arto che rimane integro ad Anakin dopo il duello con Obi-Wan è il braccio destro, che già era da anni artificiale.
     Il Prescelto rimane aggrappato alla vita grazie alla sua parte più artificiale e disumana, simbolo del Lato Oscuro, dell'odio, della sete di vendetta che ora lo tiene in vita.
     Quel braccio ha avuto qualcosa di artificiale da molto tempo: è lo stesso nel quale, già da bambino, Anakin aveva impiantato il chip di controllo tipico degli schiavi di Mos Espa.

     176)   L'apprensione del Maestro Oscuro
     Tre volte la figura di Darth Sidious, spesso monolitica nella sua caratterizzazione di male puro e invincibile (specie nel ricordo dell'Imperatore di ROTJ), ci appare umanizzarsi un poco. Sono tre momenti di apprensione; e chi teme per qualcosa ci appare inevitabilmente un po' più umano: la prima volta è dopo il battesimo di Vader, quando dice "Dobbiamo agire in fretta, i Jedi sono implacabili". Trasmette ad Anakin e a noi il senso dell'urgenza, la sensazione che i Sith non siano semplicemente invincibili per grazia divina, ma debbano conquistare e conservare il potere con astuzia continua e vigile, senza potersi permettere passi falsi o indugi.



     Il secondo momento è durante le ricerche di Yoda precipitato sul fondo del Senato: l'Imperatore percepisce che qualcosa potrebbe andare storto: "Sento che Lord Vader è in pericolo". Lo vediamo preoccupato per lui; che poi la sua preoccupazione non abbia nulla a che spartire con l'affetto e l'umanità come la intendiamo noi e sia solo funzionale ai suoi scopi, è un altro discorso. In ogni caso il fatto che anche i Sith, come i Jedi, si "sentano" tra di loro è intrigante.
     L'ultimo —più toccante— momento in questo piccolo crescendo è il gesto quasi premuroso con cui Palpatine si china sui resti carbonizzati di Anakin sfiorandogli la fronte. Vuole accertarsi delle sue condizioni, tuttavia l'immagine suggerisce anche in questo caso un "legame Sith", che per quanto oscuro e perverso ha qualcosa di reale.
     Tutto ciò contribuisce a fare di Palpatine forse il vero protagonista di Episode III, il personaggio più sorprendente.

     177)   La navetta
     Come quasi tutti gli appassionati avranno notato, la navetta classe Theta del neo Imperatore Palpatine è l'antesignana di quella classe Lambda della Trilogia Classica, che esordì in ROTJ conquistando per la sua assoluta eleganza e che ora è stata inserita anche alla fine di TESB. La differenza più evidente con questo modello "antico" è il taglio dell'ala dorsale, per il resto la somiglianza è di immediata evidenza.

     178)   Doppia morte e doppia nascita
     Le scene che narrano la morte di Padmé, la nascita dei gemelli, la fine di Anakin e la nascita di Darth Vader, oltre ad essere emotivamente devastanti, sono costruite con grande perizia tecnica: il loro montaggio parallelo è perfetto.
     Si inizia con una disposizione chiastica (A-B-B-A) delle seguenti sequenze: carezza di Obi-Wan a Padmé, partenza della nave naboo, arrivo della navetta imperiale, carezza di Palpatine ad Anakin.



     Poi in parallelo i due arrivi: la nave naboo arriva a Polis Massa, Padmé viene trasportata d'urgenza nel centro medico; la navetta dell'Imperatore arriva a Coruscant sotto pioggia e fulmini, Anakin viene trasportato d'urgenza nel centro medico imperiale.



     Sempre in parallelo, i due sventurati amanti distesi sui loro letti operatori.



     Ancora in parallelo, i due visti da un'identica prospettiva. I gemelli vengono alla luce e ricevono i nomi. Diviene chiaro che l'intera scena sta descrivendo una doppia morte e una doppia nascita: muoiono Padmé e Anakin, la Trilogia dei Prequel, e nascono i gemelli e Darth Vader, cioè la Trilogia Classica.



     Dopo il primo vagito dei gemelli sentiamo il primo "vagito" dell'altro neonato, un vagito sinistro in un silenzio religioso: un fischio acuto prodotto dall'aria e poi un pesante respiro metallico, il primo di una lunghissima serie che terrorizzerà la galassia.



     Rinascita e morte in parallelo serrato. Nasce Darth Vader, muore Padmé. La nascita avviene col viso rivolto verso l'alto, la morte col viso che si reclina in basso: è la prima inquadratura parallela dove la simmetria tra le due vicende (perfetta fino a quel momento: si osservi l'assoluta identità delle coppie di foto) viene meno. Le pose che assumono divergono per la prima volta, le strade dei due innamorati si dividono per sempre.

