Trama:
L'assedio della Repubblica alla capitale di Muunilinst ha raggiunto la sua fase finale: a resistere sono pochi reggimenti di droidi da battaglia, che nulla possono contro il maestro Jedi Voolvif Monn, uno shistavanen. Con l'ingresso in campo delle cannoniere nell'ultimo fronte di battaglia, le forze separatiste vengono definitivamente annientate.
Il Clan Bancario e le gilde commerciali hanno perduto Muunilinst, che torna nelle mani della Repubblica. Mentre i soldati esultano, i banchieri muun e altri leader separatisti sono condotti via come prigionieri. L'attenzione del Generale Kenobi viene però catalizzata dalla segnalazione di una nave in arrivo: si tratta dello stesso vascello che Anakin Skywalker seguì nell'iperspazio. I cloni sono pronti a sparare.
Obi-Wan però li ferma, percependo già ciò che poco dopo sarà visibile a tutti: a bordo del caccia solare c'è lo stesso comandante Skywalker. L'apprendista si avvicina al maestro a testa bassa: chiede perdono per la propria disubbidienza, poiché quella nella quale si è cacciato era davvero una trappola come previsto da Obi-Wan.
Tuttavia ne è uscito vittorioso. Ma il maestro non condivide questi entusiasmi: era una battaglia da non combattere affatto. Sopra ogni altra cosa, la leggerezza e la testardaggine con la quale Anakin vi si è tuffato indispongono Obi-Wan, che lo rimprovera esortandolo a obbedire sempre ai suoi ordini. Improvvisamente il comlink Jedi interrompe Kenobi: il Maestro Daakman Barrek che sta combattendo su Hypori lo contatta urgentemente.
Nel piccolo ologramma appare impegnato in un furioso combattimento. Chiede il ritiro perché l'esercito è stato annientato e parla di un nuovo generale dei droidi, inarrestabile. Poi cade valorosamente, lasciando Obi-Wan atterrito. Il comlink del Jedi ucciso rotola finché il piede artigliato del Generale Grievous lo calpesta. Un immenso esercito di super droidi da battaglia circonda il relitto di un incrociatore della Repubblica classe Acclamator. L'avanzata e la fitta serie di colpi delle truppe robotiche sono fermate da un tacito gesto della mano del Generale.
Tra i rottami in fiamme due figure corrono circospette. Sono i Jedi cereani Ki-Adi-Mundi e Tarr Seirr. Ki-Adi si chiede perché l'esercito di droidi si sia all'improvviso arrestato, poi raggiunge senza altri indugi gli altri Jedi superstiti all'interno del relitto della grande nave spaziale.
Gli altri sono lo whiphid K'Kruhk, il padawan umano Sha'a Gi e poi le due grandi Jedi Aayla Secura e Shaak Ti. K'Kruhk ansima sconfortato: il Generale Grievous sembra davvero inarrestabile. Anche Shaak Ti è sorpresa dal fatto che un droide sia riuscito per la prima volta a mettere dei Jedi in tali difficoltà. Il giovane Sha'a Gi si dispera apertamente, ma Ki-Adi-Mundi rinsalda il morale dei compagni esortandoli al coraggio: devono ricordare che sono Jedi! Jedi...
...la voce metallica di Grievous proveniente dall'esterno echeggia dentro il relitto, mentre i cavalieri sopravvissuti tentano di osservare attraverso ogni apertura nello scafo. Il potente cyborg li minaccia con arroganza, ricordando loro che sono circondati e che il loro esercito è annientato. Chiede la resa e offre loro, con sfrontatezza, una morte onorevole, una morte da guerrieri. Poi tutto ciò che si sente è il sinistro rumore dei suoi passi.
Sì: il Generale Grievous sta venendo ad affrontarli da solo. I Jedi non riescono a vedere nulla e il rumore di quei passi meccanici li terrorizza, portando alla luce i loro limiti umani: tremano, sudano come chiunque altro farebbe nella stessa terribile situazione. Sha'a Gi vorrebbe fuggire ma Ki-Adi lo rintuzza: bisogna tentare. Tuttavia il grande cereano è percorso dalle stesse gocce di sudore, preda del terrore eppure disperatamente aggrappato al proprio senso del dovere. Mentre i passi si avvicinano, egli invita i compagni a stare calmi e sopratutto fermi.
Il giovane e inquieto Sha'a Gi cede al terrore e preferisce lanciarsi contro il nemico con tutta la propria furia disperata. La massa bianca e metallica di Grievous lo schiaccia brutalmente, per poi sollevarsi e crescere in altezza manifestando tutta la propria potenza. Poi, con un grande balzo, scompare nuovamente.
I Jedi, spade accese, schiena contro schiena, arretrano nuovamente nel buio del relitto, ignari del fatto che Grievous è già sopra le loro teste. Il generale all'improvviso piomba sulle loro teste con due spade in mano.
L'incredibile duello del cyborg contro ben cinque Jedi ha inizio: Grievous è in grado di coordinare i propri movimenti in modo perfetto, è velocissimo ed estremamente preciso. Quando il suo busto inizia a ruotare su se stesso dando vista a una girandola di luce laser tutt'intorno, ai Jedi non resta che arretrare sulla difensiva. Grievous dimostra anche di saper utilizzare i piedi non meno bene delle mani, soprendendo una volta in più i malcapitati Jedi.
Isolato, K'Krukh è ormai spacciato: i fendenti di Grievous lo uccidono senza pietà. Tarr Seirr è invece stritolato dal piede artigliato del cyborg, che gli spezza il collo e lo sbatte al suolo. Il suo cadavere insieme ad Aayla Secura vengono proiettati lontano dalle gambe di Grievous, che si dedica ai due Jedi rimasti a combattere, Ki-Adi-Mundi e Shaak Ti. Roteando le due spade laser come girandole, Grievous li tiene a bada entrambi.
Scagliato via Ki-Adi con un violento calcio, Grievous si concentra su Shaak Ti, tempestandola di fendenti fino a spingerla lontano, ferendola. Ki-Adi si rialza dai rottami in cui è stato scagliato, preoccupato per la sua compagna Jedi, e il cyborg volge verso di lui il proprio occhio minaccioso, osservando bene il quale si potrebbe scoprire che Grievous è in parte un essere organico.
Ki-Adi tenta di attirare a sé una spada laser rimasta a terra, ma il piede artigliato del Generale Grievous la blocca, impugnandola con lo stesso arto, restando in equilibrio su un unica gamba. Allora il Maestro Jedi attira a sé una delle numerose spade che Grievous porta come trofei alla cintura, per fermare la quale non gli resterebbe che perdere il proprio unico appoggio.
Nuovamente armato, Ki-Adi si prepara ad affronare l'inarrestabile Generale, che spiccando un balzo su una gamba sola si lancia contro di lui con ben tre spade accese...
In quel preciso momento, a una distanza siderale da Hypori, nel Tempio Jedi di Coruscant, il Maestro Yoda avverte il pericolo. Mentre sui cieli della metropoli imperversa un terribile temporale, Yoda sente il Lato Oscuro prendere forza e avvolgere ogni cosa.
Commento:
A chiusura della prima serie di Clone Wars, viene prodotto un episodio che con la sua lunga durata, 8 minuti, rompe la regola dei 3 minuti che aveva caratterizzato tutti i precedenti, dall'1 al 19 (non senza mugugni da parte dei fan), spianando in questo modo la strada alla seconda serie, che avrebbe visto la luce solo l'anno successivo, con la formula dei 12 minuti, maggiormente in grado di dare uno sviluppo ricco alla storia. Questo episodio conclusivo della prima parte di Clone Wars ha il compito di introdurre un personaggio chiave dei restanti episodi e soprattutto del film che nel frattempo è in lavorazione: il Generale Grievous.