     179)   C'è ancora del buono in lui
     Le ultime parole pronunciate da Padmé prima di spirare sono per Anakin, ovviamente: "C'è del buono in lui, lo so che c'è... ancora".
     Tanti anni dopo, i figli che proprio in quel momento Padmé ha partorito si troveranno a parlare, per la prima volta consapevoli di essere fratello e sorella, chiudendo un cerchio che si era aperto allora; e Luke dirà: "C'è del buono in lui. Devo tentare".
     Sarà proprio la fiducia nel riscatto di Anakin / Vader a compiere il ritorno del Jedi, a compiere la Profezia: e come per amore della moglie Anakin si dannò, per amore del figlio si redimerà.



     180)   La scelta della morte
     Padmé sceglie di morire, in un certo senso; questa scelta va collocata nell'ambito corretto, quello della favola, del mito, della letteratura, non certo quello del realismo. Psicologia e vita quotidiana non c'entrano nulla; così come è inutile obiettare che una donna che sta dando alla luce due bambini dovrebbe decidere di vivere per loro. Sicuro, ma nella corsia di un ospedale delle nostre città, non in una galassia lontana lontana, non per la sposa del Prescelto.
     La morte di Padmé va connessa con l'offerta di immortalità che Anakin le ha fatto, quei nuovi poteri che diceva di stare acquisendo e che in lei provocavano orrore: la donna rifiuta l'immortalità, rifiuta il dono infetto del suo sposo stregato dal male. Così, l'immortalità diventa morte, una morte provocata e scelta al tempo stesso.

     181)   Nascita o morte?
     La seconda parte della sequenza della nascita di Darth Vader, quella in cui il Signore Oscuro dotato della sua nuova armatura sorge dal basso come un astro oscuro, è accompagnata non da uno scontato tema dell'Impero —che sarebbe stato poco adatto— ma, con scelta geniale e di grande sensibilità, dal tema del funerale, che sentimmo per la prima volta nel funerale di Qui-Gon Jinn. Inizia durante la morte di Padmé e prosegue per tutta la scena di Vader che "sorge" in modo teatrale e memorabile.



     John Williams ha sempre aiutato George Lucas a narrare la sua saga attraverso la musica: la nascita di Vader va dunque letta innanzitutto come una morte, la morte di Anakin, del bene, di tutto ciò in cui si è sperato nei Prequel.

     182)   Attraverso gli occhi di Vader
     Una tra le tante scelte registiche inedite di Lucas in ROTS è quella della soggettiva di Vader nel momento in cui la leggendaria maschera cala sul suo viso imprigionandolo per sempre e dando vita al mito che abbiamo amato per tre decenni.
     Ci identifichiamo —per la prima volta— col personaggio, scoprendo finalmente in che modo vedrà il mondo con i suoi nuovi occhi artificiali, fino al giorno in cui chiederà al figlio di togliergli la maschera perché possa vederlo almeno una volta con i suoi veri occhi. Noi stessi saremo costretti, d'ora in poi, a guardare Vader con altri occhi...

     183)   Le prefigurazioni di Vader
     Il personaggio del Generale Grievous è stato voluto da Lucas, oltre che come villain fumettistico da aggiungere alla galleria dei characters della saga, anche come prefigurazione del destino di Anakin. Già anni fa l'autore aveva annunciato che in Episode III avremmo visto "pezzi" di Darth Vader su altri personaggi e che questi sarebbero poi "confluiti" idealmente su di lui, a dimostrazione del fatto che aveva già in mente la rilettura della figura di Vader come novello Frankenstein, creatura che rinasce anche come somma di altri individui.
     Il primo personaggio a prefigurare elementi di Vader è stato Dooku, il Jedi rinnegato (come Anakin) che vuole usare il Lato Oscuro per cambiare il mondo e piegarlo alla sua visione (come Anakin), con il suo mantello legato da una catenella, elemento che ritroviamo in Darth Vader; poi è toccato a Wat Tambor, leader della Tecno Unione, dare un assaggio della disumanizzazione che caratterizzerà Vader, come lui intabarrato dentro un'armatura vitale piena di controlli, pulsanti, manopole e un respiratore in viso.



     Infine il Generale Grievous, concepito come una sorta di "Vader bianco" più scheletrico, cyborg proprio come diverrà Anakin e come lui coperto da un'armatura che lo sostiene sia dal punto di vista meccanico-locomotorio, essendo privo dei suoi arti originari, sia vitale, garantendogli le funzioni biologiche; come lui, afflitto da evidenti problemi respiratori; e, da ultimo, nascosto dietro una maschera-teschio, che rappresenta la Morte, il Male, la disumanizzazione.
     Chi non ha amato e/o capito questo personaggio potrebbe avere qualche spunto per riconsiderarne la funzione narrativa, che come al solito è molto più sottile di quanto sul momento non percepisca un pubblico distratto e affamato di senso e risposte immediati, che non richiedano decodificazioni simboliche. E poi c'è chi dice che i personaggi vengono aggiunti solo per produrre nuovi pupazzetti...



(segue)
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