La parte introduttiva, della durata press'a poco pari a quella di uno degli episodi brevi, è dedicata al tema della vittoria: la vittoria campale della Repubblica a Muunilinst e la vittoria di Anakin su Asajj Ventress, rivendicata come scusante per la grave disobbedienza al maestro. Il rapporto tra Obi-Wan e Anakin si arricchisce di un nuovo confronto piuttosto teso, stemperato tuttavia dall'atteggiamento del Prescelto, fin da subito disposto a chiedere apertamente scusa a testa bassa. Ma al suo sorriso infantile, di chi è orgoglioso senza troppa consapevolezza delle proprie mancanze, fa da contrappunto la ferma severità di Kenobi. Da qui in poi, però, lo spazio è tutto dedicato al tema dominante, l'apparizione sui campi di battaglia del nuovo leader degli eserciti dei droidi.
L'introduzione del Generale Grievous è attentamente costruita attraverso una serie di tappe successive che ne scandiscono un disvelamento progressivo. Dapprima vediamo un piede artigliato, che ricorda quello dei velociraptor, che esordisce schiacciando il comlink Jedi di Daakman Barrek e l'immagine di Kenobi che sta trasmettendo; poi una mano che si alza in modo composto e solenne, arrestando con un solo gesto l'enorme esercito di super droidi da battaglia. Subito dopo è la volta della figura intera di Grievous, ma di spalle, e abbastanza da lontano. Successivamente l'attesa della sua apparizione vera e propria è rafforzata dal tempo che intercorre prima che nuovi dettagli vengano mostrati. È la voce del Generale l'elemento non secondario che viene allora proposto, svelando e nascondendo al tempo stesso, perché oltre ad essa non c'è altro; in particolare nulla di visibile. Il capolavoro di suspense è compiuto quando a seguire la voce sono i passi meccanici, sinistri e cadenzati, degni del migliore dei thriller: la grande minaccia non è visibile, si sente solamente, e si sta avvicinando. Scoperta inquietante al pari delle altre è il fatto che il Generale stia avanzando da solo per affrontare un numero considerevole di Jedi: fatto che la dice molto lunga sul tremendo potere di Grievous. Poi è la volta dell'epifania del mostro, la sua apparizione a pieno titolo in modo prima violento (schiacciando Sha'a Gi) e poi plateale, quando Grievous si alza ed estende completamente i propri arti. Ma si tratta solo di un breve assaggio, perché subito scompare, ancora una volta.
Ricomincia l'attesa, questa volta breve: vediamo la sua sagoma pendere dall'alto come quella di un pipistrello, e infine piombare in mezzo ai Jedi scatenando tutta la propria potenza. Neppure adesso, tuttavia, il disvelamento di Grievous è terminato: durante lo spettacolare duello con i Jedi sopravvissuti scopriamo numerose altre caratteristiche del Generale, come la sua capacità di ruotare busto e arti per usare le spade laser come letali girandole, e il fatto che i suoi piedi artigliati siano prensili, elemento piuttosto sorprendente. Infine, un ultimo importantissimo dettaglio viene rivelato tramite un primissimo piano dell'occhio di Grievous: il Generale non è un droide ma un cyborg, perché nell'orbita oculare della sua maschera si intravede un occhio organico e della pelle squamosa.
L'intera sequenza è costruita con straordinaria maestria drammaturgica e sensibilità visiva. Intorno ad essa fiorisce un gran numero di scene memorabili, dal gesto della mano che arresta le truppe, alla visione inquietante di un incrociatore della Repubblica distrutto e trasformato in rifugio per Jedi disperati, al fatto stesso che i Jedi tremino, siano terrorizzati e sudino, con gocce di sudore che li percorrono. "Non possiamo affrontarlo!" "Dobbiamo provare!": frasi che non avremmo mai creduto di sentire pronunciare a dei Jedi!
(segue)
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